Commentario del 14.12.2019

PRIME PAGINE
Brexit lampo di Johnson (Messaggero). Johnson: Brexit entro il 31 gennaio. Il successo dei nazionalisti scozzesi riapre il caso della secessione (Corriere e tutti). Il re Boris: "Brexit ora" (Repubblica, Stampa). Trump festeggia anche per i dem americani (Repubblica e altri). Veltroni rilancia: "Subito gli Stati Uniti d'Europa" (Stampa). I conservatori trionfano in Inghilterra: sinistra morta di vecchiaia (Libero). Brexit, crolla il muro rosso, il Pd se la fa sotto (Giornale).
Esteri. Merkel-Macron-Conte: "Giù le mani dalla Libia" (Repubblica). Emergenza Libia: vertice Conte, Merkel e Macron (Sole).
Salva Stati, Conte ottiene un rinvio (Messaggero). Mes, Conte torna vincitore e sprona il M5S a rinnovarsi (Fatto). La sfida delle sardine: "In piazza San Giovanni saremo in 100mila" (Stampa). Maggioranza in bilico: pronte nuove uscite dal M5S. Conte cerca rinforzi in Senato (Sole).
Economia. Banche rotte, governo in panne (Repubblica). Popolare Bari, sì al salvataggio: dai renziani accuse agli alleati (Corriere). Il Tesoro commissaria la Popolare Bari ma sul salvataggio è scontro nel governo (Messaggero). Manovra, su 50 norme mancia, il test finale della Ragioneria (Sole).
Regionali. Il centrosinistra avanti (poco) in Emilia Romagna: i sondaggi (Corriere).
Giustizia. La Open s'ingrossa: "Così si vendevano leggi a chi pagava" (Fatto). Leggi su misura per i finanziatori di Renzi (Verità). Appalti e mazzette, tangentopoli milanese: chiesti 70 rinvii a giudizio (Notizia Giornale).
Clima. L'urlo di Greta: "Clima, il 2020 anno dell'azione". In cinquemila a Torino per ascoltarla (Stampa). La Polonia non sottoscrive il progetto Von der Leyen (Sole).
Altre notizie. "Contro il tumore la vittoria più bella". L'annuncio della tennista italiana Francesca Schiavone (Messaggero e tutti).
Autostrade. Benetton scarica Castellucci, addio buonuscita (Notizia Giornale).

ECONOMIA
Popalare Bari commissariata: sul piano di salvataggio Renzi spacca il governo. In apertura del Sole (e su tutti) l'avvio dell'amministrazione straordinaria per l'istituto pugliese, in crisi e con forti perdite, predisposto da Bankitalia, che ha già inviato i commissari Ajello e Blandini. Ma il piano di salvataggio è bloccato a Palazzo Chigi: il progetto di ricapitalizzare la banca attraverso una cordata guidata da Mediocredito centrale divide il Governo, aprendo scenari di crisi: la spaccatura ieri sera al CdM straordinario disertato da Italia Viva. Renzi contro il salvataggio: "Niente sconti a chi sbaglia"; mentre il M5S  ha chiesto una pausa di riflessione, anche se Di Maio ha già auspicato che "si tutelino i risparmiatori e si accertino le responsabilità". Salvini e Giorgetti: "Dal 'tutto bene' al fallimento: il commissariamento è una farsa a mercati aperti, Conte si dimetta".
Un nuovo Cdm è atteso nel fine settimana. Il Corriere (p.1-45) evidenzia l'ira dei renziani contro gli alleati
Manovra, vale 50 milioni la raffica di mini ritocchi (Sole prima e p. 5-7). Dal festival blues di Pistoia alla tutela della comunità italiana in Venezuela, cannabis e monoopattini (Repubblica p. 16) la pioggia di interventi settoriali è sotto la lente del Mef che sta verificando le coperture di tutti i correttivi. Lunedì in verdetto finale nella relazione tecnica al maxi-emendamento alla manovra. "Nessuna scadenza a gennaio" dice il premier. Intanto il Colle resta perplesso e Conte chiama per rassicurare Mattarella: vertice a Palazzo Chigi lunedì mattina, possibile fiducia al Senato nel pomeriggio (Messaggero p. 9 e altri).
Atlantia sospende la buonuscita dell'ad (Tempo p. 31 e tutti). Il cda blocca la seconda tata della liquidazione di Castelucci: la decisione in base ai nuovi elementi emersi nell'indagine sul Ponte Morandi. L'ex numero uno della società aveva concordato 13mln per andarsene.

