Commentario del 27.04.2023

PRIME PAGINE
Ucraina, Xi chiama Zelensky: "Dalla parte della pace". E manda un delegato a Kiev. Usa e Russia cauti (Corriere della Sera e tutti). La goccia cinese di XI: sente Zelensky e spiazza Usa e Ue (Fatto Quotidiano). Colloquio di pace, ma il tempismo cinese è sospetto (Giornale). Ferito giornalista italiano (Stampa). Fuoco sui giornalisti (Repubblica).
Debito, le nuove regole Ue (Corriere della Sera). Per l'Italia correzione da 8-15 mld (Sole 24 Ore). Nuovo Patto Ue, conto da 60 mld (Stampa). Patto di stabilità, stretta Ue (Messaggero). Dombrovskis al Foglio: "Questo Patto accoglie le richieste italiane. E ora avanti col Mes". L'Europa batte cassa (Giornale). La sinistra (europea) frena il taglio delle tasse (Libero). Ultimatum dell'Eurogruppo: "Roma ratifichi subito il Mes" (Repubblica).
Italia-Economia. Pnrr, Fitto: "Terza rata dei fondi Ue sbloccata, dialogo sugli obiettivi" (Giornale). Sul Pnrr Fitto pretende garanzie da tutti i soggetti realizzatori (Sole 24 Ore). In ritardo il piano per gli asili: rischiano di saltare 2 mila strutture (Messaggero).
Migranti, il muro di Macron (Stampa). Macron fa blindare i confini dell'Italia (Libero).Migranti dall'Italia in tutta Europa: presi i trafficanti (Messaggero).

ECONOMIA
L'Europa cambia il patto di stabilità per "ridurre gradualmente il debito" dei Paesi e favorire "gli investimenti" (Corriere della Sera p.2 e su tutti i quotidiani). L'Italia rischia una correzione alla manovra. Ed è scontro sul Mes; siamo l'unico Paese a non averla ancora approvata e un funzionario europeo ieri ha spiegato che «la mancata ratifica" da parte dell'Italia "sta sostanzialmente facendo attendere ogni tipo di discussione in parallelo". Ma per Palazzo Chigi il Mes va "aggiornato" e trasformato in un "veicolo per la crescita". Nel caso in cui la proposta della Commissione Europea dovesse passare, con le nuove regole, l'Italia sarebbe costretta a una correzione dello 0,85% del Pil già il prossimo anno; significa che la prossima manovra dovrebbe trovare tra i 7 e i 15 miliardi prima di scrivere anche soltanto una delle misure alle quali il governo sta lavorando.  Ma la questione Pnrr tiene ancora banco, e per Massimo Franco, su Corriere della Sera (p.11), "non utilizzare tutte le risorse del Piano mentre cambiano le regole del Patto di stabilità, significherebbe non capire la nuova fase che si sta aprendo". L'obiettivo del governo è la "spesa dell'intero programma" (Messaggero p.4). A ribadirlo ieri è stato il ministro Fitto, ma si scoprono crepe nella maggioranza; per Giorgetti occorre privilegiare solo la spesa che produce un impatto positivo sul Pil, ponendo diversi dubbi sulla proposta della Commissione europea di un nuovo patto di Stabilità che non esclude le spese del Piano da quelle che concorrono al rispetto dei parametri. Il ministro leghista, in privato, si è chiesto chi abbia fatto uscire da Bruxelles questi numeri, che non sono nei documenti, mentre non è escluso che si vada verso il 2024, in piena campagna per le europee, senza accordo (affaritaliani.it). Ma per salvare il piano Palazzo Chigi mette la quarta, "passi avanti per la terza rata, ma ora le opere vanno riviste"; intanto, gli stadi di Firenze e Venezia sono stati definitivamente esclusi. E sempre secondo Fitto, i soggetti attuatori del Pnrr "dovranno assumersi la responsabilità dei progetti che potranno essere realizzati in tempo, entro giugno 2026". Una "garanzia pubblica e ufficiale", perché nessuna responsabilità possa essere "scaricata" a posteriori sui Governo (Sole 24 Ore p.8). Ma la la quarta rata da 16 miliardi balla; e tra gli obiettivi a c'è infatti l'aggiudicazione dei lavori per costruire nuovi asili nido (Messaggero p.5).

