Commentario del 11.12.2019

PRIME PAGINE
Governo, tensioni nei 5S (Corriere). Governo appeso ai dubbi del Movimento (Messaggero). "Bello ciao, vattene": Libero chiede a Conte, che ha fallito, di togliere il disturbo. Una fattura inguaia il premier sul caso Alpa (Giornale). A Milano, la carica dei 600 a difesa di Liliana Segre (Repubblica). "Siamo noi la scorta", 600 sindaci con Segre (Corriere). Inchiesta sulla Lega, giudici a caccia dei 49 mln, indagato assessore lombardo (Stampa). Spese false per nascondere i 49 mln (Repubblica). Lega, trovati i soldi "riciclati fino al 2018" (Fatto). Nel mirino c'è Salvini (Giornale).
Economia: produzione industriale giù, solo la Germania fa peggio (Sole). Ex Ilva, lo stop del tribunale (Corriere). La Procura spegne l'altoforno, impianto fermo: mina sulla trattativa (Messaggero). Lo Stato verso una minoranza di peso nel capitale dell'ex Ilva (MF).
Europa: Italia, sì al piano verde europeo (Stampa).
Esteri-Libia: Erdogan pronto a intervenire. Conte invia una nave e chiama la Ue (Messaggero).
Brexit o No Brexit? Voto-referendum tra Boris e Jeremy (Fatto).

ECONOMIA
Produzione industriale in calo del 2,4%, solo la Germania fa peggio (Sole in prima e p.14). L'Istat registra ad ottobre l'ottavo calo consecutivo, in forte discesa i beni strumentali. Tengono i consumi grazie ad alimentari e farmaci, forte calo invece per il settore auto. Il manifatturiero butta giù il Pil – segnala Di Vico sul Corriere (p.30) -. Con l'ottavo mese consecutivo con la produzione in negativo, l'industria è in recessione e compromette il risultato complessivo del prodotto interno lordo che cercava disperatamente di guadagnare qualche «zero virgola» in più. Questo è il quadro con il  quale ci avviamo a chiudere l'anno e ci prepariamo a un 2020 altrettanto incerto.
Manovra, corsa alle modifiche: più tasse sugli affiti dei negozi (Messaggero p.6 e altri). Il prossimo anno i proprietari di negozi pagheranno tasse più alte. La cedolare secca, il prelievo del 21% sugli affitti dei locali commerciali deciso lo scorso anno dal governo giallo-verde, non sarà prorogato. L'emendamento, che estendeva anche al 2021 il beneficio per i piccoli proprietari,è stato bocciato. Giornale (p.2) attacca: governo Conte come Monti, stangata sui negozi. Il Sole (p.2) segnala tutte le novità: stop all'inserimento del decreto sul rinnovo del prestito ponte di Alitalia, allo slittamento di un mese della nomina del nuovo Garante della Privacy, ok alla tobin tax rivista, alle penali per le "bollette pazze" e all'emendamento che proroga e innalza dal 30% al 40% la "quota rosa" nei Cda delle quotate. Ma la Verità (in prima e p.2) attacca: non sanno fare neppure la manovra. Continua serie di pasticci e ritardo clamoroso. Ormai la strategia obbligata è tagliare la discussione anche al Senato. Ma basta un incidente di percorso e si rischierà l'esercízio provvisorio
Evasione fiscale, Repubblica (p.7) segnala come sia l'Iva quella pià evasa, ma le sanzioni restano soft. Ogni anno, come ha ricordato Mattarella, mancano all'appello 109 mld. Sequestri per 6 mld negli ultimi 12 mesi – riporta Sarzanini sul Corriere (p.11) -. Aperti quasi 17mila fascicoli contro gli evasori. E Cottarelli sulla Stampa (p.9) segnala le "quattro scuse fasulle" per non pagare le tasse: è impossibile ridurle, è colpa delle aliquote, è un problema di tutti i Paesi ed è legittima difesa. Insomma – commenta Cottarelli -, ogni scusa è buona per evadere. Se vogliamo cambiare questo Paese, non possiamo giustificare lo status quo, ma dobbiamo stigmatizzare i cattivi comportamenti. 
Ilva, il giudice blocca l'altoforno: rigettata dal tribunale di Taranto la richiesta di proroga per Afo2 fatta dai commissari (Repubblica p.6 e tutti). La notizia cade come una bomba sulle trattative in corso con l'azienda per definire il piano industriale (Messaggero p.15). Il governo intanto, al vertice al Mise, svela il piano B: messa in funzione di due altoforni (il 4 e il 5 ammodernato) in aggiunta a un forno elettrico (Sole p.3).

POLITICA
Oggi il test in Parlamento sul Mes, la maggioranza cerca l'unità (Corriere p.4): si vota alla Camera e al Senato la risoluzione sulle modifiche al salva-Stati, 5S e demo dovrebbero votare compatti anche se tra i grillini resta qualche malumore: i ribelli minacciano lo strappo a Palazzo Madama (Repubblica p.11). La Lega va in pressing sugli scontenti perchè non si presentino e il governo scenda sotto i 161 voti. Numeri sul filo in Senato, nella notte le trattative con il M5S, che poi dà il via libera (Messaggero p.4). Di Maio conferma: "Non mi piace ma è necessario", però il leader grillino non convince i ribelli (Messaggero p.5). Il capo politico 5S prova a placare i malumori dei suoi, ma un senatore è pronto ad uscire (Corriere p.5). Il sottosegretario all'Economia Baretta, al Corriere (p.4), spiega: "I toni e gli argomenti della discussione sono stati fin troppo caricati. E' positivo avere fatto chiarezza sull'esclusione dell'automatismo in caso di ristrutturazione del debito. Mi pare ci siano una serie di elementi che consentono alla maggioranza di presentarsi in Parlamento in modo unitario e in un clima fattivo. Le polemiche si sono stemperate. L'attacco di Salvini? E' stata innescata una miccia politica che non poggia su basi reali". Libero (p.4) all'attacco del ministro Gualtieri: svende i titoli di Stato, poi smentisce per avere i voti del M5S sul Mes. Dopo aver aperto alla proposta tedesca di trasformare i Btp in prodotti ad alto rischio, il titolare dell'Economia – scrive Libero – è costretto al dietrofront per evitare il no dei grillini oggi in Parlamento. Ma per il Giornale (p.3) Di Maio si piega ancora per salvare la baracca: dopo il finto agguato sul Mes, i grillini ingoiano l'ennesimo compromesso. E la Verità (p.6) rilancia: anche il sito del Mes spiega che Gualtieri e Conte non hanno ottenuto niente: dal Tesoro dicono di aver spuntato modifiche minori, ma per il portale del Fondo era tutto già previsto, a prescidere dalle richieste di Roma. Libero (p.3) approfitta delle polemiche per chiedere a Conte di togliere il disturbo: il premier barcolla, sono i 5S non vogliono le urne. Dopo le feste, Conte dovrà arrendersi. Ma il premier lavora al piano per il rilancio: nel mese di gennaio la stesura del progetto di rilancio (Corriere p.5).
Le altre notizie politiche in primo piano sono la marcia dei 600 sindaci a Milano con Liliana Segre per "cancellare l'odio" (Repubblica p.2 e tutti) e gli avanzamenti dell'inchiesta sui fondi alla Lega. Perquisizioni in Lombardia, indagato per riciclaggio l'assessore Galli (Stampa p.10 e tutti). L'accusa per Galli è relativa ai movimenti di 450 mila euro collegati all'incarico di presidente dell'Associazione Maroni. "Operazioni sospette anche con Salvini in carica" titola il Fatto (p.4).

ESTERI
La Brexit di Johnson sfida le urne (Avvenire p.5 e tutti). Le elezioni politiche di domani saranno un "referendum" sulla proposta di uscita dalla Ue. Il leader conservatore è dato in grande vantaggio nei sondaggi, ma il rivale laburista Corbyn lo incalza. L'opposizione organizza un "voto tattico" per togliere la maggioranza a Johnson (Stampa p.10): nei collegi a rischio sceglieranno il candidato che ha più possibilità contro i conservaori. E, secondo il Corriere (p.12), i conservatori sono nervosi, perché temono che la vittoria annunciata possa sfuggirgli di mano. Brexit, nuovo referendum. Tu chiamale se vuoi elezioni, titola il Fatto (p.20).
Europa, governi freddi sul "Patto verde" proposto dalla Von Der Leyen: svolta necessaria, ma no a cambiali in bianco (Stampa p.2). Crescono i dubbi sul Fondo dell'Ue per la decarbonizzazione. E l'Italia vuole estenderlo anche all'acciaio. La Stampa (p.3) intervista il ministro Costa: "E' una grande occasione per l'Italia – dice -. Rivoluzioneremo il settore trasporti Ma gli investimenti green devono essere esclusi dal patto di stabilità". Il ministro auspica inoltre che "questo sia veramente l'inizio della transizione ecologica per l'economia europea".
Libia, in primo piano l'interventismo della Turchia. Erdogan annuncia un possibile intervento in caso di richiesta di Tripoli contro Haftar (Messaggero in prima e p.2 e altri). Dagli Usa arriva l'ok ad Ankara per franare l'attivismo russo: la Casa Bianca ha scelto Erdogan come uomo forte per risolvere la crisi nel Paese nordafricano. Ma l'Italia resta spiazzata: attende l'Europa e intanto manda una nave militare(Messaggero p.3 e altri). La mossa turca è una sveglia per la Farnesina, che però punta ancora sulla conferenza di Berlino. Si teme l'accentuarsi di un conflitto che farebbe esplodere la bomba migranti. A Palazzo Chigi, si incontrano Conte, i ministri Di Maio, Guerini e Lamorgese per un vertice sulla Libia (Libero p.12).

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