Commentario del 12.02.2019

IN PRIMA PAGINA
Politica in primo piano per le tensioni sul governo dopo il voto in Abruzzo (Corriere). Nelle regionali, M5S cede 6 voti su 10 e si tormenta su regole e Salvini (Fatto). Debacle 5S, metà sono astenuti, il resto a Lega e Pd (Messaggero). Giornale parla si "psicodramma a 5S". Il crollo dei 5S agita il governo (Messaggero). La Lega raddoppia i voti, il M5S li dimezza: "Palloni sgonfiati" (Libero). Salvini oscura Di Maio, il M5S rilancia sulla Tav e punta tutto su Conte (Stampa). Per Repubblica M5S divisi dopo il ko in Abruzzo, la prima mossa: no definitivo alla Tav.
A proposito di Tav, sul Fatto, in  esclusiva, il documento degli esperti che definisce "inutile" il Tav tra "costi altissimi e zero benefici".
In evidenza anche le questioni relative a Bankitalia, tra nomine e gestione delle riserve aurifere. Salvini smorza l'attacco e Signorini è più vicino alla conferma (Sole). Per la Verità lo scontro non è sulle nomine ma sugli sbancati. "Bankitalia resti indipendente" avverte l'Ue, il Carroccio vuole trasferire l'oro allo Stato (Messaggero). "Non venderemo l'oro della Patria, vogliamo solo proteggerlo" dice alla Verità Borghi.
Esteri-Venezuela: lettera di Guaidò all'Italia: sconcerto per la vostra linea (Corriere).
Italia-Francia: prove di disgelo, il Colle chiama Conte: ricucite con Macron (Messaggero).
Siria: caccia all'ultimo capo Isis, ferito fotoreporter italiano (Repubblica, Messaggero e altri).

ECONOMIA
Prove di tregua fra governo e Bankitalia: il vicepresidente verso la riconferma (Stampa p.7). Salvini, dopo l'attacco dei giorni scorsi, è pronto ad affidarsi alla "competenza" di Conte e Tria sulla conferma del vicedirettore della Banca d'Italia Signorini (Sole in prima e p.2 e tutti). Dopo l'avvertimento Ue sulla necessità di preservare l'autonomia delle banche centrali e delle istituzioni finanziarie, Salvini ha detto: "Le nomine non mi appassionano, non entro nel merito di chi è più bravo" e "in Cdm si troverà un accordo". Poi ribadisce: "Qualcosa va cambiato, ma non necessariamente qualcuno". L'ex premier Lamberto Dini al Corriere (p.8): "Bisogna rispettare le regole, i veti sono dettati dalla campagna elettorale, potrebbero cadere con il tempo. Un altro vicedirettore, Panetta, è stato rinnovato senza clamore. Il premier confermi Signorini". Sul Corriere (p.26) il commento di Bregantini segnala come Lega e M5S si stiano accanendo su Bankitalia e Consob per renderle dipendenti e creare consenso, poiché gli dà fastidio l'equilibrio su cui si poggia l'assetto democratico del Paese. Consob e Bankitalia non sono perfette – scrive Bregantini – ma nessun Paese serio opera scelta con una simile sciatteria.
A proposito di Bankitalia, Lega all'attacco sulle riserve aurifere: proposta di legge per assegnare allo Stato la proprietà delle riserve (Messaggero p.8). Salvini interviene: "Non ho studiato l'ipotesi di utilizzarlo per sterilizzare l'aumento dell'Iva. Voglio approfondire, l'importante è che sia certificato che quell'oro sia degli italiani" (Sole e altri). Il presidente della Commissione Bilancio della Camera Claudio Borghi alla Verità (in prima e p.6): "L'oro è dello Stato, non di Banca d'Italia. E lo proteggeremo". L'economista leghista spiega: "La storia della vendita è una bufala, fisseremo per legge che la proprietà è pubblica. Oggi l'oro è gestito da Bankitalia, i cui azionisti sono le banche privata. Ci sono stati due dioscuri della sinistra che hanno fatto danni su questo tema: Amato, con la privatizzazione degli azionisti pubblici di Bankitalia, ed Enrico Letta che rivalutò le quote in mano agli azionisti privati. La nostra intenzione è affiancare una proposta di legge che introduce la necessità di un'autorizzazione da parte della maggioranza qualificata del Parlamento ogni qual volta si intende alienare l'oro". Per il Fatto (p.8) l'oro di Bankitalia è l'ultimo miraggio anticrisi dei governi: la Lega vuole una legge per sapere di chi sono i lingotti, da anni la politica vuole usarli per abbattere il debito. Il professor Toniolo ragiona con il Corriere (p.9): "L'oro di Via Nazionale non è il tappabuchi del debito ma un tesoro in caso di emergenza". L'ex ministro dell'Economia Padoan alla Stampa (p.6): "Se passasse l'idea che i problemi di finanza pubblica si risolvono svuotando le casseforti il messaggio ai mercati sarebbe devastante. Se fossi nel governo tirerei fuori dal cassetto il progetto Capricorn della Cdp, il cui bilancio è fuori dal perimetro dello Stato. Ci sono molte partecipazioni pubbliche che possono essere portate sono il controllo Cdp, riducendo il debito". Poi Padoan ragiona sulla situazione economica del Paese: "Spero si eviti una recessione profonda. Ma ci sono segnali preoccupanti: dall'estate scorsa sono bloccati gli investimenti privati e nei prossimi mesi il Paese ridurrà la propria capacità produttiva: sono segnali che indicano una recessione lunga. Bisognerebbe aumentare gli investimenti pubblici, ma l'ultima manovra li ha ridotti".

