Commentario del 9.05.19

Piano Rassegna Stampa
Giovedì 9 maggio 2019

IN PRIMA PAGINA
Siri via, la Lega non rompe (Corriere). Conte fa fuori il
sottosegretario, che si difende: "Eolico? Lo volevano i grillini"
(Verità). Crisi solo rinviata (Messaggero). La spuntano i 5S, ma Salvini
rilancia subito: "Droga, pronto alla crisi" (Stampa). E annuncia la flat
tax da 13 mld e la Tav (Sole). Secondo il Fatto, il leder leghista si
vendica sul Tav. Per il Giornale "il governo finisce qui". Sul QN
l'ultimo sondaggio per le Europee: Lega al 32%, M5S al 21%.
Sole intervista il ministro dell'Economia Tria: "No a più deficit. Per
tagliare le tasse coperture strutturali". Su MF parla Messina (Intesa):
"L'Italia è sottovalutata". Intanto, i dubbi sui conti pubblici spingono
lo spread Btp-Bund. E tornano a salire anche i deflussi su Target 2 (MF).
Spazio sui quotidiani allo scandalo per le tangenti lombarde. "Favori
all'ex socio": Fontana indagato allarma la Lega (Messaggero). Il
governatore lombardo inguaiato: il concorso pilotato e l'incarico all'ex
socio (Fatto). Ma il Giornale evidenzia i conti che non tornano nelle
accuse a Fontana.
Roma: Raggi sfida i fascisti, Di Maio l'abbandona (Repubblica). Fascisti
assediano i rom, la Raggi ci mette la faccia: 5S spaccati (Fatto). I
romani furiosi inseguono la sindaca con il forcone (Giornale).
Guerra commerciale: da domani Dazi Usa fino al 25% sul made in China (Sole).
Iran-Usa: nucleare, nuove tensioni tra Iran e Stati Uniti (Sole). L'Iran
sfida Trymo sul nucleare: decisi ad arricchire l'uranio (Stampa).
Il Salone del libro di Torino si apre e chiude la porta a CasaPound
(Stampa). Dopo la denuncia, l'editore nero è indagato. Adesso verrà
mandato via dal Salone (Repubblica). Il ministro Bonisoli alla Stampa:
"Mi fido della città di Torino. Fa la scelta giusta". Verità parla di
"folle equazione" a Torino: "Se sei di destra sei un nazista".

ECONOMIA
Sole (in apertura e p.3) intervista il ministro dell'Economia Giovanni
Tria: "Le tasse non si tagliano con il deficit. Non drammatizziamo il
confronto con la Ue, le loro previsioni sono in linea con quelle
contenute nel Def. Ai rilievi sul debito in arrivo, risponderemo che tra
i fattori rilevanti c'è prima di tutto la crisi economica. Tra aumenti
Iva e tagli di spese preferisco i secondi, ma decidere quali tagli
richiede scelte politiche. Più che dal voto, l'Europa sarà cambiata dai
fatti, insostenibile un modello basato solo sull'export. Per finanziare
riforme fiscali strutturali servono coperture strutturali, il deficit
può coprire solo esigenze temporanee. Sulla corruzione, i fatti
individuali vanno accertati ma non dobbiamo dare l'immagine di un Paese
nelle mani di corrotti e mafiosi. Confermo l'obiettivo di 18 miliardi di
privatizzazioni. Se non saranno raggiunti in pieno, serviranno misure
alternative per lo stesso scopo. La discussione sulla manovra
correttiva, sarà in autunno. Non mi aspetto richieste di aggiustamenti.
Non ho mai condiviso le campagne per l'abolizione delle province. Il
problema è rendere efficienti questi enti, spero in un discorso più
razionale".
Export in frenata e meno fiducia. Le imprese non investono più.
Confindustria prevede che la spesa nel settore privato scenderà del 2,5%
dopo il +4,9% del 2018. I costruttori dell'Ance: un miliardo in meno con
il maxi emendamento. Meno 0,3% la riduzione degli investimenti in Italia
nel corso del 2019 secondo il report della Commissione Ue. Più 0,9% la
previsione di crescita degli investimenti in Italia nel 2020 secondo
Bruxelles. Lo sblocca-cantieri giace in Senato: sepolto da emendamenti
su cui litigano Lega e M5S (Stampa p. 7). Intervista a Paolo Scudieri,
presidente di Adler: "Pesa l'incertezza politica. Quest'anno dovrò
rinunciare ad ampliare alcune fabbriche in Italia. Sono cambiate le
leggi. Non assumerò 250 persone. Abbiamo spostato le attività in altri
Paesi europei: Per esempio in Germania. Il provvedimento bonus-malus
voluto dal governo non aiuta l'industria dell'auto (Stampa p. 7). Gli
italiani si sentono più poveri e in recessione. Più della metà denuncia
un peggioramento della sua condizione rispetto a un anno fa. Il 48% si
aspetta mesi più duri. L'indagine Censis-Conad (Repubblica p.22).
Flop della pensione di cittadinanza chiesta solo dal 3% di anziani
poveri. Avrà un impatto marginale la forma di sussidio riservata ai
cittadini che superano i 67 anni di età. Beneficio medio di 203 euro
mensili: la somma va a integrare le prestazioni assistenziali esistenti
(Messaggero p.17).

POLITICA
Conte firma e «licenzia» Siri (Corriere prima e p.2). Il grande gelo tra
i due alleati. Poi il premier spiazza tutti: qui è in gioco la fiducia a
me (Corriere p.3). «Pongo la fiducia». Duello in Cdm con la Bongiorno.
Scontro in punta di diritto tra premier e ministro: «E comunque Siri
rimarrà fuori
Poi il presidente detta a Giorgetti: metti a verbale che è stata trovata
l'unanimità (Messaggero p.7). Ma il decreto è da rifare dice il Colle.
L'atto di dimissioni "viziato": troppe motivazioni per timore del Tar
(Messaggero p.6). Il giorno di Conte: caccia Siri e salva pure il
governo. Il premier la sfanga in Cdm, mentre i suoi vice litigano e si
rinfacciano gli ultimi insulti (Fatto p.4). Gialloverdi al capolinea
(Giornale p. 3).
Di Maio si prende tutta la scena (Corriere p.2). I grillini esultano.
Prima resa della Lega, ma niente strappi. Ritiro delle deleghe al
sottosegretario in Cdm. Questa è la vittoria degli italiani onesti in un
Paese che ha la corruzione più alta d'Europa (Stampa p.2). Il capo dei
Cinque stelle teme ritorsioni e fa un'offerta a Salvini: pronti allo
scambio Flat tax -Salario minimo (Corriere p.2). Ma ci dicano dove
prendono i soldi (Stampa p.2).
Salvini perde il round. Governo paralizzato. La Lega: finiamola qui. Il
leader promette battaglia sui temi identitari, dalla Tav alla cannabis.
Ma fino alle Europee resta tutto fermo. Timori di un'azione dei pm
contro Matteo (Messaggero p.9). L'assedio. "Siamo il bersaglio di
procure e alleati". Ora il Capitano teme altre inchieste (Repubblica
p.9). Salvini inciampa e attende le Europee. Rinviata la resa dei conti,
l'avversario ora è il premier. Il Leader rilancia su tutto. Borghi:
"Siri? Difeso finchè si poteva" (Corriere p.5). Il leader del Carroccio
incassa la sconfitta e apre il fronte droga col M5S. "Non vorrei ci
fossero colleghi parlamentari che frequentano questi negozi. Altro che
festa della canapa libera. Chiederò che siano tutte vietate. La polizia
nei cannabis shop, su questo punto il governo può andare a casa". La
ministra Grillo: "Nei negozi non si vendono stupefacenti, no a
informazioni sbagliate. Dai controlli eseguiti dai Nas emerge che in
quei negozi non ci sono stupefacenti" (Stampa p.3). Scontro sulla
vendita del prodotto light. Di Maio: «Basta con queste minacce»
(Messaggero p.14). E in un'intervista al Corriere: "Abbiamo esagerato
tutti. Bisogna superare questa fase, o non so che latro si può fare. Una
scissione nei Cinquestelle? Mai dire mai" Corriere p.5). Il rilancio del
Carroccio sull'autonomia: «Intesa al prossimo Cdm». Altolà grillino
(Messaggero p.9).
I commenti: "Il giorno nero di Salvini ma il M5S non trionfa"
l'editoriale di Marcello Sorgi (Stampa p.5). "Uno scalpo e il finto
patto fra Cinquestelle e Lega" Massimo Franco (Corriere p.32). Il
richiamo giacobino rianima i Cinquestelle: la questione giudiziaria
scompone i poli, il commento di Mario Ajello (Messaggero p.7).
Berlusconi boccia il governo. «Sono bravi solo a litigare». Il leader Fi
vede nero: «Ora aumenteranno pure l'Iva, ci hanno fatto diventare ultimi
per crescita in Europa» (Giornale p.9).
Dal fronte giudiziario, un'ora di dichiarazioni spontanee di Siri ai pm
romani: "Ho mantenuto solo rapporti istituzionali con un esperto di
energia". Una memoria di oltre 300 pagine e le chat con Arata.
L'autodifesa del senatore assediato: "Mai avuto denaro. Io ho solo
veicolato una norma al ministero guidato da Di Maio. Non ho mai
anteposto i miei interessi a quelli del governo" (Stampa p.2).
Le nomine all'ex socio inguaiano Fontana. Il governatore leghista è
accusato di abuso d'ufficio, al collega di studio legale consulenze
anche da Trenord. Salvini lo difende: "La Raggi è indagata da anni ed è
al suo posto". Nessuna mozione di sfiducia dai grillini. La nomina di
Marsico è avvenuta attraverso una procedura trasparente e di assoluta
tracciabilità. I Cinquestelle: Il governatore Fontana ha la
responsabilità politica diretta dei suoi collaboratori (Stampa p.4).
Parla l'avvocato nominato in Regione dal presidente: "Cado dalle nuvole
e non sento Attilio da giorni: non siamo innamorati. Un lavoro che vale
poco. L'ho avuto con una mail" (Stampa p.5). «Non sono un raccomandato
ho vinto un regolare concorso» (Messaggero p.10). I nuovi tangentisti di
Forza Italia: "Eletti solo per procurarsi lavori". Milano, le accuse al
deputato Sozzani. Blitz dei pm. E spunta anche il nome di Giorgetti
(Giornale p. 6).
«Soldi ai partiti e serate allegre, assunzioni decise dalle cosche».
Negli atti, le mani delle 'ndrine sui lavori appaltati dalla
Metropolitana Milanese. La Lega: piano per colpirci E l'asse giudiziario
con FI imbarazza Salvini: noi diversi (Messaggero p.11).
Ferruccio de Bortoli: "La politica non ignori l'emergenza corruzione.
Parlare di 'giustizia a orologeria' significa mandare un messaggio
sbagliato: ormai non ci si scandalizza più" (Fatto p.5).
Sconfortato Di Pietro: "È la piccionaia degli impuniti. Senza la
certezza della pena ormai c'è chi fattura la quota mazzette. Tutti in
vendita per gli spiccioli e poi se la prendono con i pm" (Stampa p.4).
Sono ladri di polli, ma non volpi. Macchè Tangentopoli (Libero p.3). Se
i giudici toccano il Pd scende il silenzio. Gli arresti di Milano hanno
ottenuto prime pagine e litri di inchiostro, mentre l'inchiesta sul
governatore calabrese Oliverio, dem, è stata confinata nei box. Stessa
sorte per la sentenza contro la renziana Barracciu. Le tangenti hanno
due pesi e due misure (Verita p.3).
Raggi va a trovare la famiglia rom. L'ira di Di Maio: prima gli
italiani. Attacco alla sindaca, che si era espressa contro CasaPound.
Zingaretti la difende: ha fatto bene (Stampa p.6). L'ira di Di Maio: che
teatrino: E Virginia restò sola. Il vicepremier: sbagliato andare in
piazza nel giorno della vittoria su Siri. E per il timore di perdere
consensi rilancia lo slogan: prima gli italiani (Repubblica p.3).

ESTERI
Sulla guerra dei dazi, minacce e accuse tra Usa e Cina, ma è corsa
all'accordo. Washington e Pechino negoziano con la pistola sul tavolo:
«Da domani notte le tariffe su al 25%». Il braccio destro di Xi negli
States per chiudere l'intesa. Il nodo: chi ne controllerà il rispetto?
(Messaggero p.13).
Libia: la guerra da evitare, l'editoriale di Franco Venturini (Corriere
in prima e p.32) lancia un allarme. Noi, Parigi e gli Usa. Sarraj a
Roma, ha rivolto un appello disperato, quasi da ultima spiaggia al
premier Conte e all'Italia: non privatemi dell'appoggio occidentale, non
siate comprensivi verso chi sta usando la forza contro donne e bambini,
non siate equidistanti tra chi aggredisce e chi si difende. Sarraj ha
ragione a sentirsi minacciato, perché in Libia i giochi sono cambiati e
la guerra civile che tanto ci riguarda è diventata una piccola guerra
mondiale. Ora è più che mai indispensabile una vera conferenza di pace,
con la partecipazione anche della Russia e della Cina, che finge
disinteresse. Franco Venturini. Sarraj a Macron "Parigi prenda posizioni
chiare" Dopo le trasferte a Roma e Berlino, il premier libico ha
incontrato Macron, da lui accusato di appoggiare il rivale Haftar, che
preme con le proprie truppe su Tripoli. Il Presidente francese ha
ribadito il suo sostegno al governo di accordo nazionale di Sarraj e gli
ha chiesto, al pari di Haftar, un «cessate il fuoco senza condizioni
(Stampa p.9).
L'ultimatum di Teheran: «La Ue aggiri l'embargo o l'Iran torna al
nucleare». Trump: nuove sanzioni  (Messaggero p.12). L'Iran annuncia la
sospensione parziale dell'accordo nucleare. La risposta di Teheran alle
ultime decisioni Usa su petrolio e Pasdaran. La contromossa americana:
sanzioni sui metalli (Sole p.19). Ma Rohani e Zarif lasciano una porta
aperta a negoziati. Le esitazioni dell'Eu-ropa, che non ha ancora
trovato una strada per aggirare l'embargo Usa e le pressioni delle
Guardie rivoluzionarie: da dodici mesi chiedono al presidente riformista
una linea più dura e la ripresa, di fatto, della corsa verso l'atomica
(Stampa p.8). L'obiettivo è bloccare le operazioni iraniane in Medio
Oriente. L'uscita degli Stati Uniti dall'accordo ha favorito i piani di
Riad. Il gioco saudita contro gli ayatollah per fermare l'egemonia sul
Golfo (Stampa p.8). Così lo scontro sul nucleare diventa una miccia
accesa nel Golfo (Repubbblica p. 13).
Intervista del Corriere al ministro degli esteri del Brasile Araùjo.
"Combattere il globalismo per salvare nazione (e anima). Il Brasile sta
con i sovranisti. Entreremo nella Nato. Da noi c'è la più grande
comunità italiana all'estero. La partnership sia politica che economica
è la più forte. In più condividiamo gli stessi valori" (Corriere p.17).

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