Commentario del 17 giugno 2021

PRIME PAGINE
Biden-Putin, la sfida del dialogo (Corriere, Repubblica). Tra Biden e Putin prove di dialogo, ma su diritti e cyber resta il disaccordo (Stampa). Asse Biden-Putin, carissimi nemici alleati anti-Pechino (Giornale).
Strappo delle Regioni sul coctail di vaccini (Stampa). Caos sulla seconda dose, tutti contro Speranza (Giornale). Il sondaggio sulla Stampa: AstraZeneca, si salvano solo Draghi e Figliuolo. "Basta virologi" scrive Libero. Intanto, rispetto al virus, è scontro sullo stato di emergenza (Repubblica, Messaggero e altri). Lo stato di emergenza divide Draghi e Salvini (Avvenire). Green pass, via libera al decreto per spostarsi in Italia e all'estero (Sole).
Italia-Economia. Le stime 2021: pil Italia +5% (MF). Ma pesa l'effetto Covid: mai così tanti nuovi poveri (Repubblica e altri). Miracolo grillino – attacca il Giornale -: povero anche il Nord. Al Messaggero parla Mara Carfagna: "Basta divario con il Nord su asili e assistenza".
Italia-Politica. Giorgia Meloni al Corriere: "Partito unico? Omologare crea più rischi che benefici".

ECONOMIA
In primo piano su tutti i dati Istat che fotografano una situazione di povertà per oltre 2 milioni di famiglie e 5,6 milioni di individui. Nell'anno nero della pandemia cresce dunque la povertà assoluta e miete vittime soprattutto al Nord (Corriere p.31, Messaggero p.7, Repubblica prima e p.8). Nel 2020, cresce chi non può sostenere le spese essenziali: su 333mila nuovi nuclei in più rispetto all'anno prima, ben due terzi vivono al Nord. Secondo l'Istat infatti, il 47% dei poveri risiede al Nord contro il 38,6% del Mezzogiorno. Il reddito di cittadinanza avrebbe dovuto «abolire» la miseria e, invece, ha fatto flop – attacca il Giornale (in prima e p.6) -. Il "miracolo" dei grillini: la povertà non è sparita e affonda anche il Nord. La crisi piega soprattutto commercianti e artigiani (Stampa p.12). La Ministra per il Sud Carfagna parla al Messaggero (p.7) e si concentra sulle disuguaglianze Nord-Sud: "Vanno colmate inaccettabili e storiche diseguaglianze del Paese, approfittando degli ingenti fondi del Recovery per l'edilizia scolastica, la scuola, la sanità, i trasporti. Il modo migliore per creare lavoro non è con il reddito, ma è quello di consentire alle aziende di operare in un habitat favorevole. Grazie alle semplificazioni, alla riforma della giustizia, alla concorrenza".
Previsioni rosee secondo il Ministro Franco per l'economia dell'Italia (Messaggero p.14 e MF). "L'economia si sta riprendendo a tassi superiori di quelli previsti dal governo – dice il Ministro - e ora il governo guarda ad un obiettivo per quest'anno vicino al 5%".  Per il Ministro Franco il rimbalzo potrebbe superare le previsioni iniziali "ma -aggiunge - il Paese deve sfruttare il Recovery per una crescita duratura".
"Cartelle, due mesi in più: si riparte a settembre. Tempi lunghi per le rate" (Messaggero p.6). Stop all'invio di cartelle e accertamenti per altri due mesi, con ripresa quindi dell'attività di riscossione a settembre,  tempi più scadenzati per la ripresa dei pagamenti rateali, per evitare l'ingorgo che si potrebbe creare da agosto. Su Corriere (p.31) la richiesta dei Consulenti del lavoro per ottenere un calendario fiscale. "Da tempo abbiamo richiesto di concordare la razionalizzazione del calendario fiscale, rendendolo fisso ma gestibile" commenta Marina Calderone, presidente del Consiglio Nazionale dell'Ordine, che chiede di evitare l'affollamento degli adempimenti fiscali di giugno.

