Commentario del 13.02.2021

PRIME PAGINE
Un governo per la ripartenza (Messaggero). "Task force Draghi" titola Repubblica. "Crepi il lupo" scrive la Stampa, citando il premier. Draghi, un governo tecnico-politico. Franco all'Economia, Giorgetti al Mise (Sole). "Governo dei presidenti" scrive Avvenire, mentre il QN parla di "governo di responsabilità nazionale". Nuovo governo – scrive il Giornale -: fine dei dilettanti. Gli oviettivi: rifome e coesione sociale. Tra i ministri, primato al Nord (Repubblica).
La squadra. Ecco la squadra di Draghi: Franco, Colaro e Cingolani. I tecnici nei posti chiave (Corriere). La gestione del Recovery va ai tecnici (Giornale). Mario tiene stretti i posti economici (Libero). Cingolani e Colao super ministri alla transizione green e digitale (Sole). "Tutto qui?" si chiede il Fatto. E anche Libero è polemico: "E sarebbero questi i migliori?". Per la Verità "il Draghi uno sembra il Conte ter".
Italia-Politica. La vittoria del M5S filo-governista. I "contiani" delusi (Messaggero). M5S spaccato e messo all'angolo – evidenzia Libero -: ora smetta di spaccare le scatole. Frattura anche a destra: le critiche della meloni e FdI ora prepara il "no" alle Camere (Messaggero). Salvini al Corriere: "Giusto esserci". Zingaretti: "Noi premiati, vinta la sfida" (Corriere).
Covid, allarme per le varianti: stop spostamenti fino al 25 febbraio (Sole e tutti). Un contagiato su cinque oggi ha la variante: "Scuola a rischio" (Messaggero e altri).

ECONOMIA
In primo piano il cambio della guardia al Mef. Il Tesoro va a Franco, il guardiano dei conti alla sfida della ripresa (Messaggero p.6). La lunga carriera in Bankitalia, i sei anni da Ragioniere generale e la Commissione Ue. Priorità al Recovery: tra i dossier anche lo stop ai sussidi per investire sullo sviluppo. Secondo Repubblica (p.6) Franco è l'uomo dei conti pubblici tra Bankitalia e Tesoro. Ha stretto un forte rapporto con Draghi in via Nazionale, dove esaminava le Finanziarie. Poi sette anni dall'altra parte, alla Ragioneria dello Stato. Per il Corriere (p.8) Franco è l'uomo di fiducia per i conti pubblici. Recovery plan, fuori i politici: solo tecnici nei settori chiave, sottolinea invece il Giornale (p.7). Tesoro, Transizione, Innovazione: i dicasteri cruciali nelle mani dei ministri scelti direttamente dal premier. Il Sole (p.4) parla di transizione ecologica e digitale per governare il Recovery. I due nuovi ministeri sono fra le principali novità del nuovo governo di Mario Draghi: i dicasteri guidati da Roberto Cingolani e Vittorio Colao traghetteranno l'Italia verso le nuove sfide del futuro.
E sempre il Sole (p.5) parla di lavoro e licenziamenti, questa la partita sul tavolo di Orlando. Al numero due del PD uno dei dossier più spinosi: la riforma per le politiche attive del lavoro. Il reddito di cittadinanza dovrà essere migliorato e rivisto così come l'eredità del Decreto dignità.
Il Messaggero (p.18) propone un focus sullo spreco infinito delle auto blu: scomparso anche il censimento. Le amministrazioni non hanno fornito i dati come prescritto dalla legge e rischiano sanzioni. La rivelazione 2016 stima oltre 36mila vetture, ma nell'ultimo anno sarebbero cresciute

