Commentario del 3.05.2017

IN PRIMA PAGINA
Alitalia passa ai commissari (Sole). Dal governo un prestito per tenerla in vita (Messaggero, Corriere). 600 milioni per liberarci di Alitalia (Fatto). In primo piano anche la politica, con l'analisi delle primarie – boom di votanti al Sud (Corriere), ma è un popolo dai capelli grigi (Repubblica) – e le prossime mosse di Renzi. "Legge elettorale alla tedesca" (Repubblica). Per il Corriere modello buono per un altro rinvio. C'è invece l'accordo sulla legittima difesa: sarà più facile sparare (Repubblica, Stampa). Su migranti, scafisti e ong è guerra tra procure: "Nessun dossier dei nostri 007" (Repubblica, Stampa). Sulla manovra, governo sulla graticola: industriali all'attacco. Renzi: fare di più (QN). Sul fronte lavoro, boom di disoccupati dopo i 50 anni (Stampa), giovani al 34,1%, ai minimi dal 2012 (Sole). Ma si andrà in pensione sempre più tardi: dal 2019 a 67 anni (Messaggero). Dall'estero. Sul Messaggero la svolta in Libia: c'è l'accordo tra fazioni per elezioni nel 2018. In Francia il faccia a faccia Macron-Le Pen (Italia Oggi). Merkel pensa a un piano con Macron per rifare la Ue (Repubblica). Steinmeier al Corriere: "Nella Ue servono compromessi". Putin riallaccia il dialogo con Merkel e propone a Trump un piano per la Siria (Sole). Su Brexit è di nuovo alta tensione. Tajani al Corriere:"Amici, ma niente sconti".

ITALIA-ECONOMIA
Imprese e sindacati bocciano la manovra del governo (QN in apertura e a p.2, Sole p.2 Giornale p.10): aumenta le tasse, complica il fisco e non spinge gli investimenti. Per Panucci (Confindustria) una "scelta necessaria" per rispettare le richieste di Burxelles ma che va nella direzione sbagliata. Posizione condivisa anche da Ance, rete Imprese, Cooperative e Confapi. Baretta al Mattino (p.3): "Sul Def critiche ingenerose dalle imprese. La prossima manovra Renzi la vuole coraggiosa: lavorerà per cambiare l'Europa dall'interno".  Critiche anche dai sindacati. La Cgil: "Lavoro grande assente". La Cisl: "Serve una riforma complessiva dell'Irpef". Uil: "Decreto minestrone". Sul Giornale (p.10) i dubbi del Mef sullo split payment: impossibile che porti i circa 2 mld di introiti previsti da Padoan per far "quadrare" la manovrina. Parte il pressing di Renzi: "Bisogna fare di più" (QN p.3). Rosato a QN (p.2): "Gentiloni sa che deve finire il lavoro Renzi. La pressione fiscale non deve aumentare, mi fido di Padoan, la Ue non è il nostro maestro".
Orlandi a Repubblica (p.23): "Tante tasse minori ormai superate si possono tagliare, compensando con l'aumento di altre imposte. Una flat tax, ovvero l'Irpef a una sola aliquota, sarebbe complicatissima per richiederebbe un forte aumento delle detrazioni per mantenere la progressività dell'imposta. Ma le detrazioni sono già tantissime e andrebbero sfoltite". La Orlandi difende invece i risultati ottenuti con i giganti del web: "Apple ha già definito da tempo i suoi obblighi con noi, con Google siamo vicini a una soluzione".
Dall'emergenza tasse a quella del lavoro, con la disoccupazione all'11,7%. Boom di disoccupati over 50, 103 mila in più in un anno (Stampa in apertura e a p.2 e tutti): scende invece al 34,1% la disoccupazione giovanile, ai minimi dal 2012 (Sole in prima e a p.13). Pesa l'effetto Fornero e la fine degli ammortizzatori sociali. In affanno anche il lavoro autonomo: Confcommercio denuncia 70 mila posti persi a fronte di 63 mila guadagnati (Stampa p.2). Repubblica (p.22) è il fantasma della jobless recovery. La ripresa c'è (+0,4), cresce anche il clima di fiducia delle imprese ma i nuovi posti non arrivano. Le imprese più avanzate tecnologicamente tendono a sostituire gli over 50 con i robot.
Slitta ancora in avanti l'età della pensione: quasi 67 anni dal 2019. Per il Messaggero (p.5) un dato certo non c'è, ma con i requisiti legati alla speranza di vita a 65 anni, alla luce delle ultime previsioni rese note dall'Inps si può desumere nel 2019 un "gradino" di almeno 4 mesi rispetto ai requisiti attuali. Si passerebbe così da 66 anni e 7 mesi a 66 anni e 11 mesi per la pensione di vecchiaia di dipendenti del pubblico impiego, e a 67 anni per le lavoratrici dipendenti private.
Sul Sole (p.2) il piano del governo per rivalutare le concessioni pubbliche, statali e locali. Si chiama "Asset review" e prevede un rialzo dei canoni a partire da petrolio-gas, tlc, giochi e spiagge. Una riforma che potrebbe partire da una base di 1,5 mld.

ITALIA-POLITICA
Primarie Pd, affluenza in calo rispetto al 2013, ma raggiunti quasi 2 mln di voti. Delrio a Repubblica: "Temevamo un flop, invece sono in tanti a volere un percorso democratico autentico. Ora il governo è più forte". Soddisfatto anche Martina (Corriere): "Nostro ruolo è lavorare nel modo migliore dal governo, l'orizzonte è il 2018, con il governo siamo una sola squadra". M5S esulta: "Renzi è l'avversario ideale" (Stampa). I dati delle primarie mostrano però il boom di veterani e pochi elettori di altri partiti alle urne. Crolla la partecipazione nelle "regioni rosse", mentre è un caso il dato della Campania (Corriere). Il Fatto parla di voto pieno di brogli, e Orlando chiede il riconteggio. Emiliano al Messaggero guarda avanti: "Se Renzi dimostrerà di aver imparato la lezione politica e cambierà registro su temi come povertà, scuola e ambiente io sarò un militante leale". Diamanti (Repubblica): fascia anziana ha votato Renzi, passato dalla rottamazione alla fase di consolidamento della leadership. 
Intanto, si torna a parlare di riforma elettorale: Renzi apre al sistema tedesco, che sarebbe gradito a Fi (su tutti). Ma restano aperti i canali con M5S per il mantenimento, con piccole correzioni, dei sistemi attuali. Per il Corriere proporre il sistema tedesco è un modo per prendere tempo e non perdere le residuali speranze di voto anticipato. Per Giannini (Repubblica) Renzi teme il flop alle amministrative e una finanziaria "pesante" ad ottobre che pagherebbe alle urne, per questo resta aperta la finestra del voto a settembre, ma solo a patto di un accordo sulle legge elettorale con il M5S. Ceccanti a Italia Oggi: "Da qui a giugno nella testa di Renzi ci sono solo le Amministrative, legislatura arriverà a scadenza naturale".
Sulle alleanze  Pisapia all'attacco: "Inaccettabile il no a D'Alema". La replica di Delrio a Repubblica: "Alleanza con Pisapia è possibile, ma non si può fare un'intesa con chi (D'Alema) ha messo il veto su Renzi e sostiene che il segretario sia il problema della coalizione". Speranza al Corriere: "Naturale che le nostre strade e quelle di Pisapia si incrocino. Da Renzi più che su di noi mi aspetterei piuttosto veti su Berlusconi".

EUROPA
Francia, Le Pen tenta il recupero e "plagia" Fillon (Stampa 13), Macron mantiene un distacco di 20 punti (Sole p.8). Ma la sinistra resta a casa favorendo Le Pen (Messaggero 13). Mélanchon definisce un "terribile errore" il voto per Le Pen ma non si unisce al "fronte repubblicano" contro il Fronte Nazionale. Ma secondo il Sole nemmeno una forte astensione dovrebbe ostacolare la marcia trionfale di Macron verso l'Eliseo (60 a 40 i sondaggi tra i due). E a Macron pensa la Merkel per rafforzare l'asse franco-tedesco: scrive Repubblica (p.10 ) che la cancelliera penserebbe a un gabinetto permanente per studiare strategie e investimenti comuni, per rafforzare la Ue e fermare i populismi. Sondata anche Roma ma "manca una traiettoria per i futuro. Gentiloni non può garantire nulla oltre febbraio 2018", sempre che la legislatura finisca nei tempi dovuti.
Sul Corriere (p.15) parla il presidente della Repubblica Federale tedesca Steinmeier: "Germania e Italia hanno grandi interessi comuni, sappiamo che soltanto insieme possiamo superare le grandi sfide dei nostri tempi. Ma l'Europa a più velocità farà bene a tutti".
Brexit di nuovo sul punto di naufragare. Tra May e Juncker cena burrascosa a Downing Street e Londra e Bruxelles si allontanano, con la Ue che tratta il Regno Unito ormai come uno "Stato terzo" se non addirittura un rivale. In ballo c'è il "costo" del divorzio, che May vorrebbe limitare ed edulcorare al massimo, al contrario di Bruxelles, che vuole rilanciare il messaggio che dopo la Brexit il Regno starà peggio, anche per scoraggiare altri abbandoni. Tajani al Corriere: "Alla fine l'intesa si farà ma è Londra a perderci. Uscire dall'Unione è sempre una sconfitta".

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