Commentario del 29.12.19

PRIME PAGINE
Conte: no a un mio partito. Il premier sdoppia l'Istruzione e sceglie i ministri Azzolina e Manfredi (Corriere e tutti). Uno dei due ministri è imputato (Verità). Conte toglie l'Università a M5S (Messaggero). Fare i conti con Conte: il bilancio di un anno del premier (Repubblica). Il premier attacca Salvini e nomina due ministri: "Resto qui altri 3 anni" (Stampa, Fatto). E ai ribelli dice: restate con Di Maio (QN). Nel 2020 il capo leghista sogna la spallata a Conte ma teme i magistrati (Stampa). Il Conteballe: bugie di fine anno (Giornale).
Giustizia. L'Italia ostaggio dei manettari: Bonafede e soci vogliono un Paese di processati a vita (Tempo).
Val Senales, valanga su una pista da sci: morte mamma e due bimbe (Messaggero, Repubblica, Corriere e tutti). Tragedia di Padova: 30 neonati ogni anno muoiono "scossi" dalle madri (Stampa).
Strage Shabaab a Mogadiscio: almeno 90 morti (Stampa). Francia, caos trasporti per la protesta-pensioni (Fatto).
Atlantia, stop all'indennizzo. l'Anas potrà subentrare (Sole). Mps, Etruria & C: va tutto i prescrizione (Fatto). Abi, parla Patuelli: "Il credito ormai fuori dalla crisi" (Avvenire).

ECONOMIA
Su Repubblica (p. 6) la ministra Bellanova annuncia: "Ora basta totem, via il reddito di cittadinanza e ridiscuteremo Quota 100". La titolare dell'Agricoltura nel giudicare il bilancio di fine anno di Conte si dice concorde col premier nell'ammettere che "nessuno è indispensabile, ma vale per tutti" e declina le priorità del governo in modo diverso, facendo notare che "c'è un' ansia di annettersi Conte, in primo luogo da parte del Pd. Registro dichiarazioni, che a noi non appartengono".
Autostrade in primo piano sul Corriere (p. 30) e su altri: il governo non cede e slitta la polizza auto familiare. Il governo mantiene la linea dura sulla revoca delle concessioni, comprese quelle autostradali finite nel mirino del M5S. La norma che stabilisce nuovi meccanismi di gestione dei servizi in caso di revoca, e soprattutto nuovi parametri per calcolare gli indennizzi ai concessionari, è stata confermata nel testo del decreto Milleproroghe, che nella serata di ieri è stato trasmesso da Palazzo Chigi al Quirinale per la firma di Mattarella, e che dovrebbe essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di lunedì. Il decreto di 49 articoli, approvato una settimana fa dal governo "salvo intese", e che stabilisce la proroga di moltissime scadenze legislative, ha subito altre piccole modifiche nelle ultime ore, con lo slittamento della possibilità di stipulare polizze assicurative RC auto "familiare" da inizio anno a metà febbraio, ed il rinvio al 30 giugno, rispetto al primo gennaio, del pagamento dei canoni per gli stabilimenti balneari.
Burocrazia, 57 miliardi di costi per le Pmi (Corriere p. 30 e altri). La Pa , secondo l'Ufficio della Cgia di Mestre, da risorsa sta diventando un grande freno per il Paese. Uno studio dell'organizzazione evidenzia infatti che il costo annuo sostenuto dalle aziende per la gestione dei rapporti con la Pa ammonta a 57mld, un valore pari a 3 punti di Pil. "Questa spesa costituisce un freno allo sviluppo, agli investimenti e all'occupazione, penalizzando soprattutto le Pmi", commenta il coordinatore dell'ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo.

