Commentario del 8.06.2017

IN PRIMA PAGINA
Politica, i franchi tiratori incrinano il patto sul voto. E Grillo fa una nuova consultazione online (Corriere). M5S vacilla ma il patto regge (Messaggero). L'intervento di Berlusconi sul Corriere: "Il mio sì al sistema tedesco". Sondaggio Ipr-Marketing sul Fatto: "La sinistra unita può arrivare al 16%". Sulle prime pagine ampio spazio ai fatti esteri. L'Isis colpisce in Iran, una dichiarazione di guerra (Corriere). Strage in Parlamento: almeno 12 morti (Stampa). Il nuovo fronte del Golfo (Repubblica). L'Iran accusa Usa e Arabia (Messaggero). Intanto in America atto d'accusa dell'ex capo dell'Fbi: "Trump disse: non indagare su Russiagate" (Messaggero e tutti). Oggi, Gran Bretagna al voto: May-Corbyn, sfida nel segno della paura. Lo scontro è su sicurezza e Brexit (Messaggero). A proposito di sicurezza, l'intervento di Juncker sul Corriere: all'Europa serve capacità militare. IN Italia, il ministro dell'Interno Minniti alla Stampa annuncia: "Forze di sicurezza e protezione civile, il piano anti-panico".
Su molti quotidiani anche la questione bancaria. Mentre in Spagna arriva il salvataggio lampo di Banco Popular (Sole), in Italia  pressing del governo sugli istituti italiani per la vicenda delle due venete (Sole).

ITALIA-ECONOMIA
Bce frena sull'inflazione: oggi l'annuncio del taglio delle stime verso l'1,5% fino al 2019. Pesa soprattutto il deludente andamento dei prodotti energetici (Messaggero p.16). L'inflazione ancora bassa allunga la vita al Qe di Draghi (Stampa p.20 e altri): la Bce potrebbe aumentare l'acquisto di titoli sopra i 60 mld di euro al mese. Secondo la Stampa sarebbe un regalo inaspettato alla politica italiana in vista delle elezioni. Sul Sole, Bastasin guarda ai mercati finanziari in vista delle elezioni italiane: il timore è il rischio di un aumento dei costi di finanziamento del debito pubblico, dal momento che i livelli massimi dello spread sui titoli italiani coincisero con due momenti di grave incertezza politica, cioè il 2011 e il 2012. Ma bisognerà fare i conti anche con il ritmo di riduzione delle politiche espansive della Bce.
Intanto, i dati dell'Ocse segnalano l'Italia come "maglia nera" per la crescita. Per il 2017 confermate le stime dell'1%, ma per il 2018 si scende allo 0,8%.
Sul Sole l'analisi di Daniel Gros sulla ripresa economica dell'eurozona, una crescita sostenuta nonostante l'assenza di continui stimoli fiscali. L'intervento di Dombrovskis e Katainen sul Sole invita a non adagiarsi su una crescita che resta inferiore alle potenzialità: i due vicepresidenti della Commissione europea sottolineano la necessità di spingere ulteriormente sulla crescita dell'eurozona puntando sul mercato unico dei capitali per le imprese europee, per creare le condizioni per liberare fondi che possono essere trasferiti dai risparmiatori alle imprese ed abbattere le barriere transfrontaliere.
Mezzogiorno, Di Vico sul Corriere guarda al Consiglio dei Ministri di domani, dove dovrebbero essere approvate misure per il Sud: zone franche e rilancio dei porti grazie agli investimenti cinesi nella nuova "Via della Seta". In arrivo anche misure per l'autoimprenditorialità  come lo stanziamento di 1,3 mld per il progetto "Resto al Sud" e l'istituzione di Zone economiche speciali. Di Vico parla di un governo che si "riscopre meridionalista".

