Commentario del 03.05.2019

IN PRIMA PAGINA
Sempre la politica in evidenzia sui quotidiani. Conte sfratta Siri e sfida la Lega (Stampa e tutti). Schiaffo di Conte alla Lega (Messaggero). Il premier a gamba tesa sul Carroccio (Verità), dà una lezione etica alla Lega (Fatto). M5S contro il Carroccio: è una mossa-spartiacque (Corriere). Salvini si arrende (Giornale). Repubblica parla di "frattura scomposta" nell'esecutivo. Su Libero i sondaggi che vedono Di Maio andare giù, su Salvini. Gentiloni a Repubblica: "Con loro l'Italia è isolata".
Autonomia, i paletti del Tesoro: garantire pari servizi per tutti (Messaggero). Sulle autonomie altro stop alla Lega: la Stefani fa propaganda sui dati (Fatto).
Tra politica ed economia, Foglio intervista il ministro Tria: "La stabilità politica è importante quanto quella finanziaria". Intanto, imprese e sindacati premono per i tagli al cuneo fiscale (Sole).
Primo maggio di tensioni, No Tav-Pd a Torino. I grillini contro polizia: "Colpa vostra" (Stampa).
Europa: Italia-Francia, amicizia eterna nel nome di Leonardo (Corriere). Le due europe: Mattarella e Macron celebrano i valori comuni, Orban e Salvini esaltano i confini (Stampa). "L'Europa dei fili spinati" (Repubblica): Salvini stringe con Orbàn un patto per dividere il Ppe dalla sinistra (Verità). Il leader dell'Afd Meuthen a Repubblica dice: "L'ultradestra sia compatta".
Venezuela: Maduro non molla e sfila con i militari: "Arrestate Lopez" (Stampa). Maduro attacca: "L'esercito sta con me". Gelo Usa-Russia (Repubblica).
Comparto auto, aprile inverte la marcia: vendite +1,5% (Sole).

ECONOMIA
"È ora di dare fiducia all'Italia" - dice il ministro Tria nell'intervista al Foglio (in prima e p.7) -. Per tentare di migliorare la fiducia, sono importanti le misure presenti nei decreti approvati nelle ultime settimane: dallo sblocca cantieri al decreto crescita. In quei provvedimenti sono presenti alcune azioni che forse non si vedranno subito, mentre altre sì e sono certo che queste avranno un impatto sulla nostra economia. La stabilità politica – prosegue - è importante quanto quella finanziaria". Poi il titolare del Mef rilancia: "Se mi si chiede qual è un indicatore da osservare per capire come il nostro governo sta incidendo sull'economia, ciò che va osservato prima di ogni altra cosa sarà la nostra capacità di sbloccare gli investimenti pubblici, una questione che non riguarda solo la congiuntura, ma la nostra capacità di creare lavoro". A proposito di spread e crescita, Tria spiega: "Lo spread è troppo alto, anche rispetto a quello di economie più deboli, questo non è giustificato dai nostri fondamentali. Uno spread di questo tipo è naturalmente una palla al piede ma non ci sono problemi legati alla sostenibilità del nostro debito. Ciò che dovrebbe preoccupare è l'impatto che potrebbe avere a lungo andare sulla crescita". Ma il titolare del Mef parla anche della proposta della flat tax: "Si può realizzare in vario modo. Con tassazioni negative, detrazioni, no tax area. Il punto è come farla. Personalmente spero che ci sia nella prossima legge di Stabilità. Bisogna trovare lo spazio. E' un problema sempre di scelte politiche: se uno fa una cosa poi non fa altro". "Nessun baratto sull'Iva" chiede Sangalli, leader di Confcommercio, che in vista del voto europeo spiega: "Per la ripresa sono necessari investimenti fuori dal calcolo del deficit" (Corriere p.29).
Arrivano brutte notizie dall'Europa: Ue, decisione in arrivo sui conti dell'Italia (Sole p.4). In gioco c'è l'ipotesi di inviare al governo la richiesta di chiarimenti sull'andamento del debito. Cautela sulla procedura da avviare. C'è il rischio di revisione al ribasso delle stime di febbraio. Dal 2017 al 2018 il debito è aumentato. Intanto, ancora numeri positivi dell'economia nazionale: dopo mesi di calo, l'auto riparte (Sole in prima e p.2). Ad aprile vendite a +1,5%.

POLITICA
E' il giorno della svolta sul caso Siri. Conte chiama il sottosegretario e poi lo "licenzia": non si può aspettare, deve dimettersi (Corriere p.2 e tutti). L'ira del premier contro la Lega: "Da Siri una scorrettezza inaudita" (Repubblica p.4). Schiaffo di Conte alla Lega (Messaggero p.2). Il premier dà una lezione etica a Salvini (Fatto p.2). Revoca al prossimo consiglio, è la linea del premier, ma il sottosegretario prova ad anticipare le mosse: "Pronto a dimettermi in 15 giorni, ma voglio essere ascoltato dai pm". Ma Conte lo gelo: "Via subito". Il costituzionalista Luciani al Corriere (p.4) avverte: "La decisione finale al Capo dello Stato. Non è previsto voto in cdm". Di Maio alla Lega: "Basta furbate" (Repubblica p.2). Salvini si arrende. La Lega perde e resta zitta (Giornale p.3). Salvini cede alla gogna grillina (Foglio p.3). Ma Salvini non ci sta e si rivolge a Conte: "Me lo deve spiegare", ma non va alla conta (Corriere p. 3). "Questa è un'imboscata, stanno cercando la crisi" il leader leghista potrebbe decidere di disertare la riunione del cdm, ma sarebbe come sancire la rottura (Repubblica p.3). "Follia, vogliono la crisi in campagna elettorale" prosegue il vicepremier leghista (Stampa p.3). I conti dopo le Europee, ma del premier non si fida più (Messaggero p.3). Salvini furibondo, ma non si impicca al sottosegretario (Fatto p.3). Sul fronte giudiziario i pm cercano la mazzetta di Arata al leghista per favorire il business dell'energia eolica (Repubblica p.2). Intanto, l'ira di Siri con il Carroccio: "Ho inventato la flat tax e mi hanno scaricato" (Corriere p.5).
Questa vicenda è, in realtà, uno spartiacque - scrive Franco sul Corriere (in prima e p.26) -. Conferma la volontà dei vertici del Movimento di intimidire il Carroccio, scoraggiandone eventuali tentazioni elettorali, tenendolo legato al contratto – prosegue Franco -: non quello ufficiale, ma quello parallelo, che tiene la Lega al guinzaglio dei voti veri del 4 marzo del 2018, non di quelli, per ora virtuali, dei sondaggi. "Una partita di poker giallo verde, ma nemmeno stavolta ci sarà la deflagrazione finale" commenta Bei (Stampa in prima e p.25). La crisi resta congelata – si legge nel retroscena di Verderami (Corriere p.4) -. Tanti veleni e sospetti, ma i conti si faranno il 27 maggio.
Ma non c'è solo il caso Siri ad alimentare la guerriglia fra alleati. La Lega: "Autonomia in cdm". Ma i Cinquestelle (e il colle) la fermano. Si troverà il modo di far sembrare avviato un iter che resterà fermo per settimane (Fatto p.4). Sull'autonomia, mossa per un'intesa spot, ma sarà cambiata in Aula. Un accordo in cdm che non scontenti nessuno. Un testo snello che potrà essere emendato dal Parlamento (Messaggero p.4). La linea anti diseguaglianze del Tesoro: "Vanno garantiti stessi servizi per tutti". Con gli schemi attuali delle intese si toglierebbe a chi ha di meno per dare alle regioni più ricche. Il ministro per il sud Barbara Lezzi sfida i governatori del Nord: se le bozze non hanno costi per nessuno, le presentino (Messaggero p.4).

ESTERI
Sotto il titolo "Le due Europe", la Stampa (in prima e p.6-7) mette le due notizie del giorno: l'incontro dei presidenti della Repubblica italiano e francese e il viaggio di Salvini in Ungheria: "Mattarella e Macron celebrano i valori comuni", "Orban e Salvini esaltano i confini". Il patto del filo spinato fra Salvini e Orban per l'alleanza della destra (Repubblica p.7). Il vicepremier con il leader di Budapest al muro anti migranti con la Serbia. "L'alleanza popolari-socialisti trasformerebbe l'Europa in un califfato" (Stampa p.6). Ma a margine del viaggio di Salvini in Ungheria ci sono i movimenti per il posizionamento degli schieramenti dopo le Europee. "Ppe malato terminale". Orban prepara l'uscita e l'alleanza con Salvini (Stampa p.6). "Noi e la Lega per un'altra Europa, ma nessuna flessibilità sui conti" dice il capo dell'ultra destra tedesca, Jorg Meuthen, a Repubblica (in prima e p.6). Il candidato dei popolari, Weber: "Dopo il voto il Ppe non stringerà intese con gli estremisti" (Repubblica p.6). Il Ppe cerca alleati nell'altra direzione: "Un accordo è totalmente escluso" dice il presidente popolare Joseph Daul (Foglio p.3).
Sull'incontro fra i due presidenti: Macron abbraccia Mattarella e supera le liti con i 5S (Stampa p.7). "Fra Italia e Francia amicizia indistruttibile" (Repubblica p.10). Ma è lungo l'elenco degli sgarbi di Parigi a Roma: dalla Libia ai tagli alle cattedre di lingua (Messaggero p.10).
Venezuela, "Caracas, ancora morti. Tensione Usa-Russia" (Messaggero p.11). Maduro: "E' il momento di combattere". Guaidò in difficoltà dopo il blitz fallito. L'opposizione al regime spera nell'aiuto Usa (Repubblica p.13). Il regime tenuto in vita da soldati e 007 cubani. Rampini (Repubblica p.13): la tragedia del Venezuela sembra congelata in una logica da prima guerra fredda in cui ogni superpotenza accetta di fatto la sovranità limitata degli Stati vassalli del nemico.

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