Commentario del 19.05.2017

IN PRIMA PAGINA
Draghi a sorpresa: "La crisi in Europa è alle spalle" (Messaggero, Corriere). Libero: noi però non ce ne siamo accorti. Per l'Italia sollievo negato dal peso del debito (Corriere). Fatica anche il lavoro: nuovi posti fissi in calo (Sole). Ma quelli senza candidati sono 4 milioni (Stampa).
Politica divisa tra legge elettorale e intercettazioni. Bersani dice no al Rosatellum, il testo slitta (Sole). Ma Berlusconi lancia un'offerta a Renzi: patto e voto in autunno (Messaggero). Sul caso intercettazioni interviene Orlando: "Contro gli abusi bisogna approvare subito la legge" (Repubblica). Intanto il Fatto ne pubblica un'altra, da cui emergono pressioni del renziano Bianchi su Consip per le casette del terremoto. Intanto Prodi critica Renzi – "no al segretario premier" (Corriere) – e il Foglio rilancia sulla discesa in campo di Urbano Cairo.
Sui migranti Italia in pressing per bloccare i flussi dal Sud (Stampa). E Minniti stringe un patto con 76 sindaci sull'accoglienza (Corriere). Ma a Milano è allarme sicurezza: giovane magrebino accoltella tra agenti (Repubblica). Dalla Ue: Antitrust contro Facebook, maxi multa per Whatasapp (Sole, Messaggero). Dagli Usa: sospetto su Trump: "Prese soldi da Putin" (Repubblica). Un supergiudice indaga sul Russiagate (Avvenire). In Brasile scandalo Temer: sul presidente accuse di tangenti. Crollano Borsa e real (Sole).

ITALIA-ECONOMIA
"La crisi è alle nostre spalle. La ripresa dell'eurozona è solida e sempre più ampia fra i Paesi e i settori": da Tel Aviv Draghi a sorpresa dichiara finita la crisi dell'eurozona (Messaggero in apertura e tutti). La domanda interna, sostenuta dalla politica monetaria della Bce, è il principale motore della ripresa, e il voto di Francia dimostra che "la maggioranza silenziosa a favore dell'Europa ha finalmente riscoperto la voce e l'orgoglio".
Ma il debito che ci opprime ci nega il sollievo per la fine della crisi, scrive il Corriere. La svolta di Draghi potrebbe avvicinare la stretta della Bce e lo stop alla politica espansiva (Messaggero). Questo significa che l'Italia, che ha un debito di 2260 mld, dovrà mettere in conto una spesa ancora maggiore per gli interessi, scrive il Corriere, che stigmatizza la sottovalutazione da parte della politica del problema del debito pubblico.
Dal debito al lavoro. Dai dati Inps emerge la crescita delle assunzioni e la frenata del posto fisso (Messaggero e tutti). Su 1.439.000 nuovi contratti 1 milione sono precari e i licenziamenti aumentano. E il saldo tra entrate e uscite dal lavoro con contratti a tempo indeterminato è positivo solo per 17 mila unità.
Sulla Stampa l'altra faccia del mondo del lavoro: i posti senza "candidati", perché mancano le competenze. "Sono 4 milioni – dice alla Stampa Davide Dattoli, fondatore dei Talent Garden – Non si riesce a coprirli perché in Italia mancano le competenze adeguate". Offerte senza risposta ce ne sono anche nei settori tradizionali ma nel ditale di più: sviluppatori di software, esperti di marketing digitale, di e-commerce, di design digitale. "La sfida è connettere il mondo del lavoro con la formazione. Anche col numero chiuso nelle Università, per produrre solo i laureati che servono".

ITALIA-POLITICA
Legge elettorale, slitta prima ancora di iniziare il dibattito alla Camera. Bersani, grillini e Forza Italia contro l'ipotesi Rosatellum (Sole p.22 e tutti): per la Stampa (p.9) questo rinvio rende impossibile il voto anticipato in autunno. Ma su quella legge c'è la possibilità di un inedito asse Pd-Lega. Calderoli al Foglio (p.8): "E' un buon punto di partenza e anche di arrivo. I tempi però debbono essere stretti per tornare subito al voto". La possibile intesa Lega Pd allarma FI: per il Messaggero (p.9) Berlusconi pur di scongiurare una vittoria del M5S starebbe cercando contatti per riaprire la trattativa con il Pd, ripartendo dall'Italicum, con premio di sbarramento al 5% e premio alla lista, pronto a mettere sul tavolo un accordo che permetta di votare in autunno, che poi è quello che Renzi vuole. Sul Corriere parla Toti: "La proposta dei dem non va bene nei toni e nel metodo ma può essere un buon inizio. Berlusconi pensa che il vero rischio sia far arrivare al governo chi fa dell'antipolitica la sua bandiera quindi cerca una legge elettorale dove l'impianto proporzionale mitiga la possibilità di una sola forza politica di prendere le redini del Paese". Per il Foglio (in prima e a p.4) la tentazione di Renzi e Salvini di accordarsi sulla legge elettorale per dividersi l'eredità di Berlusconi c'è, ma c'è un'altra figura che sta emergendo ed è quella di Urbano Cairo, che di Berlusconi sembra il perfetto erede. Libero (p.5) torna invece sui timori di Renzi di essere vittima di un complotto: "Si punta a una situazione di stallo per imporci un altro governo tecnico", magari a guida Draghi, che abbia il gradimento di Bruxelles e completi il lavoro avviato da Monti. Prodi ieri dalla Gruber è tornato ad escludere un suo ritorno in politica ma non ha risparmiato graffi e avvisi a Renzi: "Si può vincere solo se si rimettono insieme tutte le anime della coalizione", e questo compito "spetterebbe al segretario del Pd ma non so se questa sia la sua volontà".
Resta caldo anche il fronte intercettazioni. Renzi attacca: "Il Pd non chiede di cambiare la legge ma che si rispetti quella che c'è. E questo vale anche per inquirenti e giornalisti. Chi ha sbagliato paghi" (Repubblica p.2). Orlando a Repubblica (p.3): "La telefonata tra padre e figlio non doveva uscire. Se si vuole risolvere il problema si approvi la legge". Sulla Stampa (p.8) parla Albamonte (Anm): "Un reato pubblicare l'intercettazione tra i due Renzi. Siamo per la riforma del processo penale con l'auspicio che le nostre osservazioni trovino spazio in un emendamento". Intanto il Fatto pubblica altre intercettazioni da cui emergono pressioni del renziano Bianchi su Consip per le casette del terremoto.

EUROPA
Francia, Macron riunisce il primo consiglio dei ministri in forte complementarietà con il primo ministro Philippe (Avvenire p.13). Di fronte ai 22 ministri, per metà neofiti, Macron ha chiarito che lascerà il premier arbitro delle scelte a breve termine, senza prevaricazioni presidenziali. Popolarità alle stelle per il governo (61%), al 45% per Macron. Ma i sondaggi per le prossime legislative danno il suo partito al 32%, mentre l'ultradestra del Front National è al 19%. Per ora Macron si muove in un originale mix fra innovazione e accenti classici. Primo fronte polemico con la stampa, che avverte il presidente: scegliere i giornalisti al suo seguito non spetta a lui.
In Gran Bretagna la May si scopre conservatrice rossa (Repubblica p.10): "Non sono Margaret Thatcher, non devierò a destra". E corteggia i lavoratori, promettendo la fine di un mercato troppo libero e denunciando l'individualismo sfrenato. Se vincerà le elezioni, come prevedono i sondaggi, ci sarà un grande rimpasto al governo: rischiano di perdere il posto il ministro degli Esteri Boris Johnson, il ministro del Commercio estero Liam Fox, e il ministro del Tesoro Philip Hammond.

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