POLITICA
Tensioni sul governo dopo il voto (Corriere in apertura e tutti). Dopo il tonfo del M5S, Salvini rassicura: "Non hanno nulla da temere". Mentre il voto in Abruzzo scuote l'esecutivo, il premier garantisce "altri 4 anni" alla guida del Paese. "Cambio dopo le Europee". ma Salvini ora attende il voto sulla Diciotti, è il retroscena di Lopapa su Repubblica. Secondo la Stampa (p.2) Salvini teme il crollo di Di Maio e tiene a distanza Fi: il leghista evita di sottolineare la vittoria e ribadisce l'alleanza "oltre la politica" con Di Maio. Il tracollo 5S fa paura a Salvini: l'alleanza traballa. Infatti monta la rabbia nel M5S e c'è chi pensa a un incidente per far cadere il governo. Ma Di Maio a colloquio con il Corriere (p.3) rassicura: "Paghiamo l'astensione ma l'alleanza non si rompe. E' innegabile che sia colpa nostra se non riusciamo a far capire tutto quello che di buono abbiamo fatto, ma il governo va avanti. Dobbiamo tornare – prosegue – come eravamo ed essere meno verticistici, non abbiamo pigiabottoni". E l'onorevole grillino Colletti a Repubblica (p.2): "Torniamo alla strada, un attivista vale più di un sì sul web". L'analisi del voto evidenzia il dimezzamento dei consensi del M5S: metà astenuti e il resto diviso tra Lega e centrosinistra (Messaggero p.2). Repubblica (p.4) parla di "prima fuga" degli elettori 5S: uno su cinque cambia partito. Giornale (in apertura) segnala lo "psicodramma" nel Movimento, con Di Maio di fronte ad un bivio: salvare il governo o il Movimento.  Libero (in apertura) all'attacco dei grillini: "Palloni sgonfiati. Gli elettori gli voltano le spalle perchè sono una banda di improvvisati, capace di promettere ma non di mantenere". Conti sul Messaggero – è l'unico a segnalarlo – adombra sospetti sul premier: fa un partito. "La debolezza Di Maio e le regole M5S. Ora più Conte e meno Di Battista" è il retroscena di Lombardo sulla Stampa. "La Lega ci usa, ed è processo a Di Battista" è l'allarme dei 5S (Messaggero). Per Repubblica, dopo il ko in Abruzzo la linea dura dei 5S è subito pronta allo stop alla Tav. E il Giornale (p.7) torna a premere sulla centralità di Fi e sulla necessità di un centrodestra unito. Mentre Verderami sul Corriere segnala il convergere di interessi di Berlusconi e Di Maio per ingabbiare Matteo e farlo scegliere: o è crisi, o si consolida l'alleanza. Ma pressochè tutti sostengono che prima del voto delle europee di maggio non succederà nulla. In casa Forza Italia, fermata l'Opa leghista dice il Cavaliere (Messaggero). Berlusconi festeggia ma i forzisti si spaccano tra chi vuole andare da Salvini come Toti e chi vuole mantenere la propria autonomia. Berlusconi: " Inutile dividerci ora dice" (Corriere).
Per la tenuta del governo potrebbe diventare decisiva la questione Tav. Il M5S pronto al No. "La Tav è inutile, costi altissimi e zero benefiici". In esclusiva sul Fatto (prima e p. 11-14) il documento degli esperti del Ministero, secondo il quale a 12mld di costi coinciderebbero appena 800mln di benefici, per una perdita di 7-8mld. Per sostenere l'opera, le merci dovrebbero essere 25 volte di più. Irrisori, secondo il documento, anche i vantaggi ambientali per il minor traffico su strada. La Stampa (p.5) evidenzia lo scontro finale Salvini-Toninelli sulla Torino-Lione. Il M5S rilancia il "no" al tunnel di base. A corredo del servizio (Fatto p. 11) il commento di Feltri: "Fine della discussione, il progetto sulla Tav è uno spreco: è già costato 1,4mld, cifra ormai irrecuperabile ed i numeri spiegano ancora meglio il fatto che non ha alcun senso spendere 12mld per un tunnel che porterà pochissimi vantaggi". Secondo Feltri, chi difende la Tav lo fa "come battaglia di principio o sussidio a un territorio colpito dal declino Fiat" quando "basterebbe ridurre i pedaggi ai trafori – di pari importo – per ottenere lo stesso vantaggio dell'opera".

