Commentario del 18.05.2017

IN PRIMA PAGINA
In primo piano su tutti i quotidiani il Russiagate che travolge Trump (Sole) e manda ko le Borse (MF). "Non mollo" dice il presidente americano, ma c'è l'ombra impeachment (Repubblica e tutti). Il Fatto paventa il rischio che Trump faccia la fine di Nixon. Il Foglio "cacciatelo a calci nel sedere.
Tra i temi italiani, in evidenza, oltre al rapporto Istat, anche la polemica sulle intercettazioni dei casi Consip ed Etruria e la legge elettorale. "Vogliono imboscare tutto" titola il Fatto sui casi che riguardano Renzi, il padre e la Boschi. Anche Libero polemico: "Affossano tutto". I pm sui colloqui di Tiziano Renzi intercettati nell'indagine Consip: non è utilizzabile. E Napolitano sferza il Pd: no a ipocrisie (Messaggero). Sull'ipotesi fiducia sul ddl processo penale è tensione Renzi-Orlando (Repubblica). Intanto, Renzi spinge per la legge elettorale a giugno. Ci prova (Corriere). Il Pd: Approviamola in 15 giorni (Stampa). Giornale parla di "blitz" di Renzi per votare subito.  Sul Corriere parla Pisapia: "Unità a sinistra o lista nuova".
Spazio anche alle notizie dalla Francia: governo Macron, all'Economia il gollista Le Maire (Sole). Il neo inquilino dell'Eliseo al Foglio: "Dopo la Francia, cambierò l'Europa".
Su tutti i quotidiani il via libera alla nuova legge contro il cyberbullismo: siti oscurati e "denunce" dei minorenni (Sole). Uno scudo per fermare i bulli sul web (Stampa). Coinvolti anche i prof (Repubblica). Ma le ramanzine non bastano (Messaggero).

ECONOMIA
Istat: Italia più povera a diseguale, aumentano le diseguaglianze e tra i gruppi non c'è più mobilità. Su tutti i quotidiani il Rapporto 2017 che fotografa un'Italia dove 4 famiglie su 10 sono a rischio povertà e dove si registra la frammentazione del ceto medio, che è andato via via assorbendo parte di quello più povero. Dai dati emerge anche il recupero delle percentuali dell'occupazione, che tuttavia restano lontane dalla media Ue. In particolare resta preoccupante il dato dei neet nella fascia compresa tra i 15 e i 29 anni: sono 2,2 mln (24,3%) contro una media Ue del 14,2% "E' un fenomeno tutto italiano, dovuto non solo alla crisi economica" dice il numero uno dell'Istat Alleva al Corriere (p.9). Inoltre il rapporto evidenzia un'Italia sempre più anziana, seconda solo al Giappone nel mondo. Un popolo bamboccione che invecchia, scrive il Giornale. "L'invecchiamento della popolazione non può essere solo una cosa negativa. Ma bisognerebbe rivedere alcuni parametri, le persone restano a lungo in buona salute oltre i 65 anni e questo sta provocando un dibattito scientifico" dice Alleva al Corriere. Poi guardando alla crescita economica, spiega: "Siamo in una fase di recupero sebbene a ritmo moderato". Secondo il rapporto cambiano le classi sociali: operai e borghesi escono di scena per lasciare il posto a nuove categorie. "Bisogna ragionare in modo dinamico – spiega il presidente Istat al Corriere -. Quelle classi sono state sostituite da un popolo di impiegati e di pensionati, soprattutto operai pensionati". Per Di Vico (Corriere p.9) la nuova classificazione Istat fornisce materiale per una mappatura delle disuguaglianze non monopolizzata dalle sole differenze di reddito, perciò rappresenta un passo avanti. Per il Foglio (p.3) la lezione generale del pioneristico lavoro dell'Istat è che per l'Italia inseguire la ripresa europea dipende soprattutto dalla revisione delle scelte individuali e della classe dirigente. L'evidenza statistica dovrebbe consigliare di smettere di attendere soluzioni miracolistiche e agire. Per Orioli (Sole in prima e p.2) la fotografia dell'Istat mostra un Paese cristallizzato nella sua incapacità di rendere mobili le sue energie vitali e inchiodata a dinamiche rapaci tra generazioni.

