Commentario del 4.1.2016

IN PRIMA PAGINA
L'Arabia rompe con Teheran (Corriere), venti di guerra (Stampa): sale la tensione dopo l'esecuzione dell'imam al Nimr. Evacuato tutto il personale diplomatico. Khamenei invoca la vendetta divina. Intanto tornano i video dell'Is "con il nuovo Jihadi John" (Repubblica). La Stampa apre con un'intervista a Renzi: "Italia, basta cappello in mano". "No" ai diktat della Ue e "c'è chi vuol far fallire l'Ilva, non lo accettermo". Sulle Unioni civili: "subito la legge". Il Messaggero apre con la "sorpresa Berlino" in fatto di violazione Ue: nella classifica degli sforamenti Germania come Italia. Ma Bruxelles è meno severa. Repubblica apre con la riforma delle aziende statali: azzerati i cda, manager unico e tagli agli stipendi. Su QN "la sfida" dei contratti e la Cgil che conferma le anticipazioni di ieri: salario di produttività e più potere ai dipendenti. Ma Confindustria frena.

ITALIA-ECONOMIA
"Dopo tre anni di recessione, l'Italia è ripartita, siamo fuori dal pantano": Matteo Renzi parla a tutto campo in un'intervista alla Stampa (prima e p.3). "Quest'anno siamo cresciuti dello 0,8%, nel 2016 lo faremo del doppio. Dopo anni di grigiume il clima è decisamente cambiato. Il capitalismo di relazione è finito, è il tempo dell'apertura e della trasparenza". Crisi o crescita? "Duello sui dati Eurostat" (Corriere p.8 e tutti): nelle elaborazione dello sviluppo economico il paragone con altri Paesi Ue non premia l'Italia, poi il ministero precisa e parla di "tanti segnali positivi". Ma centrodestar e sinistra attaccano: servono nuove ricette. Rispetto ai livelli pre-crisi saremmo a -31% (Stampa p.2) ma "è inutile la nostalgia del 2008, non ha senso il confronto con i numeri prima della crisi" segnala Di Vico (Corriere p.8) evidenziando che ora la "ripresa è selettiva".
Intanto è la riforma della Pa si avvia verso il rush finale (Messaggero p.2) tra digitale e stretta sulle nomine. "Rivoluzione" anche per le partecipate (Repubblica p.6), "arriva la scure su 8mila società" (Messaggero p.3): mobilità obbligatoria, i Comuni potranno assumere i dipendenti delle municipalizzate, arriva l'amministratore unico. E arrivano anche i decreti sugli statali (Corriere p.9), presto anche interventi sul sistema giustizia.
Completato il distacco da Fca, oggi la Ferrari debutta in Borsa a Milano (Repubblica p.8 e altri): alla cerimonia Elkann, Marchionne e Renzi.  
Per le Banche "causa ai manager fino a 700 milioni" (Corriere p.13): le azioni di responsabilità contro le vecchie gestioni di Etruria, Marche, CariChieti e CariFerrara. I criteri per i risarcimenti andranno dalla dichiarazione dei redditi al tasso di rendimento delle obbligazioni. E il viceministro Morando promette: "il decreto salva-risparmi si farà presto" (l'Unità p.5).
Sulla Stampa (p.2) colloqui con Boeri: "all'Inps ricercatori da tutto il mondo. Faremo studi su pensioni e Jobs Act. Negli Usa a caccia di giovani talenti dell'economia".

ITALIA-POLITICA
Matteo Renzi parla alla Stampa (prima e p.3). Sul M5S dice che "il loro modo di governare è il miglior spot per il Pd. Amministrano tra fallimenti ed espulsioni". Promette decisioni sulle Unioni civili: "su alcuni punti ci sarà libertà di coscienza ma il momento di concludere è arrivato". "Pronti al voto con M5S e FI" aggiunge Guerini (Pd) intervistato dal Messaggero (p.9) che però esclude rotture con i centristi. Il vicesegretario dem lancia anche un appello a Sel per le amministrative ma con il Pd è "alta tensione sulle urne" (Corriere p.11). A Milano, intanto, Sala è già in campagna elettorale: "sono di sinistra, sì alle nozze gay" (Messaggero p.9 e altri). A Roma, invece, Fassina dice no ai mediatori di Zingaretti (Repubblica p.10). Problemi anche nel centrodestra. Per il Corriere (p.11) Berlusconi vuole relazioni dai coordinatori regionali mentre divide l'idea di rinunciare al simbolo. Repubblica (p.11) racconta il "conclave dei big" senza il Cav, le critiche all'idea di rinunciare al simbolo e il rischio di farsi annettere da Salvini. Brunetta, sub judice come capo dei deputati, avverte: se Silvio mi destituisce vado via e faccio un partito mio.
Continua il toto-nomi per la Rai: "primo cda a metà mese, spunta Salini per Raiuno" (Messaggero p.10). Freccero, intervistato dalla Stampa (p.15), attacca gli "ultras renziani" che volevano un pretesto per la poltrona di Raiuno. Ma Anzaldi rilancia: "la Rai doveva scusarsi subito" (Stampa 15)
"Gli italiani più ottimisti ma scettici sulle riforme": sul Messaggero (p.8) il parere dei sondaggisti per i quali le famiglie percepiscono la fine della crisi ma restano guardinghe. E' forte il desiderio di cambiamento insieme alla disillusione sul sistema-Paese. Sul Fatto (prima e p.2) "il fronte del No" contro le "schiforme": i Comitati nascono lunedì, mentre la Camera vota la Boschi.

EUROPA
"Basta considerare l'Europa una nemica o una maestrina": Matteo Renzi, intervistato dalla Stampa (prima e p.3) annuncia la volontà di intraprendere alcune discussioni in ambito europeo, specialmente con la Germania, dopo le polemiche delle settimane scorse ma il premier precisa: "Troveremo buone soluzioni nell'interesse di tutti. Con Angela Merkel non c'è nessuna polemica". Intanto in Ue si apre il caso delle violazioni delle regole comunitarie: la Germania come l'Italia ma Bruxelles è inflessibile solo con Roma che ha il 23% di sforamenti, contro il 22% di Berlino. Tra i meno rispettosi ci sono Spagna e Portogallo, ma anche Inghilterra e Francia hanno peccato (Messaggero in prima e p.5).
Immigrazione, il 2015 è stato l'anno dei record tragici. Il sottosegretario all'Interno, Manzioni, all'Unità (p.8-9): "L'Italia fa il massimo, ora l'Ue si muove su relocation e rimpatri".
Spagna, la Catalogna rinuncia alla secessione (Messaggero p.11 e tutti): dalla sinistra arriva il no alla nascita del governo separatista, inutili tre mesi di negoziati dopo la vittoria del movimento secessionista a settembre. Intanto prosegue lo stallo politico sulla guida del Paese e si allontana la possibilità di un accordo, nuove elezioni sempre più probabili.

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