Commentario del 19.04.2019

IN PRIMA PAGINA
Politica e inchieste in primo piano. I casi Siri-Raggi scuotono il governo. Esplode la tensione tra Lega e M5S (Sole).  Il Fatto si concentra sul caso del sottosegretario: Salvini, Siri e qui compari in Sicilia. Siri indagato per corruzione, dal M5S dicono: "Prove di colpevolezza". La Lega è pronta al voto (Stampa). Siri si difende e al Messaggero dice: "Non c'entro nulla". Sul Fatto parla Di Battista: "Noi e il Carroccio agli antipodi sulla legalità: fuori chi sbaglia". Esecutivo a rischio per 30 mila euro (Verità). Il governo vacilla sulle inchieste (Corriere). M5S e Lega, la guerra giudiziaria (QN).  Manette & Dimissioni, il governo sta per cadere (Giornale). Repubblica parla si "mazzette & mazzate". Dal Campidoglio, Pressioni su Ama, un audio inguaia la Raggi (Messaggero).
Verso le Europee, euriscettici più forti ma senza maggioranza (Sole).
Tra i temi economici. Bollettino Bankitalia: Pil a +0,1% ma segni di credit cruch (Sole). Per QN ci sono spiragli di luce nei numeri Bankitalia: recessione finita. Libero torna sulla polemica dell'Iva: se sale, crescono gli evasori. Sul Fatto i dati sul lavoro e gli effetti del Dl Dignità: a gennaio-febbraio i contratti precari divenuti stabili salgono dell'82%.
Libia, Giornale intervista il ministro dell'Interno di Tripoli: "In Libia è caos, l'Italia rischia l'invasione".
Usa, Russiagate: assoluzione a metà per Trump (Messaggero). Mueller: "Trump provò a ostacolare la giustizia" (Stampa). Su Trump il brivido dell'impeachment (Repubblica).

ECONOMIA
Retromarcia di Tria: "L'Iva non aumenterà. Si procederà ad adottare le misure alternative anche dal lato della spesa e nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica. Ci aspetta una manovra da 40 miliardi (Repubblica p. 10). Stop all'Iva ma i conti non si toccano. Ribadito l'obiettivo della riforma Irpef verso la flat tax (Sole  p. 3). Resta il rebus di come trovare le risorse (Messaggero p. 11). Libro dei sogni di M5S e Lega (Giornale p. 6). Se sale l'Iva crescono gli evasori (Libero p. 3).
Reddito di cittadinanza, proteste per gli assegni ridotti (Repubblica p. 13). Gaffe dell'Inps su Fcebook. Risposte offensive agli utenti (Stampa p 9). Autogol dell'Inps che fa ironia sui social. Decine di migliaia di italiani si riversano sulla pagina Facebook dell'Inps con i loro dubbi e richieste di assistenza. Altre migliaia urlano la loro rabbia dopo aver avuto l'amara sorpresa di un assegno che in alcuni casi si limita a 50 o 100 euro. L'Inps non regge l'urto ed è costretto a chiedere scusa per le risposte ora ironiche, ora maleducate (Repubblica p. 13). Caos sulle cifre fra bonus e detrazioni (Il Fatto p. 11). I cittadini scoprono il bluff (Giornale p. 8).
"Stop alle recessione, l'economia torna a crescere" lo dice Bankitalia. "Segnali positivi a inizio 2019, ma a marzo calano gli ordini dell'industria" (Stampa p. 22). L'Italia risolleva la testa. Ma siamo ancora sorvegliati speciali. Visco: "Nei mercati internazionali c'è timore per la tenuta dei conti pubblici" (Messaggero p. 18).
Dati Inps sul lavoro: più contratti stabili a gennaio e febbraio. Crescono dell'82 per cento le trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato (Fatto p. 11).
Nel consueto fact checking della settimana, Stampa esamina l'affermazione di Di Maio: "a gennaio record assoluto dell'export italiano" per concludere che è falsa: 39 miliardi e 504 milioni di gennaio sono inferiori ai 40 miliardi e 307 milioni di giugno 2018.

POLITICA
"Mazzette & mazzate": Repubblica (in apertura) sintetizza le tensioni della maggioranza. Il governo vacilla sulle inchieste: su tutti i quotidiani i casi del sottosegretario Siri e della sindaca di Roma Raggi che scuotono la maggioranza. Inchiesta per corruzione sul sottosegretario leghista al Mit per una presunta tangente da 30 mila euro. "Lasci" dicono dal M5S, ma lui resiste. Il ministro Toninelli gli revoca i poteri. Ma dal Carroccio lo difendono: "Resti al suo posto". Il premier Conte parla di "atto grave" e chiede chiarimenti. Il Fatto (in prima e p.2) evidenzia i rapporti con i "compari" in Sicilia del sottosegretario: per i pm era attivo nel "promuovere norme ad hoc" per l'imprenditore Paolo Arata. Nelle carte della procura due intercettazioni del lobbista: "Mi è costato 30 mila euro". Per i pm era una tangente per un emendamento a favore del business di un prestanome del boss Messina Denaro (Repubblica p.3). Siri, intervistato dal Messaggero (p.4) si difende: "Imparo sulla mia pelle cos'è la politica, sono allibito e amareggiato, ma anche fiducioso di poter dimostrare che è tutto falso e che sono innocente". Poi su Toninelli dice: "E' stato spezzato un rapporto umano, mi dà fastidio come sono stato trattato". E al Corriere (p.5), Siri aggiunge: "I 5S mi stanno usando come carne da macello". Salvini blinda Siri. Dai 5S però rilanciano: "Abbiamo prove contro il sottosegretario" (Stampa p.3). Grillini pronti ad andare dai pm per spiegare le pressioni del leghista. Per il Fatto (p.4) il caso Siri è anche un caso Salvini: il segretario del Carroccio gli ha affidato la stesura del programma della Lega sull'energia e voleva piazzarlo in una Authority.
Intanto, scoppia il caso-Raggi: "Dissi: non trucco i conti, così la sindaca mi licenziò". Sul Messaggero (p.2 e tutti) le accuse dell'ex presidente Ama, Bagnacani, nel cui esposto spuntano gli audio con i diktat subiti da parte della Raggi. Offensiva della Lega: "E' inadeguata, deve lasciare". Il manager alla Stampa (p.7): "Vessato e cacciato per aver rifiutato compromessi contro la legalità: non mi prestavo a chiudere il bilancio in passivo, mandare l'azienda in malore e aprire la strada ad altre soluzioni". Stampa intervista anche la grillina Lombardi, capogruppo in Regione Lazio: "Lasciare? Ora no, ma se la sindaca fosse indagata cambierebbe tutto".
Governo sull'orlo della crisi (Sole in prima e p.6). "L'alleanza non regge più" sintetizza Libero (p.6) e per il Giornale l'esecutivo sta per cadere.  Tra i gialloverdi è guerra sulle dimissioni (Fatto p.6). Tensione in Consiglio dei ministri sulle nuove inchieste. Salvini, furioso, affronta Conte: "Volete far saltare tutto". E Di Maio non gli parla più (Repubblica p.8). Secondo il vicepremier leghista i 5S vogliono la crisi, "ma io – avverte – aspetto le Europee" (Messaggero p.7). Il viceministro leghista delle Infrastrutture, Edoardo Rixi, a Repubblica (p.9): "Stufi dei 5S, così si va al voto. Ma non si può votare prima delle Europee: sappiamo che, con una legge elettorale proporzionale, rischiamo dopo il voto di avere la stessa maggioranza". Mentre Di Battista al Fatto (p.6) dice: "Quella della Lega sulla Raggi è una ripicca da quinta elementare, dono in difficoltà su Siri. Raggi ha detto in una conversazione privata quello che ha sempre detto in pubblico, non è un'onta come l'indagine per corruzione di un sottosegretario e uomini che vengono descriti come vicini a esponenti della mafia. Noi e la Lega abbiamo una concezione del tutto diversa del tema legalità. Siamo cose totalmente diverse, mi auguro che il Carroccio possa ripulirsi un po' seguendo l'esempio del Movimento".
Verso le Europee: il voto dei britannici spinge i sovranisti (Corriere p.9 e altri). Le proiezioni dell'Europarlamento vedono il rafforzamento dei tre partiti euroscettici per effetto della spinta del Brexit party di Farage. Euroscettici più forti ma senza maggioranza (Sole p.5): le stime evidenziano una forte frammentazione, frutto dell'ennesimo calo di Ppe, Socialisti e Liberali. Agli euroscettici non basterebbe un'alleanza con il Ppe per la maggioranza. Tra i partiti italiani, nonostante una leggera flessione la Lega resta in testa, risale il M5S. Flessione per il Pd mentre Fi recupera terreno (Messaggero p.10).

ESTERI
Libia, Tripoli rompe con Parigi: "Sostiene Haftar". Intanto sul campo le truppe del generale non riescono a sfondare e parte la controffensiva di Serraj (Repubblica p. 18). Lega e Cinque Stelle divisi anche sulla Libia e Conte corregge il vicepremier. Salvini a Porta a Porta: "Se la Libia salta  ci sono dei sicuri terroristi pronti a partire per l'Italia". Conte in Senato: "Al momento, dalle informazioni in nostro possesso, non emerge un quadro di imminente pericolo su possibili conseguenze sui flussi migratori verso l'Italia" (Corriere p. 13). Conte: "L'impasse militare rilancia la soluzione politica" (Sole p. 5). Vale poco l'appoggio dell'Onu se dietro non c'è l'impegno degli Stati Uniti sostiene in un editoriale Paolo Mieli. Anzi, è dannoso incoraggiare governi come quello di Sarraj, con la rassicurante ma ingannevole prospettiva che in caso di bisogno qualcuno si sarebbe mosso il loro soccorso. A saperlo, nemmeno l'Italia avrebbe riaperto l'ambasciata a Tripoli con un'Europa impotente indisponibile a muoversi sul terreno militare. Ambiguità e debolezze che non ci dovrebbero preoccupare. E che non sarà certo l'inadeguato dibattito sulla chiusura dei porti italiani a offrirci motivi di rassicurazione (Corriere in prima e p.26). 
Usa, Mueller presenta il suo rapporto ed elenca i dieci tentativi di Trump per bloccare l'inchiesta sul Russiagate, ma conclude di non essere in grado di stabilire se vi fu ostruzione alla giustizia e se quindi il presidente debba subire l'impeachment (Corriere p.12). Ma il rapporto Mueller non scagiona Trump (Repubblica p. 16). La gola profonda cercata da Fbi, nascosta dall'università "grillina". L'ateneo dell'ex ministro Scotti coprì l'uomo che svelò i segreti (Giornale p. 14).

© riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento