Commentario del 10.01.2016

IN PRIMA PAGINA
Riforma costituzionale domani al voto. Renzi: a ottobre decidono gli italiani (Sole e tutti). Grasso alla Stampa: il referendum non delegittimi le istituzioni. Il 19 la mozione di sfiducia al governo.  Renzi attacca: sulle banche parlerò in aula (QN). Ma gli affari di papà Renzi e papà Boschi fanno tremare il governo (Giornale, Libero). Altro fronte caldo, le unioni civili. La Boschi al Corriere: "Io dico sì alla norma sulle adozioni". Berlusconi al Messaggero: "Lascio libertà". La Cei: "Giusti diritti, no alla famiglia oscurata" (Avvenire). Nel Pd spunta la pre-adozione per cercare di unire i dem (Repubblica). Ma sulle adozioni gay gli italiani dicono no. Favorevoli solo alle unioni civili (QN). Anche il M5S nel caos (Repubblica). Saviano:il sindaco grillino si dimetta (QN). Orfini: "Hanno la camorra in casa" (Unità). E Alfano conferma il dietrofront sulla clandestinità: norma sbagliata ma deve restare (Repubblica). A Colonia battaglia al corteo antimigranti. Merkel: via chi ha aggredito le donne (Repubblica e tutti). Quasi 400 molestate. E' il nuovo terrorismo (Giornale). Tra Roma e Bruxelles di nuovo tensione sui conti. Dombrivskis al Corriere: "La flessibilità è a tempo". Intanto arrivano nuove regole su opere pubbliche e nuove aziende: obiettivo, tagliare il 60% di tempi morti (Sole). Per la Cgia ci costa più la burocrazia degli evasori (Giornale). E le multinazionali fuggono da Renzi (Libero). Sul gas, Putin apre all'Italia su Nord Stream Due (Sole). Prove d'intesa sul gas che arriva dalla Russia (Corriere). Sul Messaggero la nuova produzione e la vendita dell'Ilva.

ITALIA-ECONOMIA
Da Bruxelles nuovo richiamo all'Italia su riforme e conti pubblici. "La ripresa c'è ma va consolidata – dice al Corriere il vice presidente della Commissione Ue Dombrovskis – La flessibilità è a tempo. L'Italia faccia presto con le riforme. Apprezziamo i progressi fatti e incoraggiamo un'ulteriore azione decisiva, modernizzando la pubblica amministrazione, riducendo il peso della burocrazia sulle imprese, liberalizzando i servizi, riformando l'istruzione". Venerdì in consiglio dei Ministri prima tranche di decreti attuativi della riforma della Pa: a Palazzo Chigi poteri sostitutivi per accelerare le autorizzazioni di insediamenti produttivi rilevanti, opere di interesse generale e avvio di nuove attività di impresa (Sole in apertura e a p.3). Obiettivo, dimezzare i tempi di rilascio di autorizzazioni, concessioni e nulla osta, compresi quelli in materia ambientale e di salute pubblica. Fin qui per completare un'opera pubblica servivano in media 14 anni e mezzo: dalla burocrazia il 42% dei ritardi (Sole p.3). Santilli sul Sole (p.3): magari non basta un decreto per abbattere quel 60% di tempi morti, dopo il fallimento della Legge Obiettivo e dello Sblocca Italia, ma provarci è necessario. Sul punto insistono anche Giornale e Libero. "La burocrazia ci costa più degli evasori" scrive il Giornale (in prima e a p.5) riprendendo uno studio della Cgia, in contrapposizione ai dati Confindustria ripresi da Mattarella nel discorso di fine anno. Libero apre sulle multinazionali in fuga dall'Italia, citando una serie di grandi aziende che hanno tavoli aperti al Mise: "mancano riforme di giustizia e burocrazia, altro che Jobs Act". Ma nella sua Enews di ieri Renzi annuncia due progetti in arrivo di player economici globali (Corriere p.8 e altri): "La rinnovata solidità del Paese sta richiamando molti investitori". Sul Messaggero (p.19) la frenata dei fallimenti: per Unioncamere –4,8% rispetto al 2014. "E' il risultato migliore dall'inizio dalla crisi". Ma crolla il numero dei lavoratori autonomi: mezzo milione in meno dal 2007.

