Commentario del 23.05.2017

IN PRIMA PAGINA
Manchester, strage al concerto: Repubblica e Corriere "ribattono" la prima pagina con la notizia dell'attentato all'Arena. 19 morti e 50 feriti dopo lo show di Ariana Grande.
In primo piano su tutti la crisi della Rai: sfiduciato l'ad, Campo Dall'Orto pronto a lasciare (Messaggero, Corriere). Il Giornale: segnale per il liberi tutti. Intanto si va verso l'intesa fra Berlusconi e Renzi sulla legge elettorale. Voto in autunno (Sole). Orlando alla Stampa: stop all'intesa con Berlusconi, ma non dico no al voto anticipato. A spingere verso il voto anche il rischio manovra (Fatto). La Ue: reintrodurre l'Imu sui redditi alti. Padoan dice no (Sole). Moscovici ad Avvenire: con Roma molto flessibili, non siamo burocrati. Tajani alla Stampa: "Il debito ci penalizza ma la casa non si può tassare". Verso il sì invece per la web tax (Sole). Google&Co a patti con il fisco (Italia). Sulla Stampa parla il commissario Laghi: "Per Alitalia taglio di 200 milioni di costi". Dall'estero. Trump a Gerusalemme: dal Muro del Pianto un appello per la pace (Corriere). Con Netanyahu è luna di miele: il nemico comune si chiama Obama (Repubblica). In cronaca addio a Hayden, il mito a 300 all'ora: la fine in bici all'ultimo stop (Repubblica).

ITALIA-ECONOMIA
La Ue promuove Roma ma con riserva e chiede nuovi sforzi sui conti (Stampa p.6). Ma sulla richiesta di reintrodurre l'Imu sulla prima casa almeno per i ricchi arriva il no di Padoan: "Non è una buona idea cambiare idea dopo pochi mesi" (Sole p.3). Uno scontro di cui il ministro avrebbe fatto volentieri a meno, in tempi pre-elettorali, ma complessivamente il giudizio sui conti italiani è soddisfacente anche in vista della manovra di autunno, quando l'esame sarà meno severo del previsto scrive la Stampa. Lo sforzo richiesto sarà "robusto e sostanzioso" (volume stimato della manovra, 15 miliardi) ma è realistico aspettarsi uno sconto per rafforzare la ripresa. Il Messaggero (p.7) parla a riguardo di nuova flessibilità e quindi di una manovra al disotto dei 10 mld.
Sulla manovra d'autunno pesa però il rischio politico. "Le elezioni non interrompono gli impegni dell'Italia", l'avvertimento di Moscovici. Anche Padoan boccia le urne anticipate (QN p.9): "E' uno scenario che non mi riguarda, cominciamo a lavorare sulla legge di Bilancio già da adesso". Ma per il Fatto (p.6) il fattore manovra è uno di quelli che spinge Renzi al voto anticipato. Unica incognita il Quirinale, che potrebbe decidere di non sciogliere le Camere per evitare tensioni sui mercati.
Intanto l'Istat rivede al rialzo la crescita del (all'1%). Ma nonostante gli avanzamenti il gap con l'Europa resta ampio: noi abbiamo recuperato l'1,9%,l'eurozona il 3,5% (Messaggero p.6).
Manovrina, primo sì bipartisan alla web tax all'italiana. Incasso previsto un miliardo (Stampa p.4). Ma non è obbligatoria (Repubblica p.36). Il modello è l'accertamento con adesione che ha portato Google a versare al fisco italiano 306 milioni e Apple 318 mln. Critico Zanetti (Sc): "Dopo 4 anni abbiamo solo una gioiosa voluntary disclousure". Al contrario Boccia (Pd) parla di primo passo verso l'equità fiscale.

