Commentario del 1.05.2017

IN PRIMA PAGINA
Pd, due milioni al voto: vince Renzi (Corriere, Stampa). "Ciaone" Gentiloni (Giornale). "Nuovo inizio, non rivincita" (Messaggero). Tregua con la minoranza (Corriere) e nuove alleanze "ma non con i partiti" (Repubblica). Gentiloni vuole chiarezza sulla legislatura (Stampa), Renzi gioca le sue carte da premier-ombra (Messaggero). Repubblica e Messaggero contro elezioni anticipate, il Foglio a favore.
Molto spazio al lavoro, con l'Italia record di "neet": 2,2 milioni i giovani senza studio né impiego (Sole). Sul Messaggero i "bamboccioni" per forza. Camusso al Fatto: "Il sindacato è vivo, i voucher lo dimostrano". Ma sul caso Almaviva il giudice sentenzia: "Licenziamenti per colpa della Cgil" (Messaggero). Sul Corriere altra categoria senza Festa, le partite Iva. Su A&F le storie delle tute blu diventate manager.
Sul fronte Ong-migranti, governo verso la stretta: attracco vietato alle navi sospette (Corriere, Messaggero). Salvini al governo: "Fuori i dossier". E tira in ballo il Copasir (Messaggero).
Brexit, la May non molla: niente ricatti: siamo inglesi (Giornale, QN). Francia, nella sua Amiens Macron non sfonda: "Noi operai usati dai due candidati" (Repubblica).
Sul Corriere l'ultima corsa di Ueli Steck, il "velocista" dei ghiacci, morto sull'Everest.

ITALIA-ECONOMIA
In Italia record di "Neet": 2,2 milioni di giovani senza studio né lavoro (Sole). Nonostante il calo del 7,9%, l'Italia resta fanalino di coda in Ue, evidente su questo tema il divario tra Nord (16,9%)  e Sud (34,2%) del Paese. "Si tratta di quella parte di giovani – dice il Rapporto Toniolo – che più rischia di vedersi deteriorato il futuro". Poco lavoro, niente certezze, così i giovani restano a casa: anche sul  Messaggero i dati dello studio Toniolo, che confermano le crescenti difficoltà per i giovani ad abbandonare la famiglia. Nel 70% dei casi sono motivi di ordine economico a penalizzare le intenzioni di autonomia.
"Siamo ancora necessari, i voucher lo dimostrano": la Camusso (Cgil) intervistata dal Fatto rivendica il ruolo del sindacato e festeggia come un "grande risultato" la cancellazione dei voucher: "La gente – spiega – non è più rassegnata alla flessibilità, e non percepisce più la precarietà come un dato acquisito. E' finita una lunga stagione di sfiducia perchè c'è più consapevolezza tra i cittadini". Ragionando su un ampio scenario, che riguarda tutta l'Europa, ed evidenziato dal flop dei partiti tradizionali nel primo turno del voto francese, per la Camusso è evidente "una crisi della sinistra, che ha pensato che il lavoro non fosse più il punto di riferimento, lasciando prevalere il liberismo e la precarizzazione del lavoro".
Il lavoro che c'è ma che pochi trovano: sul Fatto focus su un "paradosso" del lavoro. Mentre si parla di disoccupazione in crescita, esistono settori che creano prospettive, posti ben pagati ma che rimangono vacanti per mesi per assenza di candidati credibili. "Vogliamo fare tutti le stesse cose: siamo un Paese di avvocati, giornalisti, notai, esperti di marketing. Settori saturi di oltre un decennio". Non festeggiano il Primo Maggio neanche le Partite Iva, scrive il Corriere: senza uno statuto del lavoro autonomo, per colpa delle lungaggini del Parlamento, questi lavoratori restano privi di tutele essenziali.

ITALIA-POLITICA
Due milioni al voto, vittoria larga di Renzi (71%) con Orlando al 21% ed Emiliano all'8%. "Non è una rivincita, adesso avanti insieme" (Messaggero). L'obiettivo è raggiungere il 40% e vincere le elezioni da soli. "Noi vogliamo fare una grande coalizione con i cittadini, non con i presunti partiti che non rappresentano neppure se stessi". E sulla data del voto sorvola: "Non sappiamo quando sarà, ma servirà un partito molto radicato". Renzi prova a chiudere le polemiche con la minoranza interne e si prepara a dare la linea al governo: "Mi aspetto molto dal governo, interverrò ogni volta che devo" (Stampa). Gentiloni lo vota, si congratula ma chiede una decisione chiara sulla legislatura (Stampa). "Dobbiamo proseguire il cammino delle riforme, sarebbe irresponsabile perdere l'occasione di una ripresa che c'è" aveva detto il premier venerdì in chiusura di campagna elettorale. Padoan preoccupato della tenuta del sistema economico-finanziario e soprattutto della manovra d'autunno. A Palazzo Chigi sperano che nel giro di poche settimane si decidano le sorti della legge elettorale e della legislatura. Per il Giornale il governo ha i giorni contati: la vittoria di Renzi è un avviso di sfratto, anche se Guerini e Martina assicurano che l'orizzonte resta il voto nel 2018. Orfini a Repubblica: "Si apre una fase nuova nella vita del Pd e del Paese, ora ci rafforzeremo per arrivare pronti alla sfida elettorale, quando arriverà". E sulle alleanze: "Le coalizioni sono state la rovina del Paese, serve un progetto riformista e di sinistra allargato ad altri mondi". Parisi al Corriere: "Primarie vitali, nonostante tutto. Ora Matteo Matteo si allei con i fuoriusciti: senza il Pd il centrosinistra non esiste.Ma solo il Pd continua a non essere sufficiente. Larghe intese? Spero proprio di no". Su Repubblica il Renzi-pensiero: "So che il Pd non può fare da solo ma siamo gli unici veri-anti-Grillo". E sulla legge elettorale l'idea è lasciare tutto com'è: Italicum senza ballottaggio alla Camera e proporzionale con sbarramento all'8%.

EUROPA
Regno Unito, May ribatte dura alla Ue: "No a un'intesa a tutti i costi, sulla Brexit non ci faremo dettare la linea" (Corriere). La leader tory, in piena campagna elettorale, paventa un abbandono della Ue senza nessun accordo piuttosto che digerire condizioni ritenute inaccettabili. Si aprirebbe uno scenario pericolosissimo: il Regno Unito si troverebbe fuori dalla Ue senza una cornice legale, le frontiere si bloccherebbero e i commerci tornerebbero ad essere imposti dal Wto, con l'imposizione di dazi e caos alle dogane. Il nodo del contendere è soprattutto quello economico: il conto del divorzio. Per Downing Street priorità a libero mercato senza dazi, no alle Corti europee e stop ai migranti. Sul Messaggero cosa cambia per i cittadini Ue, dai visti al lavoro: in questo caso il nodo cruciale sono le quote sull'immigrazione. Entrare nel Regno Unito sarà sempre più difficile. Gli italiani di Londra: "Della May non ci fidiamo".
Francia, la Chiesa non prende posizione (Corriere): come il Papa, che di ritorno dall'Egitto ha detto di non conoscere la politica francese e di non voler interferire con vicende interne agli Stati, anche i vescovi non prendono posizione sul ballottaggio di domenica prossima, deludendo quanti si aspettavano una presa di posizione a favore di Macron e contro Le Pen. Dalla Le Pen nuovo affondo sull'euro per fugare dubbi su un suo ammorbidimento, dopo l'alleanza col gollista Dupotn Aignan e sfida di piazza con Macron a Parigi, in un Primo Maggio che si annuncia carico di tensione (Messaggero). I sondaggi danno milioni di indecisi e lo spettro di un'astensione record che potrebbe pesare sul risultato.
L'economista francese Veron: "Il voto a Macron è una buona notizia, anche se il risultato elettorale non è mai certo – dice all'Economia – Dopo il primo turno in Italia lo spread è sceso perché è diminuito il rischio francese, ora però i mercati guarderanno con più attenzione a Paesi come l'Italia, che resta fragile e con molte debolezze".

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