ITALIA-POLITICA
Parte in salita l'iter della legge elettorale: almeno 72 franchi tiratori alla Camera nel voto segreto. Voto finale rinviato a martedì su proposta del M5S, che avvia una nuova votazione online tra i militanti (su tutti). Vince la linea di Di Maio per placare il dissenso (Stampa p.9). Per Verderami (Corriere p.3) il Movimento teme di diventare "partito" ed "entrare a far parte del club". I nodi della trattativa riguardano voto disgiunto, preferenze ed equilibrio di genere (Corriere p.2). Urne anticipate a rischio (Stampa p.9). E' caccia ai "cecchini", accuse incrociate tra Fi, Pd e M5S. "No ad atti irresponsabili, chi strappa spiegherà agli italiani" avverte Guerini al Corriere (p.4). Silvio Berlusconi, in un intervento sul Corriere (in prima e p.5) spiega il suo sì al modello tedesco: può non piacere, ma è l'unico modello possibile in un sistema tripolare. Questo sistema garantisce la stabilità, e se il M5S vuole andare al governo deve prendere il 51%. Per Cicchitto (Libero p.2) quella contro il modello tedesco è la battaglia della vita per il centro, per l'Italia è il modo per salvare le riforme.  Segni, "padre" del maggioritario in Italia, al Corriere (p.5): "Sono deluso, è un salto indietro di 30 anni. Il Paese ha bisogno di maggioritario e presidenzialismo". Rosato al Messaggero (p.2): "Noi abbiamo spinto per il maggioritario, ma non ci sono i voti per approvarlo. Massimo sforzo per la piena condivisione delle regole elettorali, ma senza il M5S la riforma non si fa, comunque resto ottimista". Poi l'apertura del capogruppo dem ad una forza a sinistra del Pd con cui collaborare. E sul Fatto (in prima e p. 2-5) un sondaggio Ipr-Marketing dice che una lista unica di sinistra può raggiungere potenzialmente il 16%, Roberto Saviano il leader più apprezzato. Intanto, Renzi cambia linea: legge di pacificazione e possiamo arrivare al 2018 – avrebbe confessato ai suoi -. Il leader sottolinea il tentativo del suo partito di evitare un finale di legislatura da "Far West" (Messaggero p.3).

USA/EUROPA
Gran Bretagna oggi al voto. Sfida May-Corbyn su sicurezza e Brexit: sono vicini nei sondaggi (Messaggero p.8 e tutti). Mentre la May spinge su una Brexit dura e su una lotta serrata al terrorismo, il candidato laburista promette di portare fuori dall'austerità il Paese puntando su politiche a favore dei più deboli. Repubblica (p.11) parla di "voto della paura". Tema sicurezza che ha preso il sopravvento sull'uscita dall'Ue. Sulla sicurezza punta Juncker che, in un intervento sul Corriere, spinge sulla proposta della Commissione europea di creare un Fondo Ue dedicato alla sicurezza per coordinare i progetti. Ma – avverte Juncker – i soldi non bastano, servono anche volontà politica e ambizione.
Iran, attentato al Parlamento di Teheran, attacco dell'Isis anche al Mausoleo di Khomeini: almeno 12 morti (su tutti). Messaggero (p.7) parla di "polveriera" Medio Oriente: gli attentati arrivano mentre la diplomazia iraniana è alle prese con la crisi nei rapporti tra il Qatar – alleato dell'Iran – e il blocco guidato dall'Arabia Saudita. "Ora la guerra diretta con i sauditi è più vicina" avverte alla Stampa (p.4) l'ex consigliere di Bush, Pipes. Ma per la Stampa (p.5) una reazione scomposta di Teheran contro i sauditi potrebbe far precipitare la crisi, che è quello che vuole l'Isis. L'esperto Sick a Repubblica (p.7): "Trump sta causando un terremoto regionale. L'idea di Trump che l'America debba stare con i sauditi qualunque cosa facciano è pericoloso". Negri sul Sole (in prima e p.5) evidenzia le conseguenze pericolose di un Occidente filo-saudita, ma Usa e Ue preferiscono le petro-monarchie a Teheran perchè Washington è legata con un patto di ferro a Riad, dove ci sono investitori di primo piano in Usa e Ue. Per motivi economici l'Occidente ha scelto i sunniti a scapito degli sciiti. Repubblica (p.9) guarda agli interessi italiani nello scontro tra Iran e Arabia Saudita: da anni le nostre aziende hanno rapporti con entrambi i Paesi del Golfo, ma l'impennarsi della crisi rischia di minarne le prospettive. E per il Sole (p.5) l'escalation mette a rischio gli investimenti esteri in Iran, minando il progetto del presidente Rohani di far uscire il Paese dall'isolamento.

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