Commentario del 12.02.2016

IN PRIMA PAGINA
Retromarcia Usa sui tassi, Borse a picco (Messaggero e tutti). Milano (-5,6%) abbattuta dalle Banche (MF). Il Sole: brusco risveglio nel nuovo mondo. Alta tensione anche tra Italia e Unione. Renzi avvia la riforma del bilancio e sfida l'Europa: decidiamo da soli (Stampa). Ma Juncker lo gela: "Non ci chieda altro" (Repubblica). Oggi l'incontro con Schulz che a Repubblica dice: "Bene la spinta di Matteo, serve più ambizione". Sul fronte interno in primo piano l'incursione di Bagnasco al Senato: "Voto segreto sulle Unioni". Il governo: non è la Cei a decidere (Repubblica e tutti). Avvenire: siamo al bivio, serve Renzi. Il Corriere parla di strappo che spiazza il Pd. Fa discutere anche la riforma del credito cooperativo: per il Giornale un "salva amici" di Renzi mentre per Banca Etruria scatta l'indagine per bancarotta (Sole e tutti). Su tutti la scoperta delle onde gravitazionali, un faro sull'origine dell'universo (Messaggero). Einstein aveva ragione (Corriere). Festa a metà degli italiani: "Il Nobel? Andrà oltreoceano. Ma l'intuizione è venuta da qui" (Corriere). A Roma Bertolaso a un passo dalla candidatura (Giornale). Sul Corriere la storia di Michi, 15 anni, rinato dalle acque: "Pensavo al mio fratellino". Sulla Stampa la storia di una famiglia di Alba: quattro figli, tutti nati in casa.

POLITICA
Unioni civili, il cardinal Bagnasco "auspica" il voto segreto al Senato, il governo reagisce: "Come regolare il dibattito lo decide il presidente del Senato" (Corriere p.6 e tutti). E' il caso del giorno, che scatena reazioni e commenti. La vice presidente a Repubblica (p.8): "I vescovi non sono la Costituzione". La cattodem Fattorini al Corriere (p.6): "Rispetto Bagnasco ma il nostro agire sarà improntato alla laicità". Il Sole (in prima e a p.24) parla di interventismo fuori tempo di Bagnasco rispetto al nuovo corso di Bergoglio. Folli (Repubblica in prima e a p.31) di confini da rispettare. Ma Avvenire (p.6) incalza: "a questo bivio serve il segretario Pd", scrive il quotidiano dei vescovi, che chiede a Renzi di rompere la neutralità da premier, stralciare la Cirinnà e "favorire un accordo di buon senso". Ma per il Messaggero (p.11) Renzi continuerà ad evitare lo scontro e a mantenersi neutrale sulle adozioni. Mirabelli, intervistato da Avvenire (p.6) "con un'iniziativa di Renzi basterebbe un pomeriggio a risolvere: via le adozioni, non spacchiamo il Paese. Si può fare una legge seria con un accordo largo". Franco sul Corriere (p.6) parla di strappo che spiazza i Democratici: "Bagnasco è entrato come il burro nelle debolezze del Pd rivelandone la profondità". Basta aspettare il voto di martedì per capire se le gerarchie cattoliche hanno piegato o no il governo. Per il Fatto (p.7) il governo si è già piegato, tant'è che pensa allo stralcio delle adozioni per evitare una sconfitta parlamentare. Napolitano in campo per una mediazione. Sulla Stampa (p.5) lo stupore di Bagnasco per le dure reazioni al suo intervento: "Non era una valutazione di carattere tecnico: ho fatto appello a un principio di ordine morale riguardante la libertà di coscienza".
Intanto nel centrodestra è caos sulle candidature. Risolto con Parisi il rebus di Milano ora è Roma il nome che brucia. Berlusconi dice no alle primarie invocate dalla Meloni e torna su Bertolaso. Ma il partito è spaccato e guarda a Marchini.

ECONOMIA
Banche, petrolio, Fed mandano le Borse ancora a picco (Repubblica in apertura e a p.2 e su tutti):in Europa bruciati 242 mld, Milano maglia nera col –5,63%. A Bruxelles Schaeuble, Dijsselbloem e Moscovici fanno quadrato intorno alle banche: "Il settore è forte, eccessive le reazioni dei mercati", la reazione del ministro tedesco di fronte alla tempesta che investe Deutsche Bank (Corriere p.8). Per il Sole (in prima e a p.5) è il risveglio nel mondo delle nuove regole bancarie: bisogna sospendere il bail in, alimenta il rischio sistemico. Dall'Eurogruppo richiamo a Spagna e Portogallo sui conti ma il nervo è scoperto anche con l'Italia. Per la Stampa (in apertura e a p.3) Renzi prepara una radicale riforma del bilancio dello Stato, a partire dalla cancellazione delle clausole di salvaguardia, introdotte nel 2011 a garanzia della tenuta dei conti. Solo quella dell'Iva vale 15 mld. "L'Italia si riprende la sua sovranità, saremo noi a decidere se tagliare le tasse, a chi e come", la linea di Renzi. Per la Stampa (p.3) l'Ue sarebbe comunque obbligata a negoziare con Roma: "Una rissa con un grande Paese così indebitato potrebbe avere effetti sistemici pesanti". Ma su Repubblica (p.6) arriva la risposta di Juncker all'intervento di ieri di Renzi: "Non ci chieda di più. Serve mano ferma sui conti pubblici". Intanto è scontro sulla riforma del credito cooperativo: Bcc deluse, Federcasse critica (MF p.7). Il Giornale (in apertura e a p.3) parla di un meccanismo "salva amici" di Renzi (Giornale in apertura), per almeno 4 banche toscane di restare autonome.  Per il Fatto (p.4) attraverso questo meccanismo regista dello stravolgimento della riforma è stato Luca Lotti, che punta a fare della Bcc di Cambiano la "banca renziana": Bini Smaghi sarebbe già pronto per la presidenza. Intanto, con la dichiarazione di insolvenza, per Banca Etruria si apre la strada verso la bancarotta (su tutti).

EUROPA
Oggi l'incontro a Roma tra Renzi e Schulz, che a Repubblica (p.6) dice: "Bene la spinta di Matteo, il rigore non basta più". "C'è bisogno di uno slancio in avanti, serve una politica comune in grado di controbilanciare i cicli economici". E sull'Italia: "ora è una forza economica, le riforme hanno restituito fiducia agli italiani, anche se non possiamo ignorare le vulnerabilità del sistema e la fragilità dell'economia globale". Dall'entourage di Juncker replica alla lettera di Renzi pubblica ieri da Repubblica: "Non ci chieda altro, sulla flessibilità fatto già tutto" (Repubblica p.6). Nel breve periodo Bruxelles non cambierà rotta, anche se dietro le quinte si continua a trattare.  Mattarella, a New York, si sintonizza sulla stessa frequenza di Renzi e chiede una svolta alla Ue: "Dopo l'austerità e l'ora delle politiche espansive" (Repubblica p.6 e altri). Cambiare la cultura economica, le istituzione e le politiche è una sfida titanica – commenta Cerretelli sul Sole (in prima e p.26) –. Nei prossimi due anni l'Italia deve accelerare le riforme per avere le carte in regola. Ma per il Fatto (p.6) nel governo ci sono almeno tre idee opposte su riforme e Europa e questo aumenta la confusione. Emblematica la divisione tra Renzi e Padoan sul ministro unico delle Finanze: per il ministro una necessità, per il premier no.

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