POLITICA
Tengono banco le tensioni interne al Pd: dopo l'addio di Enrico Borghi per approdare in Italia viva, lascia i dem anche Caterina Chinnici, che oggi aderirà a Forza Italia (Corriere della Sera p.10 e tutti). "Con Schlein troppo a sinistra": questa la motivazione che ha spinto i due centristi alla fuga dal Pd (QN p.8).  "Schlein ambigua, fa scappare i riformisti" dice a Libero (p.11) l'europarlamentare Nicola Danti. Ma il senatore dem Marco Meloni a Repubblica (p.13) ribatte: "Le prime scelte di questa segreteria sono in linea con quella precedente guidata da Letta. Non c'è il rischio di una mutazione genetica". Anche Marianna Madia alla Stampa (p.14) dice: "Io sono riformista, ma resto: la sfida va fatta da dentro". I dem vedono nelle uscite un attacco cinico a Elly Schlein (Stampa p.14). Con l'uscita di Borghi, il Pd rimane senza un posto al Copasir. "Ora dimettiti" chiedono i dem, ma lui risponde "no" (Repubblica p.12). Nel frattempo, sul Corriere della Sera (p.10) lo scrittore Maurizio de Giovanni, il sociologo Domenico De Masi e lo storico Aldo Schiavone firmano una lettera-appello rivolta a Schlein e Conte chiedendo un passo condiviso per aprire una nuova pagina nella storia della Sinistra italiana.
Non si spengono intanto le polemiche sul 25 aprile. Bufera per le frasi dello storico Cardini: "I ragazzi di Salò seri e onesti" (Repubblica p.10). Il medievalista tesse l'elogio dei giovani della Repubblica sociale, suscitando lo sdegno dell'Anpi per parole che dal Pd definiscono "fuori luogo". Sul 25 aprile torna anche il deputato di FdI Donzelli: "Ero in piazza perchè tifo per la libertà" (Corriere della Sera p.11). Resta aperto il dibattito sull'anti-fascismo di Fratelli d'Italia e della Meloni. Giovanni De Luca sulla Stampa (p.13) si rivolge alla premier e alle sue parole nella lettera del 25 aprile: il passato non si cancella e il Msi non fu un traghetto per la democrazia.

ESTERI
In primo piano su tutti i giornali la guerra in Ucraina, la cui narrazione viene affrontata su tre fronti: quello della trattativa, con la svolta della telefonata di Xi a Zelensky; quello della ricostruzione, col Summit Roma-Kiev; e quello della cronaca, col ferimento dell'inviato di Repubblica a Kherson. La telefonata di Xi, riferisce il Corriere della Sera (in prima e p. 8 e 9) è stata annunciata da Pechino: "La Cina invierà un rappresentante a Kiev, colloqui per uscire dalla crisi". Perché proprio ora?, si chiede l'inviato del Corriere da Pechino Guido Santevecchi. "Perché - scrive - fra un mese Kiev è pronta alla controffensiva che potrebbe scatenare la dura reazione della Russia senza poter escludere neanche l'uso della bomba atomica". Ma per Stefanini (Stampa in prima e p.9) la pace resta ancora lontana: "Ci vorrà ben altro per il cambio di stagione, dalla guerra alla pace". Di "goccia cinese di Xi" parla il Fatto Quotidiano (in prima e pp.2-3), che sottolinea come la mossa del Dragone abbia spiazzato Usa e Ue: non siamo stati informati preventivamente, precisano da Washington. Mentre il Giornale (in prima e p.8 e 9) parla di "tempismo cinese sospetto". Perché è facile – scrive Roberto Fabbri – "prevedere che la Cina, tutt'altro che equidistante tra le due parti, insisterà per una tregua che, ovviamente, avvantaggerebbe soltanto Mosca". Repubblica dà, ovviamente, ampio spazio al racconto del suo inviato Corrado Zunino, colpito dai cecchini a Kherson in un agguato in cui ha perso la vita il suo collaboratore Bogdan. "Ho sentito i colpi, un bruciore alla spalla e ho visto Bogdan cadere a terra a un metro da me - racconta Zunino -. È morto davanti ai miei occhi, era un grande amico e un giornalista di valore.". A Roma, intanto, si è svolto il Summit sulla ricostruzione dell'Ucraina, con Meloni che schiera il nostro Paese in prima fila spronando le imprese italiane ad investire in Ucraina con la convinzione che Kiev vincerà contro Mosca ed entrerà nella Ue (su tutti i giornali). E se per il Fatto Quotidiano (p.2) la ricostruzione italiana è già un flop con tanti assenti e rinvio al 2025, per Giornale e Tempo alla Conferenza di Roma sono state gettate le basi per la rinascita del Paese e traghettarlo verso un futuro "sempre più europeo", ha detto Meloni. Su Repubblica (p.7) intervista a Gelsomina Vigliotti, vicepresidente Bei, che dice: "La ricostruzione inizi subito o l'economia crollerà".
Spazio anche al malore di Erdogan in diretta tv: "Brivido nella Turchia verso il voto" (Repubblica, p.14). Tiene banco anche la polemica con la Francia sui migranti: Macron che blinda i confini per "fronteggiare l'accresciuta pressione migratoria" proveniente dall'Italia (Stampa, p.7). "Scaricabarile su di noi" scrive Libero (p.13), mentre  Meloni vola da Sunak per frenare l'asse franco-tedesco al fianco di Londra, anch'essa irritata per il fronte della Manica (Giornale, p.6).

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