ITALIA-POLITICA
Legge elettorale in primo piano. Tensione sulla possibile convergenza Pd-Fi sul sistema tedesco: l'accordo nasconderebbe una clausola sul voto anticipato a ottobre (Corriere p.5). Il Fatto (p.3): il Nuovo Nazareno porta dritti al voto già il 24 settembre, si va verso il governo di larghissime intese. Alfano avverte i dem: "Se vi alleate fuori dalla maggioranza noi avremo le mani libere".  Quattro ministri contrari al voto anticipato. Mattarella, prima di sciogliere le Camere, valuterà l'impatto sul Paese (Stampa p.8). Pd al lavoro anche con la Lega sul Rosatellum, che oggi arriva in commissione. Corriere (p.6) mette a confronto i due sistemi elettorali sulla base degli ultimi sondaggi: il Pd resta in ogni caso primo partito, ma il maggior scarto sul M5S lo avrebbe con il Rosatellum. Tuttavia, con tre poli in parità nessuno è autonomo, l'ago della bilancia potrebbe essere la soglia del 5% che rischia di lasciare fuori sinistra e FdI. "Non sono contrario al voto anticipato, ma non si accetti qualsiasi legge pur di votare subito. E c'è il problema della legge di bilancio" avverte Orlando alla Stampa (p.9), tornando a premere su un sistema maggioritario "senza il quale si rischia lo stallo". Per Verderami (Corriere p.5) la mossa di Berlusconi verso Renzi serve ad evitare che Fi possa essere scavalcata dalla Lega. Ma Renzi non si fida e cerca di allargare il patto per evitare un allungamento dei tempi che farebbe sfumare l'ipotesi urne a ottobre. Guerini al Messaggero (p.11): "Rosatellum resta per noi il sistema migliore, ma siamo aperti al dialogo. Non ci sono scambi con le urne anticipate, una volta approvate le regole si può votare in qualsiasi momento". Gotor (MdP) a Repubblica (p.13): "Meglio il modello tedesco, costringe a fare alleanze sul programma e lo sbarramento al 5% evita l'eccessiva frammentazione".

EUROPA
"Basta considerarci burocrati, è ingiustificato e fuori luogo: se c'è un Paese che ha beneficiato di tutte le flessibilità previste e in modo massiccio è proprio l'Italia – dice il commissario Ue Moscovici ad Avvenire (p.9) – Parliamo di oltre 10 mld per il solo 2016. La Commissione ritiene che l'Italia sia un Paese cruciale dell'Eurozona di cui dobbiamo accompagnare gli sforzi di riforma, verso la quale dobbiamo mostrare comprensione e intelligenza. Mi piacerebbe che il dibattito politico italiano smettesse di prendere di mira la Commissione che si è sempre comportata come un'amica vigilante dell'Italia. Se noi siamo il nemico dell'Italia non so chi sia il suo amico".
"L'Europa dà fiducia all'Italia – dice il presidente dell'Europarlamento Tajani alla Stampa (p.7) – ma non possiamo approfittare ogni anno di questo clima. Deve sfruttarlo per fare le riforme necessarie e per aggredire la prima urgenza, il debito. E' inaccettabile avere un debito pubblico oltre il 130%. L'Italia deve ridurlo e contemporaneamente aiutare pmi, artigiani e commercianti ad avere regole che consentano loro di essere competitivi a livello globale".
Il rilancio dell'Europa? Inizia dal fisco, scrive il Corriere (p.10). Sono state infatti le tasse al centro dell'incontro di ieri a Berlino tra i ministri Le Maire e Schaueble, decisi a preparare insieme le proposte da avanzare per il rafforzamento dell'eurozona. Al centro, la vecchia idea di armonizzare la tassazione sulle imprese. In Francia le tasse sulle società sono al 38%, in Germania al 29,8%. Le Maire, ad Handesblatt, ha detto che "armonizzare le tasse societarie è una questione cruciale in Europa, per combattere le distorsioni della concorrenza e il dumping fiscale". Ma molti Paesi Ue non saranno d'accordo.

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