Commentario del 09.07.2023

PRIME PAGINE
Giusitizia, prove di forza (Corriere della Sera). Governo-toghe, scontro frontale (Stampa). La replica dell'Anm all'esecutivo: "Noi giudici sotto attacco" (Repubblica). Toghe allo scoperto – titola Libero -: arriva il siluro contro il governo. Tajani al Messaggero: "Pm e giudici, carriere separate". Al QN parla Conte: "Attacchi intollerabili alle toghe, governo pericoloso".
Italia-Economia. Italiani pieni di debiti non pagati alle banche, 15 mld di rate (Stampa). Giovani, incentivi e tagli Irperf per evitare l'esodo (Messaggero). Pensioni, il piano per i più giovani: un "assegno di garanzia" (Corriere della Sera). Salario minimo, sarà boom di lavoro nero (Giornale). Il piano di Pd e 5S: più lavoro nero per tutti (Libero).
Esteri. Bombe a grappolo, alleati contrari all'invio in Ucraina (Repubblica, Corriere della Sera, Giornale). Biden spacca la Nato (Fatto Quotidiano). Mossa Erdogan: riconsegna a Kiev gli eroi di Azovstal (Messaggero).

ECONOMIA
Lavoro e crisi demografica, dopo l'allarme Istat il governo prova a correre ai ripari: arriva il piano giovani che prevede tagli Irpef e incentivi per chi assume under 30 (Messaggero p.4). Si lavora su due emendamenti alla delega fiscale per favorire l'inserimento lavorativo. Previste anche agevolazioni per chi accetta di restare in Italia dopo gli studi. Per agevolare i giovani si pensa a dei correttivi anche sulle pensioni: ipotesi assegno di garanzia per chi ha iniziato il lavoro dopo la riforma del '95 (Corriere della Sera p.11). Il tema sarà al centro del confronto di mercoledì tra governo e sindacati: si cerca una soluzione al rischio pensioni basse confermato dal Rapporto 2023 della Corte dei Conti. Tra governo e sindacati prosegue il confronto anche sul salario minimo, un tema spinto anche da Pd e M5S. Conte al QN (p.5): "Il 64% degli italiani è favorevole alla sua introduzione. Il governo spieghi perchè il salario minimo no e il vitalizio massimo sì: dica se questo è il modo di essere 'patrioti'". Libero (p.11) attacca però le proposte di M5S e Pd: lo studio della Cgia sbugiarda Conte e Schlein e spiega che col salario minimo "aumenterebbe il lavoro nero. Soprattutto al Sud". Mezzogiorno che è già alle prese con il problema della fuga dei laureati: in 10 anni perse 157mila persone con un titolo universitario (Messaggero p.5).
C'è un altro aspetto che preoccupa dell'economia italiana: la valanga di debiti non pagati. La Stampa (p.6) segnala come un milione di italiani non sia in grado di pagare rate di mutui e prestiti per 15 mld di euro, ed è boom (+18%) di segnalazioni a Bankitalia.

POLITICA
Prosegue lo scontro sulla giustizia, toghe al contrattacco nei confronti del governo (su tutti). "Così Meloni e Nordio ci delegittimano" è la dura reazione dell'Anm. Il numero uno  Santalucia commenta: "Non vogliamo alimentare lo scontro, lo stiamo subendo". Meloni tiene il punto, ma non vuole la guerra: "Mirano a spaventarci per fermare le riforme" (Corriere della Sera p.3). Secondo Repubblica (p.3) la premier ha scelto di sposare la linea Berlusconi sulla giustizia dopo che nel mirino è finito il suo cerchio magico. Il capogruppo di FdI, Lucio Malan, al Corriere della Sera (p.2) dice: "La Costituzione prevede che la maggioranza faccia le leggi e i giudici le applichino. Noi riteniamo che la separazione delle carriere sia una garanzia per tutti". Anche Antonio Tajani insiste sulle carriere separate per i giudici e al Messaggero (p.3) spiega: "Avanti con la riforma, i magistrati devono applicare le leggi. Non vedo nessun attacco contro i magistrati". Ma il rimpallo di responsabilità non si ferma. La presidente di Magistratura democratica, Cinzia Barillà, alla Stampa (p.2) attacca: "Vogliono il controllo si processi, ma il Palazzo non ci spaventa". E l'ex Procuratore Spataro a Repubblica (p.3) aggiunge: "Se c'è una guerra è dichiarata da una parte sola. Giudici baluardo della Carta". Ma l'esponente di FdI, Tommaso Foti, alla Stampa (p.2) replica: "Sono loro a cercare lo scontro, fare la riforma non è reato". La maggioranza deve fare i conti con le tensioni dei giorni scorsi sui casi Santanchè, Dalmastro e La Russa. Malumori nel governo: "Siamo sotto attacco giudiziario". Ma è escluso un rimpasto in autunno. C'è da fare i conti anche con l'attacco delle opposizioni. Giuseppe Conte al QN (p.5) dice: "L'attacco della Meloni alla magistratura per trovare un salvacondotto ai suoi non è tollerabile".

ESTERI
Le bombe a grappolo di Biden dividono gli alleati. Il via libera della Casa Bianca alla concessione di queste armi a Kiev fa scattare il no di Londra, Parigi e Madrid, che hanno ratificato la Convenzione di Oslo del 2008 con la quale se ne vieta l'uso e la produzione (Corriere della Sera p.8 e tutti). Anche la Meloni è contratria e avverte: "Non datele agli ucraini" (Repubblica p.7). Le bombe a grappolo servono ad aiutare l'offensiva per aprire poi un negoziato di pace e il presidente Zelensky – che sull'Isola dei Serpenti festeggia i 500 giorni di "resistenza" - assicura che quelle bombe non saranno utilizzate oltre il confine russo (Stampa p.14). L'analista David Gendelman alla Stampa (p.14) dice: "Queste bombe non cambieranno radicalmente la situazione, ma possono aiutare gli ucraini a penetrare la difesa dei russi. Inoltre il Sud del Paese è già pieno di mine". Intanto, dopo l'incontro tra il presidente ucraino ed Erdogan, la Turchia riconsegna a Kiev i combattenti dell'Azovstal: i militari sono rientrai in patria con Zelensky, una mossa che ha fatto scattare l'ira del Cremlino (Messaggero p.9 e altri). Per Repubblica (p.8) è uno schiaffo di Erdogan a Putin, una sorta di messaggio in codice di Ankara dopo le minacce russe all'intesa sul grano.
La ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baernbock, firma un commento sulla Stampa (p.16) in cui spiega la posizione del suo Paese: noi tedeschi non dimenticheremo mai che dobbiamo la nostra libertà anche ai nostri alleati, ecco perchè intensificheremo l'impegno per la famiglia euroatlantica e la sicurezza comune. Solo due anni fa – prosegue la ministea – l'idea che inviassimo armi in zone di guerra sarebbe stata sconcertante, ma l'attacco russo in Ucraina ha avviato la quarta fase della politica estera tedesca, cambiando il modo in cui percepiamo le minacce alla nostra sicurezza nel cuore dell'Europa.

© riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento