Commentario del 13.02.2019

IN PRIMA PAGINA
In primo piano le spaccature nel governo su Tav e reddito di cittadinanza (Corriere). Alta Velocità Torino-Lione bloccata fino alle europee (Messaggero). Rivolta del Nord e la Lega dice sì al referendum (Repubblica). Scontro sui costi superiori ai benefici, le imprese: così perdiamo 50 mila posti (Sole). "I dati bocciano il Tav? Il Partito degli Affari se la prende coi dati" (Fatto). E il tecnico antirelazione al Corriere dice: "Risultati falsati da strani metodi". Giornale all'attacco: "Con una bugia chiudono l'Italia".
E la Lega va all'attacco sul reddito (Sole): pioggia di emendamenti. Un solo rinnovo e stop al doppio bonus: i ritocchi della Lega smontano il reddito (Messaggero). Per Libero il reddito di cittadinanza costa ben più della Tav.
Intanto, il Parlamento europeo processa Conte: "Sei un burattino". La replica: "Voi lobbsti" (Repubblica). Stampa parla di "umiliazione" per Conte in Ue. Intanto disgelo con la Francia, Macron chiama Mattarella: "Legami forti" (Messaggero).
Venezuela: il Papa a Maduro: "Accordi disattesi" (Corriere).
Sardegna, guerra del latte: le imprese chiedono rispetto della legalità (Sole). Protesta dei pastori sardi sotto i Palazzi romani (Stampa). Libero polemico: olio taroccato e latte straniero uccidono la nostra agricoltura.
Autostrada, si cambia: velocità variabile da 70 a 150 all'ora (Messaggero).

ECONOMIA
L'Ue vede rischi nei conti dell'Italia, ma assicura: "Non nel breve periodo" (Stampa p.16). Secondo i ministri dell'Economia riuniti ieri all'Ecofini, ci sono alte incognite sulla sostenibilità del bilancio italiano nel medio e lungo periodo. "il Paese – scrivono – è particolarmente esposto a cambiamenti improvvisi della percezione dei mercati".
La Verità (in prima e p.7) torna sul tema delle riserve auree emerso nei giorni scorsi: Berlino cerca di aggrapparsi al nostro oro. Riprendendo le parole dell'economista tedesco Daniel Gros in tv, la Verità segnala come "la Germania da 40 anni cerchi di usare le riserve auree a garanzia del debito italiano". Una cosa che Csu e Cdu nel 2011 chiedevano a Berlusconi. Ma la Merkel si rifiutò di usare i suoi lingotti per rafforzare il fondo Salva Stati. Ecco perchè – segnala la Verità – il limbo normativo sulla titolarità dell'oro italiano rischia di indebolirci e l'opposizione del Pd alla legge sulla proprietà è irresponsabile.
Intanto continuano le tensioni sul reddito di cittadinanza, sul quale restano le distanze tra Carroccio e M5S. La Lega all'assalto del reddito, l'ira del M5S (Corriere p.6): emendamenti del Carroccio al "decretone" chiedono l'inserimento di alcuni paletti, come l'esclusione dal sussidio per le persone che non abbiano lavorato almeno due anni nella propria vita, sussidio rinnovabile al massimo una volta, obbligo di servizio civile se chi chiede il sussidio ha tra i 18 e i 28 anni. La Lega prova a silurare il provvedimento caro al M5S (QN p.5). Reddito a tempo e senza stranieri, la Lega prova a fermare i Cinque Stelle (Repubblica pagina 9): accesso agli stranieri, requisiti delle lavoratrici sono alcuni nei nodi da sciogliere delle misure simbolo che dividono la maggioranza. E il Carroccio va all'attacco anche sul doppio bonus al Sud, ma la ministra Lezzi protesta e si dice "sconcertata" (Messaggero p.6). Intanto, le Regioni insorgono sulla questione relativa all'assunzione dei Navigator: pasticcio che non paghiamo (Repubblica p.9). Intesa difficile tra Di Maio e le Regioni sull'assunzione delle figure che dovrebbero guidare i beneficiari del sussidio nella ricerca dell'impiego (Sole p.5): dopo quattro ore di incontro, per la priva volta segnali di avvicinamento tra le parti. Il possibile accordo deve passare per la Conferenza Stato-Regioni ed essere recepito dal Dl. Intanto, il Giornale (p.9) si concentra sugli escamotage dei "furbetti" per ottenere il reddito: finti divorzi per scroccare il sussidio. Boom di cambi di residenza e di stato familiare, ma la Guardia di finanza scende in campo (Avvenire p. 6): l'obiettivo è assicurare un rafforzamento del presidio ispettivo nei settori della spesa assistenziale.
E intanto la Lega prepara la grande rivoluzione del Fisco (Tempo in prima e p.4): via agli 80 euro del bonus Renzi per abbassare la prima aliquota Irpef. Aumento dell'Iva compensato da scontrini e fatture detraibili per tutti. Strateghi del Carroccio già al lavoro sulle nuove misure, nella chat dei fedelissimi, ribattezzata "tavolo economia", si parla di Irpef al 15% fino a 100 mila euro. Ipotesi di introduzione della bozza nel Def e dell'inserimento della novità nel 2020.

