Commentario del 20.01.2016

IN PRIMA PAGINA
Roma-Bruxelles, nuove scintille e prove di intesa (Corriere). Renzi nel mirino di Ppe e Bce, ma sui migranti un punto per l'Italia (Stampa): sarà rivisto il Trattato di Dublino. Resta però alta la tensione sul fronte politico – "Renzi mette a rischio la credibilità della Ue"  l'accusa del Ppe – e sui mercati: banche ancora sotto tiro, nuovo crollo Mps (Repubblica). Gli sciacalli non mollano (MF). Il Sole: ma sulla copertura dei crediti deteriorati l'Italia meglio della media europea. E a Bruxelles Renzi invia Calenda, "l'alfiere del made in Italy" (Stampa). Intanto il pil cinese si ferma al 6,9% e l'Fmi taglia le stime di crescita globale (MF). Sul fronte interno continua lo scontro sulle Unioni civili: nel Pd è guerra per bande (Giornale) ma anche la Chiesa sembra divisa sul Family day col Fatto che rivela: papa Francesco zittisce il cardinal Bagnasco. In cronaca il sì della Consulta al referendum sulle trivelle (Repubblica e tutti) – un referendum dannoso per il Messaggero - e la stretta sugli statali a prova di giudice (Messaggero). Sul Sole l'annuncio del ceo di Cisco: "Investiremo 100 milioni in Italia". Su tutti l'addio a Ettore Scola: ti avevamo tanto amato (Repubblica).

ITALIA-ECONOMIA
Borse in rialzo, banche ancora nella tempesta (Sole e MF in apertura e su tutti): nonostante le rassicurazioni di Bce, Tesoro e Abi, Mps perde un altro 14% (ora vale meno di 2 mld), male anche le altre " sorvegliate" (Carige, Banco Popolare e Unicredit). Vegas (Consob): crollo inspiegabile, non ci sono ragioni concrete che giustifichino l'ondata di vendite (Sole p.3). Ma gli ultimi dati dell'Abi certificano sofferenze sopra i 200 miliardi, insieme ad un aumento delle erogazioni (Sole p.2). Per il Sole (p.2) per la copertura dei crediti deteriorati le banche italiane quotate meglio della media europea. Ma l'Italia è ultima sui tempi di recupero del credito. Per MF (p.2) il nuovo attacco contro il settore, stavolta più mirato, dimostra semmai che sulla bad bank non si può perdere altro tempo.Per il Sole (p.4) altro elemento di debolezza è il corto circuito tra crediti deteriorati e bail in. In un'intervista a QN (p.5) Zingales evoca una fuga dagli sportelli ma non crede al complotto contro l'Italia. Ma c'è un altro fronte dell'Italia aperto in Europa ed è quello dei conti pubblici: sulla Stampa (in prima e a p.3) l'irritazione della Bce per le operazioni su disavanzo e fisco previste dalla legge di Stabilità e i timori di Berlino per la situazione delle banche italiane. Buone notizie però dal Fmi, che dà l'Italia in crescita all'1,3% e il lavoro in ripartenza pur in uno scenario globalmente negativo (Stampa p.3). Una tendenza confermata dai dati Inps: nel 2015 510 mila posti fissi in più grazie agli sgravi e al Jobs Act (Corriere p.8). Soddisfatto Renzi: "Assurde le polemiche sul Jobs Act". Cgil e Uil: dati dopati dall'esonero contributivo. Fa discutere il boom dei voucher anti lavoro nero (+67,5%). La Cisl: "E' utile ma va ripensato" (Corriere p.8). E oggi in consiglio dei Ministri arriva la stretta sugli statali (Messaggero in prima e a p.7): il provvedimento per sospendere i "furbetti" da stipendio e funzioni in 48 ore a prova di giudice. Previste anche sanzioni per i dirigenti che non si attivano contro i dipendenti infedeli (Sole p.10). Dell'Aringa all'Unità (p.8): "Giusto modificare le norme, così saranno più efficaci". Barbagallo: "Brunetta non licenziò nessuno, ora riformiamo insieme". Sul Sole (p.11) intervista al ceo di Cisco, Chuck Robbins: "Investiremo 100 milioni in Italia in start up e formazione per nuove professioni digitali". Renzi: "Italia sempre più attrattiva", i big "non fanno più lo shopping mordi e fuggi "ma tornano a scommettere sul nostro Paese" (Sole p.11).

