Commentario del 17.12.2019

PRIME PAGINE
Manovra, fiducia tra gli attriti (Corriere e altri). Il sì tra i timori di crisi (Messaggero). La stangata è servita: testo approvato dopo 70 correzioni, anche Renzi vota la fiducia (Giornale). Tutte le tasse della manovra (Verità) Bloccata la cannabis light: la Casellati si fuma 12mila posti di lavoro (Notizia Giornale).
Resta in evidenza il tema della Pop Bari. Così i bancari hanno rovinato le loro famiglie (Corriere). Bankitalia si ribella all'assalto della politica (Stampa). E M5S sta con Bankitalia (Messaggero). Chi salva Bari, salva Conte (MF).
Intanto, viste le continue fibrillazioni nella maggioranza, arriva l'appello di Conte: "Fare i pazzi non serve" (Repubblica). Resta però lo spettro del "Governissimo". Renzi lancia l'esca a Salvini: "Vedremo se sono seri" (Stampa). Il Fatto cita i numeri sui Migranti nell'Ue: Lamorgese batte Salvini 5 a 1 (Fatto).
Libia- Doppia missione per Di Maio: da Haftar a Sarraj (Corriere). La paura di Tripoli con i russi alle porte (Repubblica). Dagli Usa, Impeachment contro Trump: "Ha tradito la nazione". Atto d'accusa in 658 pagine (Stampa). Mentre in India è rabbia nelle piazze per la legge contro i musulmani (Stampa, Giornale).
Tra le altre notizie: Fca-Psa, oggi il piano di fusione al cda Peugeot (Sole); Alitalia, Lufthansa ribadisce: "Prima va ristrutturata" (Sole).

ECONOMIA
Primo sì alla manovra tra i timori di crisi (Messaggero in prima e p.2 e tutti): la Finanziaria passa con la fiducia. 166 voti a favore, 128 contrari: il provvedimento passa "blindato" all'esame della Camera. "Fatto un piccolo miracolo – ha commentato il ministro Gualtieri -: ora riduciamo le tasse ai redditi medio-bassi" (Repubblica p.10). Tra le modifiche al testo, saltano la liberalizzazione della cannabis, la Tobin tax, le assunzioni delle Province e il rinvio del mercato libero per le tariffe di luce e gas. La manovra passa al Senato, ma prima – scrive il Fatto (p.3) – la riscrivono ancora. "Altri 70 ritocchi, ma la manovra resta Iva e cuneo" titola il Sole (p.2): confermati la sterilizzazione completa delle clausole da 23,1 mld e il taglio del cuneo fiscale da 3 mld da luglio 2020, che diventano 5 mld dal 2021. Giornale (in prima e p.3) attacca: la stangata è servita. Nel mirino le nuove tasse su auto, giochi, plastica e bibite zuccherate. Ma il viceministro dell'Economia Misiani al Corriere (p.2) difende la Finanziaria: "Do 7,5 in assoluto, 9 se consideriamo come eravamo messi l'estate scorsa. Plastic tax, sugar tax e auto aziendali valgono nel 2020 meno dell'1% dell'intera manovra. Briciole. Rispetto alla legislazione vigente, riduciamo le tasse di 16 mld".  La norma che ha creato le maggiori tensioni è quella sulla cannabis light: lite M5S-Casellati (Corriere p.2 e tutti). La presidente del Senato dichiata inammissibili l'emendamento per le misure sulla canapa, il centrodestra esulta, mentre il M5S la attacca: "E' di parte". Per Libero (p.4), sulla droga Casellati manda il governo in crisi d'astinenza.
La crisi della Popolare di Bari resta in evidenza su tutti i quotidiani: non si placano le polemiche e le tensioni su responsabilità e costi dell'operazione. Commissari e Bankitalia alla conta dei danni: le ricadute di un eventuale dissesto sarebbero pesanti per il territorio e il risparmio locale (Sole p.5). Intanto per i soci c'è lo spettro dell'azzeramento. MF titola: "Chi salva Bari salva Conte": l'operazione resta cruciale anche per la tenuta della maggioranza. Da segnalare inoltre l'attacco a Bankitalia, nuovamente accusata, soprattutto dal M5S, di presunta mancata vigilanza (in prima su Stampa, Messaggero e Repubblica, e in dettaglio al loro interno): Visco non ci sta e parla di "necessità di trovare subito un illusorio capro espiatorio" (Messaggero p.6). Ma Di Maio rilancia: "Subito i verbali delle ispezioni, nessuna pietà per i banchieri responsabili". Intanto Conte cerca di mediare e corre ai ripari per evitare lo scontro aperto con Via Nazionale (Messaggero p.7): Palazzo Chigi teme che la nuova Commissione d'inchiesta possa provocare problemi al sistema bancario.

