Commentario del 01.12.2019

PRIME PAGINE
Italia-Politica. Scontro sul Mes, governo appeso al rinvio (Messaggero). Ma Gentiloni al Corriere assicura: "Salva-Stati, non c'è rischio". E anche Bankitalia difende il Mes: "Non minaccia il debito" (Stampa). Mentre l'Ue avverte: "Rinviarlo? Non vi conviene". Su Repubblica: "Di Maio, fermati". Appello finale di Zingaretti al leader 5S: "Sfida senza senso all'Europa". E per il Giornale il salva-Stati è l'ammazza-governo.  Libero, a proposito della maggioranza, parla di "baraonda senza fine".
Intanto, resta calda l'inchiesta sulla fondazione Open e su Renzi. Il suo tariffario: "40 mila euro" (25 mila in saldo) scrive il Fatto. E Verità spiega come funziona il sistema Renzi.
Europa: Repubblica intervista Borrell, commissario Ue: "Pronto a investire per migranti e clima".
Caso Autostrade, dopo le polemiche dei giorni scorsi, la lettera di Luciano Benetton al Messaggero: "Basta odio contro la mia famiglia, chiedo serietà, non indulgenza". Benetton scrive anche a Repubblica: "Noi lesi dai nostri manager". "Verità, non odio" scrive ancora Luciano Benetton al Giornale.
Terrorismo, l'Isis rivendica l'attentato sul London Bridge (Stampa e tutti). Polemiche a Londra: il terrorista islamico era sorvegliato con il braccialetto (Corriere). Dopo questi nuovi attentati, Italia blindata (Giornale).

ECONOMIA
Manovra, tra le correzioni spunta il bonus rubinetti: arrivati ieri i primi emendamenti, ma non riguardano ancora le correzioni più attese (Corriere p.6). L'iter è molto in ritardo, soprattutto considerando l'intenzione di mantenere fermo l'obiettivo delle tre letture. Avvio in sordina delle votazioni sulla manovra in commissione Bilancio al Senato (SOle p.3). Ma dietro le quinte si lavora per definire i ritocchi strategici al testo. A cominciare dalla web tax, che potrebbe essere circoscritta ai soli ricavi digitali prodotti in Italia, escludendo così il fatturato complessivo realizzato anche oltre confine. Sempre dietro le quinte prosegue il confronto sull'alleggerimento della plastic tax. Italia Viva continua a fare muro, Iv sembra comunque disposta a trovare un compromesso sull'ok al piano del Mef ma solo con il contemporaneo slittamento delle nuove misure di un anno, al 2021. L'idea del posticipo non sembra però convincere il ministero dell'Economia. La non facile soluzione finale sulla plastic tax potrebbe prendere la forma di un emendamento dei relatori che potrebbe essere presentato domani o martedì. A proposito della manovra del governo, Gentiloni al Corriere dice: "La Commissione ha registrato per la prima volta che nessun Paese è sopra il 3% del  rapporto deficit-Pil, risultato  positivo delle politiche di sorveglianza. Ci sono ancora squilibri rilevanti. In particolare ci sono Paesi, fra questi l'Italia, che devono indicare percorsi convincenti sulla questione del debito. Altri Paesi hanno surplus di bilancio notevoli che invece andrebbero utilizzati. Nel complesso la Commissione non ha respinto nessun bilancio, tantomeno quello italiano.  Ma le sue valutazioni, sottoposte alla ratifica dell'Eurogruppo, andranno prese molto sul serio".
Sul Messaggero (p.5) l'analisi sul flop del Reddito di cittadinanza: spesi 3 mld, ma creati solo 1000 posti. Con i nuovi Patti per il lavoro assunzioni restano al lumicino, e l'Istat conferma il fallimento.

POLITICA
Fondo salva-Stati, il governo cerca l'intesa: sì al Mes con garanzie sull'unione bancaria (Sole p.2).  Restano però le tensioni tra il M5S, che vuole comunque un rinvio a Bruxelles, e l'asse Conte-Pd, che invece punta a chiudere il pacchetto eliminando la proposta Scholz. I 5S chiudono sulla riforma del Mes: niente firma, solo rinvio (Repubblica p.2). E, mentre Di Maio ribadisce che non ci sarà una firma al buio, tra i 5S crescono i dubbi sulla linea del capo: "Basta – avvertono i dissidenti interni – parlare sempre di crisi" (Corriere p.2). E cresce l'allarme spread sul Mes (Avvenire p.11). La linea del Pd è chiara: "Quella di Di Maio – spiega Zingaretti – è una sfida senza senso all'Ue". E si cerca la mediazione del ministro Gualtieri (Repubblica p.2). Il titolare del Mef, secondo Stampa (p.3) e Messaggero (p.3), sarebbe pronto anche a mettere il veto sulle banche per rimandare. Salvini torna all'attacco e parla di un meccanismo per rubare ai poveri e dare ai ricchi, tornando a chiedere le dimissioni di Conte. E la Meloni al Messaggero (p.3) rilancia: "Conte torni sui suoi passi, se svende gli interessi nazionali è normale denunciarlo per alto tradimento". Ma il premier ribatte: "Spazzeremo via tutte le fesserie" (su tutti). La strategia di mediazione del premier prevede di mettere tutte le riforme Ue in un "pacchetto" (Corriere p.5). Il viceministro dell'Economia Misiani al Sole (p.2): "La riforma rappresenta un punto di equilibrio nettamente migliore rispetto alle bozze iniziali e complessivamente positivo per l'Italia. Dobbiamo essere consapevoli che l'Italia in questi mesi ha ricostruito un patrimonio di credibilità a livello europeo e nel rapporto con i mercati finanziari che dobbiamo far valere con intelligenza. Modifiche? Oggi il punto vero su cui l'Italia dovrebbe far sentire con forza la propria voce è l'unione bancaria, più che il Mes. Il nostro capitale politico andrebbe speso lì". Il commissario Ue all'Economia Gentiloni al Corriere (in prima e p.3) spiega: "Posso dire che la riforma è stata fatta per introdurre un ombrello protettivo in caso di crisi bancarie non gestibili con gli strumenti attuali. Si tratta di un obiettivo positivo. L'ultima parola spetterà ai Parlamenti. Sull'Italia mi limito a dire che non ha bisogno di ombrelli, né per le sue banche, né per il suo debito, che va ridotto ma è perfettamente sostenibile. Invece, descrivere l'intesa sul Mes come un complotto contro l'Italia può alimentare rischi sui mercati che oggi non esistono". E Petrini su Repubblica (p.2) spiega: la riforma del Mes serve veramente, non è un favore alle banche tedesche ma a noi stessi. Rinvio e modifiche? Si possono fare – scrive Petrini -, ma non ci converrebbe, perchè siamo ritenuti vincenti dall'attuale formulazione. Intanto, Bankitalia prende posizione a difesa del Mes: "Non minaccia il debito" (Stampa in prima e p.2).

ESTERI
Londra, il terrorista in libertà. Giudici inglesi sotto accusa. L'Isis rivendica: "Era un nostro soldato" (Messaggero p.8 e tutti). Condannato a 16 anni nel 2012 e uscito dal carcere lo scorso dicembre con obbligo di braccialetto elettronico. Scotland Yard precisa: ha agito da solo (Repubblica p.10, Corriere p.10). Infuriato Johnson: "Fuori chi commette crimini violenti, il sistema non funziona" (Giornale p.4). Secondo il Fatto (p.17) Johnson cerca il capro espiatorio: "Colpa dei giudici". E' proprio l'ombra del terrorismo ad incombere sul summit Nato, diviso su Cina e fondi (Stampa p.9). "Il nemico comune oggi è il terrorismo, che ha colpito tutti i nostri Paesi" così Macron, in vista del vertice di martedì e mercoledì a Londra.
Intanto da Hong Kong arriva l'accusa di Wong: "Pechino esporta la censura in Italia". L'ambasciata cinese contro l'intervento via Skype dell'attivista in Senato (Repubblica p.17). "La frase di Pechino sul mio intervento al Parlamento è una minaccia sprezzante e irragionevole alla libertà di parola. Rivela l'ambizione della Cina di esportare il suo regime autoritario e la sua censura in Italia", ha scritto Wong sui social.  Il tutto è scaturito dopo l'intervento via Skype dell'attivista a una conferenza stampa organizzata al Senato da Fdi e Partito Radicale. Il governo cinese non ha gradito e Conte precisa: "Ho visto le dichiarazioni dell'ambasciatore, però non le possiamo accettare nel modo in cui sono state formulate".
Intanto in Germania Scholz perde la leadership Spd. A rischio la coalizione di governo con Merkel (Stampa e Messaggero p.11). Il vice cancelliere non guiderà più i socialdemocratici. La base svolta a sinistra: appoggi a Borjans e Esken. Già si parla di possibili elezioni anticipate. A congresso il partito di ultradestra AfD: confermato il portavoce Meuthen.
Il Messaggero (p.10) intervista il commissario Ue per i migranti Avramopoulos: "Per ridurre gli sbarchi serve inasprire la lotta ai trafficanti". Su Repubblica (p.4) le parole dell'Alto rappresentante per la Politica estera e la Sicurezza Ue, Borrell: " È facile dire che i migranti che non hanno diritto all'asilo devono essere rimpatriati. Ma è difficile farli accettare dai Paesi di origine, che spesso non li rivogliono. Quindi dovremo stringere una serie di accordi proprio con i Paesi di origine e sarà una delle mie priorità". Poi sulla politica estera comunitaria, spiega: "L'Europa agisca in modo globale. Sulla Turchia è stata zitta".

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