Commentario del 5.08.2017

IN PRIMA PAGINA
Libia in primo piano. Dal governo di Tripoli una sfida all'Italia: "Ritirate le navi" (Stampa). Il vice di Serraj: "Missione sgradita" (QN). Intanto, aerei italiani nei cieli di Tobruk: "Controlli su Haftar" (Messaggero). Altro tema caldo riguarda i migranti e i rapporti con le Ong. Tensione con Berlino sul codice (Repubblica). Altre Ong indagate (Corriere, Messaggero e altri). Sul Fatto, il ministro Minnit: "Polizia a bordo o blocchiamo le vostre barche". Di Maio al Corriere: "Chiudere i porti ai taxi di mare". In economia, i dati Istat segnalano che la ripresa c'è e le famiglie tornano a spendere (QN). Europa e lavoro, ripresa italiana più solida (Sole).
In poltica, Salvini alla Stampa: "Berlusoni sulla Merkel sbaglia tutto". M5S, gli hacker: "Facile giocare con i vostri voti". Violato il sistema Rousseau, allarme M5S (Repubblica).
Tra i temi in evidenza resta il caso Tim. Consob alza il tiro: intervenga la Francia (Stampa). Controllo Tim, 48 ore a Vivendi (Sole).
Venezuela, il Papa chiede di sospendere la Costituente. Scontri, ma Maduro va avanti (Messaggero). I ribelli: "Pronti a morire per liberare il Paese" (Stampa).

ITALIA-ECONOMIA
Su tutti i quotidiani le rilevazioni Istat che confermano una crescita "più forte", ma non basta ad abbassare le tasse (Stampa p.9). Crescono le vendite al dettaglio, gli esercenti vedono "una possibile svolta. Intanto, a giugno torna in crescita il mercato del lavoro: nel secondo trimestre +151mila lavoratori dipendenti, prospettive positive su manifatturiero e costruzioni. "La crescita c'è, non è un fenomeno estemporaneo – dice l'economista Marco Fortis al QN (p.4) -. La forte ripresa della produzione industriale è il segnale: nel secondo trimestre +2,2% sul 2016, e le dinamiche di fatturato del manifatturiero mostrano che l'industria italiana cresce più di quella tedesca". Bombassei (Brembo) a MF: "L'Italia ha preso la strada giusta". Ma Gualtieri su Italia Oggi, citando i dati dell'Fmi sull'Italia, parla di crisi economica strutturale: dal 2000 a oggi siamo passati da produttività 100 a 94, mentre gli altri Paesi sono passati da 102 a 108. Ma non si intravedono – scrive  - progetti di politiche economiche in grado di aggredire i problemi strutturali, e i livelli di reddito pro-capite del 2007 saranno raggiunti solo nel 2020. Per Lepri (Stampa p.9) sono 3 i nodi da sciogliere per agganciare la ripresa: sui conti pubblici, la flessibilità europea dovrebbe portare a 5 mld l'intervento aggiuntivo sul bilancio 2018 invece di 13,5, ciò dovrebbe consentire di trovare copertura per il lavoro dei giovani, povertà e investimenti. Altro nodo è il lavoro precario: servono incentivi duraturi che riducano il costo del lavoro dei giovani assunti con posto fisso. Terzo nodo sono gli investimenti, che il piano Industria 4.0 sembra aver sbloccato.
Intanto, il Pd esulta per risultati che sono "merito delle riforme". Frecciata di Renzi a Padoan: "E' ovvio che nella prossima legge di bilancio non ci sono i soldi per la riduzione dell'Irpef" (Stampa p.9). Per il Corriere (p.8) è l'ultimo episodio di un duello infinito tra Renzi e Padoan, ormai quasi non si parlano più. Secondo Giornale (p.11), le tasse saliranno ancora anche se Padoan non lo dice: per finanziare la manovra, tagli agli sconti fiscali e obbligo della fattura elettronica.