POLITICA
L'appello di Conte alla maggioranza: "Fare i pazzi non serve" (Repubblica in apertura). I sondaggi incoraggiano il premier, che vede crescere al 49% la fiducia degli italiani sul suo operato, mentre Salvini è 13 punti sotto. "La responsabilità paga" commenta il premier, che punta ad obbligare le forze di maggioranza alla responsabilità per lanciare il cronoprogramma. Ma i veti incrociati dei capi dei partiti di maggioranza bloccano il vertice sull'agenda di governo. Per il Giornale (p.5) è stato il vertice della "non verifica": niente tagliando per l'esecutivo, tutto fermo sino alle Regionali. Al summit di ieri sera sull'autonomia lite tra il ministro dem Boccia e i grillini, contrari al suo progetto. Ma il duello sulle Autonomie coinvolge anche Italia viva, che mette il veto (Corriere p.3). Conte, irritato per le continue tensioni, disinnesta il vertice e fa slittare a gennaio il confronto sull'agenda al 2023 (Messaggero p.5). A preoccupare il premier è l'ipotesi "governissimo" proposta dalla Lega e che sembra fare presa su Renzi, che – secondo la Stampa (p.7) – ha lanciato ieri l'esca proprio ai leghisti, apprezzando il superamento della "sbornia antieuropeista" e invitandoli ad essere "seri e responsabili" votando il "piano choc per sbloccare 120 mld per i cantieri". Per il Corriere (p.10) l'appello di Salvini non decolla, stoppato a destra soprattutto dalla Meloni, ma anche a sinistra. Anche se il Messaggero (p.5) segnala il dialogo costante tra Salvini e Renzi. I due Matteo – scrive il Giornale (p.5) – intimiditi dalla magistratura: entrambi, nel mirino dei pm interventisti, sognano di mutare scenario. Ma Franco sul Corriere (p.10) evidenzia come la strategia di Salvini divida il Carroccio dagli alleati di centrodestra. "Il Salvini bipartisan non piace a Giorgia" titola Libero (p.8). Anche il Giornale (p.6) sottolinea l'altolà di FdI alla Lega - "niente fughe" - mentre da Forza Italia puntano sull'unità di centrodestra per dare uno sprint alla nuova legge elettorale. Per Folli su Repubblica (p.29) l'impressione è che la maggioranza sia inesistente e il governo si affidi all'astuzia per sopravvivere. È in questo clima che rotolano sul tavolo dichiarazioni e proposte che meriterebbero ben altro pathos per essere credibili. Renzi scomodava l'ombra di Aldo Moro, ma la frase, essendo fuori contesto, è caduta nell'indifferenza più totale. Nel frattempo Salvini si è scoperto salvatore della patria, probabilmente vuole mostrare un volto responsabile e desidera non ripetere il pasticcio dell'estate scorsa. Per cui se la crisi di governo dovesse aprirsi in gennaio, la Lega avrebbe due carte: elezioni subito o un esecutivo di "larghe intese", magari dietro lo scudo di una presidenza tecnica. Tutto tranne l'emarginazione, specie in periodi di sondaggi non esaltanti.

ESTERI
Libia, Di Maio va da Haftar: obiettivo sicurezza per gli impianti Eni (Messaggero p. 10, Corriere p. 12 e altri). Inizia oggi la missione del ministro degli Esteri: Tripoli, Bengasi, Tobruk per recuperare il terreno perduto nell'ultimo periodo, con l'Italia assente nel Paese nordafricano. Viaggio-lampo per Di Maio che incontrerà al Sarray e Haftar con l'intenzione di portare sul tavolo della trattativa non soltanto il cessato il fuoco, ma anche gli interessi economici dell'Italia e i flussi migratori. Intanto Erdogan, che lo scorso 27 novembre ha firmato il protocollo d'intesa con Tripoli, prepara l'intervento e Putin lo chiama, per riproporre lo schema già visto in Siria. De Feo su Repubblica (p.3) rimarca come questa visita di Di Maio in Libia sembri davvero l'ultima chiamata per i contendenti prima che si scateni il caos e l'ultima occasione offerta all'Italia e all'Europa per impedire che le strade di Tripoli diventino un campo di battaglia infernale. Altrimenti Mosca e Istanbul si accorderanno per spartirsi la Libia, cambiando la storia del Mediterraneo. Per Libero (p.6) in Libia l'arrivo di Di Maio viene accolto con distacco  perché  anche se "il governo di Tripoli apprezza quello che l'Italia fa in termini di sostegno politico e di aiuti alla Guardia costiera" da Roma arrivano messaggi confusi. Giornale (p.11) definisce "inutile" il viaggio di Di Maio.
Migranti, il Fatto (in apertura e p.6) cita i dati sui ricollocamenti che vedono la ministra Lamorgese battere 5-1 l'operato di Salvini al Viminale: in quattro mesi, 196 richjiedendi asilo sbarcati in Italia sono andati altrove, con una media di 49 al mese contro gli 11 fatti registrare da Salvini quando era alla guida degli Interni.

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