Commentario del 27.08.17

IN PRIMA PAGINA
Migranti, il patto con la Libia frena gli arrivi (Sole e Messaggero). Ma a Roma divampa la polemica sul palazzo appena sgomberato. Il Vaticano critica la Polizia (QN), il capo, Gabrielli, si difende: non sono un boy scout ma neppure un giustiziere (Libero). I pm indagano: c'era un vero e proprio racket per l'occupazione dello stabile (Messaggero, Sole, Fatto). Giornale e Libero contro gli immigrati: liberi di occupare. Su sfollati e case poteri ai Prefetti (Corriere). La Raggi accusa il Viminale: "Sui migranti sbagliano loro" (Stampa). La Lombardi accusa la Raggi: "Errori anche sui nel caos bivacchi" (Messaggero). Su Repubblica parla la Bonino: Salvini e Di Maio imprenditori dell'intolleranza. Sul Giornale parla il cardinale Becciu; "Vi racconto il patto segreto tra Gentiloni e Bergoglio".
Spazio anche all'economia. Aspettando la manovra, Pd in pressing sul governo: aiuti anche ai pensionati (Repubblica). Nel pacchetto per i giovani cuneo fiscale e formazione (Sole). Aiuti ai giovani anche sulle pensioni future: più flessibilità e assegno garantito (Messaggero). Sul Sole, cosa cambia con la nuova concorrenza per mutui, tlc e professioni.
In cronaca su tutti la violenza a Rimini: lei stuprata in spiaggia, picchiato l'amico. Caccia ai quattro aggressori (Corriere). Su tutti i giornali la sfida di Della Valle al sisma: apre la fabbrica ad Arquata (QN, Messaggero). Sul mattino la rabbia dei sindaci di Ischia: "I dati sbagliati sul terremoto hanno penalizzato tutti, chiederemo i danni". Zamberletti: "Errori e ritardi perché c'era poco personale". E sull'abusivismo è lite tra De Luca e il governo (Mattino).

ITALIA-ECONOMIA
Aspettando la manovra, Pd in pressing sul governo: aiuti anche ai pensionati. Su Repubblica in apertura lo scontro sotterraneo tra Gentiloni e Renzi sulla manovra. Ufficialmente il piatto forme della prossima legge di Bilancio saranno le misure per i giovani, con bonus permanenti per incentivarne l'assunzione e aiuti anche sulle pensioni future (ne scrive il Messaggero). Ma per Repubblica ora si riaffaccia il "partito delle pensioni". Carbone (Pd): "I soldi per intervenire sulle pensioni, a partire dalle minime, e per allargare la platea dell'Ape sociale sono già stanziati. C'è il tesoretto lasciato dal governo Renzi e il gruzzolo che si sta creando con la ripartenza del Pil. Un intervento sulla previdenza non è incompatibile con le risorse da destinare ai giovani". Timori a Palazzo Chigi perla tenuta della linea del governo. Morando: "A me non risulta che il Pd voglia riaprire il capitolo-pensioni. La priorità devono essere i giovani e basta, una forza di sinistra non può avere altro obiettivo. Concentrarci di nuovo sulle pensioni sarebbe un errore". Ma Renzi guarda al voto 2018 e i consensi di pensionati e pensionandi fanno gola.
Sul pacchetto giovani Repubblica (p.2) registra invece i dubbi di Europa e industriali. Col taglio dei contributi da inserire in manovra ormai quasi definito (si punta al dimezzamento dei contributi alle imprese che assumono a tempo indeterminato under 29 per 3 anni, con una copertura di 2 mld e la previsione di 300 mila nuovi posti di lavoro) Confindustria chiede invece il taglio del cuneo al 100% e uno "sforzo" da 10 miliardi in tre anni, così da arrivare a 900 mila assunzioni. Stime forse troppo ottimistiche, per Repubblica alla luce dei dati Inps su 2015 e 2016.
Sul Messaggero (p.8) gli aiuti ai giovani anche per la futura pensione: nella prossima manovra potrebbe entrare più flessibilità anche per i nati dopo il 1980 e per chi lavora dal 1996. L'intenzione del governo sarebbe quella di eliminare le soglie che obbligano i lavoratori a raggiungere un assegno minimo per lasciare il lavoro, col rischio di dover rimandare fin oltre i 70 il ritiro in caso di pensione insufficiente. Questo consentirebbe uscite anticipate anche fino a 3 anni. E per sostenere le pensioni più basse l'ipotesi è quella di introdurre un assegno di garanzia che porti la soglia al minimo di 650 euro. Mercoledì nuovo round governo-sindacati.