ITALIA-POLITICA
E' il voto in Sicilia a tenere acceso il dibattito politico. In primo piano – mentre spuntano 5mila assunzioni, quasi tutte nella Sanità, che sanno di relazioni clientelari (Repubblica p.9) -  resta il posizionamento di Alfano, conteso da Fi e Pd (QN p.8). "Berlusconi scelga tra me e il leader di Ap – dice Salvini a Stampa (In prima e p.10) e Corriere (p.7) -. Noi in Sicilia sosteniamo Musumeci, ma a patto che non ci sia un ritorno degli alfaniani". Ma per Corriere (p.7), QN (p.8) e altri il centrodestra in Sicilia si spacca dopo il no di Berlusconi a Musumeci, che scatena la rabbia della Meloni.
M5S, due attacchi hacker alla piattaforma Rousseau: violati dati su mail, codici fiscali, numeri di telefono, ma anche importi versati dai sostenitori (Corriere p.6). Ora è a rischio tutta la piattaforma Rousseau, i vertici temono un nuovo attacco quando si voterà il candidato premier(Repubblica in prima e p.7). Di Maio al Corriere (in prima e p.5): "Ora ci occupiamo del voto in Sicilia, a settembre saranno pubblicate le regole delle votazioni per la scelta del nostro candidato premier. Per la sicurezza sono già state prese le contromisure". Giornale all'attacco: il grillismo ci dimostra quanto è insicuro il web.

EUROPA
Libia, dopo l'ostilità di Tobruk alla missione italiana, arriva anche l'avvertimento del vice presidente del consiglio presidenziale libico: "Le navi italiane sono un'infrazione dell'accordo politico e una lesione della sovranità della Libia. L'invito di Serraj non esprime né la volontà dell'intero Consiglio presidenziale né del governo d'intesa" (Stampa in prima e p.4 e tutti). La Farnesina smorza: "Rientrano nella dinamica di un dibattito interno libico che l'Italia rispetta". Mentre in Europa cresce il riconoscimento per Serraj, il premier di Tripoli è sempre più isolato nel Consiglio presidenziale. Minniti al Fatto (in prima e p.2): "La nostra è solo una operazione di supporto tecnico-logistico alla Guardia Costiera tripolina concessa al governo Serraj, su sua richiesta. Ma la stabilizzazione del Paese non può prescindere dal generale Haftar". Per il Messaggero (p.2) sale l'allarme per la debolezza di Tripoli, ma per Gentiloni il ritiro sarebbe una resa: premier italiano deciso a proseguire per fermare i migranti e non perdere la leadership in quell'area, ma Serraj è in difficoltà e il governo prova a sviluppare il dialogo con Haftar. Intanto l'aviazione italiana controlla i cieli di Tobruk (Messaggero p.3). Nel frattempo, Gentiloni a colloquio con la Mogherini: spunta l'ipotesi per il 2018 di una missione europea al posto di quella navale italiana (Repubblica p.4).
Migranti, altre Ong indagate: nel mirino anche Medici senza Frontiere (Corriere in prima e p.2). Indagini su "consegne concordate" in alto mare e possibili accordi tra Ong, ma Msf: "Non ci fermeremo". Minniti al Fatto (in prima e p.2-3): "Chi non firma il nostro codice presto verrà fermato. Non rinunciamo né al salvataggio dei naufraghi né alla sicurezza, la presenza di polizia sulle navi Ong è necessaria". Sul Corriere (in prima e p.5) Di Maio: "Basta con il servizio taxi del mare, dobbiamo chiudere tutti i porti. Noi rilanciamo la nostra proposta di mettere la polizia giudiziaria nelle imbarcazioni". Critiche al codice per le Ong arrivano dalla Germania, un dossier del Bundestag presenta un parere legale che antepone il dovere internazionale del salvataggio in mare a qualsiasi regolamento nazionale (Repubblica in prima e p.2).

©riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento