Commentario del 17.04.2019

Primo Piano Rassegna Stampa
Mercoledì 17 aprile 2019

IN PRIMA PAGINA
Ancora Parigi in primo piano. Notre Dame ha resistito, ora la ricostruzione (Avvenire). Quindici anni per rinascere (Repubblica). Ma Macron assicura: "Notre Dame risorgerà in cinque anni" (Stampa e tutti). Già raccolti 700 mln in meno di 24 ore (Sole). Per il Fatto, sotto la cenere Macron tenta di approfittare per rilanciarsi. Macchina degli interventi nel mirino: si poteva evitare (Messaggero). Giornale si concentra sul "segno della croce": il crocefisso di Notre-Dame ha resistito al fuoco.
In economia, Bankitalia: lo spread taglia il Pil dello 0,7% nei prossimi tre anni (Sole). La Verità: sorpresa, il debito pubblico costa meno. Intanto da Mattarella monito sulla crescita (Stampa). Caos decreti, l'altolà del Colle (Messaggero). Faccia a faccia Conte-Mattarella: i decreti crescita tornano in Cdm, sblocca cantieri già domani (Sole).
Tra i temi politici la sanitpoli umbra e lo scontro sui migtantiUmbria, si è dimessa la governatrice Marini. Terremoto nel Pd (Stampa). "Ma questo Pd è giustizialista" dice la governatrice dimissionaria (Messaggero). Marini costretta alla resa, altri guai Pd a Roma e in Calabria (Fatto). Verso le Europee, le liste di Salvini: inquisiti, riciclati e 2 anici del mare (Fatto). Forza Italia, accuse a Mara Carfagna: "Golpe anti-Berlusconi" (Stampa).
Tornano le polemiche sui porti chiusi ai migranti. "In arrivo terroristi", Salvini chiude i porti ma i militari si ribellano (Giornale), M5S e vertici della Difesa contro il vicepremier (Repubblica, Corriere). L'appello di Libero: Macron chiude i confini, facciamo la stessa cosa.
Champsions League, Ronaldo è solo, i ragazzi dell'Ajax spengono il sogno della Juventus (Repubblica e tutti).

ECONOMIA
Il Quirinale richiama Conte sul metodo (Corriere p. 13). Mattarella convoca Conte al Quirinale e chiede un'accelerazione che sblocchi i decreti per Pil e cantieri. "No ai decreti fantasma" (Stampa p. 9). Il Colle non ha ancora ricevuto i provvedimenti approvati a marzo. Una prassi inaccettabile secondo il Quirinale che invita il premier a tornare in Consiglio dei ministri con i testi definitivi (Stampa p. 9). Il decreto sblocca cantieri è stato approvato il 20 marzo: da quasi tre settimane il premier e i suoi ministri annunciano la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, che però puntualmente non avviene scrive Sergio Rizzo su Repubblica (p.29). Non si ricorda un decreto d'urgenza rimasto per tutto questo tempo nei cassetti – prosegue Rizzo -. Perché se ci vogliono due mesi per scrivere  una legge, si vede che non è così impellente da giustificare un decreto.
Intanto è "Allarme di Bankitalia sul Def: lo spread così alto riduce il Pil dello 0,7% nei prossimi tre anni" titola il Sole (in prima e p.3). Validato dal Parlamento il quadro macroeconomico, le incognite sono le risorse da reperire con la manovra, mentre la Corte dei Conti avverte sulla flat tax: sì soltanto se compatibile con lo stato delle finanze. Per finanziare l'introduzione della flat tax, il governo punta a tagliare detrazioni e deduzioni fiscali (Repubblica pagina 12): è scritto nel "Programma nazionale di riforma" varato insieme al Def. Ma saranno salvaguardate quelle destinate al sostegno della famiglia e alle persone con disabilità.
Intanto, dice l'Istat, l'aumento dell'Iva taglierebbe i consumi soltanto dello 0,2% (Sole p.3) e quindi Tria studia una soluzione bilanciata per l'aumento dell'Iva: rimodulare l'Iva di alcuni beni da un'aliquota all'altra vale 700 milioni. Più che il gettito realmente conseguibile attraverso l'incremento selettivo dell'Iva, il punto sono i 23 miliardi di incremento pronti a scattare per effetto delle clausole di salvaguardia. Per il Giornale "il governo ha mentito: aumenta l'Iva" (in prima e 15). Per Libero (p. 19) "è ritornata la voglia di indebitarsi. Mutui alle famiglie ai livelli del 2012".
Nel frattempo, l'aumento della pressione fiscale è destinata ad impennarsi nei prossimi trimestri a seguito del peggioramento del quadro economico e della necessità di reperire nuove risorse per mantenere gli obiettivi di finanza pubblica. Lo sostiene sul Sole 24 Ore Marco Fortis, secondo cui l'economia è ferma ma le tasse crescono.

POLITICA
Torna lo scontro sui migranti. Duello Viminale-Difesa per la stretta sui porti (Messaggero in prima e p.8 e tutti). Mentre cresce l'allarme di possibili terroristi in arrivo dalla Libia, la direttiva anti-Ong del ministero dell'Interno scatena lo scontro con i militari: la direttiva intima di intervenire, ma dalla Difesa parlano di "ingerenza da regime". Interno contro Difesa, sulla Libia è scontro totale (Fatto p.7). Anche il premier Conte irritato e ha parlato di direttiva "fuori luogo" (Stampa p.12). "Non può dare otrdini a noi" è la posizione dei militari che hanno ricevuto dal Viminale la richiesta di tenere lontana dall'Italia la nave Mare Jonio (Repubblica p.17). Ed è botta e risposta tra Salvini e Trenta, con il leghista che ribadisce: "Difendo la sicurezza interna, non sbarca nessuno". Ma la titolare della Difesa replica: "I rifugiati si accolgono, io non vaneggio". Il sottosegretario leghista alla Difesa, Volpi, al Corriere (p.10): "Per quanto ne so, non è uso delle forze armate entrare in argomenti che sono tipicamente dell'autorità politica. Sono convinto che le competenze del Viminale ci siano tutte. Alla Difesa ci sono tanti problemi: dalla programmazione alle questioni ideologiche". Su porti e rischio terrorismo, arriva l'appello di Libero (in prima e p.3): la Francia chiude le frontiere, facciomolo anche noi. Parigi è la prima responsabile del caos nord africano e scarica sull'Italia il disastro. Intanto, sulla disputa italiana suoi porti si fa sentire anche Di Maio, che chiede al collega di governo di "darsi una calmata" perchè "non è lui il premier". Per il Messaggero (p.9) ci sarebbe proprio Di Maio dietro l'ira dei generali, il vicepremier avrebbe avvisato la ministra Trenta di bloccare gli sconfinamenti del leghista. Cresce la preoccupazione del Colle, ma Salvini minimizza: "Sono tranquillissimo, è la legge che mi autorizza a dare ordini alla Marina". Tra Salvini e Di Maio prosegue la gara di nervi, con i due che si sfidano anche in vista delle europee, anche se la resa dei conti tra i due non ci sarà prima del voto di maggio (Stampa p.12). Verso le Europee, la tattica del M5S sarà ripetere ovunque che Salvini "non lavora" e insistere sui temi di sinistra come diritti civili e ambiente (Fatto p.6).
In vista delle Europee, duro scontro all'interno di Forza Italia per il caso Carfagna. "In corso un golpe contro Berlusconi" dicono alcuni espontenti azzurri (Stampa e tutti).La candidatura della vicepresidente della Camera nasconde la contesa sull'eredità politica del Cavaliere. Intanto, è a rischio la candidatura di Berlusconi, nuovamente ricoverato (Messaggero p.10).
La Lega punta sulle liste senza "vip": le elezioni – dicono dal Carroccio – saranno un test sul leader (Messaggero p.10). Fatto (in prima e p.2: inquisiti, riciclati e 2 amici del mare nelle liste di Salvini.
L'Osservatorio di Mannheimer sul Giornale (p.16) riprende il sondaggio Eumetra Mr che evidenzia come gli italiani vogliano più donne leader in politica: 3 elettori su 4 chiedono una maggiore presenza femminile nei partiti.
Umbria, per lo scandalo "sanitopoli" si dimette la presidente della Regione Marini dopo l'alt di Zingaretti (su tutti). "L'ho fatto per me, non per il partito, che è malato di giustizialismo – dice la Marini a Repubblica (p.11) -. Il partito non mi ha costretto alle dimissioni, ma non potevo essere un presidente in carica che si deve proteggere da accuse ingiuste. Voglio tutelare il lavoro di questi anni". Ma Zingaretti avverte: "Dobbiamo dare un segnale" (Stampa p.11). Il segretario dem teme lo smottamento e ha convinto la governatrice a lasciare, ma arriva l'allarme dei renziani: "L'Umbria voterà a ottobre e così rischiamo l'effetto domino in Emilia".

