Commentario del 8.05.2017

IN PRIMA PAGINA
Vince Macron, per la Francia e per l'Europa (Corriere, Stampa, Repubblica): "Proteggerò la Repubblica" (Stampa). Ma Marine non si arrende: "Rifondare il partito" (Repubblica, Messaggero). Merkel sogna l'intesa con Parigi (Stampa). Tajani: "Ma su immigrati e disoccupazione la Ue ora cambi" (Mattino). Letta alla Stampa: "Europeismo, carta vincente contro i populismi". Veltroni al Messaggero: "Ha vinto l'idea riformista, eviti l'asse con i tedeschi". Il voto francese condiziona anche la politica italiana. Il Giornale: di sola destra non si vince. Casini: "Silvio con noi fa il 20%" (Libero). Intanto Renzi blinda il governo: "Gentiloni fino al 2018" (Repubblica). E sulla legge elettorale sfida Mattarella: "Non chiedete a noi" (Corriere). Il Pd riparte senza unirsi (Repubblica).
Spazio anche all'economia. Sul Sole sei anni di spending review, ma la spesa pubblica non frena. Morando: in ritardo ma ora ci siamo. Sul Messaggero ipotesi web tax: ora il governo vuol far pagare i colossi di internet. Su Repubblica Alitalia in picchiata: bruciati altri 200 milioni.
Roma sotto i fumi di Pomezia: la nube è tossica? si chiede il Corriere. Milano aspetta Obama: l'ex presidente in Fiera e al Cenacolo (Corriere).

ITALIA-ECONOMIA
Web Tax in "manovrina" (Messaggero p.10): il governo prepara una norma transitoria per tassare le multinazionali del web che fanno affari in Italia. L'idea è quella di inserirla nella "manovrina" di correzione dei conti all'esame del Parlamento. A regime la web tax potrebbe produrre un gettito di 5 mld, considerato che la base imponibile aggirata in Italia dalle multinazionali viaggia intorno a 31 mld. Padoan porterà il tema web tax all'attenzione del G7 dei ministri finanziari previsto in settimana a Bari. "Le posizioni sono diverse, l'Italia farà di tutto perché ci siano passi avanti".
Sul Sole (in apertura e a p.2) il flop spending review: sei anni di politica di tagli e revisione non sono in realtà riusciti a frenare la spesa pubblica, con le spese correnti che nel 2016 hanno superato per la prima volta i 700 mld di euro. A pesare sono la spesa per previdenza e assistenza (cresciute del 10,9%) e la spesa per acquisti (+4,5%); "sollievo" per i conti pubblici dagli interessi sul debito (-13,3%) e sui costi del personale (-3,3%). In picchiata anche la spesa per investimenti (-22,6%). Morando al Sole (p.3): "Per ottenere risultati la revisione della spesa deve essere strutturale ed entrare in modo permanente nella costruzione del bilancio. Con la riforma della contabilità ci siamo finalmente arrivati ma con otto anni di ritardo". 
Su Repubblica (p.16) le grandi manovre su Bankitalia e Consob, con il rinnovo dei vertici che potrebbe coincidere con una nuova stagione di turbolenza finanziaria per l'Italia. Per Consob la soluzione sembrerebbe più semplice: Vegas chiude un mandato non rinnovabile, al suo posto potrebbero andare uno degli attuali commissari, Giuseppe Maria Berruti, o l'economista Marco Fortis. Più complessa la situazione in Bankitalia: il mandato di Visco scade il 3 novembre, salvo crisi di governo le scelte sono in mano a Gentiloni-Padoan-Mattarella che dovrebbero optare per una riconferma. Ma per la poltrona del governatore si fanno molti nomi, da quello dello stesso Padoan all'attuale dg Salvatore Rossi, a Enria (Eba), Angeloni (Bce) e ancora Fortis, Quadrio Curzio, Tabellini o Lucrezia Reichlin (già Bce): potrebbe essere la prima donna a via Nazionale.

