Commentario del 04.11.2019

PRIME PAGINE
Intesa difficile sulla manovra. La sfida in Aula (Corriere). Mancano 2 mld (Messaggero). E' rissa nel governo (Verità). Il Sole si concentra sui primi vincenti e perdenti della manovra che ferma l'Iva. Polemica sulla plastic tax, Giornale parla di lite continua e titola: "Governo di plastica". Il Fatto evidenzia "tutte le balle" sulla micro-tassa ambientalista. Il governo ora frena (QN). Gualtieri: "Tassa giusta, ma si cambia". Renzi esluta, Zingaretti: "Basta furbizie" (Repubblica). A&F segnala la rivolsta di aziende, sindacati e ambientalisti contro la plastic tax.
La tassa sulla plastica importante per il voto in Emilia. La regione in trince: "Via il balzello o alle urne il Pd rischia" (QN). Intanto, la mossa di Berlusconi: "Lancio l'Altra Italia per affiancarla a Fi" (Giornale e altri).
Europa. Repubblica intervista Vestager: "La nuova Europa dovrà fare patti con i sovranisti".
Esteri-Francia: paura a Parigin, banlieue in fiamme, notte di guerriglia (Messaggero).
Roma. La Stampa in apertura intervista Pignatone, che torna su Mafia Capitale: "La prova c'è. Mafie e corruzione condizionano Roma".
Maltempo in Italia, nuova emergenza in Liguria (Corriere e altri).

ECONOMIA
La manovra approda in Senato, ma è duello sulle tasse (Corriere p.5). Messaggero (in prima e p.2) segnala  la partenza in salita della manovra: mancano 2 mld. Dalla Relazione tecnica sulle nuove imposte emerge la necessità di rivedere le coperture. Mentre Giornale (p.4) parla di 1,6 mld di coperture che il governo deve ancora trovare e spunta l'ipotesi patrimoniale. Intanto, dall'esame in Parlamento, prevista una pioggia di emendamenti per rinviare le tasse sulle auto, modificare il taglio del cuneo fiscale, rivedere la sugar tax e trovare un compromesso sulla tassa sulla plastica. Industriali e sindacati in rivolta contro la plastic tax (A&F in prima e p.26): compatto il fronte contrario alla norma, a cui si aggiungono anche gli ambientalisti, visto che la misura non incentiva i consumi più sostenibili e fa cassa colpendo un comparto che, secondo gli ultimi dati, ricicla il 92,6% degli imballaggi utilizzati. Sulla plastic tax si cambia, esenzioni più ampie. Ma il ministro Gualtieri spiega: "Resta una norma giusta" (Repubblica p.6). Renzi esulta per la retromarcia, ma il Pd lo attacca: "Fa populismo fiscale" (QN e tutti). La renziana Bellanova alla Stampa (p.5): "Se Gualtieri apre al confronto vuol dire che anche a lui qualcosa non torna. Vuol dire che non abbiamo posto questioni ideologiche, ma questioni vere". Conte si tira fuori dalle polemiche e spiega: "Trattino i partiti, ma a saldi invariati" (Messaggero p.3). Il Fatto (in prima e p.3) evidenzia "tutte le balle" sulla micro-tassa sulla plastica: l'impatto sarà minimo sui consumi e darà una spinta all'economia circolare. La Stampa (p.4-5) approfondisce le ragioni del sì e del no alla tassa: è "un'occasione" per ridurre l'impatto ambientale, visto che nel Mediterraneo ci sono 580 mila tonnellate di rifiuti plastici. Ma è allarme per l'industria: la filiera occupa 150 mila persone. Il renziano Marattin al Corriere (p.5): "Sin dal varo della direttiva Ue sulla plastica, chiediamo un cammino pluriennale per accompagnare il settore, che impiega migliaia di addetti, a una riconversione graduale e sostenibile. Un cammino, volendo, fatto anche di rimodulazioni di tassazioni, ma che sia incentrato su incentivi al riuso e al riciclo, trasformazione degli impianti, costruzione di filiere. Cosa ben diversa dal mettere dall'oggi al domani un euro al chilo di tassa, e chiuderla lì. Per cancellare plastic, sugar e auto aziendali proponiamo tre soluzioni alternative: spostare dall'1 luglio all'1 ottobre il cuneo fiscale; cancellare o rimodulare fortemente quota 100; agire sulla spending review". Lo slittamento del taglio del cuneo a ottobre dimezzerebbe il bonus per 14 mln di lavoratori (Messaggero p.5). Intanto, Di Maio difende la plasti tax e rilancia il tema delle chiusure domenicali dei negozi (Giornale p.2).

POLITICA
La tassa sulla plastica diventa arogmento politico perchè legato al prossimo voto per le Regionali in Emilia-Romagna. Per il Giornale (p.3) il Pd ora apre alla retromarcia sulla tassa sulla plastica perchè tema il crollo anche in Emilia: i dem si accorgono che la regione è leader nel settore. E' trincea nella packaging valley emiliana, QN (in prima e p.3) intervista l'ad di Ilpa: "Togliete il balzello ol il Pd rischia alle urne". Per i dem è a rischio il voto delle imprese: in Emilia il 40% della produzione Ue di packaging (Messaggero p.4). Il governatore emiliano Bonaccini al Corriere (p.9): "Possiamo vincere, l'Emilia non è l'Umbria. Stiamo lavorando a un centrosinistra largo, aperto ai civici, alla sinistra, ai moderati che non si riconoscono nella destra sovranista. Sulla base di un programma per l'EmiliaRomagna del futuro, aperta, innovativa, sostenibile. Se i 5 Stelle decidono di non provare nemmeno a confrontarsi, perdono un'occasione. La transizione verso il plastic free è indispensabile, per una svolta ecologica, che noi vogliamo assolutamente. Peraltro c'è una direttiva comunitaria che giustamente lo impone. Ma il compito di chi governa è quello di accompagnare e guidare questi passaggi, come stiamo facendo noi in Emilia-Romagna. Non di mettere nuove tasse. Il governo deve guardare al Paese. Ma il comparto packaging e imballaggi vede in Emilia-Romagna il 36% delle aziende (per 17 mila addetti) e il 62% del fatturato (4,4 miliardi) che abbiamo in Italia. Guardare alla nostra regione in questo caso significa guardare all'Italia". "Pd e M5S lanciano l'evento per l'Emilia con la gente sui temi, poi la scelta sulle alleanza" scrive la grillina Lombardi in una lettera sul Fatto (in prima e p.2). Ma Libero (p.7) si concentra sulla candidata del centrodestra in Emilia: Lucia Bergonzoni, che potrebbe far vincere tutto a Salvini: se si prende la Regione, potrebbe far cadere i giallorossi.
Intanto, resta lo scontro tra Italia Viva e Pd. I dem fiutano la trappola di Renzi e sono pronti ad andare al voto (Stampa p.6). La renziana Bellanova dice: "Zingaretti dice che o si fa il gioco di squadra o è inutile andare avanti? Questi sono i penultimatum che tolgono credibilità alla politica. Il governo cade se non dà risposte o dà quelle sbagliate. Conte? Non mettiamo in discussione nessuno, la priorità è la qualità delle risposte, il governo non è nato per confermare Conte o singoli esponenti".
Centrodestra, Berlusconi lancia "L'Altra Italia" (su tutti). Federazione con Forza Italia, "dà lì – spiega il Cav – uscirà il mio successore". E per il Giornale (p.7) Berlusconi "chiama" Salvini nel Ppe. Intanto, il leader leghista è alle prese con i rapporti con la Chiesa. Monsignor Mogavero al Corriere (p.10): "Il dialogo con Salvini è difficile, nel Vangelo si parla di accoglienza, non di respingere i migranti".

ESTERI
Repubblica (in prima  e p.3) intervista Margrethe Vestager, commissaria Antitrust e vicepresidente della Commissione Ue, che parla dello stallo: "È una situazione senza precedenti con tre candidati rigettati. Penso che tutti abbiano avuto modo di riflettere e capito che le istituzioni devono riprendere a funzionare. Lo chiedono i cittadini. Quindi penso che avremo una Commissione il primo dicembre o al massimo un po' più tardi. Questo è il Parlamento che abbiamo, lo hanno scelto gli elettori. I cittadini  si aspettano che i gruppi lavorino insieme. Certo, Ppe e socialdemocratici prima governavano in due e ora devono lavorare in tre insieme a Renew. Una nuova situazione per loro".
Usa, la volata di Trump tra processi, sondaggi e la grana impeachment (Messaggero p.10). A un anno dal voto, il presidente americano attraversa il momento più difficile del suo manda. Un americano su due non lo vorrebbe più alla Casa Bianca.
Argentina, arretramento al 126mo posto nella classifica "doing business" della Banca Mondiale che per il Paese prevede nel 2020 uno scivolone di sette posti rispetto al 2019. Il Paese, attanagliato da una profonda crisi, il 27 ottobre ha eletto un nuovo presidente, Alberto Fernández, e scelto il peronismo nella speranza di risollevare le sorti del Paese. In realtà i mercati hanno reagito male al ritorno del peronismo al governo (A&F p.14).

© riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento