Commentario del 29.05.2017

IN PRIMA PAGINA
Grillo dice sì al sistema elettorale tedesco, urne a settembre (Repubblica). Anche il Pd stringe sull'intesa (Corriere). Il Quirinale chiede un patto sui conti prima del voto (Messaggero). Sul Giornale i politici che rischiano il posto. Ma prima delle politiche vengono le Comunali, le elezioni che preoccupano tutti (Fatto). Mentana: "Pd e M5S hanno paura di perdere. Così vince Silvio". Altro fronte caldo, a cavallo tra politica ed economia, i voucher. Orlando esclude la crisi di governo (Messaggero), Renzi no (Repubblica). Landini al Fatto: "In piazza contro gli imbroglioni".
Su A&F la grande battaglia delle nomine: in palio Bankitalia e Consob. Sul Sole il flop della voluntary bis e la beffa del bonus ai 18enni: un fantasma.
Da Strasburgo l'accusa del parlamento europeo: ricollocato solo un migrante su 5000 (Repubblica). Dura la Merkel: "Trump inaffidabile" (Repubblica). "L'Europa vada avanti da sola" (Stampa). Prodi al Messaggero: "Italia promossa ma Trump ha infranto lo spirito del summit".
In cronaca le lacrime dell'Olimpico per l'addio a Totti (Corriere). "Ho paura, ho bisogno di voi" (Repubblica). Doppietta rossa, show a Montecarlo (Corriere). La Ferrari restituisce l'orgoglio all'Italia (Libero). Giro d'Italia, la maglia rosa parla olandese (Fatto). Dumolin vince, secondo Quintana. Nibali terzo.

ITALIA-ECONOMIA
Se si vota prima, garanzia sulla manovra: su Messaggero (p.3) e Repubblica (p.9) i timori del Colle per la possibile "interferenza" tra voto anticipato e legge di Bilancio. Per Mattarella l'ipotesi migliore resta il voto a fine legislatura, fermo restando le difficoltà successive a creare un nuovo governo. Però il capo dello Stato apprezza la ripresa del dialogo tra grandi partiti.Il Messaggero a riguardo parla di vero e proprio patto per mettere in sicurezza il Paese, garantendo i conti pubblici e varando la legge di Stabilità. Un patto che nei desiderata di Mattarella andrebbe sottoscritto da chi voterà la nuova legge, e quindi Pd, Lega, FI, Cinquestelle. A riguardo, scrive Repubblica, i renziani chiedono a Gentiloni di anticipare la manovra, naturalmente in versione light, per cancellare il tema dalla campagna elettorale e consentire al Parlamento di votarla. Su Repubblica (p.11) e QN (p.7) i timori dei mercati: non sono le urne a far paura ma la possibilità che dalle urne non esca un governo stabile. Sapelli: "Se andremo al voto con il Proporzionale le borse ci ammazzerebbero".
Intanto la "manovrina" torna in aula (Giornale p.7): se il governo dovesse porre la fiducia sul decreto si profila una rottura clamorosa a cominciare dai voucher. "In piazza contro chi imbroglia i lavoratori e la democrazia". Sul Fatto l'intervista al leader della Fiom Maurizio Landini che contesta il ritorno dei voucher: "Ci sentiamo presi in giro: i nuovi "buoni" peggio dei vecchi perchè estesi alle imprese con meno di 5 dipendenti: un'altra forma di lavoro senza tutele". E promette una piazza piena il prossimo 17 giugno.
Su Affari&Finanza l'assedio della politica sulle nomine Bankitalia e Consob: su Consob, la voglia di discontinuità sarà accontentata, visto che Vegas non può essere confermato per statuto; c'è da capire  quanto peserà sul governo l'azione del Pd renziano (e forse del nuovo Nazareno): l'auspicio è che si nomini un giurista o un economista esperto di mercati, la paura è che ci si ritrovi un 'petalo' del Giglio Magico. Più intricata la partita Bankitalia: Grillo, Berlusconi e Renzi vogliono un cambio al vertice, Visco conta però sul sostegno di Mattarella, Draghi e Gentiloni. Allo stato attuale sembra che la blindatura del Quirinale su Visco sia molto solida e che lo stesso Renzi se ne sia fatto una ragione.

ITALIA-POLITICA
Grillo dice sì al sistema elettorale tedesco, urne a settembre (Repubblica). Il via libera dal blog del M5S. Ma pone due condizioni che spiazzano Berlusconi e Renzi: al voto il 10 settembre e con una soglia di sbarramento al 5%. In realtà la mossa di Grillo mira a spiazzare Berlusconi, che per settembre non sarebbe pronto a rientrare in scena (Stampa) e a mettere in difficoltà Renzi. Sul voto col "tedesco" c'è l'okay anche di Salvini: "Ho fretta di votare" (Giornale ). Ma l'intesa con Berlusconi finisce lì: "Lui va d'accordo con Renzi, io escludo a priori qualsiasi alleanza col Pd". Quello che è certo è che la grande commedia della legge elettorale è finita e la sorte della legislatura è segnata,scrive il Corriere. Renzi vede il traguardo del voto in autunno: "Una volta approvata la legge con lo sbarramento al 5% l'alleanza con Alfano è finita, e così finisce anche il governo", la linea dettata ai suoi.
Sul Giornale e altri la tensione tra Renzi e Mattarella. Il capo dello Stato ritiene inaccettabile condizionare la legge elettorale al voto anticipato, prerogativa del Colle. Anche Palazzo Chigi smentisce che Gentiloni si dimetterebbe all'approvazione della nuova legge elettorale. "L'agenda del governo non cambia" (Messaggero) ma Gentiloni non si metterà di traverso.
Rosato al Corriere: "La fine anticipata? Decideremo con Gentiloni. Ma l'interesse generale viene prima". Brunetta a Repubblica: "Niente larghe intese, lo sbarramento al 5%? fa bene pure ai centristi, alla sinistra e alla destra perché può avere un effetto aggregativo".
Meloni al Corriere: "Un proporzionale secco senza premio di governabilità è un sistema fatto per gli inciuci. La soglia non ci preoccupa: la superiamo Ma ogni voto per noi sarà un voto per evitare la melassa delle larghe intese, in pratica un nuovo governo simil Monti": 
Ma prima del voto politico viene il voto amministrativo, le elezioni che tutti temono e da cui i leader nazionali si tengono alla larga (Fatto p.4). Mentana al Fatto (p.6): "M5S e Pd hanno paura di perdere, e allora in silenzio il centrodestra potrebbe vincere queste comunali". 

EUROPA
Migranti, su Repubblica (in apertura e a p.2) l'accusa del Parlamento di Strasburgo: dei 5.000 minori approdati in Italia uno solo è stato ricollocato. In generale trasferito solo l'11% dei richiedenti: "Finlandia e Malta rispettano le regole, tutti gli altri no". Soda (Migrazioni): "L'Europa sanzioni i Paesi che non mantengono i patti". Nella lista nera Ungheria, Polonia e Austria. Su Repubblica (p.6) e tutti la preoccupazione della Merkel: cruciale arginare i flussi nel Mediterraneo investendo nei Paesi africani di partenza. Ma con gli Usa cala il grande freddo: "I tempi in cui ci potevamo affidare totalmente agli altri sono finiti. Noi europei dobbiamo prendere il destino nelle nostre mani" (Repubblica in apertura e tutti). Così la Merkel gioca la carta anti-Schulz e si candida alla guida dell'Unione, scrive la Stampa (p.2). Quanto a Trump, limita l'intesa con l'Europa solo alla lotta all'Isis e al terrorismo: il protezionismo su cui spinge è funzionale al suo consenso (Stampa p.3). Sul Corriere (p.3) i risvolti per l'Italia: alla luce delle realtà commerciali i nostri interessi sono simili a quelli di Berlino. Se e quando Trump riuscirà ad intralciare il commercio tedesco saranno dolori anche per Roma: solo l'export di componentistica auto vale oltre 10 miliardi di euro l'anno. Fukuyama a Repubblica (p.6): "Donald distrugge tutto ma gli europei non devono mollare". Kupchan al Corriere (p.2): "Neanche Bush danneggiò così la solidarietà transatlantico".
Prodi al Messaggero (p.5): "Trump ha fatto saltare le intese tra i leader". Ma senza Cina e Russia il G7 non può essere più un motore.
Intanto Trump si sfila dall'accordo di Parigi sul clima (Messaggero p.5 e tutti): il presidente ha già deciso, dove solo "orchestrare" l'annuncio come fosse una sua vittoria personale. Ma se l'America se ne va dal Trattato di Parigi l'effetto serra a vinto, scrive la Stampa (p.5). I tempi però non saranno brevi: gli Usa dovranno aspettare il 2020. Ma potremmo boicottarlo sin da subito.

©riproduzione riservata


Nessun commento:

Posta un commento