Commentario del 18.08.17

IN PRIMA PAGINA
Terrore sulle Ramblas (Stampa). I boia sono tornati (Giornale). Un furgone fa strage di turisti: 13 morti (Libero). In primo piano su tutti il pomeriggio di orrore di Barcellona. Coinvolti anche italiani. Due sospetti arrestati, killer in fuga. Avvenire: "Un attacco pianificato e temuto". Allerta Viminale al massimo per Milano e Roma (Giornale).
Sul fronte interno, spazio all'economia: col pil in crescita, margine da 3,5 miliardi in manovra (Sole). Sul Corriere il piano del governo per il lavoro: tasse dimezzate per chi assume i giovani. Su Avvenire intervista alla Furlan: "Pensioni, il tema resta aperto". Si riapre anche il capitolo dell'abolizione della Forestale: la riforma al vaglio della Corte Costituzionale (Fatto). Intanto nelle esportazioni sorpasso dell'Italia sulla Germania (Sole).
Politica ancora in ferie: il governo riferirà sul caso Regeni il 4 settembre. Boldrini: "Si anticipi" (Avvenire). Centrodestra in manovra, spinto dai sondaggi. Toti al Giornale: "Squadra forte e arriviamo al 40%". Lo psicanalista Zoia al Fatto: "Il Caimano è già rimosso, come fascismo e Br". Su QN parla Romeo, appena scarcerato per l'inchiesta Consip: "Indagate sulle verità scomode".
Intanto si allenta la pressione sulle coste italiane: sbarchi di migranti dimezzati (Stampa). Schiarita anche sul fronte Brexit: per i viaggiatori Ue non servirà il visto per il Regno Unito (Stampa).

ITALIA-ECONOMIA
La ripresa "riduce" il deficit: per il Sole, con una crescita all'1,5% si creerebbe una dote potenziale da 3,5 miliardi. Ma il governo è cauto, dovendo considerare anche il livello di inflazione e le trattative con Bruxelles. Per il Corriere la spinta del pil non basta ancora per allentare la manovra 2018: il problema è l'inflazione e, soprattutto, l'occupazione che non aumenta: solo con una crescita reale al 2,3% si potrebbe parlare di svolta, perciò il sentiero del governo resta stretto.  Brunetta ad Avvenire: "Non capisco cosa ci sia da festeggiare per un pil che resta da zona retrocessione. Al contrario, c'è da essere preoccupati per l'isolamento politico internazionale del Paese, che produrrà conseguenze anche sul piano economico. E tra riforme fallite, conti in bilico, clima elettorale ci aspetta un autunno difficile". Per il Giornale "la festa per il pil è già finita": dall'autunno il governo si troverà di fronte ostacoli che possono compromettere crescita e tenuta dei conti, a cominciare dalla fine del quantitative easing della Bce, la trattativa con Bruxelles, le tensioni politiche nella maggioranza. Il Messaggero parla di governo a rischio sul Def, con Mdp che minaccia di non votare la manovra. Fornaro: "Chiediamo discontinuità rispetto alle politiche economiche di Renzi.Vogliamo una manovra con investimenti pubblici, lotta alla disoccupazione giovanile, equità fiscale, contrasto alla povertà e aumento delle risorse per la sanità pubblica. E siccome Def e manovra sono legati, vogliamo garanzie su entrambe". Idem Speranza alla Stampa: "Senza una vera svolta non voteremo mai a favore della Finanziaria". Tra le condizioni poste più investimenti e niente bonus: "Se i 30 miliardi spesi nei famosi 1000 giorni di Renzi fossero stati impiegati negli investimenti e non sui bonus avremmo avuto una crescita doppia".
Sul Corriere il piano giovani del governo: sgravi del 50% per gli assunti fino a 32 anni. Il maxi sconto durerebbe per i primi due anni di contratto, o al massimo per tre anni, facendo scendere l'aliquota contributiva dal 30-33% al 15-17,5%, con uno sconto fino a 3.250 euro l'anno. La somma non versata dall'azienda sarebbe coperta dallo Stato. Costo previsto: un miliardo il primo anno, 2 il secondo. Poi resterebbe una riduzione dei contributi, anche se più contenuta (nell'ordine del 4%) ma destinata a durare fino a fine carriera, anche se il dipendente cambia azienda. Per metà sarebbe a vantaggio delle imprese per metà del dipendente. Ma la misura avrebbe un costo alto, perciò in alternativa si potrebbe puntare sull'apprendistato. Moretti Polegato (Geox) al Corriere: "Il vero bonus per i giovani? Un ponte università-aziende". "In Italia c'è una generazione che non vuole mollare il potere e ce n'è un'altra, quella dei giovani che non riesce ad esprimersi. Se sono andati all'estero e si sono ambientati bene non è solo per il posto di lavoro in sé ma per le difficoltà che ci sono qui". Più che bonus e tagli contributivi "i giovani vanno stimolati sin dalla scuola, insegnando etica aziendale, creatività, lingue straniere, insegnando come trasformare un'idea in un'impresa". "Bisogna far collaborare di più imprese e università italiane con quelle estere in modo che questi ragazzi vadano in giro per il mondo ma poi tornino ad insegnarci come sfruttare al meglio le capacità dell'Italia".
Sul Messaggero il piano del governo per la lotta alla povertà: sul tavolo 1,5 miliardi per allargare la platea dei beneficiari del reddito di inclusione da 480 euro al mese.
Patuelli al Messaggero: "La ripresa c'è, gli indicatori bancari non sbagliano. Da mesi sono in netto miglioramento a cominciare dalla riduzione di nuovi crediti deteriorati e la riduzione dello stock. Questo significa che le imprese, oltre alle famiglie, hanno meno difficoltà. Poi ci sono gli incrementi costanti dei depositi; terzo, un aumento dei prestiti, più cospicuo per le famiglie ma positivo anche per le imprese. Ora sono le banche a inseguirle per are investimenti. Non c'è mai stata in Italia e in Europa una fase così lunga di tassi così bassi. Questa è una ripresa fortemente sostenuta dalle banche".
Sull'età pensionabile il governo invece tira diritto: sale a 67 anni dal 2019 (Giornale).
Furlan (Cisl) ad Avvenire: "Sulle pensioni il tema non è chiuso: va rilanciato il patto sociale. L'attuale meccanismo è davvero insostenibile per tanti lavoratori. Nessuno ha mai chiesto di toglierlo ma di rallentarlo sì e di monitorare insieme cosa comporta. E bisogna parlare degli assegni ai giovani oggi".

ITALIA-POLITICA
Politica in ferie, governo in aula per riferire sul caso Regeni solo il quattro settembre. L'opposizione attacca: "Decisione vergognosa". Il M5S: "Venga il premier Gentiloni a riferire e venga domattina". Critica anche la Boldrini: "Bisogna fare prima" (Corriere e tutti). Gasparri: "Giusto aspettare settembre, ci sono mille ragioni per ripristinare i rapporti con l'Egitto, anche per ottenere la verità sul caso Regeni". Civati: "Il motivo riguarda tutto il resto: Libia, Eni, tutt'altro. Che Gentiloni lo ammetta e Alfano eviti di prendere in giro la famiglia Regeni e il Paese". Quartapelle: "Che ci fossero i servizi dietro la morte di Regeni era di dominio pubblico. Vogliamo arrivare a individuare i responsabili e per questo serve collaborazione con le autorità inquirenti egiziane. L'ambasciatore è un ulteriore strumento per arrivare alla verità".
Centrodestra in movimento, spinto dai sondaggi. Repubblica parla di una (ri)legittimazione di Berlusconi direttamente dalla Merkel: "Silvio pensaci tu a fermare i populisti". Una frase del marzo scorso da cui sarebbe partita la riconquista della scena da parte di Berlusconi: un'operazione vista con favore dalle cancellerie europee che come Berlusconi non credono più nella possibilità che sia Renzi ad arginare i Cinque Stelle. Il dialogo con la Merkel, tutto politico, è argomento riservato ma il Ppe avrebbe deciso di affidarsi di nuovo a Berlusconi per arginare l'ondata anti-europea che spazza l'Italia.
La Stampa dà Berlusconi, Lega e Fratelli d'Italia a un passo dall'intesa sulla legge elettorale: il progetto comune prevederebbe il ritorno a un premio di coalizione (così che i 3 partiti possano presentarsi alle elezioni ciascuno con il proprio simbolo) e con la soglia per accedere al premio che scenderebbe dal 40 al 35%. Con tale soglia si parte da una maggioranza di 316 deputati (su 630) che salirebbe di 6 deputati per ogni punto percentuale in più fino a un massimo di 340 per chi raggiunge o supera il 40%. Un meccanismo analogo, ma su base regionale, sarebbe adottato per il Senato. Al lavoro sull'intesa sarebbero Brunetta, Fedriga e La Russa. Il candidato premier sarebbe indicato dal partito della coalizione che arriva prima. Il meccanismo sarà proposto all'attenzione di Renzi e potrebbe beneficiare anche lui. Brunetta alla Stampa: "Se sarà unito il centrodestra vincerà con ogni sistema di voto. Pd e Cinque Stelle giocano una brutta partita contro il Paese, e noi abbiamo capito che il nostro popolo ci vuole insieme, sommando le diverse sensibilità. E quando la prospettiva è vincere c'è gloria per tutti, non approfittarne sarebbe da pazzi". Idem Toti  al Giornale: "I nostri elettori percepiscono molte meno differenze di quello che immaginiamo: c'è un sentimento comune i centrodestra, che ci chiede di riprendere la guida del Paese dopo le delusioni di Renzi e Gentiloni e le disillusioni di Grillo". Per Toti la strada è la lista unica: "Con la legge attuale e il premio alla lista che supera il 40% è una via obbligata. Oggi siamo al 34,35%: con un programma e una squadra seria di governo possiamo farcela". Più cauto Parisi, che al Corriere dice: "Vinca in Sicilia o il centrodestra rischia". E per Parisi il candidato giusto è Musumeci: "Se il centrodestra dovesse perdere in Sicilia rischia di compromettere la vittoria a livello nazionale".
Sulla Sicilia anche il centrosinistra in fibrillazione: sull'alleanza con Alfano si spacca la sinistra. Mdp e Sinistra italiana dicono no a una coalizione larga con gli alfaniani e si preparano a correre con un altro candidato (Repubblica). Casini a Repubblica: "Per i dem non è l'ora di fare gli schizzinosi, si alleino con il centro".
Intanto il M5S finisce nel mirino degli hacker (Corriere 19, Stampa p.12): sul blog di Grillo l'intervento di un esperto che mette in luce la vulnerabilità della piattaforma Rousseu. Da Zanda, sul Foglio, nuovo affondo contro la "democrazia del clic" del M5S: "E' il contrario della democrazia parlamentare. La chiamano diretta, nel senso che è diretta da qualcuno: da Grillo e dalla Casaleggio Associati".
Su Repubblica e QN parla Alfredo Romeo, appena scarcerato per l'inchiesta Consip: "Non sono io il corruttore Consip. Mai incontrato il padre di Renzi". "Pressioni incredibili su testimoni per arrestarmi, l'unico sistema Romeo che conosco è quello di un gruppo imprenditoriale che partendo da un territorio difficile ha saputo affermarsi nel quadro nazionale. Noi per primi abbiamo denunciato da anni i rapporti di forza di alcuni grandi gruppi in Consip con esposti all'Anac". E sull'inchiesta: "Non ho mai cenato con Tiziano Renzi né l'ho mai cercato. Ma se lui volesse conoscermi non avrei difficoltà a incontrarlo: che ci sarebbe di male? Altre sono le verità scomode su cui finora non si è indagato a fondo, concentrando tutto su me e sulle mie aziende".

ESTERI
In primo piano su tutti la cronaca dell'attentato di Barcellona di ieri pomeriggio. Molte le analisi e i commenti. Severgnini, sul Corriere, sottolinea che un continente libero come l'Europa non può piegarsi davanti ai colpi di coda di un'ideologia primitiva che sta perdendo territorio e consensi. Importante sarà capire come disinnescare le schizofrenie identitarie, ma non c'è dubbio sul fatto che il giorno in cui tutto questo sarà finito per sempre non è lontano: purtroppo non sappiamo quant'è vicino.
Per Gajani (Messaggero), la Spagna paga per l'impegno contro la jihad e da inizio anno era già nel mirino dello Stato Islamico che sul territorio può sfruttare i circa 200 foreign fighters di origini spagnole e marocchine, arruolati sotto le bandiere del Califfato. E anche se il contributo militare spagnolo nella Coalizione è limitato a circa 480 unità, il contrasto di Madrid nei confronti della minaccia jihadista non è mai venuto meno.
Secondo Toscano (Repubblica) la Spagna dopo l'attentato terroristico di ieri sulla Rambla fa fatica ad accettare che, a distanza di 13 anni dalle esplosioni di Atocha, il Paese sia nuovamente bersaglio del terrorismo. La speranza è che ora la reazione degli spagnoli sia composta esattamente come nel 2004, priva di isterismo e xenofobia, ma la sfida è grande e ora più che mai serve più Europa e più integrazione per tenere duro.
Si allenta la pressione sulle coste italiane: sbarchi di migranti dimezzati (Stampa). Il M5S esulta: "Questo primo grande risultato è stato ottenuto grazie al nostro pressing che va avanti dall'aprile scorso", dice Di Maio. Ma l'Onu critica Ue e Italia sulla stretta sull'immigrazione. "Il nuovo piano di azione europeo e il codice di condotta dell'Italia per le Ong rischiano di portare a un aumento di morti nella traversata e violano i diritti dei migranti". Di fatto si tenta di "intrappolare migranti e rifugiati in Libia", spostando in quel Paese la frontiera europea ma la Libia "non può essere vista come un luogo sicuro".  anche nell'industria alimentare che teme ritorsioni sull'export. Sul fronte energetico le pressioni della Casa Bianca per aumentare le esportazioni di metano stanno spingendo sulle barricate l'associazione che riunisce le imprese più energivore. Anche le compagnie petrolifere si lamentano, perché temono lo schizzo dei costi. E la decisione di uscire dagli accordi di Parigi sul clima ha fruttato a Trump una reazione durissima sul fronte energetico-ambientale, con l'abbandono di Musk (Tesla) dei comitati economici del presidente. Anche Apple e Dimon (Jp Morgan) contro Trump, scrive MF.

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