POLITICA
Stato d'emergenza, è scontro. Salvini boccia la proroga (Repubblica p.7 e tutti). Il leader leghista contro la linea di Palazzo Chigi. Ma anche FdI è contrario, mentre c'è l'ok di M5S, Pd e Iv. Il governo tira dritto – scrive il Messaggero (p.2) – ma prepara un segnale di "normalità". Il deputato leghista Borghi alla Stampa (p.7): "Nessun motivo per prolungare lo stato d'emergenza, la democrazia impone anche la fatica di andare in Parlamento". Nel frattempo, il governo pensa allo stop alle mascherine dal 15 luglio (Corriere p.6 e altri).
Resta il caos sui vaccini. Dubbi di tre Regioni sul cocktail di sieri: il governo tira dritto (Stampa p.6 e altri). Lazio, Lombardia e Puglia chiedono spiegazioni. Sul mix di farmaci, il Lazio chiede di dare libertà di scelta ai cittadini (Repubblica p.6). L'assessore alla Sanità laziale, Alessio D'Amato, al Corriere (p.8): "Molti ci chiedono di non fare il cambio di vaccino. Dobbiamo obbligarli? Per me è un errore". Intanto l'effetto AstraZeneca pesa sulla campagna vaccinale: abbandoni fino al 30% (Fatto p.3). Sulla gestione del caso AstraZeneca, bocciate Regioni e Cts. Gli italiani – segnala il sondaggio di Alessandra Ghisleri sulla Stampa (p.9) – salvano solo Draghi e Figliuolo. Le rilevazioni di Euromedia Research riportano anche le intenzioni di voto: Lega (21,2%) primo partito, tallonato da FdI (20,3%), con il Pd terzo partito al 19%.
Nel centrodestra resta il tema del partito unico. Alleati spaccati: Salvini, contrario alla proposta di Berlusconi, rilancia il Mattarellum come sistema elettorale (Repubblica p.10). Al centro della disputa nel centrodestra c'è la gara tra Salvini e Meloni per la premiership e le mire di Berlusconi sul Colle. Giorgia Meloni al Corriere (in prima e p.13) ribadisce: "La leadership della coalizione? Un tema che non mi interessa". Poi prosegue: "Partito unico? Ho sempre pensato che le specificità di ogni partito siano la forza del centrodestra. Rappresentiamo più del 50% degli elettori: omologare tutto ci farebbe perdere più di quanto potremmo guadagnare". Per il centrodestra restano i problemi nella scelta dei candidati alle Amministrative: a Milano scoppia il problema Albertini (Stampa p.10). Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia continuano a parlare di federazione, di partito unico, di unità - commenta Franco sul Corriere (p.15) -. Lo fanno per superare le tensioni interne, eppure, ogni volta che si siedono intorno a un tavolo, debbono rassegnarsi a una «fumata nera».
Tensioni anche nell'alleanza Pd-M5S. Alleati ma anche competitor, la doppia linea dei 5S preoccupa il Pd (Corriere p.15). Nei rapporti tra gli alleati, irrompe il "fattore Cina" - scrive il Giornale (p.4) -: un'altra crepa tra i giallorossi. Letta in imbarazzo per le posizioni di Grillo e dei suoi. Manlio di Stefano, sottosegretario agli Esteri dal 2018, al Corriere (p.15): "Si può cambiare idea sulla Cina, anche se rivendico quanto fatto con la via della Seta". Mentre il presidente grillino della Commissione Esteri del Senato Petrocelli a Repubblica dice: "All'interno del campo occidentale, l'Italia deve essere miglior riferimento per Russia, Cina e Iran. Draghi ha detto che con la Cina il governo si muoverà lungo tre linee, ma aggiungerei anche relazioni commerciali e culturali".

ESTERI
Incontro Biden-Putin, prove di dialogo (Stampa p.2 e tutti). A Ginevra vertice tra i due leader, che aprono ai colloqui sulle armi strategiche, ma è gelo su diritti e cybersicurezza. "Non è la guerra fredda" dicono i due presidenti, che al termine parlano di incontro positivo. "C'è una lingua comune, lui è diverso da Trump - ha affermato Putin -: summit costruttivo, tra noi zero ostilità". Il presidente americano però non fa sconti: "Più che alla fiducia, penso agli interessi" (Repubblica p.3). "La mia agenda non è contro la Russia, ma per il popolo americano – prosegue Biden -: i diritti umani saranno sempre sul tavolo, sono parte del nostro Dna". Restano le tensioni su Navalny e sull'Ucraina (su tutti). Biden avverte: "Se muore in carcere sarà una tragedia, sarà devastante prima di tutto per voi, per la Russia". Ma Putin replica: "Navalnyi sapeva che stava violando la legge e che sarebbe stato arrestato, ma ha deciso di tornare in Russia lo stesso. Nulla da discutere sull'ingresso di Kiev nella Nato". Poco ottimista sul dialogo Biden-Putin il politologo Ian Bremmer, che a Repubblica e Corriere commenta: "Non c'è fiducia. I cyberattacchi saranno l'indice di nuove crisi". "La Casa Bianca esita perché teme l'escalation".
Londra cambia strategia: "Convivere con il Covid, altra ondata in autunno" (Messaggero p.5). Ipotesi di mantenere alcune misure anche dopo le riaperture fissate il 21 luglio. Gli esperti: prolungare lo smart working, sì all'isolamento in casa con febbre o tosse.
Svolta europea, basta restrizioni agli Usa. In Italia anche i turisti non vaccinati (Messaggero p.5). L'Europa riapre al turismo Usa. La lista degli Stati non più soggetti a restrizioni viene aggiornata basandosi sulla situazione epidemiologica e sull'andamento della campagna di vaccinazione nei singoli Paesi e tra quelli che sono stati promossi ci sono pure gli Stati Uniti.

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