Commentario del 23.05.2019

IN PRIMA PAGINA
Conte e Salvini al Quirinale: rinvio per i decreti (Sole). Sicurezza solo dopo il voto (Corriere). Repubblica evidenzia i "respingimenti" di Mattarella. Per Messaggero è la resa del governo: decide il voto. La Lega minaccia la crisi post-voto (QN), "verrà la grandine" avverte Giorgetti (Corriere).
Giornale lancia l'allarme "pensioni e stangata": un voto per fermarli. Mentre Libero si concentra sullo stop del M5S all'autonomia: sfottuti 20 mln di italiani. Intanto, su Repubblica, l'inchiesta per tracciare l'identitkit di chi vota Lega. Il sondaggista Pagnoncelli al Fatto: "Salvini fa l'errore di Renzi, alla fine il troppo stroppia". Berlusconi alla Verità: "Il vero sovranista sono io". Mentre Zingaretti al QN dice: "Sinistra unita unico argine ai populisti".
L'Istat taglia la stima sul Pil 2019: +0,3%. Tria cresceremo di più, la strada è giusta (Sole). Ieri l'assemblea di Confinudustria, l'allarme del presidente Boccia: "Paese senza slancio". E invoca studio e doppio patriottismo (Messaggero). Il numero uno degli industriali: "Finito il tempo della tattica. Serve un progetto per il Paese" (Sole). La scelta di Confindustria: noi garantiti da Mattarella (Stampa).
Verso il voto Ue, Hollande a Repubblica: "Dalle urne può uscire un'Europa bloccata". Il leader dell'Alde Verhofstadt alla Stampa: "La Lega nel libro paga di Putin". Oggi il voto nel Regno Unito. Farage, atteso il boom (Stampa). Capolinea May (Messaggero). Congiura dei conservatori: domani l'addio.
Venezuela: soldati di Maduro fanno strage di civili al confine (Stampa).

ECONOMIA
Istat, crescita ferma allo 0,3% (Sole in prima e p.5 e tutti). Stime tagliate di un punto rispetto a novembre.  Tria: "Crescita meno forte di quanto auspicato ma più forte di quanto atteso. Siamo sulla buona strada. Cresceremo di più". E il titolare del Mef rilancia: "Il debito va ridotto" (Repubblica p.16). "Basta promesse. Ora è arrivato il momento di agire" ha detto ieri il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, rivolgendosi al governo nel corso dell'assemblea degli industriali (su tutti). "Parlate meno, così fabbricate sfiducia" il monito di Confindustria (Messaggero p.4). "Ora un piano comune con le opposizioni. Basta con discorsi che peggiorano il clima" (Corriere p.8). "Meno like, più fatti" chiedono le imprese (QN p.2).  Rivolgendosi all'esecutivo, Boccia ha chiesto: "Subito un grande progetto: assicurare all'Italia entro 20 anni la piena occupazione" (Stampa p.8). L'allarme degli industriali: il Paese è fermo. Nell'agenda delle imprese il governo non è l'unica spina: "Occorre investire di più". Le sfide in vista: digitale, auto elettrica e dimensione delle aziende (Corriere p.9). Da Confindustria una serie di proposte per rilanciare l'economia e la crescita: taglio al cuneo fiscale, infrastrutture e capitale umano. Ma gli industriali mettetono in guardia dal rischio di una "manovra recessiva da 32 mld" in autunno (Sole p.3). Ovazione per il capo dello Stato all'assemblea Confindustria (Corriere p.9). Gelo degli industriali su Di Maio: "Lui e Conte sono fumosi. A garantirci è solo Mattarella". Ovazione della platea per il presidente della Repubblica. La Lega diserta l'assemblea (Stampa p.9).
Appalti e gare, il decreto cambia ancora. Compromesso Lega-M5S sul dl sblocca-cantieri la soglia per i subappalti scenderà dal 50% al 40%. Affidamento diretto per le opere tra 40 e 150 mila euro (Messaggero p.19).
Il presidente del consiglio di vigilanza dell'Inps, Guglielmo Loy, nell'intervista a Repubblica (p.6) attacca l'Inps di Tridico: "Risponde a logiche politiche". Le critiche sono riferite soprattutto a reddito di cittadinza e quota 100: "Non sappiamo come stanno andando veramente reddito di cittadinanza e quota 100, quali categorie ne hanno usufruito, il legame con il turnover". E sulla redistribuzione delle risorse, Loy attacca: "Gravissimo pensare di poter redistribuire soldi privati frutto di contribuzione o tassazione. La solidarietà è giusta, ma  nell'ambito di un sistema mutualistico: i sacrifici di oggi ripagano il diritto al riposo di domani".

POLITICA
Mattarella incontra Conte e poi Salvini. Disarmo bilaterale tra Lega e 5 Stelle (su tutti). Decreti rinviati dopo il voto. La moral suasion del Quirinale ferma sicurezza bis e famiglia. Sfuma il piano dei due alleati, che speravano di esibirli come trofei. Il premier: "Non c'è stata nessuna censura". Salvini accetta la tregua, ma lancia l'abolizione del reato di abuso d'ufficio (Repubblica p.2).
Il faccia a faccia con Mattarella e il sì del leghista al premier. L'ottimismo di Salvini dopo l'incontro al Quirinale. La mediazione di Conte (Corriere p.7). Il Colle chiede garanzie  sula manovra. La coalizione deve ripartire dai conti: servono «coesione» e «tranquillità» (Messaggero p.3).
La stretta di Salvini: "Dopo il voto cambia tutto. Luigi sarà sempre più debole (Stampa p.6). Salvini vuole un altro premier. Il suo piano è sostituire Conte (Repubblica p.3). Colloquio del Corriere con Giorgetti: "La nostra alleanza non può vivere in stallo. Verrà la grandine e i deboli cadranno. Così non si va avanti. Non accuso il premier, è un ruolo politico, solo il capo dello Stato è super partes. Ma l'affiatamento va ritrovato. C'è un clima come quello appena prima dell'arrivo del governo Monti. I rimpasti di governo non interessano a nessuno, sono discorsi da Prima Repubblica. Se la Lega arriva al 30%? Offro champagne a tutti". Il leghista molto ascoltato da Salvini vede nero. Quanto alla possibilità di sfondare il patto di stabilità, a Giorgetti viene "da sorridere a parlare di un numero che di fatto non esiste più neanche per la Commissione. Adesso ci sono altri numeri e indicatori" (Corriere p.6). Giorgetti: "Chi vince alle urne, poi guida" (Messaggero p.2). Il "conto" leghista post-urne: regioni, flat tax e abuso d'ufficio. Salvini vuole abolire l'abuso d'ufficio, il reato contestato a Fontana: che combinazione (Fatto p.4).
"Salvini fa gli errori di Renzi Alla fine il troppo stroppia". Intervista a Nando Pagnoncelli: "Gli italiani sono primi nelle percezioni sbagliate: amplificano i fenomeni che li spaventano. E sono pure ondivaghi" (Fatto p.6).
M5S, Casaleggio blinda il limite di due mandati e azzoppa Di Maio: "Il tetto non è modificabile": Anche dai territori arriva al leader il "no" alla deroga del divieto (Stampa p.7).
Berlusconi a Mattarella: "Sciolga le Camere e votiamo a settembre". L'appello al Colle del Cavaliere che poi punge Salvini: "Non ha mai lavorato in vita sua" (Giornale p.2). "Il centrodestra resti unito. Dopo il voto decideremo chi dovrà essere il regista. Via il governo, si torni alle urne a settembre" (Corriere p.7). "Il vero sovranista sono io" dice Berlusconi alla Verità.. Tajani sicuro della fedeltà degli alleati: "Gli attacchi? Con il proporzionale ognuno corre per sé" (Giornale p.3)
"Sinistra unita argine contro il populismo". Il segretario Pd Zingaretti al QN (in prima e p.5): "5S senza identità, riprendiamoci i loro elettori delusi". M5S e Pd ci dicano subito che faranno per fermare Salvini, scrive Massimo Cacciari  in un intervento sul Fatto (p.5). Ma il vice segretaro dem Orlando alla Stampa (p.10): "M5S-Lega come Dc-Psi. Anche se cadrà il governo poi torneranno insieme". E Pisapia stoppa i progetti di unire Pd e M5S: "Mai un'intesa con il M5S di Di Maio". Il Pd ha capito che serve allargare il campo, le elezioni non si vincono più rincorrendo il centro (Repubblica p.7). Ma Renzi ha detto ieri: il Pd guardi al centro. Così l'ex leader torna in pista (Messaggero p.3).

ESTERI
Al via oggi, in Gran Bretagna e Olanda, le elezioni europee. Farage vola, nei sondaggi Brexit party al 37%. Rivolta nei conservatori (Corriere p.2). Ma il premier è sull'orlo delle dimissioni. Parte la congiura dell'ala dei Tory pro-Brexit. Si dimette una ministra. "Per Theresa è quasi finita" (Repubblica p.8). La bomba Brexit sulle elezioni. Ue, un governo Johnson non rassicura. I timori di Bruxelles: restare a lungo ostaggio delle incertezze di Londra. Da Berlino a Tusk, è forte il partito di chi vuole un secondo referendum sull'uscita (Messaggero p.7).
"Salvini e i sovranisti al soldo di Putin. Cospirano per distruggere l'Europa". Guy Verhofstadt, il leader dell'Alde alla Stampa (p.4): "Ho chiesto a Salvini un confronto sui suoi rapporti con la Russia, ma non ha il coraggio". Poi ragione sugli scenari europei: "Non è colpa dei populisti se l'Ue non avanza, ma le loro ricette la indeboliscono. Con M5S e Lega assisteremo a un indebolimento dell'Italia nell'Europarlamento". Su Repubblica (p.9) parla François Hollande: "Forte il rischio frenata, ora Francia e Germania mettano il turbo all'Ue. E' un bene che nessun partito, nemmeno tra i nazionalisti, parli più di uscire dall'Ue. Ma il pericolo è un'Europa bloccata al livello del Consiglio europeo, dove vige la regola dell'unanimità e siedono diversi governi di ispirazione nazionalista. Per questo propongo di creare un'avanguardia di Paesi dentro all'Europa che possa muoversi più velocemente". Poi sull'Italia, l'ex presidente francese dice: "È troppo facile attaccare l'Europa. L'attuale coalizione al governo in Italia pretendeva di rilanciare investimenti e consumi. Su entrambi i fronti hanno fallito per mancanza di fiducia. E il governo si è rapidamente piegato alle richieste della Commissione. Italia isolata? Non l'Italia, ma l'attuale governo. Prima ha minacciato di uscire dall'euro, cosa che ovviamente non ha fatto. Poi è stato il primo a parlare con la Cina per accordi sulla Via della Seta. Infine, non ha avanzato nessuna seria proposta sull'immigrazione. Per quanto riguarda il rapporto tra il governo italiano e la Russia abbiamo le prove di una colpevole complicità".
Reportage della Stampa (in prima e p.2) dal Venezuela. La strage delle milizie di Maduro. Cecchini contro i civili per bloccare l'arrivo degli aiuti. Al confine con il Brasile dove le bande uccidono chi prova a rifornirsi di cibo e medicine, Indigeni Pemon cacciati dai loro villaggi per appropriarsi delle risorse di oro e diamanti. Oltre confine le autorità brasiliane e l'Onu hanno allestito campi profughi.
Libia, Haftar incontra Macron «Per ora non fermo le armi». Fallisce il tentativo di mediazione del presidente francese: «Non ci sono le condizioni per una tregua» (Messaggero p.11).

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