Commentario del 05.05.2020

PRIME PAGINE
L'Italia riparte senza caos (Corriere). L'Italia riparte, poche sanzioni
(Messaggero). L'Italia in mascherina riparte con un po di paura
(Repubblica). L'avvio della fase 2: città affollate, il Viminale ha
scelto controlli soft. Prevale rispetto delle regole. Di nuovo al lavoro
quattro milioni e 400 mila persone: traffico, ma in pochi sui mezzi
pubblici. Niente assalto ai trasporti, Milano resta in smart working. La
ministra De Micheli a Repubblica: "Ora incentivi per le bici". "Siamo
ripartiti, dove arriveremo non si sa" titola Libero.
Giustizia. Infettato il governo (Giornale). Boss scarcerati, il pm
paladino anti-mafia Di Matteo accusa Bonafede. Rischio crisi. "Di Matteo
contro Bonafede, l'inutile show che fa felice Giletti e la mafia"
(Notizia Giornale).
Italia-Economia. Imprese, crolla la produzione (Sole). Il quinto stato
(Tempo). Protesta civile dei commercianti e delle partite Iva in tutta
Italia. A Roma non li ricevono e li multano pure.
Esteri. Conte: non cambio politica estera (Stampa). Il premier replica
al richiamo del Pentagono. Il Copasir: non spingiamo Mosca nelle mani di
Pechino.
Confindustria & Fca: assalto alla diligenza (Fatto). Bonomi contro
Conte: basta sussidi ai poveri, soldi soltanto alle imprese.

ECONOMIA
Maggioranza ancora divisa su imprese e reddito d'emergenza in vista del
decreto da 55 mld (Stampa p.12): nel vertice che si è tenuto nella
notte, inedito asse tra il premier Conte e il leader di Italia viva
Renzi. Mentre M5S e Pd restano distanti sui sussidi ai disoccupati.
Contro il reddito di emergenza si schiera Minzolini sul Giornale (in
prima e p.4), che parla di "super poteri di Palazzo Chigi per creare lo
Stato grillino": l'esecutivo sta realizzando il sogno del M5S del
reddito universale. Ma – scrive Minzolini – con l'assistenza non si esce
dalla crisi.
Altro tema su cui le forze di governo restano divise è l'ingresso dello
Stato nel capitale delle aziende: mentre il governo studia varie
opzioni, restano i dubbi della stessa Confindustria (Messaggero p.13). A
preoccupare è soprattutto il possibile ingresso dello Stato nelle Pmi.
La Commissione Bilancio sta valutando la proposta di AssoAim, che
prevede un intervento che riguarderebbe le società che prima dello
scoppio della pandemia erano in buone condizioni. Se non sono quotate,
l'aiuto sarebbe finalizzato a un'ipo; se invece sono già scambiate su
Aim, si tratterebbe di un sostegno attraverso un aumento di capitale (MF
p.10). Rispetto però ai dubbi sollevati da Confindustria, il ministro
dell'Economia Gualtieri assicura: "Lo Stato non entrerà nella governance
delle imprese" (Sole p.9). Il titolare del Mef annuncia un programma di
sostegno alle imprese "molto ambizioso" nella manovra anticrisi che
l'esecutivo si prepara a varare, ma non sarà animato da "alcun intento
di nazionalizzazione o controllo" spiega il ministro. Tra le misure che
il governo dovrebbe inserire nel decreto maggio si fa largo anche
l'ipotesi di aiuti a fondo perduto, legati alle vendite, per le imprese
(Corriere p.12). Il responsabile economico di Italia viva, Luigi
Marattin, intervistato dal Sole (p.9) spiega: "Ci sono i presupposti
affinchè l'intervento sulle grandi aziende possa essere disegnato bene,
tramite Cdp, se prevarrà la logica del supporto finanziario temporaneo e
non antiquate pulsioni stataliste. Sarei invece più preoccupato se,
invece, un'operazione analoga fosse estesa alle pmi".
Intanto è la stessa Confindustria, attraverso il proprio Centro studi, a
certificare la caduta della produzione industriale di oltre il 50% (Sole
p.3): in due mesi si è verificato un crollo senza precedenti, con una
flessione ad aprile che su base annua tocca il 45%. Quello che preoccupa
è l'andamento futuro delle commesse: anche se un rimbalzo congiunturale
sarà inevitabile, questo non basterà a riportare in attivo il bilancio
annuo, con la stima di un secondo trimestre in cui la dinamica
tendenziale negativa che sarà più che doppia rispetto al calo già
sperimentato per il trimestre gennaio-marzo, che ha registrato una
frenata del 7,5%. Il freno alla ripresa dipende anche dalle scorte dal
smaltire e dal cambio di abitudini di spesa delle famiglie, che sono
diventate più prudenti.

POLITICA
In primo piano sui quotidiani il via alla fase, che si è aperta ieri: un
debutto ordinato (Corriere p.2) per un'Italia in mascherina che riparte
con un po' di paura (Repubblica p.2). Le città si riempiono, il Viminale
annuncia controlli soft e crollano le sanzioni (Messaggero p.2 e tutti).
Sui mezzi pubblici distanziamento e protezioni, con la ministra dei
Trasporti De Micheli che a Repubblica (p.6) spiega: "Non c'è stato
l'assalto ai treni e ai bus. Le previsioni del governo di una riapertura
graduale sono state confermate. E in vista del 18 maggio investiamo non
solo sul senso di responsabilità dei cittadini, ma anche sulla mobilità
alternativa". Ma gli esperti continuano a ribadire l'allarme contro
l'eccesso di euforia: "La mobilità comporto un rischio e – dice
l'infettivologo dell'Iss Rezza al Messaggero (p.10) – un esodo Nord-Sud
potrebbe essere un problema serio".
I dati del virus. Su tutti i quotidiani il rapporto dell'Istat che
evidenzia un'Italia spaccata in due dal Covid 19: nel mese di marzo c'è
stato un raddoppio di decessi in 36 province dell'Italia settentrionale,
ma al Centro e nel Mezzogiorno il confinamento ha portato ad una
riduzione del numero dei morti (Repubblica p.14 e tutti). Con il virus
si rischia però anche un ulteriore crollo delle nascite, dovuto
all'aumentare delle incertezze e al peggioramento delle condizioni
economiche di molte famiglie: potrebbe essere raggiunta già nel 2021, e
non nel 2032 come era atteso, la soglia psicologica dei 400 mila nati
all'anno (Sole p.2).
A livello politico, pesa il silenzio del Pd sugli affondi del
neopresidente di Confindustria Bonomi all'indirizzo di Conte e del
ministro Gualtieri. Il fatto che dai dem non siano arrivate repliche al
leader industriale dimostra – secondo il Giornale – che nel Pd siano
iniziate le prove generali per scaricare il premier.
Messaggero (p.8) sottolinea le preoccupazioni del presidente della
Repubblica per la situazione economica: Mattarella auspica soluzioni
diverse e una partenza verso il nuovo, più che una ripartenza. E in
vista della crisi economia che si annuncia per l'autunno, torna a farsi
strada l'ipotesi di un esecutivo di "coesione", in grado non solo di far
propria la richiesta del capo dello Stato di una maggiore coesione
nazionale, ma anche la richiesta di una strategia di sviluppo
innovativa, in grado di risollevare il Paese.

ESTERI
In primo piano le accuse Usa a Pechino sul virus. Il tema è anche
nell'intervista al ministro Guerini su Repubblica (p.16): "L'emergenza
si sviluppa su diverse dimensioni: sanitaria, economica, geopolitica. Ed
è chiaro che questa partita va affrontata partendo dalla collaborazione
tra gli Stati, dalla necessaria trasparenza nella comunicazione e nella
condivisione dei dati sul virus". Secondo Guerini, inoltre "non possono
esserci zone d'ombra opacità o mancanza di trasparenza".
Trump: "La Cina occultò l'errore", scrive il Corriere (p.16), e cerca
una sponda con gli alleati. La Casa Bianca prepara l'offensiva: tra le
misure allo studio un'altra stretta sui dazi e un'inchiesta
internazionale guidata dall'Oms sull'origine del virus.
"Sparite le fiale con il virus", le accuse degli 007 alla Cina,
sottolinea il Messaggero (p.15). In un rapporto di 15 pagine tutti i
presunti depistaggi di Pechino per coprire l'epidemia. "In laboratorio
di Wuhan morbo compatibile con il Covid-19", ma l'Oms smentisce Trump.
Secondo la Stampa (p.3) lo scontro Usa-Cina scuote i mercati. L'Oms:
"Sul virus l'America ha torto". Allarme del regime: mai così in basso la
nostra popolarità. Le Borse europee bruciano 195 miliardi. Poi il
quotidiano riporta le parole dell'analista Kupchan: "Roma vicina a
Pechino e Mosca perché non si fida di Trump. Gli usa hanno fatto pochi
sforzi per aiutare l'Europa nella pandemia".
Su Repubblica (p.17), intervista al politologo Ian Bremmer: "Contro
Pechino Trump si prepara alla nuova Guerra fredda". Poi aggiunge: "Il
presidente vorrebbe evitare un'altra escalation sui dazi, ma se i
sondaggi fossero negativi non avrebbe alternativa".
Il Corriere (p.17) parla inoltre di intercettazioni e "prove segrete":
le carte in mano agli Usa. Una gola profonda a Pechino?. Un think tank
della Repubblica Popolare avverte: "Rischi di guerra".
Washinghton attacca ancora, scrive il Giornale (p.19): "Xi ha nascosto
il pericolo". Un dossier Usa: "Tagliato l'export di mascherine e
minimizzata di proposito la gravità del Covid".
Secondo Washinghton ritardare le informazioni sul virus è servito a far
incetta di Dpi. Utilizzati da Xi per le "pressioni umanitarie", scrive
Verità (p.16).

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