ESTERI
Venezuela, lettera di Guaidò all'Italia: "Sconcerto per la vostra linea" (Corriere in prima e p.11 e tutti). "Non capiamo perchè il Paese a noi più vicino – dice il presidente autoproclamato nella lettera all'Italia – non prenda una posizione netta e chiara contro il dittatore Maduro e non chieda libere elezioni". Oggi comunicazione del ministro degli Esteri Moavero e voto in Parlamento per verificare la volontà della maggioranza (Messaggero p.10). 
Italia-Francia, tutti i quotidiani segnalano le mosse del Quirinale per favorire un chiarimento tra il governo italiano e il presidente francese Macron (Messaggero e tutti). Il Colle avrebbe imposto un aut aut al Governo: o fate pace con Macron o lo invito io. Repubblica: Pronta la tregua, verso un contatto Macron-Mattarella.
Siria, fotografo italiano ferito (su tutti). Colpito al volto da una granata, in Siria, Gabriele Micalizzi, non è in pericolo di vita.
Slovenia. La celebrazione della giornata della memoria sulle foibe, e le dichiarazioni di Tajani e Salvini oltre a quelle di Mattarella hanno innescato un caso diplomatico: "Viva la Dalmazia e l'Istria Italiane". Sul Tajani dannunziano l'ira di Slovenia e Croazia è il titola di Repubblica. E la Slovenia protesta con Mattarella: lettera del presidente Pahor per le parole utilizzata da Tajani e Salvini per commemorare il Giorno del Ricordo (Stampa p.7 e altri).
In Spagna intanto inizia il processo agli indipendentisti. Situazione delicata perchè il premier Sanchez è tra due fuochi visto che ha bisogno dei loro voti in Parlamento. Si parla di elezioni anticipate per Nicastro sul Corriere mentre per Oppes su Repubblica Sanchez è sull'orlo della crisi.

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