Commentario del 21.01.2016

IN PRIMA PAGINA
Tempesta sulle Borse, Milano affonda (Corriere), -4,83%. Il contagio è globale (Repubblica, Stampa). Renzi al Sole: "C'è una manovra si alcune banche, ma il sistema è solido". Nouy: la Bce non prevede azioni sulle banche italiane (Sole). Il capo della Deutsche Bank al Corriere: "Con i titoli bancari si vende uno Stato". I mercati aspettano le parole di Draghi (Sole). Intanto Juncker ammorbidisce il tiro: nessun problema con Roma (Sole). Per Libero e Giornale c'è la Merkel dietro l'attacco all'Italia. Sul fronte interno, via libera alle riforme in Senato, ma i verdiniani sono decisivi (Repubblica e tutti). Via libera anche ai primi decreti sulla pubblica amministrazione, con il pugno duro sugli statali (Sole, Messaggero). In alto mare le unioni civili, che dividono politica e Chiesa: il Papa si smarca dal Family Day (Messaggero). Dall'estero: in Libia truppe speciali Usa, francesi e inglesi contro l'Isis (Stampa). Sul Foglio il piano di guerra italiano in Libia. In Pakistan strage Taliban all'università della pace, più di venti morti, ucciso il prof-eroe (Repubblica).

ITALIA-ECONOMIA
Borse nella bufera, per il petrolio ai minimi e i timori sulla crescita globale. Piazza Affari -4,83% trascinata dalle banche (Sole in apertura e a p.5 e su tutti). Renzi al Sole (in prima e a p.2): "C'è una manovra su alcune banche. Il sistema è molto più solido di quello che alcuni investitori temono. Gli eventi di queste ore agevoleranno fusioni, aggregazioni, acquisti. E' il mercato, bellezza". Sulla bad bank "si poteva agire quattro anni fa, ma tra qualche settimana sarà tutto più chiaro". E sul Mps: "Oggi è a prezzi incredibili. La soluzione migliore la deciderà il mercato: mi piacerebbe fosse italiana". Agli analisti che consigliano di evitare l'Italia Renzi ribatte: "Paese stabile, sistema solido, tensioni geopolitiche altrove: investire in Italia oggi è una delle scelte più convenienti". Patuelli (Abi) parla esplicitamente di attacco all'Italia (Corriere p.5 e tutti). Bce in soccorso di Roma. Daniéle Nouy (Vigilanza): "Nessuna azione sulle banche italiane, la richiesta di informazioni agli istituti è un fatto noto" (Sole p.8 e tutti). Dal summit tra Renzi, Padoan e Visco misure per fermare la speculazione in atto (Corriere p.5), bad bank "light" in due tempi e subito le aggregazioni (Repubblica p.4). La commissario Ue Vestager apre: "Sulla bad bank lavoriamo col governo italiano a un veicolo che dia sollievo all'economia del Paese e liberi le banche da crediti inesigibili – dice al Corriere p.3 – Serve un po'di respiro per far ripartire gli investimenti". Lagarde a Davos: "Sull'economia globale più rischi del previsto" (Sole p.11). E oggi i mercati aspettano le parole di Draghi (Sole p.11). Molte le interviste e le analisi. Frattini a QN (p.7): "Torna lo spettro del 2011, Europa violenta con chi si ribella". Siniscalco al Sole (p.8): "Nessun complotto contro l'Italia ma il problema delle sofferenze delle banche italiane va affrontato senza altri ritardi". Cryan (Deutsche Bank) al Corriere (p.5): "Chi vende i titoli delle banche vende un Paese". Bolton (BlackRock) al Giornale (p.6): "Gli investitori chiedono chiarezza sulle sofferenze". Intanto dall'economia reale arrivano segnali positivi: fallimenti delle imprese italiane in calo per la prima volta dal 2009, -7,6% sul 2014, -12,3% per l'industria (Sole p.19). Preti (Cribis D&B): "Finalmente alcuni segnali di ripresa".

ITALIA-POLITICA
Senato, la riforma passa grazie a Verdini e Tosi (Repubblica p.10 e tutti). Renzi: "E adesso andiamo a vedere da che parte sta il popolo" (Corriere p.8). Gotor: "Questi risultati aprono la strada al trasformismo e annunciano una lunga palude". Ma a Renzi va bene così, scrive Repubblica (p.11): il messaggio che deve passare è la vittoria, non quello del Partito della Nazione. Brunetta a Repubblica (p.11): "Il 70% è per il no, a ottobre il governo cadrà".
Apertissima la partita sulle unioni civili. Un emendamento dei cattolici pd rafforza le sanzioni contro l'utero in affitto. Speranza a Repubblica (p.13): "La legge è moderata, io direi sì anche al matrimonio gay. Sulla stepchild serve un compromesso". Martina al Corriere (p.11): "Legge necessaria, io in piazza ma per i diritti gay". Family day spostato al Circo Massimo: obiettivo, un milioni di persone (Corriere p.10). Intanto Berlusconi cambia di nuovo idea: "I gay hanno diritto a seguire la propria strada. Libertà di coscienza per il voto" (QN p.11). Ma anche la Chiesa è divisa. Il Papa si smarca dal Family day, scrive il Messaggero (in prima e a p.14) riprendendo la notizia ieri sul Fatto della cancellazione dell'incontro col cardinal Bagnasco. Una scelta in realtà dettata dalla volontà del Papa che sul tema ci sia massima libertà di confronto dentro la Cei e tra i laici. "Chi vuole andare in piazza vada ma senza direttive dall'alto".

EUROPA
"Nessun collegamento tra tensione bancaria e i rapporti con l'Europa. Io non alzo la voce. Alzo la mano e faccio domande: su austerity, energia, immigrazione chiediamo all'Europa di cambiare. E gli alleati non mancano". Così Renzi al Sole (in prima e a p.2), nel giorno in cui  Juncker prova ad abbassare i toni: "Nessun problema con l'Italia, scambi vivaci ma senza conseguenze" (Sole p.13 e su tutti). Ma il clima resta teso e a Bruxelles, dove ci si interroga sui reali obiettivi del governo italiano: l'ipotesi è che Renzi estremizzi lo scontro per contrastare i partiti più radicali sulla scena politica italiana ma ci sono dubbi sulla reale volontà dell'Italia di rilanciare l'integrazione europea. Weber (Ppe) a Repubblica (p.7): "Renzi critica tutto e fa il gioco dei populisti ma avete beneficiato del massimo della flessibilità: ora tenete fede agli impegni. Criticare l'Europa per farsi ascoltare non è necessario: è più efficace essere costruttivi e credibili". Fitoussi alla Stampa (p.6): "Renzi fa bene ad alzare la voce, senza flessibilità non si governa". Gli occhi di tutti sono puntanti su Calenda: per lui subito i test Ttip e Ilva ma affiancherà i ministri anche nei negoziati più delicati, dalle banche ai migranti (Sole p.13). Ma alla Farnesina non hanno gradito la sua nomina, "una rivoluzione copernicana nei rapporti fra governo e burocrazia statale", scrive Giugliano su Repubblica (p.35). E per la Stampa ora anche Gozi potrebbe saltare, visto che la nomina di Calenda svuota le sue competenze. Roma mette invece nel mirino Martin Selmayr, braccio destro di Juncker, "l'uomo di Berlino in Europa" (Corriere p.6): l'accusa è di passare informazioni istituzionali e riservate ad alcuni governi piuttosto che ad altri, ed è stata messa nero su bianco in un'interrogazione dell'europarlamentare dem Nicola Danti.

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