Commentario del 10.04.2019

IN PRIMA PAGINA
Economia in evidenzia su tutti i quotidiani. Il debito vola al 132,8%, la crescita è ferma a +0,1%. Sulla flat tax solo parole (Sole). Le chiacchiere stanno a 0,2% (Repubblica). Dubbi anche sui conti 2018, Roma torna nel mirino Ue (Corriere). "Conti disastrosi: tutto peggio del previsto" titola il Giornale. L'allarme del Mef: manovra bis vicina, operazione verità con sponda del Colle (Messaggero). Ieri intanto sì al Def, ma nel governo si litiga (Corriere). Prove di flat tax, scontro sull'Iva (Messaggero). Il Def è vuoto, Tria fa urlare Di Maio e Salvini (Fatto). Ecco il Def che ammette la crisi (Stampa). Nel Def le privatizzazioni diventano mini (MF). Giovannini, ex Istat, alla Stampa: "Così non si aiuta la crescita, misure solo elettorali".
Tav, la prova del bluff: Macron avvia uno studio dopo 28 anni (Fatto).
Brexit con proroga, la May ottiene un sì dall'Europa (Messaggero). Ue pronta a concedere il rinvio a fine anno (Stampa).
Esteri-Israele: testa a testa Netanyahu-Gantz negli exit-poll (Corriere e altri).
Commercio internazionale: Trump contro la Ue: "Aiuta Airbus". Pronti dazi per 11 mld di dollari (Sole). Trump alza un muro su prosecco e pecorino (Giornale).

ECONOMIA
Si al Def ma nel Governo si litiga (Corriere in apertura e tutti). Ecco il Def che ammette la crisi aggiunge La Stampa. Crescita fissata allo 0,2%, deficit al 2,4%. Repubblica (in apertura) polemizza: "Le chiacchiera stanno a 0,2%". L'approvazione del documento di economia e finanza porta allo scontro in Consiglio dei ministri, con i due partner di governo intenti a tirare la coperta verso le proprie proposte. La flat tax resta un annuncio: prove sulla tassa piatta, ma è scontro sull'Iva (Messaggero in prima e p.2). E a una Lega che sottolinea l'inserimento della flat tax per i ceti medi, fanno eco i Cinque Stelle che non vogliono favorire i ricchi. Lega e M5S in pressing su Tria, Marro e Sensini sul Corriere danno conto della sparizione nel documento delle due aliquote. Ma il titolare del Mef allarma i vice: "Se tagliamo l'Irpef deve salire l'Iva, impossibile neutralizzare le clausole da 23 mld e al tempo stesso ridurre le tasse di 12-15 mld" (Repubblica).
La presentazione del Def ad aprile - in Italia e in tutti gli altri Paesi Ue - dovrebbe servire a mettere ordine nelle decisioni sul bilancio – scrive Stefano Feltri sul Fatto – in primavera si fissano gli obiettivi, a giugno si votano le "raccomandazioni" del Consiglio europeo sulla base delle quali si imposta la legge di Bilancio. Ma l'Italia continua a inventare modi creativi per far saltare lo schema, soprattutto quando ci sono elezioni in vista. Come ampiamente previsto, il Def presentato ieri non contiene nulla che aiuti a capire che succederà in autunno. Tria scrive che l'Italia non ha intenzione di fare l'aggiustamento dello 0,6% del saldo strutturale. Ma non dice cosa vuole fare. Si vagheggia di una flat tax per famiglie. Ma non c'è una parola su dove si troveranno i 23 miliardi per evitare l'aumento dell'Iva. Per Massimo Giannini - su Repubblica - due sono le cose: o il governo gialloverde ha scommesso sul trionfo dell'internazionale sovranista che riduce in macerie l'Ue, e allora più debito per tutti, o dopo il voto delle europee non cambierà granchè e dovremo rispettare i vincoli europei e rassegnarci a saldare i 54 miliardi delle clausole di salvaguardia.
Intanto, dubbi anche sui conti del 2018 e Roma torna nel mirino della Ue, "ma dopo le Europee" scrive Fubini sul Corriere. La Stampa segnala che il Fondo monetario taglia le stime al nostro Paese e Christine Lagarde vede dall'Italia rischi per l'eurozona con la crescita italiana che rallenta scivolando sull'orlo della recessione con i problemi del nostro paese come un possibile fattore scatenante del contagio nell'eurozona e nel mondo. E nel 2019 il debito vola a 132,8%, ma il governo punta a fermarsi a fine anno al 132,6%, grazie allo 0,1% di crescita in più e al taglio della liquidità del Tesoro (Sole in prima e p.3). Obiettivo 2020 è il taglio del debito al 131,3%.

POLITICA
Lo scontro sul Def alimenta la guerriglia fra Lega e Cinque stelle che oggi ha anche un altro paio di terreni su cui svilupparsi: la Rai e Roma.
Sulla Rai Repubblica segnala i sospetti dei Cinque stelle su Salini e tutte le nomine "leghiste" dell'ad. Scrive Giovanna Vitale: "La Rai per svolgere al meglio il suo compito ha bisogno di certezze in termini economici e di governance avverte l'amministratore delegato. Significa garantire risorse immuni da prelievi decisi all'ultimo momento ma soprattutto una gfuida piu stabile e di lungo respiro". Una richiesta di tempo per restare in sella il piu possibile e completare la maxi riorganizzazione aziendale su cui si è giocato la testa. Or a che il suo editore di riferimento rischia la debacle alle europee Salini sta cercando nuove sponde in azienda e fuori. Anche scendendo a patti con il diavolo sovranista.
Un'intervista al Messaggero di Nicola Molteni sottosegretario leghista agli interni dà conto invece del nervosismo della Lega nei confronti dei Cinque Stelle. "La gestione dei Rom è stata sbagliatissima" e "Di Maio non ha voce in capitolo al Viminale e sgomberare Casapound non è una priorità".  
Tutti i partiti stanno preparando le liste delle elezioni europee: Aria di rivolta sulle capilista rosa segnala il Fatto per l'idea di Di Maio di candidare cinque donne teste di lista alle europee e le tensioni nel Pd sui posti da dare agli ex. Mentre Salvini sarà capolista ovunque ma resterà a Roma. Il suo nome sarà in tutti i collegi e farà da effetto traino, ma dopo aver fatto il pieno rinuncerà al seggio.

ESTERI
Brexit, l'Ue verso il sì a un rinvio "flessibile" (Repubblica p.14 e tutti). Si allontana il "no deal" perchè l'Europa oggi potrebbe accettare la richiesta di Londra di un ennesimo rinvio della Brexit, in cambio della quale però arriveranno condizioni precise e soprattutto "durissime" secondo gli euroscettici britannici. Se May ha chiesto un'estensione fino al 30 giugno, Tusk e l'Ue offriranno in cambio solo un rinvio lungo e almeno fino a fine anno, ma "flessibile", cioè revocabile appena il Regno Unito approvi un accordo di uscita in patria. Ma che prevede elezioni europee per Londra qualora il limbo si prolungasse oltre il 22 maggio — altrimenti sarà fuori dall'Unione il 1° giugno — e anche la promessa del Regno Unito di non interferire nelle decisioni a lungo termine dell'Ue.
Elezioni in Istraele: Netanyahu-Gantz, testa a testa per la vittoria (Stampa prima e p. 13 e tutti). I primi exit poll, alle dieci di sera locali, davano il partito del premier, il Likud, fra i 33 e i 36 seggi, mentre la formazione del rivale Benny Gantz, Kahol Lavan, cioè Blu e Bianco, avrebbe ottenuto un risultato più positivo del previsto, con 36-37 seggi. Il testa a testa fra i due partiti era scontato, ma a un livello più basso. Invece i tre principali exit poll alle 10 locali davano questa situazione: 37 a 36 per Gantz secondo Channel 11; 37 a 33 sempre per Gantz secondo Channel 12, 36 pari secondo Channel 13. Ma tra gli arabi di Gerusalemme Est c'è un convincimento: "Per noi non cambierà nulla: questa è solo una sceneggiata" dicono.
Libia, il triumvirato di Tripoli (Repubblica p. 13 e altri). I tre Signori dela capitale libica lanciano l'offensiva anti-Haftar: l'inviato Onu rinvia la conferenza di pace del 14 aprile. Nella notte consiglio di guerra: presto potrebbe partire la controffensiva militare di Tripoli all'attacco di Khalifa Haftar. Il nuovo giro della guerra di Libia. Nell'intervista a Bishaga, a margine della notizia, il ministro dell'Interno del governo libico dice: "Sappiamo chi protegge quel bandito in Europa e nel Golfo: Haftar è un fuorilegge che ha violato gli accordi con il mondo e ha pugnalato alle spalle anche l'Obu, ma siamo pronti a combattere. L'Italia? Ci è vicina è leale: ha mantenuto l'ospedale a Misurata".
11 miliardi di dazi minacciati da Trump contro l'Ue che starebbe aiutando Airbus. Ne fanno le spese alcuni prodotti di eccellenza dell'export italiano (Sole e tutti). L'Unione europea per molti anni si è avvantaggiata sugli Stati Uniti nel commercio. Ma questo finirà presto ha twittato Donald Trump che vuole tassare 11,2 miliardi di prodotti europei. Una lunga lista che va dagli airbus al pecorino, dal prosecco alle ceramiche fino agli elecotteri alle moto e alle bici da corsa, scrive il Sole.

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