Commentario 7.02.2016

IN PRIMA PAGINA
Unioni civili, siluro di Grillo (Stampa). "Libertà di voto". Proteste tra i 5 Stelle (Corriere, Messaggero, Repubblica). I senatori: "Ma noi diciamo sì" (Fatto). Orfini: "Il testo passerà con le adozioni" (Stampa). Su QN il sondaggio Ipr: le donne dicono no all'adozione. Su Libero come si compra un bambino: in Ucraina ci hanno fatto pure lo sconto. A Milano polemica per i cinesi in fila per votare Sala alle primarie (Corriere, Libero, Fatto). Sala: "Sono milanesi anche loro" (QN). A Roma Bertolaso rinuncia, avanza Marchini ma Berlusconi tentenna (Tempo, Libero). Su tutti la drammatica fine di Giulio Regeni, torturato e ucciso 5 giorni fa. Il suo corpo non doveva essere trovato (Messaggero). Il Sole: il vero volto dell'Egitto che nessuno vuole vedere. "Puniremo gli eccessi" dice al Corriere il ministro degli Esteri egiziano, ma definisce "insinuazioni senza prove" le accuse di torture. La Bonino al Messaggero: "Alleati non significa che si deve tollerare tutto". Sul Messaggero il decreto banche in arrivo. Sulla Stampa il buco nero delle Poste, il Cmp di Fiumicino. Su Repubblica la strage infinita della camorra a Napoli: ieri altri tre morti. Roberti: clan in mano a ventenni spietati. A Roma l'ultima beffa di affittopoli: agli inquilini abusivi la proprietà della casa (Messaggero). Intanto padre Pio "salva" il Giubileo (Libero): in 70 mila per lui, "carezza di Dio" (Corriere).

ITALIA-ECONOMIA
Roma alza la posta con Bruxelles: scalare dal deficit anche gli arretrati dei soldi spesi per i migranti (Corriere p.2). Il governo chiede non solo 3,3 mld di flessibilità di bilancio 2016 per fronteggiare l'emergenza migranti del momento ma di vedersi riconosciuti anche 4 mld di spese arretrate, da quando l'afflusso è diventato straordinario. L'obiettivo è la revisione al ribasso del deficit e del debito italiano degli ultimi anni. Una limatura di qualche decimale farebbe comodo perché riavvicinerebbe agli obiettivi dai quali il governo si è allontanato per dare respiro alla crescita, scrive il Corriere,e semplificherebbe la partita sulla flessibilità in corso con la Commissione, che non vuole riconoscere lo sconto di 3,3 miliardi. Padoan, alla scuola quadri del Pd, torna a difendere le banche – "solide anche senza lo Stato" – e a premere sulla Ue: "Sull'occupazione non ha fatto abbastanza". Sul Messaggero (p.16) anticipazioni del decreto del governo sulle banche: tra i clienti delle 4 banche saltate, avrà diritto al rimborso solo chi potrà dimostrare il raggiro nell'acquisto di titoli tossici; recupero totale possibile solo per investimenti superiori al 50% dei risparmi. Sul Tempo (in prima) Bisignani mette in guardia Renzi dall'ira dei risparmiatori. Su Libero (p.7) Bechis stronca Cantone: ogni volta che c'è uno scandalo si chiama lui, ma ormai è bruciato. Non ha mai risolto un problema. Sulla Stampa (in prima e a p.10) la debolezza della posta in Poste Italiane: il buco nero al Cmp di Fiumicino, che rallenta le consegne e fa perdere commesse. Su Libero (p.18) il nuovo rinvio della quotazione di Fs in Borsa: solo l'Alta velocità avrebbe i numeri per l'Ipo, e Piazza Affari si allontana (2018-2020).

ITALIA-POLITICA
Grillo lascia libertà di coscienza ai suoi senatori sulle unioni civili (Sole p. 7 e su tutti). Pietra di inciampo la stepchild adoption, su cui "le sensibilità degli elettori sono varie per questioni di coscienza". Rivolta della base sul web e senatori in campo con l'hastag iovotosì ma l'impressione è che sia destinato a crescere anche il fronte dei senatori contrari. Sulla Stampa (p.2) l'ira dei senatori laici: "Stiamo diventando uguali al Pd". Alfano esulta: "Si riapre la partita. Potrebbe saltare l'intera legge" (Stampa p.2). Renzi: "Il testo non si tocca, vogliono silurare l'intera legge" (Messaggero p.7). Cade l'ipotesi avanzata ieri di stralciare le adozioni e delegarne la definizione al governo. Deciderà l'aula. Ma se il ddl Cirinnà dovesse saltare in tutto o in parte, ora la colpa sarebbe dei grillini. Orfini alla Stampa (p.3): "Noi andiamo avanti con la Cirinnà, stepchild compresa". Schifani, in un'intervista al Corriere (p.9) ci riprova: "Lancio un patto politico al Pd: si approvi una legge che regolamenti diritti e doveri delle persone conviventi purché si evitino omologazioni alla famiglia e si stralci la stepchild adoption". La Lorenzin all'Unità (p.6): "Comunque vada, il voto non inciderà sul governo". Sul Messaggero (p.7) e QN (p.9) i sondaggi sul tema, che vedono gli italiani favorevoli al riconoscimento delle unioni omosessuali (55%) ma contrari alle adozioni gay (46%). Su Libero (in apertura e a p.2 e 3) come comprare bambini nel mercato globale dell'utero.
Intanto a Milano veleno sulle primarie per i cinesi in coda per votare Sala (Stampa p.5). Salvini: "Che pena". Quasi 8 mila al voto il primo giorno(Corriere p.10). Nel centrodestra a Milano in pole Parisi. L'ufficializzazione della candidatura a giorni (Giornale p.10). A Roma Bertolaso rinuncia e Marchini si rafforza (Corriere p.11 e altri).

EUROPA
Nell'editoriale del Messaggero (in prima e a p.18) Romano Prodi critica il "patto" della Ue con Cameron per evitare una "Brexit": condizioni che sviliscono l'Europa. Giavazzi, nell'editoriale del Corriere (in prima e a p.22) sprona Roma, Madrid, Berlino a smetterla di litigare sui conti e a prendere in mano le redini della Ue per evitarne la dissoluzione: epilogo che penalizzerebbe soprattutto il Paesi del Sud. Fabbrini sul Sole (in prima e a p.18) sottolinea la trasformazione impressa dal voto del 2014 al presidente della Commissione europea, non più civil servant ma political operator, espressione, nel caso di Juncker, della maggioranza politica nata dall'asse tra popolari, socialisti e liberali. Ma sullo sfondo resta l'asse franco-tedesco: l'Italia, se vuole uscire dall'angolo in cui si è cacciata, deve cercare nuove alleanze e promuovere un governo politico europeo che non sia più prigioniero degli Stati più grandi. Scalfari, nell'editoriale di Repubblica (in prima e a p. 23) incalza Renzi sul ministro del Tesoro dell'eurozona per il quale spinge Draghi. Padoan era favorevole, Renzi non ne ha mai parlato. Ma un ministro del Tesoro unico sarebbe la novità-principe che apre la strada a un'Europa federata e non più soltanto confederato. Se Renzi si muovesse per primo su questo terreno gli si aprirebbe una vera e propria autostrada per il suo ruolo futuro in Europa.

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