POLITICA
Mes, passa a Bruxelles la linea del rinvio (Sole p. 8 e tutti). L'Italia è riuscita a far passare all'Eurosummit che si è riunito ieri, dopo il Consiglio Ue, la sua linea per allungare i tempi dell'approvazione della riforma del Fondo salva-Stati collegandolo alle altre decisioni sull'unione bancaria. Conte ha chiesto e ottenuto di modificare le conclusioni dell'Eurosummit sul negoziato sul Mes. Nel testo si elencano anche i vari aspetti del 'pacchetto': il bilancio della zona euro, il rafforzamento dell'euro. E poi ancora si legge che i 19 Paesi della zona euro incoraggiano "a proseguire il lavoro su tutte questi questioni e torneremo su questo al più tardi a giugno 2020".
Sardine, il test di Roma: saremo 100 mila (Corriere prima e p. 12). Oggi il raduno di piazza San Giovanni, con pullman in arrivo da ogni angolo della Penisola, oltre ai tanti che raggiungeranno la Capitale con mezzi propri. Santoro: "L'obiettivo di radunare 100 mila persone è molto coraggioso ma nelle ultime settimane essere ambiziosi ha pagato...". Sul raduno pende il "rischio" legato alla partecipazione annunciata di CasaPound, ma anche sotto questo aspetto Santori è netto: "Penso non verranno, ma in caso contrario qualche decina di guastatori non riuscirà a rovinare la festa". La notizia del raduno delle sardine "che nuotano contro il nazionalismo di Salvini" è ripresa anche dal Financial Times (p. 6).
Intanto all'interno della maggioranza ci sono ancora frizioni: Zingaretti avverte Di Maio e Renzi chiedendo "lealtà oppure si rischia" (Corriere p. 8 e altri). Il leader del Pd sollecita il governo ad alzare l'asticella e al suo partito fa la medesima richiesta proponendo un summit per costruire il "piano del 2020 per l'Italia" sottolineando che "non si può continuare a giocare di rimessa e vivacchiare" e riferendosi a Renzi e Di Maio chiosa "non siamo la fanteria obbediente di chi grida più forte". E sul sistema elettorale, il Pd spinge per quello spagnolo, non gradito però a Italia viva.
Regionali, Bonacini e il centrosinistra avanti in Emilia Romagna, ma Borgonzoni lo tallona. Sul Corriere (prima e p. 9) nel sondaggio di Pagnoncelli si evidenzia l'apprezzamento dell'elettorato di centrodestra per il governatore uscente, con un sorprendente 55%.
Nobel per la Pace alla Segre, i primi sì da Fico e Casellati (Repubblica p. 19 e altri). La proposta del sindaco di Pesaro raccoglie consensi: per il presidente della Camera "lei rappresenta una figura di riferimento per tutto il Paese". Il sindaco di Milano Sala: "Idea strepitosa ma vediamo se è possibile". E per Zingaretti "è la risposta più forte a chi prova a riaprire la porta a odio e intolleranza".
Open, le nuove carte dell'inchiesta. "La Open s'ingrossa: così si vendevano leggi a chi pagava". Il presidente Bianchi scriveva email a Lotti e allo staff di Renzi per sollecitare norme a favore di Toto che finanziava la fondazione. (Fatto, in prima e p.2-3). Sistema Bianchi: non solo Toto, ma altri finanziatori ingaggiarono l'avvocato. Al centro dell'inchiesta c'è una consulenza affidata allo studio legale Bianchi nel 2016 dalla Toto Costruzioni Generali. L'incarico riguardava un accordo transattivo tra la Toto e la società Autostrade. Per gli inquirenti, la consulenza a Bianchi però è solo un modo per nascondere un finanziamento. Infatti sospettano che una parte del denaro sia finito nelle casse della Fondazione Open, che ritengono essere "un'articolazione di partito politico". L'avvocato scriveva: "Dateci 500 mila euro e cambieremo il Paese". L'armatore Onorato rivela: "Ero iscritto al partito, ho stracciato la tessera al ritiro della legge sui marittimi". L'attacco di Renzi ai pm: "Un brutto film già visto" (Fatto, p.13). "Leggi su misura per i finanziatori di Renzi" titola la Verità in apertura. Nello studio dell'ex presidente di Open la bozza, corretta, della norma pro Toto da portare in Parlamento. La morsa del Giglio magico sui gestori delle autostrade. E si scopre che le aziende davano alla fondazione consigli su come chiedere loro il denaro. (Verità, in prima e p.2). Riunioni, viaggi e due casseforti I segreti della fondazione Open. Un testimone racconta ilruolo del presidente Alberto Bianchi, fedelissimo di Renzi. (Corriere, p.15). Open, spuntano i finanziatori "a loro insaputa". Chi finanziava la fondazione di Renzi non ne era sempre consapevole dall'inizio. (Messaggero, p.4).
"Clima, il 2020 sarà l'anno dell'azione". In cinquemila a Torino per ascoltare le parole di Greta Thunberg: "Il nostro domani – ricorda l'attivista svedese – non è scontato se non tagliamo le emissioni. La pianura Padana è un cuore d'Europa molto inquinato e non c'è tempo da perdere: lo smog uccide. Siete con me?". Nell'intervista a margine, parla la Morgan, direttrice di Greenpeace: "Questi ragazzi sono degli eroi, ora diamo la parola agli scienziati" (Repubblica p.21).

ESTERI
Su tutti i giornali ampio spazio alla crisi libica. Fra Serraj e Haftar l'Europa cerca il "terzo uomo". (Fatto p.20) Nel frattempo Tobruk minaccia di radere al suolo Tripoli. Turchia e Russia interventiste per replicare il modello Siria. Incontro a Bruxelles, il premier Conte con Merkel e Macron: meno armi più diplomazia. Il premier: "Sentirò Erdogan, che ho già incontrato al vertice Nato. Per noi gli accordi con Serraj sono inaccettabili". Il Fatto (p.21) approfondisce i risvolti "turchi" della vicenda. Erdogan, il poker nel Mediterraneo. Sfruttando le debolezze di Ue, Usa, Russia e Nato, il leader turco ha chiuso un accordo con Al Serraj sui confini marittimi che crea un enorme zona di "sovranità". Per entrare nella partita dei gasdotti marini.
Conte, Merkel e Macron uniti sulla Libia. Altolà a Mosca e Ankara. (Repubblica p.14). "Esortiamo tutte le parti libiche e internazionali ad astenersi da azioni militari e a impegnarsi a una cessazione complessiva e duratura delle ostilità". Si apre così il comunicato sottoscritto ieri da Conte, Merkel e Macron al termine di una riunione trilaterale a margine del vertice europeo a Bruxelles. Intanto Haftar è alle porte della capitale. Le mani di russi e turchi sul Paese. (Repubblica p.15)
Ed è proprio l'avanzata di Haftar a preoccupare il premier Conte: "In Libia rischiamo un'altra Somalia". Nel colloquio con Merkel e Marcon il premier incassa anche una sponda per modificare il Salva- Stati e farlo slittare in estate (Stampa p.13)
Johnson: Brexit entro il 31 gennaio. Questo il titolo del Corriere (prima, Giornale p.6 e tutti). Il premier e il trionfo. Il successo dei nazionalisti scozzesi riapre il caso della secessione. "E' al lavoro il governo del popolo". Nel discorso della vittoria elettorale, il premier britannico Johnson invoca la fine dei contrasti e l'avvio del "processo di guarigione". E promette impegno "per tutti, ovunque siate" (Corriere p.2). Boris d'Inghilterra, titola invece Repubblica (p.7). Elisabetta lo incorona. E lui: "Ora avanti con la Brexit".  Intanto sempre il Corriere (p.6), riporta il caso. Scozia tinta di giallo: l'avanzata nazionalista rilancia la secessione. Il partito della premier Sturgeon guadagna 13 seggi (anche sui Tory) e chiede un nuovo referendum. Johnson il giullare diventa re: "Europa, ora lasciaci in pace" (Fatto p.16). Dopo le celebrazioni per la vittoria nel Regno Unito, il premier torna in sé, niente più bava alla bocca. "La Brexit è irrefutabile, irresistibile, inconfutabile".
E intanto Trump lancia l'esca a Londra, ora l'Ue si scopre più debole. Il presidente Usa: "Si ad un grande accordo commerciale". Bruxelles teme il braccio di ferro. E il rischio "deregulation". Trump esulta per la vittoria dell'amico. In Israele si festeggia la caduta di Corbyn. Ma a Edimburgo e Belfast ci sono maggioranze favorevoli alla secessione. I giochi sono aperti (Libero p.4). L'incubo Scotxit, è il gioco di parole scelto da Repubblica (p.11). Scozzesi unici a battere Johnson, e torna la "sindrome Catalogna".
Repubblica (p.13) intervista il presidente del Parlamento europeo Sassoli: "La Brexit è una ferita – dice-, ma come Unione una rotta ce l'abbiamo: il Green deal è il più grande piano economico della seconda guerra mondiale. E a Londra convine guardare verso di noi".
Su Stampa (p.11) intervista a Walter Veltroni: "Ora subito gli Stati Uniti d'Europa. Per i progressisti servono parole nuove". Tra i temi anche quello del Green New Deal proposto dalla Von Der Leyen: "è una prima suggestione positiva. Ma credo occorra rivedere i meccanismi di decisione: non può essere che i paesi euroscettici impediscano a quelli euroconvinti di far nascere l'esperienza degli Stati Uniti d'Europa con la velocità necessaria".
Anche la Meloni (Fdi) nell'intervista alla Verità (p. 15) si schiera con Johnson: "Adesso Roma alzi la posta con Bruxelles: il popolo inglese ha ribadito che c'è vita fuori dall'Ue. Non sono per lasciarla, ma ora c'è un'alternativa all'Europa".

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