ITALIA-POLITICA
Riforme alla prova del voto in aula, e a ottobre "la parola agli italiani con il referendum" (Sole p.8 e su tutti): dalla E news di Renzi la road map del premier per il 2016. Domani il sì della Camera al ddl costituzionale, che passerà il 19 al Senato per la doppia conforme. Entro aprile l'approvazione definitiva per poi andare a ottobre al voto referendario. Grasso alla Stampa (p.5): "Spero che non si trasformi in un plebiscito pro o contro qualcuno". Grasso dice la sua anche sulle unioni civili: "E' il momento di prendere atto della realtà sociale e riconoscere piena cittadinanza ai diritti delle coppie omosessuali". Sul Corriere (p.9) il ritorno della Boschi: "In realtà sono sempre stata qui a lavorare". Ottimista sull'esito della riforma in Parlamento, del referendum dice: "Più che un plebiscito è un atto di serietà. Renzi ha dimostrato che da parte nostra non c'è un attaccamento alle poltrone". Su Banca Etruria "surreale che si parli solo di Banca Etruria. I grillini mi attaccano perché sono in imbarazzo su Quarto ma non gli servirà". E sulle unioni civili: "Italia in ritardo inaccettabile, una legge sulle unioni va fatta. Favorevole alla stepchild adoption, ma il Pd lascerà libertà di coscienza". Idem Berlusconi, che al Messaggero (p.12) dice: "Per FI  libertà di coscienza. Sui diritti siamo un partito liberale e al passo con i tempi". Repubblica (p.6) parla di una nuova ipotesi in campo per superare le resistenze dei cattolici, la pre-adozione, soluzione intermedia tra stepchild adoption e affido rafforzato. Su QN (p.10) il sondaggio Ipr: gli italiani accettano le unioni civili. Sì del 74% a quelle etero, che scendono a 46% per quelle omosessuali; 55% di no ai matrimoni gay, l'85% di no alle adozioni gay. Su Avvenire (p.9) la posizione della Chiesa. Bagnasco: oscurare la famiglia con altri istituti significa compromettere il futuro dell'umano. Galantino: lo Stato garantisca ai singoli i loro diritti ma senza ledere padre, madre e figli. Su Repubblica (p.9) Alfano torna sul reato di clandestinità: "Non ha funzionato ma abolirlo adesso spaventerebbe la gente". Ma l'Anm insiste: "Reato di clandestinità inutile e dannoso" (Sole p.8 e tutti).

EUROPA
Gas, Putin apre all'Italia su Nord Stream Due (Sole e Corriere in prima e su tutti): nel colloquio telefonico con Renzi, il leader russo si sarebbe impegnato a studiare l'ingresso dell'Italia attraverso l'Eni nel nuovo progetto per trasportare il gas russo in Europa attraverso la Germania, un'operazione da circa 10 mld di euro con una capacità totale di oltre 110 mld di metri cubi annui di gas. L'Italia sarebbe così "ricompensata" per la perdita di influenza nel mercato europeo dopo il fallimento di South Stream. Per il Sole non è però chiaro se ciò potrà concretizzarsi attraverso una maggiore partecipazione di aziende italiane alle a gare di appalto per la costruzione delle due nuove pipeline che affiancheranno quelle già esistenti oppure con una diretta partecipazione al consorzio (di cui fanno parte, oltre a Gazprom, Eon, Shell, Engie, Omv e Basf). Del tema potrebbero discutere Renzi e Merkel nel bilaterale di Berlino previsto entro gennaio. La Germania, di fatto, si conferma come l'unica vera destinazione per la distribuzione europea del gas russo a danno dell'Ucraina, che infatti protesta. Per il Sole (p.5) tra le aziende italiane potenzialmente interessate sicuramente Saipem, che ha già costruito il tubo originario e Snam che ha già lavorato alla progettazione ingegneristica del gasdotto. Quanto all'Eni, ora guarda più all'Africa che non alla Russia. Il Corriere (p.2) inserisce nella partita anche l'Ilva, che fornisce anche tubi per gasdotti. Ma la partita è non solo economica ma anche geopolitica e si gioca tra Roma, Mosca e Berlino.

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