ITALIA-POLITICA
"Renzi mette a repentaglio la credibilità della Ue" (Repubblica in apertura e a p.2 e su tutti): l'attacco del leader del Ppe Weber al premier italiano – "parole certo ispirate da Berlino", scrive la Cerretelli sul Sole (in prima e a p.5) – segnala un'escalation nello scontro tra Italia e Ue. Ora lo scontro è sulla scelta italiana di bloccare la sua quota parte di fondi per i 3 mld promessi dalla Ue alla Turchia per gestire l'emergenza profughi. Juncker: "Alcuni governi sono veloci ad attaccare Bruxelles ma si guardino allo specchio: anche loro sono Bruxelles". "Se ne facciano una ragione: l'Italia è tornata, più solida e ambiziosa" la risposta di Renzi su facebook. E nomina il vice ministro Calenda ad ambasciatore a Bruxelles, una scelta politica che rappresenta uno strappo con le consuetudini diplomatiche e in sintonia con il modello americano. Nello scontro con Bruxelles il 62% degli italiani sta col premier (Stampa p.3). Sul Corriere (p.2) intervista a Gutgeld: "Stiamo andando avanti con la spending, le riforme marciano. Alla Ue l'Italia chiede solo rispetto. Il problema non è di cattiva comunicazione ma politico: ora vogliamo risultati che nel passato non siamo stati in grado di raggiungere per la nostra debolezza".
Sul fronte interno lo scontro è ancora sulle unioni civili. Pd alla stretta finale: in aula il testo con la stepchild adoption scrive l'unità p.6). Zanda all'Unità (p.6): "Le unioni civili sono condivise, è l'ora della responsabilità". Ma la Cirinnà avverte: "Sulla stepchild votata a scrutinio segreto possibile uno sgambetto al governo Renzi" (Corriere p.10).
Il Senato vota la sua eutanasia, poi la parola passa ai gazebo (Stampa p.9): oggi ultimo passaggio della riforma costituzionale in un'aula distratta e rassegnata al proprio dissolvimento. Rebus numeri, scrive il Corriere (p.11) per il quale potrebbero essere decisivi i 17 voti dei verdiniani di Ala.

EUROPA
Sui migranti l'Italia registra una prima vittoria: secondo il FT la Ue sarebbe pronta a cambiare il Trattato di Dublino, trasferendo l'onere dell'asilo ai paesi ricchi del Nord Europa (Repubblica p.3 e tutti) e facendo venir meno il principio della responsabilità per i Paesi del primo ingresso. Regole considerate dalla Commissione "obsolete e ingiuste", in linea con quanto da sempre denunciato dall'Italia. Le nuove norme verranno definite entro marzo anche se non sarà facile decidere come dividere la responsabilità dei rifugiati tra i 28 membri della Ue. Mentre a Calais i francesi sgomberano oltre 4000 migranti, l'Ungheria si prepara ad alzare un nuovo muro al confine con la Romania. E a Berlino 44 parlamentari della Cdu chiedono alla Merkel di fare dietrofront sulla politica di apertura ai migranti: "Alla luce degli sviluppi degli ultimi mesi non si può più parlare di grande sfida. Il nostro paese sta per essere sopraffatto" (Corriere p.5). Tusk: "Abbiamo due mesi di tempo per riprendere il controllo della situazione o pagheremo care conseguenze".

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