Commentario del 11.04.2019

IN PRIMA PAGINA
In evidenza su Repubblica e Stampa, le parole di Conte, che ammette: "Respingo l'austerity che vuole la Ue, sì alla flat tax ma sarà progressiva". Governo in fuga (Giornale). Alfano da Berlusconi ad Arcore per le liste Fi (Fatto). Papà Di Maio abbatte gli abusi edilizi (Giornale). Roma ladrona ruba 12 miliardi (Libero). Parla Marino dopo l'assoluzione e indica i mali della Capitale: Raggi e il Pd (Messaggero e altri). Effetto quota 100: il Comune di Roma ora assume 1300 persone (Sole).
Palude Italia, gli stranieri in fuga: dossier del QN sulla burocrazia che tiene in ostaggio le aziende evidenziando i casi Parma e Verona.
Economia. Caccia a 47 miliardi per debito e crescita (Sole). Il Def scopre 73 mld di evasione, ma poi ne taglia 13,5 ai ministeri (Fatto). Draghi: Italia, attenta ai conti (MF). L'economista Mingardi: "Questa flat tax è solo un bluff" (QN). Tria sbaglia i conti: il suo piano lascia a piedi metà degli sbancati (Verità). Industria, produzione avanti a febbraio, la crescita è dello 0,8% (Sole).
Esteri. Italia-Libia, il negoziato segreto (Repubblica). Israele, Netanyahu, una vittoria che allontana la pace con i palestinesi (Sole e altri). Sudan, la regina Nubiana che guida la rivolta contro Omar Al-Bashir (Stampa).
La luce in quel pozzo: prima fotografia di un buco nero (Repubblica e tutti). La felicità dei figli di Stephen Hawking: il fenomeno che ha ispirato e intrigato la sua carriera. Il Vaticano inaga sul caso Orlandi (QN). Calcio, il gol di Ronaldi non basta alla Juventus: con l'Ajax finisce 1-1, qualificazione aperta (Stampa e tutti).

ECONOMIA
Le cose non vanno bene e il premier Conte non ne fa mistero con la Stampa: "E' vero, l'economia va male ma non voglio fare politiche di austerity. Stiamo affrontando un quadro economico che si è complicato anche per effetto di una perniciosa guerra dei dazi. Il settore dell'industria dell'auto rischia di risentirne fortemente. Sarebbe un errore ritrarsi, porterebbe conseguenze ancora più pesanti". Ma vede anche qualche luce il premier: "La produzione industriale è cresciuta per due mesi consecutivi, era da fine 2017 che non si vedeva un bimestre così positivo in alcuni settori, a tal punto che alcuni analisti nazionali e internazionali hanno fatto sapere che rivedranno al rialzo le loro stime del Pil il primo trimestre del 2019".
Cottarelli in un lungo articolo sulla Stampa parla di un Def con "un pregio e un difetto. Il pregio è il maggior realismo nel definire il quadro di crescita dell'economia italiana. Il difetto è che non chiarisce come si farà a far tornare i conti pubblici nel 2020 e anni seguenti. Forse perché non c'è modo di farli tornare".
Per Repubblica "è una manovra da 30mld quella del Def e i vantaggi della flat tax saranno per i redditi alti" e segnala le divisoni all'interno della Lega fra Giorgetti e Salvini a proposito dell'iva con il sottogretario possibilista. Per il Messaggero è "caccia alle risorse per evitare l'iva" mentre "dalla spending rewiew dovrebbero arrivare otto miliardi e altri diciotto dalle dismissioni tra partecipate e concessioni più care".
In questo quadro arrivano dalla Stampa e da tutti gli altri quotiani (anche FT) le parole di Draghi che non si dice sorpreso per le basse stime e sostiene che "bisogna riprendere la via di crescita e occupazione. E l'Italia sa come deve fare. E' importante che torni sul sentiero della crescita senza causare un aumento dei tassi perchè questo provocherebbe una ulteriore contrazione del Pil".
Alle parole di Draghi fanno eco quelle del Fmi che sottolineano una debolezza tutta italiana: "Una ricchezza patrimoniale distribuita in modo iniquo rispetto ai redditi" e per questo invita l'Italia a valutare "una moderna tassa di proprietà sulla casa". Del fondo monetario, Il Messaggero sceglie invece il monito sulle banche e "i bilanci appesantiti dai titoli di stato".
"Lavorare meno lavorare tutti. Con termini diversi Pasquale Tridico, commissario dell'Inps e padre del reddito di cittadinanza, ha riproposto lo slogan che nel 1969 scandì la battaglia dei metalmeccanici per portare da 44 a 40 l'orario settimanale" segnala il Messaggero che però spiega come economisti e aziende abbiano subito bocciato la ricetta anche citando i risultati dei francesi "costretti a tornare indietro".

POLITICA
Dopo l'assoluzione, parla con La Stampa e con Il Messaggero l'ex sindaco di Roma Ignazio Marino. "Renzi ha distrutto il Pd e condannato il centrosinistra con il patto del Nazareno consentendo alla destra populista della lega di arrivare al governo senza alcuna opposizione". Su Zingaretti: "Non ricordo un suo sostegno al momento in cui il Pd decise di andare da un notaio per far cadere la giunta. Renzi e Orfini? Non sparo sulla Croce Rossa". Ma il verdetto della Cassazione scatena la rissa interna ai dem: "La sua amministrazione inadeguata".
Nel Pd anche un caso che vede protagonista il governatore della Puglia "Emiliano indagato a Bari per una fattura da 65 mila euro" dice il Messaggero (e Fatto) mentre Emiliano denuncia la violazione del segreto istruttorio. Sul fronte dei Cinque Stelle La Stampa registra la posizione di Grillo contro la Lega: "Meglio noi fanciullini che le carogne. Salvini è passato dal controllo dei flussi migratori all'antipatia per il diverso" mentre "papà Di Maio demolisce gli abusi e si va verso la chiusura del contenzioso" annota il Messaggero.Sorgi sulla Stampa segnala le difficoltà delle alleanze di Lega Cinque Stelle e Pd per le elezioni europee, che dopo gli approcci con Ppe sovranisti gilet gialli e movimenti vari di sinistra alla fine andranno da soli.  Il Messaggero intervista Giulia Sarti, al centro delle cronache per i mancati rimborsi ai Cinque Stelle: "non sono una ladra e la mia vita non è Beautiful" dice al Messaggero. "Il mio ex che prima mi accusa e poi mi difende è un malato di mente e quanto alla solidarietà nei miei confronti, tanta ipocrisia".
"E' l'ora del perdono" per il Fatto: "Alfano torna da Berlusconi ad Arcore per fare le liste di Forza Italia. L'ex ministro scissionista di Ncd fa il lobbista e ha presentato vari imprenditori all'ex cavaliere per candidarli".

ESTERI
Un negoziato segreto. Lo scrive Repubblica parlando di un incontro di Conte con gli emissari di Bengasi. "L'Italia non ha rinunciato a giocare un ruolo da protagonista nella partita libica - scrive Di Feo - e Conte in prima persona tiene contatti fisici e telefonici con i capi di governo interessati al futuro di Tripoli. Martedì ha visto a Roma una delegazione ad alto livello fatta prelevare direttamente da Bengasi con un Falcon dei servizi. Veniamo considerati super partes e questo ci permette di dialogare con chiunque. Lo sforzo maggiore adesso è concentrato sui burattinai arabi dello scontro: Egitto, Arabia Saudita ed Emirati che sono dalla parte di Bengasi mentre a fianco di Tripoli c'è il Qatar. Sono questi paesi a decidere il destino della Libia. Il generale Haftar è di fronte a un bivio: o riconoscere il fallimento del suo blitz o scatenare l'inferno contro Tripoli. Un'opzione che causerebbe centinaia di vittime civili. Ma se si scatena la guerra totale ci saranno condanna durissima del governo italiano E anche Parigi sarebbe costretta  a inasprire la linea accomodante verso il signore della Cirenaica. Di contro Roma ho messo la disponibilità a gestire la ripresa dei colloqui di pace sotto l'egida delle Nazioni Unite.
Tutti i giornali danno conto della vittoria di Netanyahu. "Israele lo promuove nonostante i processi" per Repubblica che intervista lo scrittore David Grossman: "Ormai Bibi è nella testa del Pese. La democrazia è sparita". Per il Messaggero "l'uomo dei record vola verso il quinto mandato. Con Gantz è un pareggio, ma il leader del Likud vince grazie al risultato della coalizione di destra. Crollano i laburisti, gli arabi disertano le urne".
Per la Brexit "nella notte l'offerta di Bruxelles proposta a  May la proroga al 31 ottobre" dice Repubblica. E per il Messaggero "londra voterà alle Europee di maggio. E quando i parlamentari britannici si dimetteranno entreranno a Strasburgo i primi dei non eletti di alcuni paesi. L'Italia passerebbe da 76 a 79 parlamentari europei. Per la commissione si prospetta un rischio caos e spunta l'ipotesi di un esecutivo Junker bis visto che il consiglio europeo potrebbe essere costretto a decidere un rinvio della nomina del candidato presidente" .

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