Commentario del 15.11.2019

PRIME PAGINE
Caso Ilva e disastro di Venezia in evidenza sui quotidiani. Mittal a fine anno chiude gli altiforni: "Lasciamo l'Ilva" (Corriere). Ultimo spiraglio, un vertice Conte-Mittal: chiusura appesa a un filo (Messaggero). Ma Mittal non paga gli affitti da tempo: "Entro gennaio spegniamo tutto" (Fatto).
Venezia, Conte: "Subito un patto tra enti locali e governo" (Stampa). Dal governo 20 milioni per l'emergenza e Spitz commissaria (Messaggero).  Facce da Mose: Brunetta, Zaia, Brugnaro e Galan invocano l'eterna incompiuta da 7mld (Fatto). Berlusconi: "Subito fondi". E lancia Brugnaro leader nazionale (Giornale). Venezia vittima dello Stato (Libero).
Politica verso le regionali in Emilia. L'offensiva di Salvini: Bologna che resiste (Repubblica). Al PalaDozza è bandiera verde per Salvini (QN).
Ampio spazio sui quotidiani all'omicidio Cucchi, 12 anni ai due carabinieri (Corriere e altri). Ucciso a calci e pugni (Notizia Giornale). "Finalmente Stefano può riposare in pace" (Repubblica).
Russiagate, gli scoop su Mifsud scuotono gli Usa, la Link finge di cadere dalle nuvole (Verità).

ECONOMIA
Ex Ilva, Mittal spegnerà gli altiforni (Corriere in prima e p.12 e tutti): entro il 12 dicembre il primo stop. "Per l'Ilva conto alla rovescia" titola il Fatto (p.7). E' già allarme per la domanda interna: senza l'acciaio di Taranto l'Italia è subalterna ai fornitori stranieri (Sole p.3). Il governo va alla guerra legale (Stampa p.5): ricorso urgente al Tribunale di Milano per bloccare lo stop degli altiforni ed il recesso. "La chiusura sarebbe una tragedia italiana – dice al Sole (in prima e p.3) l'ex numero uno di Federacciai, Antonio Gozzi -. Avrebbe pesanti conseguenze su tutto il Paese, pagherebbe soprattutto la filiera di trasformazione del Nord". "Non permetteremo che spengano i forni, andremo in tribunale e sarà battaglia durissima", avverte Conte. La prima mossa sarà il ricorso d'urgenza ex articolo 700 e poi, se il colosso francoindiano non tornerà sui suoi passi, interverrà lo Stato affidando ai commissari la fabbrica di Taranto (Corriere p.13). "Abbiamo chiesto di sederci ad un tavolo, e siamo pronti a discutere con ragionevolezza di come aiutare l'azienda a superare i suoi problemi – dice Di Maio a colloquio con la Stampa (p.7) -. Spero non si debba andare in sede giudiziaria, ma nel caso siamo pronti a farlo". Oggi l'incontro al Mise tra sindacati e azienda, ma l'ultimo tenativo per ricucire potrebbe essere un incontro tra il premier Conte e la famiglia Mittal (Messaggero p.5).
Non c'è solo l'Ilva a preoccupare il governo, anche le tensioni sulla manovra fanno ripartire lo spread: il differenziale con i titoli tedeschi chiude a 178 (Corriere p.13 e tutti). Ora i mercati temono la crisi di governo: pesano sul rischio Italia sia la crisi dell'acciaieria tarantina che le prossime elezioni regionali in Emilia (Sole p.2). Mentre sulla manovra si cerca ancora l'accordo definitivo. Su tasse sulle auto, plastic e sugar tax, il ministro Gualtieri apre a piccole modifiche (Repubblica p.13). Renzi, in un colloquio con il Sole (p.4), ribadisce: "Un piano shock da 120 miliardi per rilanciare investimenti e infrastrutture nei prossimi tre anni. Perché, parliamoci chiaro, la manovra economica ha il merito di aver evitato l'aumento dell'Iva e contiene alcune cose positive come le misure per la sanità e a famiglia. Da parte nostra continueremo a fare la nostra battaglia sulle microtasse, a partire dalla sugar tax e dalla plastic tax così come è stata congenata. Ma certo non basta. Non può bastare".

POLITICA
Venezia, ieri il Cdm per lo stato di emergenza: arrivano i primi 20 mln (Corriere p.2): fino a 5 mila euro ai privati e 20 mila alle attività produttive. La ministra delle Infrastrutture De Micheli annuncia: "C'è anche la nomina a commisari per l'emergenza del sindaco Brugnaro per Venezia e del governatore Zaia per il resto della regione" (Sole p.5). Spitz sarà commissaria per il Mose, a lei poteri speciali per la conclusione dell'opera (su tutti). Per Libero (p.2) è un "rimedio-farsa" nominare un super commissario. E i 20 mln stanziati sono "ridicoli". Rimane intanto l'allerta: oggi attesa una nuova marea. Conte, intervistato da Stampa (p.3) e Corriere (p.3): "Un patto con gli enti locali per proteggere la città. Il governo farà la sua parte. Il Mose? Questo non è il momento delle polemiche. Sono stati investiti soldi dei cittadini che non possono essere sprecati, siamo al lavoro per rispettare i tempi dell'inaugurazione, prevista per primavera 2021. Il Mose ad oggi è l'unica risposta sostenibile al problema dell'acqua alta a Venezia. Terminarlo è inevitabile". Poi il premier annuncia: "Il 26 novembre ho convocato un 'Comitatone' interministerlia per la salvaguardia di Venezia, nel corso del quale verrà discussa anche la governance per i problemi strutturali della città, come quello delle grandi navi e del Mose". Proprio il sistema di paratoie è finito nel mirino: lavori fermi da 5 anni – riporta il Messaggero (p.3) -. Dietro i ritardi dell'opera c'è il conflitto di poteri, ma secondo gli esperti con le barriere la marea sarebbe sotto il metro. Corriere (in prima e p.8) svela un "giallo" sul Mose: dieci giorni fa non fu autorizzato l'azionamento delle paratoie chiesto dal sindaco di Chioggia. "Forse abbiamo sbagliato a bocciare i test – dice un commissario, Giuseppe Fiengo. Io ero perplesso, ma Ossola (l'altro commissario) ha detto che non se la sentiva di dare l'ok perchè poteva succedere di tutto. Sottoscrivo – dice Fiengo – quello che ha detto. Del resto, eravamo soli a decidere". Fatto (p.2): "scontro tra commissari" mentre Venezia affondava.
Intanto, la politica si prepara per le elezioni regionali in Emilia. Salvini ha aperto la campagna elettorale a Bologna: in 6mila al PalaDozza per il leader del Carroccio, che lancia la candidata Borgonzoni (Stampa p.8). In piazza Maggiore invece la manifestazione per il "no" alla Lega. Per il Fatto (p.10) Bologna "non abbocca": 13mila sardine anti-Lega in piazza, più che raddoppiato l'obiettivo degli organizzatori. Migliaia di persone mascherate da sardine dicono no al Carroccio: tafferugli al corteo degli antoagonisti (QN p.3). E per Repubblica la Lega non fa il pieno a Bologna. "Duello di Bologna" scrive il Messaggero (p.13). Mentre Salvini vuole "liberare il Paese" puntando all'Opa sulla Regione rossa, la piazza lo sfida e avverte: "Il suo tentativo non passerà". Intanto, il governatore Bonaccini condanna gli scontri e continua ad arruolare i sindaci per la sua campagna elettorale (QN p.3). Al via la kermesse Pd a Bologna, ma i dem aspettano di capire la posizione del M5S su una possibile alleanza. Nel Movimento, però, resta il caos, con Di Maio che va al contrattacco nei confronti dei dissidenti: "Fuori chi rema contro" (Repubblica p.15 e altri). Libero (p.8) scrive: pure Di Maio è stufo dei grillini. 5S sempre più in crisi: i "big" lavorano per una deroga sul secondo mandato (Fatto p.6). Trizzino a Repubblica (p.5): "Ci siamo imborghesiti. E Di Maio non può fare il capo politico e il ministro". Il capogruppo 5S vicario alla Camera Silvestri al Fatto: "Non è vero che i gruppi non seguono Di Maio. E' un momento particolare, c'è bisogno di darsi una struttura per rilanciarsi. Si può parlare anche di una segreteria politica".

ESTERI
Washington lancia l'allarme Africa: "L'Isis va combattuta in Libia e Sahel" (Stampa p. 14). Il segretario di Stato Pompeo, durante il vertice dei Paesi impegnati nella lotta all'Isis, va incontro alle preoccupazioni dell'Italia, che da sempre chiede un maggior coinvolgimento degli Usa in Libia. Pompeo ha chiesto agli alleati europei di rimpatriare i terroristi dell'Isis catturati in Siria e Iraq, e su questo restano differenze significative. L'Italia finora ne ha ripreso uno, ed è tra i pochi Paesi ad averlo fatto. Di Maio critica la Turchi: "Le iniziative unilaterali non aiutano".
Impeachment, una telefonata spiazza Trump (Messaggero p. 15). Nelle audizioni, la chiamata tra il presidente e un diplomatico che lo assicura: "Ucraini pronti a muoversi su Biden e il figlio". Nancy Pelosi attacca: "Testimonianze che confermano il ricatto". Donald chiede all'Alta Corte di poter mantenere segreti i propri redditi. Ma altre accuse potrebbero arrivare dall'ex ambasciatrice americana a Kiev silurata dalla Casa Bianca.
Ue, rimandato il candidato di Orban: un altro stop per Von der Leyen (Stampa p. 13 e altri). Il Parlamento europeo ferma il candidato ungherese Varhelyi all'esecutivo e rischia di saltare ancora l'insediamento della nuova Commissione. Teoricamente, resta aperta la finestra del 1 dicembre per l'entrata in carica della nuova Commissione. Ma c'è l'incognita britannica: Londra non ha nominato un commissario e l'esecutivo Ue ha immediatamente aperto una procedura, chiedendo risposte entro il 22 novembre.

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