POLITICA
Tensioni nel governo su Tav e reddito di cittadinanza, mentre Conte subisce l'attacco dell'Europarlamento. L'analisi costi benefici boccia la Tav. Ma è guerra di cifre e la commissione è spaccata (Stampa p.4). I 5S si schierano per lo stop all'opera, ma la Lega non ci sta: "L'analisi non è Vangelo" (Messaggero p.4). Il Carroccio: senza intesa, referendum (Corriere p.2 e tutti). Repubblica (p.6) segnala il jolly del rinvio: altri tre mesi di tempo per non perdere i fondi. E per il Messaggero (p.5) lo scontro tra i due vicepremier blocca i cantieri fino alle europee. Il viceministro leghista delle Infrastrutture Rixi alla Stampa (p.5): "Non realizzare l'opera è uno scenario assurdo. Serve buonsenso, no l'ideologia. Ci sono aspetti che non mi convincono delle metodologie della relazione. Penso e spero si possa trovare una sintesi, il referendum si può fare ma non voglio pensare che siano i cittadini a fare la sintesi". Il Mit ha bocciato l'opera: più costi per 7 mld, ma è scontro sulle penali (Messaggero p.2): il dossier elaborato dal team guidato da Ponti parla di "saldo negativo rispetto ai benefici", ma da Parigi attaccano: "Fazioso". E il ministro Toninelli si scaglia contro lo studio dell'Avvocatura: "Sanzioni troppo alte". Repubblica (p.7) e tutti segnalano i conti che non tornano nell'analisi. E la commissione è spaccata,  con il professor Coppola che non firma la relazione e al Corriere (p.2) dice: "Non condivido la metodologia utilizzata, si discosta molto dalle linee guida adottate da tutti i Paesi Ue sulle analisi costi-benefici e da quelle italiane che riguardano le valutazioni degli investimenti pubblici. Ho forti perplessità sui metodi e quindi sul risultato prodotto". Gelo di Salvini: "Conti strani, la Tav va fatta" (Stampa p.6). Sul Giornale (p.2) parla l'esperto di lavori pubblici Enrico Michetti: "Lettura miope di un vasto progetto, si dimenticano indotto e ambiente. L'Analisi è carente, dà troppo peso alla perdita dei pedaggi dei tir e poco ad altri fattori rilevanti".
Palazzo Chigi vacilla per la bomba Tav, ma Di Maio sparisce (Giornale p.5). Giallo su Di Maio sparito. Ma il leader prepara il braccio di ferro con l'alleato (Corriere p.3). E nel M5S crescono le tensioni anche per effetto del flop elettorale in Abruzzo. Sondaggio di Noto sul QN (in e p.7): un elettore grillino su tre è deluso. Il 60% di chi li ha votati il 4 marzo conferma la scelta, ma tra i delusi il 15% preferirebbe votare centrosinistra e il 20% Lega. Mentre c'è un 40%  che boccia l'alleanza con la Lega. Di Maio & c. pagano il prezzo di una confusa aggregazione  Di Maio un uomo solo al comando, il no di Casaleggio a riformare il M5S (Repubblica p.4). Cresce la voglia di radicare il Movimento nei territori, ma arriva il no secco del leader a Milano. Resa dei conti in casa 5 Stelle. Nel mirino Davide Casaleggio (Stampa p.7). Movimento nel caos (Messaggero p.4). Mentre in molti si preoccupano per la tenuta dei vertici grillini, Trocino sul Corriere (p.6) evidenzia la tentazione di un rimpasto di governo tra i 5S: Toninelli, Lezzi e Giulia Grillo i tre ministri nel mirino. Una sostituzione dei tre ministri vorrebbe dire prendere atto della sconfitta in Abruzzo, ma dentro il Movimento si fa strada l'idea di rilanciare l'immagine appannata delle ultime settimane. L'ipotesi del "rimpastino" citata anche dal Fatto (p.4), secondo cui sarebbero Lezzi e Grillo in bilico: l'obiettivo è voltare pagina dopo il flop.

