Commentario del 10.05.2017

IN PRIMA PAGINA
Siluro alla Boschi (Libero e tutti). De Bortoli: "Boschi chiese a Unicredit di comprare Banca Etruria" (Fatto). Ghizzoni tace e non smentisce (Fatto). I grillini: basta, a casa (QN). Col Pd battaglia su tre fronti. La Stampa: si prepara l'estate dei veleni. Molti i fronti aperti. Su Repubblica Minniti torna sul tema migranti: paura e illegalità gonfiano il populismo, la sicurezza è di sinistra. Su Avvenire la coesione sociale sfregiata dalla crisi: il Nord torna a crescere, il Sud perde terreno. Ma i redditi delle partite Iva tornano a crescere (Sole). Sul Messaggero la proposta choc della Cisl per Alitalia: rifare il referendum. Sul Sole l'allarme dei professionisti su fisco, compensi e burocrazia. Spazio anche ad Obama, che da Milano punge Trump - "Le intese sul clima vanno rispettate" (Messaggero) – e si rimette in gioco: aiutare i giovani (Corriere). Renzi: "Riferimento mondiale dei dem" (Corriere). Intanto Trump licenzia il capo dell'Fbi (Corriere, Repubblica) e Macron cerca un premier per la Francia (Sole). Valls: il Ps è morto, vado con Emmanuel (Messaggero). Moscovici e i socialisti: non finiremo macroniani (Corriere). A Roma, i rifiuti sono un caso politico (Corriere). Tra Raggi e Zingaretti è lite capitale (Messaggero).

ITALIA-ECONOMIA
Italia, conti pubblici promossi con riserva: sul Messaggero (p.7) anticipazioni delle "pagelle Ue". Domani le stime economiche della Commissione, in linea con quelle del Fmi che danno il pil italiano allo 0,8% contro l'1,1% stimato dal governo: per Bruxelles l'economia italiana va meglio, il 17 maggio non ci sarà procedura per violazione delle regole di bilancio. Ma Roma resta osservata speciale per il debito pubblico e per il rallentamento sulle riforme. La vera partita si giocherà a settembre-ottobre sulla legge di Bilancio (stimata tra i 20 e i 25 mld), politica permettendo: le elezioni anticipate in autunno restano sempre un'incognita.
Nella "manovrina" di primavera entrano i nuovi voucher (Corriere p.31): l'ipotesi è quella di un libretto familiare, una carta ricaricabile con la quale pagare colf, badanti e baby sitter utilizzate in modo saltuario. Il pagamento sarebbe tracciabile attraverso un sito dedicato gestito dall'Inps. Le famiglie dovranno infatti indicare il nome del lavoratore. Ora è caccia alle coperture: con l'emendamento alla "manovrina" dovrebbe essere creato un fondo destinato a coprire il bonus fiscale; nella manovra di ottobre le risorse necessarie per l'effettivo utilizzo, a partire dal 2018.
Buone notizie dal mondo delle partite Iva (Sole, Repubblica e tutti): redditi 2015 a 7 miliardi, in risalita del 5,3% rispetto al 2014. I più ricchi sono i professionisti (44.310 il reddito medio) e tra loro i notai (244 mila euro); commercianti ultimi, con 22.510 euro annui. In ripresa le attività manifatturiere (37.440 euro), e i servizi (27.510 euro). I più poveri pescatori, estetiste e alcuni artigiani, che guadagnano meno di 5 mila euro.
Sul Sole (in apertura e a p.2) il malcontento dei professionisti per le misure presenti in manovrina: la stretta su split payment, gli adempimenti Iva e le compensazioni non piacciono alle categorie che sabato manifesteranno per invocare l'equo consenso.

ITALIA-POLITICA
Etruria, scoppia un nuovo caso Boschi (Repubblica in apertura e tutti): nel 2015 l'allora ministro delle Riforme chiese, secondo una rivelazione del libro di De Bortoli, all'ad di Unicredit  Ghizzoni di valutare l'acquisizione dell'istituto, poi scartata. Da Unicredit fanno sapere di non aver subito pressioni. Secondo fonti di Bpel interpellate dal QN (p.7) i contatti tra le banche ci furono, ma non è chiaro se la ministra abbia avuto un ruolo. Boschi si difende: "Ennesima campagna di fango", e annuncia di aver dato mandato ai suoi legali. Ma le opposizioni insorgono: faccia chiarezza o si dimetta (su tutti), e M5S annuncia la mozione di sfiducia. Renzi e i suoi fanno quadrato e contrattaccano: "Polemiche strumentali del M5S per coprire i disastri di Roma e Palermo" (su tutti). Gentiloni garantisce pieno sostegno, ma in caso di mozione, senza i voti di Mdp serve il sostegno di Fi e Ala (Messaggero p.8). Per il Fatto (p.3), però, il governo non farà da scudo. Renzi furioso con l'ex direttore del Corriere, che contattato dalla Stampa conferma: "Sono sicuro delle mie fonti". Per Cappellini (Repubblica in prima e p.31) ora è necessario un chiarimento perchè si è radicata la convinzione in larga parte dell'opinione pubblica che la malagestione di molti istituti sia stata favorita da omissioni e complicità di chi doveva vigilare e prevenire.
Legge elettorale, il dialogo tra Pd e Fi si blocca (Stampa p.6). Berlusconi furioso per le trattative dei suoi su un sistema metà maggioritario e metà proporzionale che obbligherebbe all'alleanza con la Lega. Berlusconi preferirebbe che il Pd gettasse le basi per un sistema che aiutasse l'alleanza post-elettorale tra i futuri partner di governo attraverso un premio non alla lista ma alla coalizione. Guerini (Stampa p.6): "Berlusconi dica se vuole scrivere le regole insieme, da Fi e M5S solo melina mentre noi dimostriamo senso di responsabilità". Toninelli (M5S) al Corriere (p.11): "Siamo disponibili a discutere una sintesi tra il Legalicum e l'ultima proposta del Pd, ma niente premio alla coalizione". L'ultima proposta dem è quella di Fragomeli, che all'Unità (p.5) spiega: "Sul secondo turno metto d'accordo Pd e M5S".

EUROPA
L'effetto Macron sfascia i socialisti e la famiglia Le Pen (Messaggero p.4). Valls seppellisce il Ps  - "Questo Partito Socialista è morto" – e corre da Macron, che però resta freddo: "Vuole venire con noi? Presenti la candidatura, come tutti" (Corriere p.6). Moscovici al Corriere (p.7): "Sbaglia chi rinnega la storia, noi sapremo resuscitare. Aiuteremo Macron ma resteremo a sinistra". Scossone anche nel Front National, dove Marion Le Pen, in conflitto con la zia Marine, non si candiderà a giugno: "Lascio la politica, voglio conoscere altro" (Corriere p.9 e tutti). Su di lei scommetteva il nonno Jean Marie, che ora l'accusa di diserzione. Ma ora l'attenzione è su Macron, che lunedì annuncerà il nuovo premier: sarà di destra, scrive il Sole, che fa i nomi di Xavier Bertrand (ex ministro i Sarkozy) e del centrista Jean Louis Borloo. 
Da Bruxelles prime spine per Macron. "Parigi sia un esempio e rispetti gli sforzi promessi per mantenere il deficit sotto il 3%" l'avviso di Moscovici (Sole p.6). Ancora più esplicito il messaggio di Berlino: "Né l'eurozona né la Francia soffrono di troppo poco debito". Tradotto: bene il ritorno dell'asse tra Berlino e Parigi ma senza concessioni su debito e conti (Corriere p.9, MF p.6)
Sul Corriere (p.7) parla l'ex ministro tedesco Fischer: "Parigi ha evitato il disastro, per la Ue ultima chance. Se Macron dovesse fallire l'Unione sarebbe condannata per sempre". Sul Messaggero (p.7) parla l'ex consigliere di Mitterand Attali: "L'Europa continua ad essere minaccia dall'ondata populista di certi Paesi, Italia in primis. Roma deve ritrovare il suo equilibrio, darsi un governo stabile che sia in condizione, insieme ai governi spagnoli e tedeschi, di stabilizzare l'eurozona e andare avanti".

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