POLITICA
Restano in primo piano le polemiche sulle intercettazioni sui casi Consip ed Etruria. Orfini parla di "attacco alla democrazia" e il presidente emerito della Repubblica, Napolitano, contesta "l'ipocrisia" di chi sul tema non ha fatto nulla per anni (su tutti). Il M5S attacca, Toninelli definisce "eversive contro i pm" le parole di Orfini, e Di Battista aggiunge: "Renzi sapeva che il padre era intercettato. E nessuno si è scandalizzato per la pubblicazione degli sms tra Di Maio e la Raggi". Sul caso Consip i pm cercano nuove telefonate (Giornale p.2). Mentre sul caso Boschi-Etruria la commissione Finanze della Camera rifiuta di ascoltare l'ex ad di Unicredit Ghizzoni. Fatto all'attacco: "Voglio imboscare tutto". Intanto è tensione sulla fuga di notizie: i magistrati non useranno le telefonate intercettate di Tiziano Renzi perchè acquisite nell'ambito di un altro procedimento, quello aperto a Napoli. Sia Orlando che Csm in campo, avviate nuove verifiche sugli uffici giudiziari di Roma e Napoli (Corriere p.11). Intanto sul ddl Orlando che prevede la stretta sugli ascolti Renzi dice no alla fiducia: "Non mi faccio accusare di volere il bavaglio" spiega l'ex premier (Repubblica p.7), e il guardasigilli non ci sta: "Così la riforma muore" (Stampa p.5).
Legge elettorale, il Pd spinge per il Mattarellum-bis(50% proporzionale e 50% maggioritatrio con soglia al 5%): "Legge a giugno" dice Renzi (Corriere e tutti). Ma i numeri al Senato sono un rebus: mancano 13 voti a Palazzo Madama, ma Libero (p.7) polemizza: magicamente spunta un nuovo gruppo centrista favorevole al leader Pd. Per il Giornale è un blitz di Renzi per votare subito. E Messaggero (p.5) vede il ritorno dell'ipotesi urne a ottobre. M5S: "Vogliono fare una legge contro di noi". Anche Fi insorge, per il Corriere (p.12) Berlusconi è è furioso per l'asse dem-Salvini: "Renzi vuole farmi fuori" si sarebbe sfogato il leader di Fi. E per D'Alimonte (Sole p.12) se Salvini e Berlusconi non corrono insieme la partita sarà tra Pd e M5S. "Il M5S fa melina e Fi è condizionata dalla Lega. Ma il Paese chiede governabilità - dice il dem Migliore al Mattino (p.11) -.Basta con il veto dei piccoli partiti, giusto fissare la soglia al 5%" .

USA/EUROPA
Bufera Russiagate, i democratici avviano un'inchiesta su Trump (su tutti). Indagherà un superconte, si tratta di Robert Mueller, ex capo dell'Fbi. "Non mollo" ha detto il presidente americano, che ha lanciato nuove minacce ai giornalisti. Molti giornali parlano di possibile impeachment, e il Fatto scrive: rischia di fare la fine di Nixon. Ma per Sole (p.5) Russiagate non fa rima con Watergate. E anche per il Messaggero l'ipotesi impeachment sembra lontana. Putin prende le difese di Trump: "Metto a disposizione i verbali del colloqui con Lavrov" (su tutti). Repubblica (p.3) parla di crisi istituzionale senza precedenti: a rischio l'approvazione dei tagli fiscali. E la credibilità della Casa Bianca è fortemente incrinata (Sole in prima e p.6). Per Libero sono in troppi a voler far fuori Trump, ma gli Usa deboli sono un favore a Putin. Per Riotta (Stampa in prima e p.7) Trump tenta di difendersi con la "strategia del pazzo". E Ferrara sul Foglio chiede di cacciare "a calci in culo" Trump e mettere in sicurezza gli Usa. La vicenda affossa Borse e dollaro (Sole e MF).
Intanto Putin ha ricevuto ieri Gentiloni: il capo del Cremlino si lascia andare a qualche battuta ironica sul caso che sta agitando gli Usa. Poi a colloquio con il premier italiano offre la sponda sulla Libia: "Non va smembrata, sarebbe un danno per tutti" (Stampa p.8 e altri). Gentiloni: "L'obiettivo di una convergenza ancora più larga in Libia è condiviso", poi il premier è tornato a ribadire la linea italiana sulle sanzioni a Mosca: "L'Italia non romperà in solitaria con gli alleati, ma nessuno creda che il rinnovo delle sanzioni alla Russia sia una decisione che possa essere presa con il pilota automatico senza discussione". Poi l'apertura sul G7: "Le opinioni della Russia devono essere parte della nostra discussione". Nel frattempo, Italia e Russia hanno siglato diversi accordi di cooperazione (Sole p.8).
Francia, da sinistra a destra, il governo misto di Macron (Corriere p.6 e altri): insieme al neo premier Philippe è stata stilata una lista - frutto di un delicato equilibrio tra socialisti, gollisti, centristi e società civile - dei ministri molto trasversale, per metà donne e con tanti tecnici. Anche fedelissimi di Sarkozy tra i ministri, ai socialisti due dicasteri chiave (Repubblica p.13). L'obiettivo è conquistare nel voto di giugno la maggioranza più ampia possibile. Macron, intervistato dal Foglio (in prima e p.4) poco prima della vittoria: "Dopo la Francia, cambierò l'Europa. Se non vogliamo che l'Europa sia travolta dai movimenti populisti, deve cambiare profondamente e velocemente".

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