POLITICA
Conte: no a un mio partito. In primo piano su Corriere (prima e p. 2), Repubblica (prima e p. 2-3) e su tutti i quotidiani nazionali, l'incontro di fine anno del premier con la stampa, nel corso del quale oltre ad annunciare lo sdoppiamento del Ministero dell'Istruzione dopo l'addio di Fioramonti (M5S) – in sella il duo Azzolina (Scuola)-Manfredi (Università) – e un "Quota 100 da archiviare"  ribadisce il suo più totale disinteresse nel voler fondare un partito politico. Anzi, rimarca il cronoprogramma del governo parlando di "una maratona di tre anni, non a passo lento. Si tratta di ripartire dai 29 punti, ma li potremmo arricchire, aggiungerne qualcuno, o accantonarne altri". Poi lancia un appello "a lavorare insieme ai partner di governo". Conte nega che lo stop alla prescrizione sia "un obbrobrio giuridico". Però aggiunge: "Servono garanzie per una durata ragionevole del processo". Più difficile destreggiarsi sui decreti sicurezza e sulla discontinuità. Poi il botta e risposta con Salvini. "La Lega – dice il premier - è pienamente legittimata a partecipare al gioco democratico. Ma il modo in cui Salvini interpreta la sua leadership è insidioso, perché si ritiene sciolto da vincoli e chiede pieni poteri". Pronta la risposta dell'ex ministro: "Con Conte più sbarchi, più tasse, più poltrone e più balle". Per Merlo, su Repubblica (p. 3) sta nascendo "il contismo" figlio del metodo del premier che ormai sembra una sfida agli Andreotti e ai Moro d'annata: non più vice dei suoi vice, ma da burattino è diventato un leader popolare, che ieri per oltre tre ore ha disegnato la sua identità politica. Sulla scelta di Conte, per il Miur, esulta il Pd, mentre il M5S mostra delusione: "Abbiamo perso un ministero" dice la Corrao (Messaggero p. 2 e altri).
I due neo ministri, parlano al Corriere (p. 4). Manfredi: "Un programma pluriennale per il rilancio. Cento milioni l'anno per assumere giovani ricercatori: un piano quinquennale perché l'Italia ha bisogno di stabilità. Io indagato? Fatto normale" (Repubblica p. 5). La Azzolina, fedele a Di Maio: "Grande compito, sono commossa". La neo-preside, 37enne dice: "Al centro i ragazzi, c'è molto da fare, ma non sarò sola. Non vedo l'ora di cominciare".
Nomine, prove di spartizione: Ruffini torna all'Agenzia delle Entrate (Repubblica p. 8 e altri). Il capo del governo, nel suo discorso, ha ribadito che "subito dopo Capodanno torneremo a riunirci per i nuovi nomi per le agenzie e in particolare per l'Agenzia delle Entrate". Caselle che sembrano già virtualmente coperte: si parla del ritorno di Ruffini per le Entrate, la Dal Verme al Demanio e della riconferma di Mineo a Dogane e Monopoli.
Regionali, nei sondaggi centrosinistra avanti in Emilia: in Calabria la destra accoglie gli esclusi dal Pd (Repubblica p. 10). Chiuse le candidature per il voto del 26 gennaio, la Borgonzoni non riesce a presentare le liste in tutte le province, Salvini al sud si affida anche a sindaci di comuni sciolti per mafia. Con Santelli chi non è stato voluto da Callipo che afferma: "Possiamo farcela puntando tutto su diritti e legalità". Bonaccini, dal canto suo, si dice certo del fatto che "la Lega non vince, vuole solo mandare a casa il governo".

ESTERI
Somalia, è strage di studenti (Corriere p.8 e tutti). Camion bomba a Mogadiscio: almeno 90 morti. Morti erano giovani che andavano all'università. Ma le cifre dell'orrore paiono destinate a salire, dato che molti feriti arrivano agli ospedali in condizioni disperate. Il terrorismo torna a colpire con forza devastante un Paese africano e segna la crescita della presenza dell'estremismo islamico nelle zone sub-sahariane e orientali solo due mesi dopo l'uccisione in Siria per mano di un commando Usa del leader dell'Isis Al Baghdadi. Per il dottor Abdulkadir Abdirahman Adan, a capo di un servizio gratuito di ambulanze, i terroristi "volevano colpire gli studenti mentre si recavano all'università". L'ennesimo segnale della chiusura a ogni forma di cultura "occidentale" (Avvenire p.4). L'internazionale jihadista è nera e parla africano – titola il Fatto (p.19). L'attentato conferma: il nuovo fronte dell'estremismo recluta in Nigeria, Mali, Niger e Burkina Faso. Il Messaggero (p.10) riporta invece l'allarme degli 007 europei: "La jihad si prende l'Africa". Governi deboli e disimpegno Usa favoriscono l'avanzata del terrore. Su Stampa (p.2) intervista a Asiem El Difraoui, politologo e specialista di jihadismo: "Il terrorismo in Africa non riguarda singoli Stati. Si rischia il contagio, l'Occidente lo affronti subito". Il tema è relativo all'attentato a Mogadiscio e il ruolo della Somalia nello scenario del jihadismo: "Sono stati che dopo la fine della colonizzazione sono finiti in mano ai dittatori -sottolinea-, si sono sviluppate amministrazioni corrotte che non hanno risposto alle esigenze della popolazione".
Intanto nel Golfo Persico sono "giochi di guerra". Iran, Russia e Cina insieme lungo le rotte del petrolio. Cosi organizza la risposta ai tentativi di Trump di "blindare" la regione (Corriere p.9). Le acque del Golfo Arabico tornano ad agitarsi: è la prima volta che le tre nazioni mostrano apertamente la volontà di stringere una possibile alleanza militare. Lo fanno in una zona fino ad oggi dominata dalla presenza del loro comune nemico: gli Stati Uniti, e scelgono come teatro le acque la cui navigazione è cruciale per la circolazione del petrolio arabo nel resto del mondo (Messaggero p.10).

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