Commentario del 04.05.2019

IN PRIMA PAGINA
La politica domina la scena sui quotidiani. L'aut-aut di Conte sul caso Siri: "Se resta, pronto a dimettermi" (Stampa). La Verità segnala il nuovo ruolo di Conte nel "terzo partito" di Mattarella. Secondo Libero Conte è tenuto al guinzaglio, fa il gioco sporco di Di Maio. Ma è muro contro muro, con la Lega che ribadisce: Siri non si dimette (Giornale e tutti). Il piano di Salvini: crisi dopo il voto (Messaggero). Secondo il sondaggio di Pagnoncelli sul Corriere, 6 leghisti su 10 convinti che l'esecutivo cadrà entro fine anno. Base leghista in rivolta e il leader ha deciso: stacchiamo la spina (Messaggero). Il Colle si prepara all'ipotesi elezioni già a settembre (Messaggero). Nel M5S parla Di Battista, che al Fatto dice: "Mi ricandido se, dopo il voto, cade il governo. Ma Di Maio resta capo". Sul Giornale il libro-intervista a Salvini: "Il centrodestra? Non è stagione archiviata". Intanto, altra batosta per la Lega: i giudici fermano Salvini e annullano il decreto sicurezza (Giornale). Il vicepremier alle toghe: "Fate politica sui migranti" (QN). Fatto parla di "doppio flop": Salvini si incarta su Siri e i giudici bloccano il decreto migranti. 
Il ministro Tria teme che le tensioni possano pesare sui conti (Corriere). E Repubblica apre con l'allarme per i conti pubblici. Dall'Europa pronta la stangata: nel 2020 l'Ue chiederà una maxi-manovra. "Crescita ostacolata da spread e stress finanziari" dice il Rapporto Bankitalia (Sole).  Intanto, il Giornale evidenzia l'incubo patrimoniale sulla casa: altri 50 mld allo Stato.
Verso le Europee: al Corriere parla il ministro Moavero Milanesi: "Sovranistia e popolari uniti in Ue: è possibile".
Esteri-Usa: la sfida di Trump, 2 mila mld nel maxi-piano per le infrastrutture (Sole).
Cronaca: Far West a Napoli, "Allarme sicurezza" (Messaggero e tutti). Spari tra la folla, grave una bimba. E il caso Napoli arriva al governo (Corriere).

ECONOMIA
Pil in calo e debito, l'Ue vede nero sull'Italia ed è pronta alla stangata (Repubblica in apertura e p.2-3). A giugno la richiesta di una manovra da oltre 30 miliardi per il 2020 o l'alternativa più penalizzante di una procedura sul debito eccessivo. Martedì la Commissione europea dà le sue previsioni con dati peggiori per Roma, con il presidente Juncker che punta alla linea dura dopo le promesse non rispettare dal governo gialloverde e i propositi di spesa. L'economista Daniel Gross a Repubblica (p.2): "Siamo al redde rationem, se la Commissione Ue grazierà l'Italia sarà solo per opportunità policia in previsione della delicata transizione da una Commissione all'altra. Purtroppo pesa l'arroganza iniziale con cui il governo ha affrontato Bruxelles. L'Italia è percepita come una dittatura sudamericana". E arriva l'allarme di Bankitalia: "Rischi per la stabilità finanziaria. Se lo spread resta a questi livelli, in 2 anni maggiori interessi per 4 mld" (Corriere p.32 e tutti). Le previsioni sulla crescita sono riviste al ribasso anche in Italia. Via Nazionale avverte: lo spread crescerà ancora per tutto l'anno. Aumenta al 132,2% il rapporto fra debito pubblico e pil (Stampa p.6). "Siamo più vulnerabili se arriva una crisi" è l'allarme di Visco (Repubblica p.2).
E non ripartono i cantieri. "Decreto sbloccacantieri: tutto fermo per sei mesi" (Sole in apertura e p.3). Tredici provvedimenti da riscrivere fra decreti e linee guida Anac. Tra vecchio e nuovo codice degli appalti, il mercato rischia il caos. Nessuna norma per alleggerire il carico di procedure e autorizzazioni che portano a otto anni il periodo per arrivare alla gara. Un documento dei costruttori: "Correttivi si, ma non il blocco".
Giornale (in prima e p.8-9) evoca il rischio "mazzata" sulla casa: incubo patrimoniale, altri 50 mld allo Stato. Gli immobili sono il bancomat dei governi e la patrimoniale c'è già, ma la revisione degli estimi potrebbe aumentare il prelievo: tocca al governo gialloverde scegliere se schierarsi dalla parte dei proprietari. Intanto, le stime di Bankitalia indicano come i prezzi delle abitazioni siano in calo. E Sforza Fogliani, presidente del centro studi di Confedilizia, al Giornale spiega: "Colpire il mattone è quello che chiedono le banche d'affari, è un disegno per favorire i prodotti finanziari".
Intanto sull'Inps nuovo capitolo della guerriglia fra alleati: Blitz per Tridico all'Inps. Lega in rivolta contro i Cinquestelle. Alla Camera la proposta di nomina alla presidenza, firmata da Tria, per farla passare prima delle elezioni. Gli uomini di Salvini spiazzati (Repubblica p.25).
Reddito di cittadinaza, erogate le prime carte Poste Pay (Fatto p.8). Messaggero (in prima e p.7) segnala il calo delle domande per reddito di cittadinanza e Quota 100 rispetto alle stime, restano tre miliardi in cassa e Di Maio spiega: "I fondi in più alle famiglie". 

POLITICA
"I duellanti" è la sintesi grafica del Corriere su quanto sta accadendo nella maggioranza per il caso Siri. Scontro in arrivo nel Cdm (Sole in prima e p. 12).  Pronti a contarsi: Otto 5S contro sei leghisti in Cdm (Corriere p.4). Di Maio: "Noi di più in Cdm". Ma pensa che i leghisti daranno forfait. "Per cacciare Siri bastano i nostri voti" dicono i 5S (Verità p.2). Conte minaccia: "Se la Lega diserta il Cdm mi dimetto". Il premier ha vissuto come una mancanza di rispetto la nota del sottosegretario e la posizione del leader leghista: "Tradita la fiducia, anche se innocente, Siri non potrà rientrare al governo" (Stampa in prima e p.7). "Io la massima autorità": dice il premier, a cui ora piace di più esercitare l'arte del comando secondo il Corriere (p.4). Ma Salvini non ci sta e avverte: "Siri non molla". L'ira del leghista con Conte: il governo va avanti se si dicono anche dei sì (Corriere p. 2 e 3).  Il gelo di Salvini: "Conte non ha più la mia fiducia. È un carnefice". Per la Lega il mandante è di Maio, il premier esegue. "Conte al guinzaglio dei 5S: fa il gioco sporco di Di Maio e l'avvocato del popolo diventa l'avvocato del diavolo" titola Libero (in apertura e p.2). Salvini si sfoga con i fedelissimi: con i Cinquestelle è finita (Stampa p.6). Rivolta della base leghista: basta con i giustizialisti Cinquestelle. Avanti con Toti e la Meloni (Messaggero p.3). Secondo il sondaggio di Pagnoncelli sul Corriere (in prima e p.6) 6 elettori leghisti su 10 sono convinti che il governo cadrà entro fine anno. Crisi dopo il voto e via Conte: Salvini vuole staccare la spina (Messaggero p.3). Salvini dà lo sfratto al premier (Repubblica p.6). Ma Di Maio attacca l'alleato-avversario per salvare il governo e la sua leadership (Repubblica p.7). C'è – secondo il Messaggero (p.4) - un sondaggio segreto dietro l'ultimo strappo: il 65% degli italiani per le dimissioni di Siri. E le rilevazioni di Pagnoncelli sul Corriere evidenziano un dato ancora maggiore: Siri dovrebbe lasciare per il 71% degli italiani. Intanto riappare Di Battista e vuole incidere. Al Fatto (in prima e p.3) dice: "Mi è tornata la voglia di politica, se dopo il voto c'è la crisi, mi ricandido. Ma non correrei da capo politico: quel ruolo sarà di Di Maio per anni".
Il sondaggio di Pagnoncelli sul Corriere evidenzia anche come i due vicepremier siano penalizzati dal conflitto nel governo: giù il gradimento di entrambi. E si ragiona con sempre più frequenza sugli scenari futuri, con due ipotesi prevalenti: da una il pressing del M5S su Conte per una sua lista, che varrebbe il 10%, anche se il premier resiste (Messaggero p.4); dall'altra crescono le voci di un governo tecnico: lo negano tutti ma il fantasma comincia ad aleggiare. Non fosse altro perché la manovra da autunno, voto anticipato o meno, qualcuno dovrà farla  (Fatto p.3). Il Colle monitora la situazione: "La road map del Quirinale" e l'ipotesi voto a settembre (Messaggero p.5). In caso di crisi, consultazioni per vedere se c'è una maggioranza. Niente incarichi al buio. Esecutivo tecnico per la manovra, solo se ci stanno tutti. Altrimenti elezioni.
Altro tema in evidenza è lo stop dei giudici al decreto scurezza. Il tribunale: "La residenza anche ai richiedenti asilo". Salvini: "Vergogna, candidatevi" (Stampa p.8). "Fanno politica" (Repubblica p.10). Il presidente dell'Anm Pasquale Grasso alla Stampa (p.9): "Non facciamo politica, applichiamo la legge. Il vicepremier è sopra le righe, noi toghe garanti di tutti". "Così il ministro ci delegittima" (Repubblica p.10). Decreto sicurezza calpestato (Giornale p.3). Il giudice decide: prima gli immigrati. I giudici smontano la legge e spalancano le porte agli stranieri (Verità p.5).

ESTERI
Sul Corriere (in prima e p.9) lunga intervista a Moavero Milanesi. Il ministro degli Esteri, in vista del voto europeo, spiega "che sarà difficile vedere sovranisti e popolari insieme. Difficile ma possibile". E sui migranti si dice convinto "che l'unione Europea sia troppo divisa e ogni Stato affronti il problema nel modo che ritiene più gradito alla propria opinione pubblica. Con l'Ungheria che finisce per diventare un modello per una serie di Paesi". Sulla Libia, Moavero è persuaso "che il dialogo inclusivo non sia un'ambiguità ma una strada obbligata per un Paese che vuole svolgere un ruolo conciliatore in un conflitto che vede di nuovo in campo le armi". Mentre sul Venezuela "non siamo equidistanti o neutrali: non riconosciamo la legittimità delle ultime elezioni di Maduro, invece riconosciamo l'Assemblea Nazionale e il suo presidente Guaidò. Ma il modo per favorire nuove elezioni non è schierarsi per presidenti alternativi. Non è eleggendo l'antipapa che risolvi i problemi di un potenziale scisma".
La novità sul fronte venezuelano è una "Telefonata Trump-Putin per uscire dalla crisi" (Stampa p.5). Ma intanto Guaidò manda il popolo davanti alle caserme: "Maduro è responsabile di un genocidio". Il leader dell'opposizione annuncia manifestazioni pacifiche contro il regime chavista: se troveremo picchetti armati indietreggeremo". In fila per il cibo, stremati dalla crisi, i sostenitori dell'opposizione aspettano la spallata degli Usa a Maduro. Ma gli uomini forti del presidente, vicini a Mosca, non accettano la transizione (Repubblica p.15).
Levy sulla Stampa (p.11) intervista il Primo Ministro della Repubblica ceca Andrej Babbis. "Non sono razzista, mi scelgo i migranti. Ho visto i leader dell'Ue che vogliono le sanzioni, fare la coda per dare la mano a Putin".
Tories e Labour a picco alle elezioni comunali (Repubblica p.14). Lo stallo sulla Brexit punisce Teresa May e i laburisti. Premiati i partiti minori e i candidati indipendenti. Il risultato non promette nulla di buono per le elezioni europee (Stampa pagina 10).

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