ESTERI
A Strasburgo processo al premier: "Sei il burattino di Lega e 5S" (Repubblica p.2 e tutti). Conte, sotto attacco, replica: "Offeso il popolo italiano". Poi il contrattacco: "l'Europa è lontana dal popolo" (su tutti). Conte scioccato: io parafulmine di Salvini e Di Maio, ci metto la faccia (Repubblica p.3). Il premier incassatore: io non rappresento le lobby. "Siamo un Paese fondatore, non possiamo essere trattati cosi" (Corriere p.9). Salvini parla di "insulti vergognosi" da parte dei burocrati Ue (Sole p.8 e altri) e lancia l'avvertimento in vista del voto europeo: "Andrete a casa" (Corriere p.8 e altri).   Il presidente dei deputati popolari Ue Weber al Corriere (p.8) critica l'Italia per la posizione sul Venezuela e per i dissidi con la Francia: "E' più facile vincere le elezioni come movimento anti elite che governare come tale, perchè nel frattempo voi siete l'elite". Intanto, sui rapporti Italia-Francia, Macron scavalca il governo e chiama Mattarella: "Presidente ci affidiamo a le"i (Stampa p.3 e altri). La telefonata di Macron e la mano tesa a Mattarella (Corriere p.9). Una telefonata sblocca crisi (Repubblica p.3).
Venezuela. Lettera di Bergoglio "Al signor Maduro": Il Papa elenca gli impegni disattesi (Corriere in prima e p.13). L'ultima mediazione del Vaticano sa di richiesta di resa. Obiettivo: evitare di essere usati come uno schermo del regime . Sempre sul Venezuela, Il Parlamento italiano evita di riconoscere Guaidò presidente ad interim del Venezuela e auspica che si arrivi in tempi rapidi al voto. Il Fatto (p.6) evidenzia la posizione "neutralissima" del ministro Moavero che tiene uniti grillini e leghisti: su Caracas, il governo mantiene l'equidistanza e non si schiera né con Maduro né con Guaidò. L'analisi di Ian Bremmer (Corriere p.24): La mobilitazione mondiale fa ben sperare il Venezuela.
Spagna. Diritti umani violati a Barcellona, la parola alla difesa indipendentista (Corriere pagina 12). I leader catalani alla sbarra: ora la nostra verità (Stampa pagina 9).
Slovenia. A Nova Gorica la città che supera i confini: "Così l'Italia riapre le ferite del fascismo" (Stampa pagina 8).
Niente muro con il Messico e gli Usa evitano lo shutdown (Messaggero p. 11) La Commissione del Senato sul Russiagate chiude l'inchiesta: nessuna prova di un patto di collaborazione tra Trump e la
Russia. Sull'accordo di rifinanziamento contro lo shutdown voluto da democratici e repubblicani, Trump: "Non sono d'accordo, alla fine si farà". Prevista una recinzione di 89 km al posto dell'opera di 321 voluta dalla Casa Bianca.

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