Commentario del 15.01.2016

IN PRIMA PAGINA
Fca e Renault, pauroso testacoda (MF). Fca sotto accusa: "Dati di vendita truccati" . Caso Vw alla Renault (Fatto). L'effetto auto scuote le Borse (Corriere). A scuotere la politica sono invece le unioni civili. Rivolta dei cattolici Pd (Messaggero). Renzi: avanti sulle adozioni (Corriere). Bufera su Gay.it, che pubblica la lista dei dem contrari (Corriere, Repubblica). Il Corriere: dannose faziosità. Per il Sole rischio sconfitta per Renzi. Libero rilancia il caso Boschi: un'associazione segreta dietro Banca Etruria. Economia, battuta d'arresto per la produzione. A novembre flessione dello 0,5% su ottobre (Sole). E' legge la riforma degli appalti. Cantone: una sfida per tutti (Sole). Dai sindacati prima mossa sui contratti: salari minimi contrattuali (Sole), deroghe al Jobs Act. No di Squinzi (QN). Sul Giornale il caso Luxottica: il tempo libero è denaro, e l'azienda premia con le ferie. Si riapre anche il fronte del lavoro pubblico. Renzi: via i fannulloni della Pa colti in flagrante (Sole). Statali, sarà più facile il licenziamo di furbi e assenteisti (Messaggero). Dal mondo. Isis all'attacco in Indonesia: a Giacarta bombe "come a Parigi" (Sole). Islam moderato nel mirino (Corriere). Al Qaeda: l'Italia pagherà per la Libia (Messaggero). Dall'Europa. Berlino vuole una mini Schengen (Stampa). Schulz: se rimettiamo i controlli Unione finita. Pittella a Juncker: la nostra pazienza sta finendo (Unità).

ITALIA-ECONOMIA
Giovedì nero per l'auto (Sole in apertura e a p.2 e 3): Renault nella bufera "dieselgate", Fca nel mirino per vendite truccate negli Usa. Crollo in Borsa nonostante le smentite: -20% Renault, -8% Fca e la galassia Agnelli. Vicende che si innestano su un clima di timori dei mercati sul futuro del settore, tra congiuntura e investimenti (Sole p.2). Berta a Repubblica (p.4): "L'industria tradizionale è ormai al suo punto limite. Siamo alla vigilia di una rivoluzione e la parte del leone la faranno non i costruttori tradizionali ma aziende come Google e Apple. La partita si giocherà in America e Asia. L'Europa è indietro, l'Italia ancora di più". Auto che in Italia continua a crescere (+ 70% tra gennaio e novembre) ma non abbastanza da spingere la produzione industriale: a novembre -0,5% su base mensile, + 0,9% su base annua (Sole p.11). Squinzi: "Un dato brutto: rimango ottimista sul 2016 ma ci sono tante incertezze e non possiamo nascondercelo". Per dicembre il CsC stima un guadagno mensile dello 0,1%. Passi avanti, invece, nel settore delle opere pubbliche. Ieri il Senato ha approvato la legge delega per la riforma degli appalti (Sole p.6): stop a deroghe e varianti, gare telematiche, poteri di vigilanza all'Anac, drastica semplificazione delle norme, addio al massimo ribasso, qualificazione delle stazioni appaltanti e rating alle imprese in base all'efficienza, debat public sulle grandi opere. Delrio: "Da oggi l'Italia ha una legge che consente trasparenza, efficacia e legalità nelle opere pubbliche". Cantone al Sole (p.7): "All'Anac ruolo centrale ma serve la collaborazione di tutti e il confronto con le imprese e gli attori del mercato". Entro metà aprile i decreti attuativi. Renzi rilancia il pugno duro per i fannulloni della pubblica amministrazione (Sole p.8): alla Madia il mandato di studiare poche norme ma chiare per la licenziabilità immediata dei "furbetti" della pa. Una manovra che serve forse a sviare l'attenzione dallo scontro in atto tra Ministeri e governo per il controllo delle società pubbliche (Stampa p.23).

ITALIA-POLITICA
Unioni civili, scontro nel Pd ma Renzi va avanti (Sole p.10): "Nessuno stralcio sulla stepchild adoption". "E' una questione di serietà, si va in aula il 28 gennaio" (Corriere p.9), senza aspettare il Family day del 30. Ma l'asse tra cattolici dem e centristi – con l'aiuto del voto segreto – potrebbe innescare un ampio fronte trasversale in grado di far saltare le adozioni. "Sulla famiglia il premier adesso rischia il ribaltone" scrive Franco sul Corriere (p.11). Fontana, in un editoriale sul Corriere (in prima e a p.27) stigmatizza la faziosità della politica applicata ai diritti civili e spinge per una "buona legge che tenga conto dei cambiamenti della società e che sia inattaccabile sotto il profilo dei diritti costituzionali", compreso il capitolo adozioni: "le leggi sui diritti non si scrivono per prendere voti". Intanto il sito Gay.it pubblica nomi e foto dei parlamentari contrari alle adozioni ed è bufera. Su Repubblica (p.10) il pressing di Confalonieri e Letta su Berlusconi: "Forza Italia ai minimi, molla la politica". Con i sondaggi che danno FI al 10% meglio lasciare la politica e pensare alle aziende. Berlusconi però non vuole lasciare campo libero a Salvini. Ma nel partito, dopo voci (smentite) di un incontro segreto Berlusconi-Verdini, è scatta la corsa al si salvi chi può.

EUROPA
Prima mossa dei sindacati sulla riforma dei contratti all'insegna del salario minimo contrattuale (Sole p.8). Ma con Confindustria è subito scontro: Squinzi boccia i sindacati (Messaggero p.4, Stampa p.23). "Idee già vecchie" (QN in prima e a p.28). Sul Messaggero (p.4) l'ultimatum del premier: senza intesa a marzo decido io. "Entro due mesi metteremo nero su bianco una riforma che terrà conto di ciò che di buono hanno proposto gli industriali e i sindacati". La riforma del governo sarà all'insegna del "contare, esigere, decentrare". Dead line a marzo. Tre i pilastri della proposta dei confederali: contrattazione sulla base dell'attuale architettura, partecipazione dei lavoratori alle scelte delle imprese, rappresentanza secondo il Testo unico del 2014 condiviso con Confindustria e altre categorie. In particolare, Cgil, Cisl e Uil propongono l'estensione erga omnes dei minimi salariali come alternativa al salario minimo legale, paventando l'intervento dello Stato ex articolo 39 della Costituzione, e per uscire dalla logica della sola salvaguardia del potere d'acquisto. Chieste deroghe al Jobs Act e aumenti determinati da dinamiche macroeconomiche: "Così il salario può andare oltre l'inflazione", ha spiegato Petteni (Cisl). Ma Squinzi dice no: "La loro proposta è già superata dai contratti di categoria che si sono chiusi in questo periodo e dalle nostre proposte per quelli in fase di rinnovo" (Sole p.8). Per Squinzi "i sindacati si stanno muovendo col passo del gambero. Buttati sei mesi: da loro una foto sbiadita piuttosto che una scelta per innovare il Paese". Duro Barbagallo (Uil): "Testo vecchio? Forse si è guardato allo specchio". Durissima anche la Camusso: "Vecchio è sostenre il primato del dominio dell'impresa" e proporre "la ricetta della competizione al ribasso, con la riduzione dei costi e dei salari rifuggendo per paura dell'innovazione" (Stampa p.23). Sul Corriere (p.45) e la Stampa (p.23) il dissenso di Bentivogli (Fim Cisl): "Non si può fare centralizzazione e decentramento allo stesso tempo. E la produttività va redistribuita dove si crea. Così il sindacato è a rischio di inconcludenza e irrilevanza". Ma poi ha votato la proposta. Critico anche il Foglio (p.4): l'autoriforma unitaria dei contrattuale – più "contro" che progettuale, lontana anni luce dalle proposte degli industriali e senza elementi concreti di modernità – spinge i sindacati verso l'uscita di servizio. Più morbido Taddei (Pd): "Il fatto che Cgil, Cisl e Uil abbiano raggiunto un accordo unitario è positivo ma ora serve un accordo tra le parti che definisca una proposta sera. E il risultato dovrà essere una contrattazione decentrata di secondo livello molto più diffusa e una maggiore partecipazione dei lavoratori alla produzione e ai risultati" (Messaggero p.4). Sul Giornale (p.17) Luxottica che "vede lungo": ai dipendenti nel contratto integrativo regala tempo libero.

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