Commentario del 28.08.2017

IN PRIMA PAGINA
Oggi il vertice a sei a Parigi. Sì Ue all'Italia (Messaggero), svolta su migranti e Libia (Repubblica). Intesa per i centri in Libia e aiuti economici (Corriere). Intanto, in Italia il Viminale annuncia: "gli sgomberi vanno avanti" (Stampa, Messaggero e altri). Tra i temi in evidenza anche i preparativi per la manovra. Lavoro, crollo trai giovani. A chi andranno gli incentivi (Corriere). Su Repubblica l'ipotesi di inserire in manovra un bonus di 40 euro per i pensionati poveri.
Focus anche sull'istruzione, in particolare sull'università: boom di italiani che scelgono l'estero (Messaggero). Tra le lauree italiane calano gli architetti e salgono gli economisti (Sole). Intanto, da oggi la ribellione dei prof: bloccati gli esami (Stampa).
Spazio anche all'uragano Harvey che inonda il Texas, almeno 5 morti, dispersi e blackout (Messaggero).

ITALIA-POLITICA
In Italia si continua a parlare degli sgomberi dopo il caso di Roma. Il Viminale va avanti: mappatura  degli edifici occupati per stabilire tempi e modalità di intervento, individuando soluzioni alternative, ipotesi di collocare le persone sfrattate negli edifici confiscati (Messaggero e tutti). Il centrodestra contrario ma il vicesegretario Pd, Martina, a Repubblica (p.5) dice: "La destra traduce tutto in propaganda. Dobbiamo coinvolgere i migranti in attività di volontariato nei lavori di pubblica utilità". Ma anche tra i sindaci Pd c'è chi si lamenta. Nardella, sindaco di Firenze, al Messaggero (p.3): "Nessun passo indietro sugli sgomberi, chi occupa case non deve avere premi". Decaro, presidente Anci, al Mattino: "A occupare gli immobili non sono soltanto rifugiati, ma anche e soprattutto connazionali disagiati. Non associare i fatti di Roma al tema immigrati".
Sicilia, il centrodestra ritrova l'unità (Messaggero p.11). Berlusconi vedrà Meloni e Salvini (Corriere p.10 e altri). Si va verso il ticket Musaumeci-Armao. La Stampa (p.9) segnala invece il soccorso rosso di Mdp al M5S in caso il Movimento non superasse il 50%. Appoggio esterno, senza ingresso in maggioranza "ma dipenderà dal merito" spiega Stefano Fassina. Mdp sceglie Fava, che a Repubblica (p.10) dice: "Noi abbiamo lavorato con il Pd per ricostruire il centrosinistra, non il centrosinistra più Alfano: questa è solo una partita romana". Merola, sindaco Pd di Bologna: "Non ne posso più dei veti di Mdp". Pisapia si allontana dal movimento di Bersani, ma da Campo progressista prendono anche le distanze da Alfano (Corriere p.11).

ITALIA-ECONOMIA
Il viceministro Morando ottimista sulla crescita del Pil e sui conti italiani. E in vista della manocvra al Corriere  propone di legare gli "sconti" sull'assunzione dei giovani a un regime contributivo più leggero per il futuro è la sua proposta: "Tre anni di superbonus e poi un taglio del 4% all'aliquota. Così gli sgravi saranno permanenti. Dopo 4 anni il costo complessivo sarebbe di oltre 4 mld, ma aiuterebbe le imprese, i lavoratori e ridurrebbe il cuneo fiscale al livello di quello tedesco". Morando conferma la discussione in corso sul tetto all'età per gli sgravi. "Si ragiona – dice – su una forchetta tra i 29 e i 32 anni". Guardando ai numeri complessivi della manovra, spiega: "Servono 13-14 mld per eliminare l'Iva, 5-6 mld per la correzione strutturale promessa all'Ue. Poi c'è la parte discrezionale, le risorse vanno concentrate sui giovani". Prodi sul Messaggero: solo modifiche permanenti del mercato del lavoro possono permettere di dare concretezza al necessario aumento dei consumi. Marro sul Corriere (p.9) analizza chi ha pagato di più il conto della crisi dal punto di vista lavorativo: la fascia 25-34 anni è quella più in difficoltà con 2 mln di posti persi dal 2004. L'unica fascia in controtendenza è quella degli over 50.
Oggi riparte la discussione sulle pensioni: "Sarebbe un errore – dice Morando - fermare l'aumento dell'età pensionabile". Intanto, Pd in pressing sulle pensioni: si ragiona sull'ipotesi di un incremento di 40 euro (Repubblica in prima e p.11). L'ex ministro Vincenzo Visco a Repubblica: "Sono preoccupato per la prossima legge di Bilancio, tutto queste risorse non ci sono e fare un ping pong su a chi dare e chi no è deprimente. Basta con i bonus, serve un taglio delle tasse mirato e strutturale: se avessimo usato i soldi dei bonus per gli investimenti, avremmo avuto una crescita doppia e ridotto deficit e debito. La priorità è la lotta alla povertà".
Giannini su Repubblica guarda allo scontro-generazionale che si prospetta nella discussione sulla manovra d'autunno e polemizza con "un'Italia a corto di visioni politiche e risorse economiche".
 
EUROPA
Oggi vertice a Parigi tra sei leader di Ue e Africa. Alla vigilia, la Merkel  ha aperto alla revisione degli accordo di Dublino: "Non è possibile – ha detto in un'intervista ripresa da Repubblica – che Italia e Grecia debbano subire tutto il peso a causa della posizione geografica. Inoltre, i profughi devono essere distribuiti in modo solidale". Hotspot internazionali e fondi alle comunità africana: oggi la forma del documento comune con il sì di Germania, Francia e Spagna. L'Europa si allinea alle richieste italiane (Corriere p.3). Il vice segretario Pd, Martina a Repubblica (p.5): "L'impegno che l'Italia sta mettendo per corresponsabilizzare Bruxelles e gli Stati membri è cruciale. Rivendico la proposta, figlia del governo Renzi, sulla redistribuzione obbligatoria tra gli Stati Ue, si dovrebbero ridurre i finanziamenti a quei Paesi che la disattendono". Uno dei Paesi più caldi resta la Libia, dove i passi avanti nelle trattative sono arrivati grazie al lavoro del premier di Tripoli Serraj, ma resta aperto il nodo-Haftar: senza di lui difficile chiudere accordi duraturi (Messaggero p.4). Il ministro Libico Khoja alla Stampa (p.7): "Controllare le frontiere non basta, Tripoli ha bisogno del vostro aiuto". Il presidente dell'Europarlamento Tajani a Repubblica (p.2): "Dall'Ue 6 mld alla Turchia, ora è il momento di fare lo stesso in Libia: diamogli 6 mld e poi investiamo in una strategia complessiva per l'Africa. Quei soldi servirebbero anche a favorire un accordo tra Bengasi e Tripoli con Haftar che potrebbe diventare capo delle forze armate libiche e Serraj mantenere la leadership politica".

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