Conmmentario del 15.12.2019

PRIME PAGINE
Crisi della banca Popolare di Bari in evidenza. Piano da 1 mld. Sette inchieste dei pm (Sole). Dieci mosse per un crac, scrive Repubblica. Giornale: le carte segrete sulla banca che il governo ci fa pagare. Il ministro Gualtieri al Messaggero: "Banca da salvare per il Sud". Di Maio, intervistato dal Corriere: "Commissione sulle banche. Basta silenzi, chi sbaglia paghi". La Verità vede il governo in tilt pure sulla banca e Salvini tende la mano. Libero attacca con un gioco di parole: "Una banca di bari non merita aiuti. L'istituto pugliese dava soldi a tutti".
Politica. Renzi al Corriere: "Il governo? Per me non cade". Ma Salvini rilancia: "Risolviamo i guai grossi, poi al voto".  "Salviamo l'Italia – dice ancora Salvini – governando tutti insieme" (Stampa). E il leghista Giorgetti alla Stampa dice: "Conte se ne vada. Draghi premier". Intanto, a Roma, le sardine invadono San Giovanni: "Siamo 100 mila, obiettivo raggiunto" (Corriere e tutti). "Roma Sardina" titola Repubblica. Oceano di sardine anche a Roma – scrive il Fatto -: oggi decidono che fare da grandi. Messaggero analizza la piazza di Roma, tra nuove nostalgie ed effetto partigiani. Nel centrodestra, Berlusconi serra le file: scontro Carfagna-Gelmini (Giornale).
Intanto, manovra: è di 3 mld il costo del restyling (Sole). Fisco e casa, bonus nella manovra: partenza con le facciate dal 2020 (Sole).
Esteri, Di Maio vola a Tripoli: riparte l'iniziativa diplomatica in Magreb (Stampa).

ECONOMIA
In primo piano le indagini sulla banca Popolare di Bari e l'intervento del governo: la Procura di Bari ha aperto nuovi fascicoli d'indagine (su tutti). I soci vedono sfumare 1,5 mld (Sole in apertura e p.2-3): con il crollo del valore dei titoli questo è il conto per gli azionisti se non ci sarà alcun indennizzo statale. Di Maio attacca Bankitalia sui controlli, mentre il premier Conte dopo le tensioni di venerdì dice: "Abbiamo chiarito". Patto tra Conte e Di Maio (e Gualtieri) per il via libera delle maggioranza al decreto da 1 mld, che dovrebbe arrivare oggi (Corriere p.6 e tutti).  Il premier assicura: "Niente aiuti ai banchieri" (Messaggero p.2). Il ministro dell'Economia Gualtieri al Messaggero (p.3): "È doveroso che il governo intervenga per garantire la piena tutela dei risparmiatori. Vi sarà l'intervento del Fondo interbancario di tutela dei depositi, in secondo luogo, il potenziamento delle capacità patrimoniali del Mediocredito Centrale, che il governo vuole rendere una vera banca pubblica di investimento". Di Maio, intervistato dal Corriere (in prima e p.5), dice: "Se una banca fallisce non è colpa dei risparmiatori. La solidità del sistema è fondamentale, ma se ci sono manager che hanno prestato soldi allo scoperto, devono pagare. Il tempo del silenzio è finito. Bisogna far partire la commissione d'inchiesta sulle banche. Se lo Stato deve mettere soldi per salvare i conti correnti, dobbiamo fare in modo che quella banca sia nazionalizzata. Il nostro progetto è la banca pubblica degli investimenti". Ma Libero (in prima e p.3) attacca utilizzando un gioco di parole: "una banca di bari non merita aiuti". La banca  dava soldi a tutti, un quarto dei crediti era marcio. Per i danni dei manager – polemizza Libero – dovremmo rimetterci noi? Infatti, Feltri su Libero (in prima e p.3) rincara la dose: i responsabili del crac non pagheranno, il conto arriverà a noi.
Manovra, restyling da almeno 3 mld (Sole p.5, Messaggero p.15, Corriere p.11 e altri). Solo il conto dei principali ritocchi e sub-emendamenti di governo si aggirerebbe attorno ai 2,6-2,8 miliardi.
Il Messaggero (p.15) segnala: la Tobin tax traballa. Dubbi Ue per il prelievo sulle transazioni finanziarie. Il Messaggero (p.3) intervista il ministro Gualtieri: "Finalmente potremo lavorare sulle misure con la necessaria pianificazione – dice -. Quando sono arrivato al ministero ho trovato una legge di Bilancio già impostata con 6 mld di tagli e 9 di incremento tasse. In poche settimane ne abbiamo scritta una completamente diversa nei numeri, nella filosofia e nella sostanza. Non era scontato". Dopo il voto di fiducia al Sanato e alla Camera il testo sarà blindato e Gualtieri non teme intoppi: "Come ha dimostrato il voto sul Mes la maggioranza è solida e larga. Chi aveva scommesso sulla fragilità della maggioranza è rimasto deluso. Il governo esce da questa prova più forte di prima".

POLITICA
"Ripartiamo da 5 priorità": l'appello di Salvini a tutti i partiti (Stampa in prima e p.2). Mossa a sorpresa del leader leghista, che chiede un "comitato di salvezza nazionale". Il M5S non ci sta e Di Maio chiede di ignorare il segretario del Carroccio, mentre il Pd apre al dialogo sulla legge elettorale. Giornale (p.4) e Libero (p.5) parlano di "tregua di Salvini" che propone un patto per "salvare l'Italia", poi "torniamo al voto". Risparmi, infrastrutture, burocrazia, crescita e salute i cinque temi da risolvere subito secondo il segretario del Carroccio, poi le urne. Di Maio al Corriere (p.5) chiude: "Salvini è un nostalgico del governo, ma parla al vento. Lui al governo c'era, ma lo ha buttato giù e ora ogni giorno cerca uno slogan diverso nel tentativo di non sparire". Intanto, il vicesegretario della Lega, Giancarlo Giorgetti, alla Stampa (p.3) dice: "È un'iniziativa di Salvini per la quale non nutro grandi speranze, perchè mi sembra che l'atteggiamento prevalente fra chi oggi governa sia un altro, cioè tiriamo a campare non facendo un c... nella speranza di logorare Salvini. È evidente al mondo intero che il governo in carica è diviso su tutto e di conseguenza incapace di decidere. L'unica certezza è l'incertezza. Quindi bisogna stabilire cosa sia davvero l'interesse del Paese: impedire a Salvini di andare a governare o risolvere alcune questioni urgenti e poi votare?". Giorgetti conferma che la Lega sarebbe pronta a convergere sul sistema spagnolo per la riforma della legge elettorale poi lancia Mario Draghi premier, senza citarlo direttamente: "Qualcuno attualmente disoccupato, che gode di prestigiom ha fatto bene in Europa, e così via. Why not?".
Intanto Renzi, intervistato dal Corriere (in prima e p.9), dice: "Il governo regge nonostante le scorrettezze sul caso della Pop Bari. Il premier ha prima rassicurato tutti che non vi sarebbe stato alcun decreto legge. Poi, si sono convocati i ministri mezz'ora prima su un testo tutto da verificare. Non è questo il modo di procedere, Conte si è scusato e lo aprezzo". Di Maio al Corriere (p.5) rilancia il tema del cronoprogramma di governo: "Sono stato il primo a chiuderlo, dobbiamo mettere nero su bianco le cose da fare e quando farle. Io, Zingaretti e Conte siamo d'accordo".
Successo ieri a Roma per le Sardine: 100mila persone a San Giovanni (su tutti). La questura parla di 35mila persone. "Niente partito, solo gruppo di pressione" dicono le persone in piazza, tra cui c'erano molti ex dem e 5S delusi (Fatto p.2). Dopo la manifestazione di ieri, oggi riunione delle sardine: 150 delegati di tutta Italia riuniti in un centro sociale occupato (Repubblica p.4). Devono decidere cosa fare da grandi (Fatto).

ESTERI
Di Maio vola da Serraj per fermare l'escalation. Conte: vertice in Libia (Corriere p.11, Repubblica p.15). L'incontro in programma martedì, lo vuole Palazzo Chigi con la Ue a Tripoli. Di Maio si reca martedì a Tripoli per una serie di consultazioni con il Governo di accordo nazionale nel tentativo di dare una prima attuazione agli intenti emersi nel corso della trilaterale di Bruxelles. Il vertice tra Conte, Merkel e a Macron punta a far tornare l'Europa al centro dei rapporti con la Libia. Intanto Serraj, deluso dalla Ue, fa sempre più affidamento all'aiuto di Ankara.
Gran Bretagna, Johnson vara il nuovo governo, a rischio l'ala dura (Messaggero p.10). Martedì il programma: più fondi alla sanità e stretta sugli immigrati. Brexit, sanità, tasse e proprio l'immigrazione nell'agenda dei primi 100 giorni per Johnson (Corriere p.12). L'Europa però apre  ufficialmente a un nuovo rinvio, che Boris non accetterà mai. (Repubblica p.17)
E intanto la Scozia continua la "marcia" indipendentista: la prossima settimana il governo di Edimburgo pubblicherà un documento per chiedere un secondo referendum sull'indipendenza (Corriere p.13)


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