POLITICA
E' nato il governo Draghi: più politico che tecnico (Messaggero p.2 e tutti). Il premier scioglie la riserva, oggi il giuramento. 15 gli esponenti di partito, 8 della società civile. La continuità con il precedente esecutivo: i big confermati, da Di Maio a Franceschini e Speranza. Secondo la Stampa (p.2) i tecnici sono nei posti-chiave per gestire i fondi Ue. Il premier presenta la sua squadra: 23 ministri in totale. La fiducia in Parlamento mercoledì e giovedì. Il Corriere (p.2) elenca tutti i ministri, tracciandone un breve profilo. Alla giustizia c'è la Cartabia, Guerini confermato alla Difesa, cosi come Di Maio agli Esteri e Franceschini alla Cultura. Orlando al Lavoro. Tra le novità Mara Carfagna a Sud e coesione territoriale e Giorgetti allo Sviluppo Economico. Patuanelli va all'Agricoltura e alla Pubblica Amministrazione c'è Brunetta. Conferme, super tecnici e ritorni eccellenti. Un terzo donne, il Nord di nuovo al comando. Questa l'analisi del Qn (p.4). Pochi debuttanti: ben 17 su 23 avevano già ricoperto in passato ruoli di governo. Mario in 9 giorni riprende l'Italia: si chiude l'era Conte-Bonafede, titola invece il Giornale (p.2). Secondo Verità (p.3) l'alto profilo resta una promessa e il Draghi uno pare un Conte-ter. I nomi dei ministri dell'ex banchiere danno l'idea di una squadra fatta per accontentare le segreterie dei partiti. Rivedere le stesse facce che hanno appena fallito non è rassicurante, nonostante l'autorevolezza del presidente.
Per il Messaggero (p.3) SuperMario si tiene l'Europa e i fili per gestire il Recovery. Nessun ministro per le politiche comunitarie, ai tecnici tutti i dicasteri-chiave per i fondi Ue. Mattarella detta la conferma di Lamorgese e Guerini. E finiscono fuori i nomi più divisivi.
E questi sarebbero i ministri "migliori"?  Titola invece Libero (p.3). Da Mario scelte scontate con un occhio di riguardo ai giallorossi. Certe riconferme non lasciano ben sperare.
I partiti rimasti al buio sulle scelte, ecco chi ha vinto e chi ha perso, scrive il Corriere (p.10). La delusione dei 5Stelle, solo una poltrona ai renziani. Sollievo nel Pd, mentre la Lega non schiera salviniani. "Così possiamo impedire che centrodestra e Renzi prendano il sopravvento", questo il commento di Nicola Zingaretti al Corriere (p.11). Tra le reazioni il Messaggero (p.9) parla di Salvini spiazzato: io ai margini. I ministri di Fi "lontani" dal Cav. La delusione di Berlusconi, che parla solo a tarda sera: "Daremo il nostro contributo". Diversa la posizione di Giorgia Meloni che attacca: "C'è mezzo governo Conte".
La Stampa (p.8) parla invece di ira dei big del M5S: "Siamo stati umiliati", i grillini perdono i ministeri di spesa. Rabbia per la nomina di Garofoli. Patuanelli deluso. Di Maio tace. Conte: molti esponenti dei miei governi. "Fiero dei leghisti scelti. Dalla sicurezza alla salute faremo cambiare la rotta" dice invece al Corriere (p.13) Salvini, che puntualizza: "Se non ci fossimo noi sarebbe un governo di sinistra". Sul Corriere (p.17) spazio agli scenari di voto a cura di Nando Pagnoncelli. Draghi, consenso oltre l'80% tra chi vota Forza Italia e Pd. Prevale il gradimento anche nell'elettorato di FdI: 64%. In una settimana saliti dell'11% i favorevoli tra i leghisti.
Virus. Sale l'Rt, Italia più arancione. Vietati fino al 25 febbraio gli spostamenti fra regioni. I governatori scrivono a Draghi: aprire i musei nel weekend e le palestre. Ma il Cts boccia la ripartenza di cinema e teatri. Da lunedì torna lo sci. Repubblica (p.18) sottolinea come la variante inglese sia ormai un caso su cinque e il Cts vuole fermare lo sci: "Un rischio". "In 5-6 settimane il ceppo del Regno Unito sarà il più diffuso". Vaccini efficaci, ma preoccupano i focolai tra i giovani. Il Cts dice no anche alle cene e alla riapertura di cinema e teatri. "Piuttosto servono nuove chiusure".

ESTERI
La doppia mossa dei repubblicani su Trump: niente impeachment, ma fuori dai giochi (Stampa p.21). Assoluzione vicina al Senato. L'ex fedelissima Haley: "Non può più candidarsi". Il processo a Trump, l'ora della difesa: "Ha usato le parole di Hillary Clinton" (Corriere p.22). Le arringhe dei tre avvocati: non ha istigato le violenze al Campidoglio. Tra oggi e domani il verdetto. Repubblica (p.20) parla invece di svolta di Biden sui migranti: confini riaperti con il Messico. Il presidente mantiene una delle sue promesse più significative e simboliche: subito esaminate 25mila domande di asilo.
Tra i temi in evidenza anche l'attacco di Mosca all'Ue: "Con le sanzioni pronti alla rottura". Caso Navalny, Lavrov alza i toni. Bruxelles: inaccettabile. Poi Putin frena. E proprio le parole di Lavrov trovano spazio su Stampa (p.23): "Mosca è pronta a rompere le relazioni con l'Unione europea. Se vuoi la pace devi prepararti alla guerra". Borrell replica: "L'Ue vuole relazioni di buon vicinato. Mosca ha indicato di non voler andare in questa direzione".
Anche il Giornale (p.20) sul tema titola, Mosca minaccia Bruxelles: "Se ci impone sanzioni stop ai rapporti con l'Ue". Attacco del ministro Lavrov. Berlino: "Sconcertante". E Navalny ritorna in tribunale.
Dalla Bbc ai social medi: I regimi e autocrati spengono le voci libere (Stampa p.24). Pechino bandisce la tv inglese, l'India minaccia Twitter, a Varsavia e Mosca leggi anti-Facebook Sempre più governi nel mondo temono il dissenso e oscurano vecchi e nuovi mezzi d'informazione. I generali birmani vogliono oscurare per legge Instagram, Messenger e WhatsApp






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