Commentario 13.04.2019

IN PRIMA PAGINA
Esteri in primo piano. Libia in fiamme, Tripoli accusa Macron (Messaggero). Il premier Conte al Fatto: "Haftar mi ha chiesto il via libera, ho risposto no a derive militari". E la ministra Trenta al Corriere: "No a prove di forza". La crisi in Libia raggiunge l'Italia, porti riaperti in caso di guerra (Stampa). Palazzo Chigi chiama Merkel, Haftar a Mosca per avere aiuti (Repubblica). "Ora Merkel fermi Parigi", vertice tra Conte e i ministri (Messaggero).
Politica: Inchiesta sulla Sanità in Umbra che fa tremare il Pd (Stampa e tutti). "Sistema criminale nella sanità", retata ai vertici del Pd (Fatto). "Arresti a sinistra" titola Repubblica. Al Corriere parla Marina Berlusconi: "La politica è senza leader. La cultura è l'antidoto al populismo".
Economia: Iva, flat tax e statali: per la manovra servono 40 mld (Messaggero). Marro sul Corriere si concentra sulla battaglia dell'Iva: servono 23 mld,  e si lavora ad un piano per i beni di lusso. Sui rincari Iva, Tria ci pensa e rassicura all'incontro con il Fmi: "Non siamo un rischio" (Avvenire). Il Sole guarda al Dl crescita: meno sconti alle imprese. Produzione industriale, sorpresa nel primo trimestre: l'industria italiana trai quella di tutto il continente (Verità). E Rossi (Giovani di Confindustria) dice: "Servono misure shock, tagliare il cuneo ai lavoratori" (Sole). Ceto medio sempre più povero: sul QN il dossier che evidenzia crollo di potere d'acquisto e risparmio.

ECONOMIA
Il dibattito sui conti pubblici italiani si è spostato per qualche giorno a Washington alla riunione del fondo monetario e dei ministri delle finanze e dei banchieri del G7. Moscovici: "La situazione italiana è fonte di incertezza per tutta l'eurozona". La replica di Tria: "L'Italia non è un rischio globale" (Corriere p. 8 e altri). L'Fmi intanto boccia la flat tax. Draghi avverte, vento contrario sull'euro (Repubblica p.4). Sul Def tutti contro i gialloverdi: Ue, Bce e Fmi in allarme per le misure che si prospettano in deficit. E Bruxelles fa il tifo per Tria (Giornale p.4). Domenico Faizza, direttore esecutivo all'Fmi, parla alla Stampa (p.5): "Bisogna mantenere gli equilibri fiscali, evitando di fare danni, ma usare la leva degli investimenti pubblici e cercare di avviare le riforme che aiutano l'attività privata". Messaggero (p.6) evidenzia l'effetto Def: la prudenza del Tesoro metta la sordina ai toni anti-Europa di Lega e M5S, Di Maio e Salvini infatti non replicano agli avvertimenti del fondo monetario di Moscovici.
Si guarda già alla manovra d'autunno. Iva, flat tax e contratti pubblici: si parte da 40 mld (Messaggero p.7). In autunno il più pesante intervento degli ultimi anni, esauriti i margini di flessibilità Ue. Sull'aumento dell'Iva, Marro (Corriere p.8) evidenzia l'ipotesi di incrementi selettivi sui beni di lusso. E' una partita da 23 miliardi da trovare per non far scattare le clausole di salvaguardia (Corriere p. 9). Il premier Conte nell'intervista al Fatto si dice sicuro che sarà lui a gestire la prossima legge di Bilancio: "Non solo la prossima – dice -, ma le prossime". E interviene sul tema flat tax: "Stiamo lavorando a un'ampia riforma per alleviare il carico fiscale soprattutto per famiglie e ceto medio. Questa riforma va attuata per gradi". Poi a proposito di Iva, Def e conti pubblici, spiega: "Per evitare l'incremento dell'Iva dobbiamo operare una spending review alla quale già stiamo lavorando, efficace ma oculata, in modo da colpire le spese superflue e non ostacolare la crescita. Confidiamo nella possibilità che le misure varate possano contribuire a una ripresa economica superiore alle stime. Sottolineo che secondo l'Eurostat, l'Italia ha dato il maggior contributo alla produzione totale del l'Eurozona nei primi mesi del 2019". La Verità (in prima e p.12) riporta la sorpresa nei dati della produzione industriale. L'industria italiana traia quella di tutto il continente: la nostra manifattura da sola vale il 35% della crescita economica dell'area euro.

POLITICA
"Arresti a sinistra" titola a tutta pagina, in prima Repubblica. "I dem sotto schiaffo delle inchieste locali alla vigilia delle urne" (Repubblica p. 2). Gli arresti del segretario regionale umbro e dell'assessore regionale alla salute fanno tremare il Pd. "Rischiamo di perdere la Regione" (Stampa p.8). "Pilotate le assunzioni in ospedale, arresti nel Pd, trema la Giunta umbra" (Corriere p. 10). "Qui ci sono le domande, tranquilla", cosi il manager rassicurava la governatrice (Repubblica p. 3). I concorsi truccati nella sanita umbra: ecco il sistema Pd. Liste di raccomandati e prove aggiustate (Il Fatto p.5). Ma "tutti i partiti facciano i conti" è l'editoriale di Claudio Tito sempre su Repubblica: la Lega chiede il voto ma dimentica i 49 milioni. I Cinquestelle indulgenti sul sindaco di Torino e sul caso De Vito.
Schieramenti politici in movimento. Le destre assediano Forza Italia e la Gardini si candida con Fratelli d'Italia mentre tornano i manifesti 6x3 (Repubblica p. 8). Liste: dopo Salvini anche la Meloni svuota gli azzurri. Forza Italia ormai allo sbando. La guerra per le candidature consuma le spoglie del partito di Berlusconi (Fatto p 10). Intervista a Elisabetta Gardini: "Me ne vado da un partito morto. E Tajani è il becchino" (Fatto p. 6). Intervista a Irene Pivetti: "In lista con Berlusconi perché ci credo. E la Lega non mi ha cercato" (Il Fatto p. 6). Verderami sul Corriere guarda all'universo centrista. E' già iniziata – scrive - l'azione di sganciamento dei post-renziani dal partito di Zingaretti. I renziani augurano lunga vita a Conte perché hanno bisogno di tempo per riorganizzare "la rinascita centrista". Lo stesso disegno del governatore forzista Toti, che sostiene sia necessario "occupare lo spazio in cui ha primeggiato Berlusconi". Area a cui sembra guardare anche la Meloni che si appella ai ceti produttivi. Poi Verderami fa una previsione: vedrete che Salvini per evitare guai punterà al voto anticipato.
Sul Corriere (in prima e p.11) intervista a tutto campo a Marina Berlusconi. "E' il governo della decrescita. Ammiro mio padre candidato" dice il presidente della Mondadori, che chiede di rinunciare a quota cento e reddito di cittadinanza che daranno ben poco in termini di sviluppo e lavoro e anzi ruberanno altro futuro alle prossime generazioni. Occorre un intervento choc per l'economia. "Più cultura e più libri per combattere l'antipolitica e il populismo  e la politica deve saper creare consenso anche su scelte che richiedono sacrifici".

ESTERI
Sulla Libia nasce un gabinetto di crisi permanente. Coinvolti i servizi segreti e i vertici delal Difesa e degli Esteri. Sarà coordinato dal presidente del consiglio che accentra i poteri. Scambio di informazioni continuo e nessuna iniziativa solitaria. Gestione coordinata dei dossier e decisioni comuni. La creazione di un gabinetto di guerra è anche un modo per stoppare iniziative solitarie. Salvini due giorni fa si era mosso senza avvertire il premier. L'idea di fondo è che l'Italia non può giocare un ruolo se non si muove come sistema (Corriere e tutti). Il premier in un'intervista al Fatto (p. 2 e 3) lancia l'allarme: "Il caos a Tripoli può spingere sui barconi anche molti libici. Gli uomini del generale Haftar hanno spiegato che per contrastare i gruppi terroristici vogliono stabilizzare il paese grazie all'esercito. Ma noi restiamo contrari. Salvini vuole trattare con il vicepremier? È giusto parlare con tutti, ma in questa fase coordino io ogni iniziativa dei ministri".
"Il governo sia unito" dice la Ministra della Difesa Trenta in un'intervista al Corriere (p.3). "I piani di evacuazione sono operativi e per il momento non è ipotizzabile l'invio di altri reparti". Sono 300 e restano a Misurata. L'impasse dei militari italiani (Fatto p. 4). Il fronte della guerra è a sud di Tripoli ma è indefinito (Corriere p.3). E Haftar chiede rinforzi a Mosca per vincere le difese di Tripoli (Repubblica p.11). Conte cerca l'asse con la Merkel (Repubblica p.11). Porti riaperti in caso di guerra. La rabbia del Viminale, il piano porti chiusi adesso rischia di saltare (La Stampa p. 3). A Palazzo Chigi l'incubo dei profughi. E non possiamo sperare nell'aiuto di Stati Uniti e Russia che sembrano aver già capito che la continuazione della guerra potrebbe danneggiare l'Europa oltre l'Italia: niente affatto un guaio per Trump e Putin. Sorgi (Stampa p. 3) evidenzia similutudini e differenze rispetto al 2011: simile è l'interesse francese così come il rischio per l'Italia di pagare il prezzo in termini di flussi migratori. Diversi sono i ruoli di Stati Uniti e Russia, che sembrano aver già capito che la continuazione della guerra potrebbe danneggiare l'Europa, oltre che l'Italia.
Intanto sul fronte Mediorientale Trump chiede al governo italiano di mandare soldati in Siria, insieme a Francia e Gran Bretagna, per fronteggiare il ritorno dell'Isis e il possibile scontro tra la Turchia e le forze democratiche siriane  (Corriere p.6).
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