ESTERI
Con una missione riservata a Tripoli, l'Italia tenta una missione di pace. Il numero due dei servizi, ha insistito ieri con il governo libico affinché accetti al più presto un cessate il fuoco nella guerra civile esplosa il 4 aprile - scrive Vincenzo Nigro su Repubblica (p.16) -. L'Italia crede che la guerra debba essere fermata subito, perché rischia di finire fuori controllo. Ma nella notte, appena partito l'emissario italiano, una pioggia di razzi ha bombardato la capitale, facendo morti e feriti. Ma per il Messaggero è una guerra che l'Italia da sola non può fermare. E intanto l'Inghilterra presenta una bozza di risoluzione al Consiglio di Sicurezza dell'Onu per un immediato cessate il fuoco e cresce il pressing internazionale sui due contendenti (Giornale p. 13). Per Luttwak, intervistato dal Messaggero (p. 8), "Basta trattare con le milizie libiche, Roma rafforzi la sua presenza militare". Sulla questione degli 800 mila migranti pronti a salpare per l'Europa minacciati ieri da Serraj, - scrive Repubblica – vanno registrate alcune considerazioni dei funzionari delle Nazioni unite. Secondo i calcoli dell'Onu in Libia sono rimasti circa 650.000 stranieri. "Molti sono in Libia solo per lavorare e decidono di partire per l'Europa solo in un secondo momento" sostiene un funzionario delle Nazioni Unite. "Prevedere le partenze in tempi normali, è impossibile. Farlo in un momento di conflitto, è ancora più difficile. Quando si combatte, partire potrebbe diventare più complicato, proprio perché gli scontri rendono più a rischio muoversi e organizzare una partenza e molti migranti potrebbero temere di avventurarsi in una situazione del genere. Allo stesso tempo – conclude il funzionario dell'Omu – non è detto che i trafficanti possano organizzarsi in uno scenario così difficile" (Repubblica p. 16). Per Libero è "Minaccia Jihadista, in Libia ci sono 500 terroristi pronti a partire per l'Europa".
Al-Sisi senza limiti, può restare al potere fino al 2030. Il Parlamento del Cairo ha approvato un emendamento alla Costituzione che autorizza l'uomo forte dell'Egitto a candidarsi per un nuovo mandato, scavalcando il precedente limite fissato al 2022  (Repubblica a p. 19). Niente di nuovo – scrive Viviana Mazza sul Corriere – Mubarak rimase al potere per tre decenni. Ora, otto anni dopo la rivoluzione che lo rovesciò, Al-Sisi segue le sue orme (Corriere p. 26).
Tempo di primarie negli Usa. Mentre nel campo repubblicano si registra la sfida impossibile di Weld contro Trump (Repubblica p. 19) nel campo democratico il bacio fra due uomini, trasmesso in diretta tv, apre un altro fronte nella politica e nella società americana. Pete, candidato alle primarie per il partito democratico, bacia il suo compagno. Ed è subito scandalo, con il vice di Trump che attacca: "è peccato" (Corriere della Sera p. 17). E prosegue la dynasty dei Bush: George Prescott corre in Texas. Il figlio di Jeb, candidato battuto da Trump, punta alla poltrona da governatore. E al partito repubblicano (Il Giornale p. 18).      

©riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento