Commentario del 23.08.17

IN PRIMA PAGINA
Terremoto di Ischia in primo piano su tutti. Delrio al Mattino: "Troppi crolli per una scossa". "Le case distrutte perché scadenti" (Corriere). Troppe case abusive (Stampa). Il Sole: un condono ogni due abitanti. Meletti (Ingv): "In Italia un sisma così al giorno, solo lì tanti morti e devastazioni" (Fatto). Ma non manca il miracolo: salvi i tre fratellini dispersi. E dopo il terremoto la grande fuga: colpito il turismo (30% di disdette) (Sole).
Il governo pensa ai giovani: decontribuzione con tetto a 29 anni e norma anti-licenziamenti (Sole). Obiettivo: 300 mila posti di lavoro (Corriere, Messaggero). La Fedeli ripensa la scuola: "L'obbligo può salire a 18 anni" (Sole). Ma va migliorata la qualità dell'istruzione (Messaggero). Leonardi al Sole: Dal Jobs Act spinta ai salari.
La cittadinanza agli immigrati spacca chiesa e politica (Giornale). Su Avvenire le buone ragioni dello ius culturae. Casini: "L'esecutivo ora confermi la sua linea". Gelmini: "Ecco perché quel testo non va bene" (Avvenire). Sul Tempo il sondaggio su Bergoglio: vi piace questo Papa?
In Spagna nuove rivelazioni dal terrorista pentito: piano per colpire tutta Barcellona (Repubblica). In Francia doppia sfida per Marcon: il lavoro e l'Est Europa (Sole). In Russia l'incontro Parolin-Kirrill: Roma e Mosca più vicine (Avvenire). Dalla Ue stop al colosso dell'agrochimica Bayer-Monsanto (Sole). L'Europa apre inchiesta sulla fusione (MF). Tajani: "La vera priorità dell'Europa? Politica industriale comune" (Sole).

ITALIA-ECONOMIA
Giovani e lavoro, i nuovi sgravi per favorire le assunzioni saranno limitati agli under 29: obiettivo, 300 mila nuovi posti di lavoro (Corriere p.18 e tutti). Il consigliere economico del governo Leonardi abbassa l'asticella dell'età dei beneficiati dagli sgravi della prossima manovra: 29 anni invece dei 32-35 che si era detto finora. Sui limiti d'età trattativa aperta con la Ue (Sole p.2) Oltre quella soglia le agevolazioni non verrebbero più considerate incentivi all'occupazione giovanile ma rischierebbero di essere considerate discriminanti verso lavoratori adulti. L'incentivo resta quello noto, e prevede un dimezzamento dei contributi previdenziali (30, 33% della retribuzione lorda) per i primi 3 anni (o 2) dall'assunzione a tempo indeterminato, per un tetto massimo di sgravio per l'impresa pari a 3250 euro. Allo studio anche un successivo taglio del 3% dei contributi in forma permanente, che alleggerirebbe il costo strutturale del lavoro in pianta stabile.
Calenda rilancia sugli sgravi per Industria 4.0 (Messaggero p.15 e altri): obiettivo, aumentare di 1,5 miliardi la dote degli sgravi. "Gli incentivi stanno funzionando – ha detto il ministro a Rimini – le imprese li usano soprattutto perché sono facili e perché hanno la facoltà di definire su quale tecnologia puntare". Dunque si va verso un rafforzamento della misura, e un posizionamento sulla formazione dei lavoratori, tant'è che il piano si chiamerà "Lavoro 4.0". Da Calenda richiamo anche sull'economia: "La crisi non è ancora alle spalle, abbiamo da recuperare 6 punti di pil e 300-400 mila posti di lavoro". Il rischio è quello di "abbassare la guardia e parlare di mance elettorali" compreso il reddito di cittadinanza. Un messaggio scomodo, sottolinea Di Vico sul Corriere, accompagnato dalla promessa che la sua fase politica si concluderà con la fine della legislatura. Da Calenda richiamo anche sul protezionismo: "I cugini più vicini ogni tanto si dimenticano delle professioni di europeisti quando compriamo qualche azienda, ma sono manifestazioni di debolezza a cui si risponde con un no tondo". 

ITALIA-POLITICA
Avvenire rilancia su ius soli e ius culturae: l'appello universale del Papa scuote la politica (Avvenire p.7). Ma il centrodestra attacca e la maggioranza è divisa. L'obiettivo del governo resta portare la riforma in aula al Senato entro l'autunno ma il cammino si è fatto più complicato. Casini a Avvenire: "Sulla cittadinanza sono stati fatti passi indietro, una volta il centrodestra era favorevole. Ora il governo non cambi linea". Gelmini: "Massimo rispetto per le parole del Papa ma la riforma non ci convince. E comunque non ci sono le condizioni politiche per approvarla in questo fine legislatura". Alfano sarebbe invece pronto a "tradire" e a votare per lo ius soli, scrive il Giornale (p.9). In cambio chiederebbe concessioni su imprese e famiglia in manovra e sulle candidature alle Politiche. Per il Giornale anche la Chiesa è spaccata e contraddittoria - "in Vaticano lo ius soli non c'è, meglio guardare in casa propria" – e di Bergoglio entrato a gamba tesa nel dibattito politico. Sul Tempo il sondaggio anti Bergoglio: vi piace questo Papa? Dite la vostra.
Sicilia, Berlusconi boccia (ancora) Musumeci (Corriere 21), Renzi pensa al rettore Micari, che potrebbe essere il candidato di Pd e Alfano (Messaggero e Repubblica p.12). Su Repubblica lo sfogo di Crocetta: "Mi odiano perché ho rotto i patti. Tanti dem con Cuffaro". 
In Lombardia Gori si prepara a sfidare Maroni (Messaggero p.12): "Ufficiale la mia candidatura, il governatore non è invincibile". Ma servirà un'alleanza ampia di tutte le forze del centrosinistra.
Sulla Stampa (p.12) l'assedio dei "notabili" dem a Renzi: il Pd abbandoni la politica autarchica e non tagli i ponti con i possibili alleati. Un pressing che accomuna Prodi, Letta, Boldrini, Grasso, Pisapia. Su Libero (in prima e a p.9) l'appello di Becchi e Dragoni a Berlusconi: "Con la Merkel non c'entri un kaiser, dobbiamo tornare ad avere la lira".

EUROPA
In Francia conto alla rovescia per la presentazione della riforma del lavoro targata Macron: sindacati già sul piede di guerra, popolarità del presidente in picchiata (Sole). A giorni il ministro del Lavoro rivelerà i risultati di mesi di colloqui con sindacalisti e imprenditori. Parallelamente Macron sarà oggi in tour nell'Europa orientale (toccando Austria, Bulgaria e Romania) per cercare un accordo sui lavoratori "distaccati" ovvero provenienti da quegli Stati che secondo i Paesi dell'Est dovrebbero avere garantita solo la paga minima del Paese ospitante mentre Parigi chiede di includere tutti i trattamenti del Paese ospitante e di fissare un limite massimo di due anni. Un mancato accordo su questo tema potrebbe scatenare i sindacati francesi che temono nuovi tentativi di dumping sociale. Oggi l'incontro della ministra Pénicaud con i sindacati, il testo definitivo sarà presentato il 31 agosto, in consiglio dei ministri il 18 settembre. Secondo France 2 il governo cambierà le regole che limitano il lavoro temporaneo. Sul Corriere Fubini mette invece a confronto il sistema francese con quello italiano e tedesco. Su licenziamenti, contratti e sindacati di fatto Macron si prepara a sfidare Italia e Germania. Già oggi Parigi con contratti permanenti meno rigidi che in Germania vanta livelli di produttività superiori all'industria tedesca e molto più alti che in Italia. L'obiettivo di Macron sarebbe quello di superare entrambe per la flessibilità nelle relazioni industriali, demolendo il monolite della contrattazione nazionale, e semplificare la pletora di organi sindacali in azienda. Tutti interventi considerati più efficaci che non gli incentivi alle assunzioni di cui si discute in Italia.

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