ITALIA-POLITICA
La vittoria di Macron piace a destra e a sinistra. Renzi: "Una straordinaria pagina di speranza per la Francia e per l'Europa" (Repubblica p.9). "Complimenti" anche dal M5S. Da Berlusconi "avviso" a Salvini: "Le elezioni si vincono al centro" (Giornale p.7). Solo Salvini e Meloni tengono il punto sulla Le Pen. "Chi lotta non perde mai" il post di Salvini (Messaggero p.7). La Meloni al Corriere (p.8): "Siamo donne nate dalla parte sbagliata. Il voto della paura è stato contro di lei". Per il politologo Orsina la sconfitta di Le Pen indebolisce Salvini a vantaggio di Berlusconi: "Ora dovranno trovare una via di mezzo tra sovranismo ed europeismo" dice a Repubblica (p.9). Con Berlusconi torna alla carica Casini: "Coraggio Silvio non farti ammazzare da Salvini – dice a Libero p.7 – Se Berlusconi molla la Lega e riunisce i centrini superiamo il 20%. L'uomo giusto può essere Calenda". Dal voto francese una lezione anche per Renzi: deve tornare quello delle origini, scrive Sorgi sulla Stampa. Orfini a Repubblica (p.9): "Si può vincere solo con un Pd davvero riformista". "Il voto francese è una lezione anche per l'Italia – dice Letta alla Stampa p.7 – Non possiamo rispondere con la palude, serve una scelta europeista convinta". "Il voto dimostra che con l'innovazione il populismo si può battere – dice Veltroni al Messaggero p.7 – ma bisogna recuperare un rapporto con il popolo". Renzo Piano al Corriere (p.10): "L'Europa non va demolita, sotto le sue macerie moriremmo tutti. La vittoria di Macron allontana questo rischio. Anche noi italiani ne abbiamo da guadagnare".
Sul fronte interno Renzi "ingabbia" il governo – "Gentiloni arriverà al 2018" (Repubblica p.12) – e sul voto sfida Mattarella: "La legge elettorale non dipende al Pd" (Stampa p.8). La Stampa sottolinea la durezza dei toni del premier verso il capo dello Stato, frutto dell'irritazione di Renzi per il vertice tra Mattarella, Grasso e Boldrini del 26 aprile. Per il segretario dem si può votare anche senza una nuova leggere elettorale, per Mattarella no. E ora Renzi scarica la colpa dello stallo su chi ha votato no al referendum istituzionale.

EUROPA
"Difenderò la Francia e l'Europa" (Repubblica p.2 e tutti): Macron trionfa (65,5%) e festeggia al Louvre con l'Inno alla Gioia suonato prima della Marsigliese. "Ho compreso la collera, l'ansia, i dubbi: ascolterò tutti i francesi e mi batterò per superare le divisioni", dice al Paese, chiedendo ai suoi di non fischiare la Le Pen. E alla Ue: "Difenderò la Francia e i suoi interessi vitali. Difenderò l'Europa: è la nostra civiltà ad essere in gioco". Il voto segnato dall'astensione (25%) e dal boom di schede bianche e nulle (10%): un francese su tre non sta né con Macron né con Le Pen (messaggero p.4). Ora la scelta del primo ministro e del governo – che Macron potrebbe annunciare dopo l'ingresso all'Eliseo, il 14 maggio – e poi le legislative di giugno. "Saranno quelle le elezioni che determineranno l'orientamento politico del Paese – dice il politologo Patrick Weil alla Stampa (p.3) – e la destra e la sinistra ci sono ancora, anche se Macron le vuole far scomparire".  Le Pen, battuta, cambia nome al Front National e rilancia la sfida: "I francesi hanno scelto la continuità, ora il confronto è tra patrioti e mondialisti". E lei sarà alla testa di "un'alleanza di patrioti" (Stampa p.4 e tutti). Contro di lei il padre Jean Marie: "Marine non ha le qualità per fare il presidente. Ha carattere, ma serve altro" (Corriere p.9). Mélenchon attacca Macron: "E il nuovo monarca presidenziale" (Corriere p.8). "La Francia vota il meno peggio", il titolo del Fatto: l'énfant prodige dell'élite salva l'Eliseo dai barbari. Più duro Libero (p.2): "Macron eletto dalle banche". Dalle carte di En Marche diffuse nei giorni scorsi ma "censurate" dai giornali il legame con il potere finanziario. Sul Corriere (p.5) e Messaggero (p.2) gli imprenditori e gli economisti più vicini al presidente: giovani, colti, aziendalisti. Su Repubblica (p.4) e Giornale (p.3) i problemi che attendono Macron dopo il trionfo: la riforma del lavoro, le liberalizzazioni, politiche per l'immigrazione più rigide.
Con la vittoria di Macron Merkel sogna l'intesa con Parigi, scrivono Stampa (p.6) e QN (p.7). Sua la prima telefonata al neo presidente: "E' una vittoria per un'Europa forte e unita e per l'amicizia franco-tedesca". Oggi il congedo della cancelliera con Hollande, che chiude una fase piuttosto deludente dei rapporti tra i due Paesi. E a Berlino sarà anche la prima visita di Macron. Obiettivo della Germania, far ripartire e rafforzare l'asse franco-tedesco. Anche l'Unione torna a respirare. Junker: "Adesso bisogna mantenere le promesse" (Stampa p.6). Tajani al Mattino (p.7): "Scampato un serio pericolo, ma adesso bisogna cambiare la Ue, a cominciare da disoccupazione e immigrazione". Anche Roma esulta per la vittoria di Macron, con Padoan che prefigura maggiori margini di flessibilità. Ma il rafforzamento dell'asse Parigi-Berlino potrebbe non essere così positivo per Roma (QN p.6). Per Forte (Giornale p.6) Renzi ha sbagliato i suoi calcoli: la Francia non ci aiuterà e farà asse con la Germania.

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