Commentario del 19.06.2017

IN PRIMA PAGINA
Macron stravince: è il padrone del Parlamento (Messaggero). Nasce la Francia dei "debuttanti" (Corriere). Potente come Re Sole grazie all'astensionismo (Libero). In primo piano su tutti il trionfo di En Marche alle legislative francesi. L'Europa in mano a Berlino e Parigi (A&F).
In Portogallo oltre 60 i morti, intrappolati in auto tra le fiamme (Repubblica, Corriere): stragi del clima fuori controllo (Stampa).
Gran Bretagna all'ultimo bivio: sulla Brexit linea dura o trattare (Stampa).
In Italia Padoan sprona: avanti con le riforme, sgravi per assumere giovani (Repubblica). Ma Libero attacca: in pensione solo dopo morti. Su A&F i numeri del debito pubblico. Sul Corriere le rimesse degli italiani: più soldi a casa da chi vive all'estero.
Sul fronte politico ancora lo ius soli in primo piano: i vescovi attaccano il M5S (Stampa). Salvini: abbiamo idee comuni (Messaggero). Tra politica e giustizia, i casi Consip ed Etruria.
Sul Messaggero bilancio di un anno di giunta Raggi: "Sto invertendo la rotta, cambieremo Roma in 5 anni". Ma l'indice di sgradimento sale (Libero).
Sul Sole banche, sfratti, divorzi: ecco l'Italia che fa causa. Sull'Economia la classifica degli allenatori: Mourinho guadagna il doppio di Allegri.

POLITICA
Ius soli in primo piano: i vescovi attaccano il M5S (Stampa). Salvini: abbiamo idee comuni (Messaggero). E' la fine del feeling tra Chiesa e grillini e la conferma di quello con la Lega, si chiede la Stampa. Calderoli alla Chiesa: "Pensate agli italiani senza lavoro, casa e pensione dignitosa e lasciate che sia il Pd a coltivare il bacino elettorale degli immigrati". Ma il ministro Galletti a Repubblica rivendica: "E' una legge di civiltà". "Non si facciano calcoli di campagna elettorale. Se c'è un dibattito serio con le opposizioni ben venga, ma se c'è ostruzionismo si deve andare verso la fiducia". Contrario alla nuova legge sulla cittadinanza Parisi (Energie per l'Italia) che al Corriere dice: "Non è il momento di allargare le maglie, si rischia di complicare le espulsioni e aprire la strada ai lupi solitari. Prima viene la sicurezza".
Tra politica e giustizia, il caso Consip.  Dimissionario il presidente Ferrara indagato per false informazioni ai pm (su tutti). Resiste l'ad Marroni, almeno fino alla convocazione dell'assemblea. Marroni è implicato nella vicenda come testimone. Domani in Parlamento le mozioni che chiedono l'azzeramento dei vertici Consip e delle deleghe al ministro Lotti, ma il Pd frena: "Il ricambio c'è stato, il voto non sembra più necessario" dice Zanda (Corriere). Padoan a Repubblica: "Dimissioni per evitare di indebolire il grande lavoro svolto da Consip". Secondo Repubblica Marroni pensa ad un ricorso per difendersi, mentre il governo avrebbe già individuato i possibili sostituti: Enrico Pazzali, Cristiano Cannarsa ed Elisabetta Spitz.
Sinistra, fallisce la prova di unità: la platea anti-Renzi sfida Pisapia e fischia Gotor (Stampa).
Prodi continua a proporsi come "collante" del centrosinistra, chiedendo di tornare a dialogo tra Renzi e Letta per ricomporre le micidiali rotture personali che non fanno il bene del Paese (Repubblica). Cacciari al QN: "L'Ulivo è fallito già nel '96, Prodi non può incollare i cocci. Le rotture di oggi sono anche più insanabili di allora".

ECONOMIA
"Continuare sulla strada delle riforme, senza fermarsi assolutamente anche se saremo in periodo elettorale": Padoan, intervistato da Repubblica a Bologna, fissa l'agenda del governo per i mesi che restano della legislatura. "Non siamo più in recessione, cresciamo con prospettive di crescita incoraggianti seppur dopo anni di recessione che ha portato via 10 punti di pil".  La priorità resta ancora la riforma della pubblica amministrazione: "All'estero la percezione è che il processo di riforme si sia fermato. Non mi piace, è fondamentale che l'Italia continui nel processo, altrimenti daremo il segnale che da noi si continuerà a crescere poco".  Confermata, tra le righe, la notizia, ieri sul Sole, di un piano per incentivare la staffetta generazionale attraverso un taglio dei contributi previdenziali sulle assunzioni di giovani. Ancora da definire la platea dei giovani da favorire (under 29 o 35) e il valore del taglio del cuneo fiscale: tutto dipenderà dalle risorse disponibili. Da Padoan un'altra notizia: "In luglio ospiteremo in Italia un incontro fra i tre ministri delle Finanze per stabilire insieme le priorità sull'Unione monetaria". Come dire, l'asse Berlino-Parigi non sarà a due ma a tre e comprenderà anche Roma. La Stampa (p.18) parla a riguardo di un patto tra Italia, Francia e Germania su banche, bilancio comune e occupazione. Al contrario, A&F (in copertina e a p.2 e 3) parla di Ue a guida Merkel-Macron. Gozi: "L'entente cordiale tra Macron e Merkel è uno sviluppo molto positivo: entrambi hanno espresso l'intento di coinvolgere l'Italia nella nuova politica europea. E' l'Europa che va rifondata". E ribadisce la sua contrarietà al Fiscal Compact: "Siamo contrari a inserire il Fiscal Compact nei trattati e vogliamo aprire un nuovo dibattito su alcune regole che riteniamo superate o sbagliate come l'accelerazione della riduzione del debito al 60% del pil a scapito di crescita e occupazione".

EUROPA
Il trionfo di En Marche alle legislative francesi in primo piano su tutti i giornali, con gli exit poll che danno al partito di Macron la maggioranza assoluta con 355 seggi. Potente come il Re Sole grazie all'astensionismo, titola Libero, con riferimento all'affluenza (44%). Ségolène Royal al Corriere (p.2): "Pochi alle urne? Non è contestazione, io leggo un segnale di fiducia nel centro". Praticamente scomparsi i socialisti, entra invece la Le Pen e 7 del Fn. Tra agricoltori, prof e teologi è la carica dei debuttanti (Corriere, Messaggero p.3). Dalla riforma del lavoro alla sicurezza, subito la maratona sulle riforme (Repubblica p.13). Casanova al Messaggero (p.2): "Per il governo il vero ostacolo saranno i sindacati e le piazze".
Oggi a Bruxelles scatta il primo round di negoziati per il divorzio della Gran Bretagna dai Ventisette, negoziato che parte in salita ed è pieno di incognite. La prima, la "tenuta" di Theresa May, su cui peserebbe già un avviso di sfratto da parte dei conservatori, scrive il Sunday Times (ripreso da Corriere p.6 e tutti). Seconda incognita, soft o hard Brexit, linea dura o trattativa (Stampa p.11). E c'è un sondaggio che dà al 53% gli inglesi che vorrebbero un referendum bis sull'uscita dalla Ue (Messaggero p.11). Le sessioni iniziali dedicate a stabilire le regole del gioco. Primo resoconto di Barnier ai leader Ue al vertice di giovedì e venerdì. Su L'Economia (p.46) il bilancio di un anno di Brexit in Borsa: l'Europa vince in portafoglio (Msci Europe + 30%, EuroStoxx +20% come l'Ftse 100), nel Regno Unito nessun disastro ma ora l'economia inizia a perdere colpi.

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