Commentario del 12.08.2017

IN PRIMA PAGINA
Esteri in primo piano. Crisi Trump-Kim, le Borse perdono mille mld (Sole). La crisi coreana allarma il mondo (Corriere). E la Russia rinforza la difesa aerea (Messaggero). Spazio anche alle vicende libiche, sul Corriere parla il generale Haftar, che all'Italia dicea: "Non siamo nemici". La Russia punta all'alleanza Al Sarraj-Haftar (Stampa). Intanto, sui migranti sponda Merkel a Gentiloni: 50 mln all'Onu per i campi in Libia (Messaggero).
Tra i temi italiani, spicca l'economia. Inflazione in frenata anche a luglio (Sole). Lavoro, Boccia (Confindustria) al Mattino propone un Jobs Act anche nel pubblico. Intanto, le imprese assumono: pronto 875mila nuovi posti (QN). Libero: "Miracolino economichino". Il Ministro Delrio al Messaggero: "Atac come Alitalia, agire subito". Delrio parla anche a Repubblica di abusivismo: "Impugneremo i condoni facili".
Su Messaggero e tutti il caso delle uova contaminate in 15 Paesi. La Ue: "A rischio anche l'Italia". Ma il ministero smentisce. Intercettati 250 quintali in Emilia Romagna (Stampa).

ITALIA-ECONOMIA
Economia ed elezioni, Giornale (p.8) segnala l'allarme sulla ripresa: così non basta. Gli analisti stranieri spaventati dalle urne e dalla fine del Qe. E in Italia si rafforza il partito del non voto per paura di un nuovo stop economico: da Calenda a Confindustria temono una crisi di governo. Intanto, due studi indicano il boom di posti di lavoro dopo le vacanze: entro ottobre 875 mila posti di lavoro (QN in prima e p.19 e altri). Le stime di Unioncamere e Osservatorio dei consulenti del lavoro fanno ben sperare i disoccupati: nel settore industriale sono meccanica, metallurgia e filiera alimentare a dare più chance di occupazione. Libero (in prima e p.3): nonostante i governi abbiano fatto di tutto per massacrarli, i piccoli imprenditori italiani sono riusciti a crescere e a creare un monte di posti di lavoro. Nel frattempo, dopo l'intervista di Calenda, che ha sottolineato l'esigenza di un piano industriale per l'Italia, Nannicini (Pd), a Repubblica (p.11) dice: "Prima ancora serve un piano che faccia funzionare i ministeri. Molti ritardi stanno nella fase di implementazione e non in quella della formulazione delle idee – spiega –: un grande scoglio è la mancanza di coordinamento. Io credo – dice ancora l'ex sottosegretario di Palazzo Chigi – sia necessario passare da Industria 4.0 a Impresa 4.0: bisogna aiutare la medio-piccola imprenditorialità a digitalizzarsi, a stare sul mercato internazionale". Guardando alle scelte della prossima manovra, dice: "Continuare nel percorso avviato aggiungendo taglio strutturale del costo del lavoro stabile, intervento sull'Irperf con il taglio del carico fiscale alle famiglie, politiche attive del lavoro". Boccia (Confindustria) plaude al fatto che "questo governo, come il precedente, riesce a parlare di questione industriale superando le ideologie e capendo che è un tema che riguarda tutti". Parlando di riforme, Boccia chiede che non vengano toccate quelle che (come Industria 4.0) stanno permettendo la ripresa. E sul lavoro spiega: "Il Jobs Act funziona ma ha bisogno di tempo. Serve un investimento massiccio, con 20 mld in 5 anni si possono creare 900 mila posti di lavoro". Il numero uno di Confindustria parla anche al Mattino (in prima e p.6-7): "Dare lavoro ai giovani significa dare impulso alla domanda e rendere più forti le imprese che possono tornare ad investire e assumere".
Inflazione, a luglio terzo mese consecutivo di rallentamento certificato dall'Istat: l'aumento sul mese precedente è solo dello 0,1%, e su base annua si attesta all'1,1% (Sole in prima e p.12 e altri). Frenano soprattutto energetici e alimentari non lavorati, mentre si rafforzano i trasporti e le voci di spesa titipcamente stagionali, come servizi ricreativi e cultura.

ITALIA-POLITICA
Regionali Sicilia, Alfano respinge le ultime offerte di Berlusconi, "Su di me c'è una fatwa" (Repubblica p.12). La Meloni continua a pressare: "Con Alfano alleanza impossile". Ap verso l'accordo con il Pd per l'isola. Berlusconi non molla, va in pressing su FdI per allentare la tensione e recuperare Ap (Messaggero p.9). Brunetta a Repubblica (p.12): "Non sarei così sicuro sulle 'intese quasi chiuse'. Il vento spira a favore del centrodestra, chi si metterà contro andrà a sbattere". Per il Corriere (p.10) Ap non ha ancora chiuso accordi e ora lancia l'ultimatum su un nome centrista per chiudere l'alleanza: D'Alia, La Via e Misuraca la rosa dei nomi. "Chi vuole vincere al centro sanno dove trovarci, sono gli altri che devono convergere su noi" ragiona il ministro degli Esteri, assicurando che "Ap alle politiche andrà per fatti suoi e non ha niente da negoziare sul piano nazionale, né sulle soglie della legge elettorale né su future alleanze per Palazzo Chigi". Secondo il Messaggero (p.8) in vista del voto nazionale Renzi prepara un piano per andare solo alla Camera e in coalizione al Senato: l'obiettivo del Pd è raggiungere il 40% e incassare il premio di governabilità, l'alleanza per Palazzo Madama avrebbe il compito di onorare il patto in Sicilia con Alfano.

EUROPA
Libia, al Corriere (in prima e p.3) parla il generale Haftar: "Italiani e libici sono amici. Noi non vi attaccheremo, ma nelle nostre acque non si entra senza permesso: sarebbe un'invasione". Poi il generale spiega la sua posizione in merito all'accordo italiano con Al Sarraj: "Con noi nessuna intesa, non ho dato nessuna luce verde. Sarraj ha violato le intese di cooperazione firmate a Parigi, ma l'Italia è corresponsabile perchè sa bene che Sarraj non ha alcuna autorità per permettere alle navi italiane di venire nelle nostre acque territoriali". Sulla questione migranti, il generale dice: "Il problema non si risolve sulle nostre coste, se non partono via mare ce li dobbiamo tenere noi e la cosa non è possibile. E l'accordo di Minniti con tribù, milizie e municipalità del nostro deserto sono palliativi. Dobbiamo lavorare assieme per bloccare i flussi sui 4mila km del condine desertico libico del Sud. Servono 20 mld di dollari, distribuiti su 20-25 anni per i Paesi europei uniti in uno sforzo collettivo". La Stampa (p.3) segnala il tentativo di Putin di convocare a Mosca un summit tra Sarraj e Haftar: la Russia si vuole ritagliare un posto di interlocutore di primo piano con la Libia su business e investimenti.

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