ITALIA-POLITICA
A Roma è ancora scontro sullo sgombero del palazzo di via Curtatone occupato dai migranti.  Il Vaticano critica la Polizia (QN): "Scene di violenza inaccettabili quelle viste a Roma", dice da Rimini il cardinal Parolin. Il capo, Gabrielli, si difende, ma dall'accusa opposta, lanciata da Libero e Giornale, quella di aver preso le distanze dagli agenti violenti e non aver difeso abbastanza la Polizia: "Non sono un boy scout ma neppure un giustiziere", scrive in una lettera pubblicata da Libero. Intanto i pm indagano romani indagano: c'era un vero e proprio racket per l'occupazione dello stabile (Messaggero, Sole, Fatto). Giornale e Libero contro gli immigrati: liberi di occupare. Sul Corriere e Messaggero la linea del Viminale su sfollati e case occupate: qualora i sindaci non si muovano, poteri ai Prefetti di requisire edifici pubblici vuoti. Decaro (sindaco di Bari e presidente dell'Anci) al Corriere e a Repubblica: "Noi non possiamo fare da soli, per le politiche della casa e dell'accoglienza qualcuno ci deve dare i soldi. Gli sgomberi vanno fatti ma accompagnati, Non si può scaricare tutto sui comuni". Sulla Stampa intervista alla Raggi: "Su via Curtatone il Comune ha fatto il suo dovere e offerto assistenza a chi ne aveva diritto. Ma quel palazzo era occupato dal 2013, entrarvi era impossibile. Era una delle emergenze ma non era il Comune a dover decidere lo sgombero". E ancora: "Su immigrazione e accoglienza manca una politica nazionale adeguata. Un sindaco deve occuparsi dei suoi cittadini, la politica migratoria è tema governativo. Io chiedo di rivederla coinvolgendo di più i sindaci. Serve più sinergia tra livelli istituzionali". Su Repubblica parla la Bonino: "Nella guerriglia di Roma abbiamo perso tutti: la politica, il paese e i migranti". Ma le colpe più gravi le ha la politica: "Salvini, Di Maio e non solo, veri imprenditori della paura.". Anche la Meloni soffia sul fuoco "I profughi hanno più diritti di noi" dice a Libero, che parla di 700 mila italiani senza casa. "Le villette di Rieti offerte agli sfollati e rifiutate dagli eritrei vadano ai veri indigenti". Per la leader di Fratelli d'Italia non può passare il messaggio che chi occupa abusivamente ha la meglio su chi rispetta la legge. E tra manifestanti e polizia nessuna esitazione: "Noi stiamo al 100% con le forze dell'ordine ed è vergognoso che i vertici delle istituzioni, compreso il Capo ella Polizia, non si siano schierati dalla loro parte".

ESTERI
Migranti, il patto con la Libia frena gli arrivi (Sole e Messaggero). Calano le partenze dei migranti dalla Libia per l'Italia. Dietro al crollo la sconfitta dei gruppi che controllavano il traffico e il piano di aiuti finanziari per le città libiche che "collaborano" messo a punto da Minniti. Ieri al Viminale riunione con 14 sindaci libici in vista della stesura di un piano triennale di finanziamenti europei di sviluppo locale e "contenimento" delle partenze (Corriere). Oggi nuovo incontro anche con i ministri dell'Interno di Ciad e Niger per preparare il vertice di Parigi di domani convocato da Macron. Si parlerà di lotta al terrorismo e all'immigrazione clandestina. L'Italia chiederà risorse per aprire campi di raccolta in Ciad, Niger e Mali e per sostenere la Libia (e segnatamente il governo di Serraj) a controllare le sue coste e aprire campi di accoglienza in Tripolitania, dove controllare chi chiede asilo. In Libia, scrive ancora il Messaggero, ad aver fermato i barconi sono nuove milizie che sembrano aver preso il sopravvento sui trafficanti così da intercettare aiuti e finanziamenti che Ue e Italiana stanno fornendo alla Libia. Il riferimento è alla "Brigada 48", un centinaio di persone che si muovono sia via terra che via mare per fermare i migranti rivolti in Italia. Ma alla loro testa ci sono ex boss della criminalità locale e i "centri di detenzione" che gestiscono sono vere e proprie prigioni senza diritti.
Barcellona in piazza contro il terrore (Avvenire e tutti): "Non abbiamo paura" (Messaggero). Ma al corteo con mezzo milione di persone fischi e contestazioni per il re Felipe e il premier Rajoy. In prima fila gli "eroi anonimi" di Barcellona: medici, infermieri, tassisti, commercianti e gente comune che per primi hanno soccorso i turisti falciati sulla Rambla.

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