Commentario del 17.02.2020

PRIME PAGINE
Coronavirus, i ritardi nell'allarme (Corriere). La Cina ha nascosto la verità sul virus dal 7 gennaio (QN). Xi sotto accusa, sapeva da gennaio (Messaggero). Fuga dalla nave infetta, un aereo per gli italiani (Repubblica). Peggiora la situazione sulla Diamond Princess (Tempo). Speranza: l'Africa per ora non fa paura (Repubblica).
Decreti sicurezza, stavolta forse ci siamo (Repubblica). Ermini, Csm: "Cartabia ha ragione, i processi vanno abbreviati" (Repubblica). Zingaretti dopo gli attacchi di Renzi: "Non si può vivere in mezzo al guado" (Corriere). Renzi a Conte: con noi o a casa (Messaggero e altri). Meloni: "Renzi solo un bluff per avere più poltrone" (Tempo). Le Sardine in piazza a Roma: "Non basta cambiare i decreti sicurezza, vanno aboliti" (Fatto). Radiografia spietata della giustizia italiana (Libero).
Economia. Licia Mattioli: etica senza burocrazia per la nuova impresa (Stampa).
Esteri. Il debutto del miliardario anti-Trump: la sfida di Bloomberg (Corriere, Stampa). Lavrov: nuovo corso con l'Europa (Stampa). La Germania chiama l'Italia nel gruppo ristretto sulla Libia (Fatto).

ECONOMIA
"Vendonsi Autostrade". E' la resa dei Benetton (Fatto prima e p. 2-3). Rassegnati alla revoca della concessione, i vertici di Atlantia mettono sul mercato la rete di collegamento italiana. Finora erano circolate altre ipotesi, come l'ingresso dello Stato con Cdp e Fdi
"Etica e meno burocrazia per rilanciare il Paese". Sulla Stampa (prima e p. 16) parla Licia Mattioli, uno dei tre candidati alla successione di Boccia alla presidenza di Confindustria. L'attuale numero due dell'associazione confindustriale dice: "Le nostre aziende devono andare di più all'estero. E bisogna attrarre investimenti stranieri in Italia. Sburocratizzare è un'altra priorità: eliminare molte norme e rendere certe le altre. Vero, oggi è difficile trovare nuovi imprenditori, in pochi sono pronti alla corsa a ostacoli".
Sul Messaggero (prima e p. 7) intervista alla ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina: Aumenti ai prof grazie al cuneo fiscale: molti istituti non sanno che ci sono risorse anche per loro. A mezzo milione di insegnanti 100 euro netti in più. Prodi? Bene, la scuola al centro". In arrivo 20mila nuovi posti di sostegno alle superiori, 55mln contro la dispersione.

POLITICA
Resta alta la tensione nel governo, il Pd blinda Conte ma Renzi è netto: "intesa con noi o lasci" (Corriere prima e p. 2, Stampa p. 6, Repubblica p. 4 Messaggero prima e p. 2 e altri). Il premier assicura di non stare a cercare un'altra maggioranza e in effetti nessuno vuole ritrovarsi a gestire una crisi di governo. C'è ancora spazio di manovra e da Palazzo Chigi fanno sapere che in questo momento Conte è impegnato coi i tavoli di lavoro per l'agenda di governo 2023, ma il fatto che molti renziani sarebbero pronti a lasciare Iv per tornare nel Pd pur di evitare problemi all'attuale maggioranza (Repubblica p. 5), lascia intendere che gli attriti ci sono e le preoccupazioni pure. Per la Meloni (Tempo prima e p. 7) quella tra Conte e Renzi è "una lite finta che rientrerà grazie alle prossime nomine" e che "Matteo non ha il coraggio per staccare la spina a questo governo". La linea della leader di Fdi è la stessa di Nencini (Psi) convinto del fatto che "Renzi non desidera strappare, vedo piuttosto il suo tentativo di fissare alcuni punti, compresa la prescrizione. Elezioni anticipate? Non credo" (Corriere p. 4). Ma ad affondare il colpo ci pensa la Boschi che, dalle colonne del Giornale (prima e p. 2-3) attacca: "Nessuna marcia indietro, il premier si è accorto di non avere i numeri: la riforma Bonafede è un obbrobrio e il sussidio non crea lavoro".
Sulla questione prende posizione pure Zingaretti che nel definire Renzi "una tigre di carta", dice: "Niente picconi, il Pd non ha avversari dentro la coalizione" (Corriere p. 3). Più cauti Franceschini e Guerini che vorrebbero dare una chance a Renzi (Repubblica p. 5, Messaggero p. 2). Renzi che tra un mese tenterà la carta della sfiducia a Bonafede provando ad allearsi con Berlusconi: "Su questi temi – dice il Cav – Fi sta con voi" (Messaggero p. 3).
Intanto Salvini compie il primo passo su Roma: ieri il leader leghista in piazza in Centro per inaugurare una nuova sede del suo partito, ha dato il via alla ricerca di un candidato civico per le prossime comunali (Corriere p. 5 e altri). E attacca sull'aborto: "Non è rimedio a una vita civile: C'è chi è stata sei volte al pronto soccorso, così non va". Zingaretti: "Giù le mani da donne e sanità" (Repubblica p. 6).
Piazze anche per le Sardine che vanno contro Di Maio ("indecente" dicono) e si schierano anche sulle vicende relative ai decreti sicurezza: "Abrogarli" (Stampa p. 9). Ammirazione per il nuovo movimento "ittico" da parte di Cecchi Paone: "Io di destra conquistato da questi ragazzi: ora vedrei bene una confluenza nel Pd".
Sicurezza, ecco il piano che smonta i decreti Salvini (Repubblica prima e p. 2-3). Oggi la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese si presenterà sul primo tavolo di maggioranza con un testo scritto per smontare l'ossatura della bandiera della politica salviniana e per dimostrare che la tanto invocata discontinuità non è solo una parola vacua. I temi forti saranno due: cittadinanza e diritto all'iscrizione all'anagrafe per i richiedenti asilo e cittadinanza più facile ai 18enni. Ong, via le maxi-multe e la confisca delle navi. Protezione speciale allargata ai più deboli.
Su Repubblica (prima e p.8) intervista al vicepresidente del Csm Ermini, che riparte dalle parole di ieri della Cartabia: "Ha ragione – dice Ermini-, i processi devono essere più brevi". Ermini ha parlato anche della riforma della prescrizione: "Se da un lato c'è il tema che la giustizia deve essere più rapida, dall'altro c'è quello dei cittadini che aspettano giutizia e non se la possono veder negare per una giustizia troppo lenta. Non è riformandola che si risolvono i problemi del procedimento penale. In ogni caso le modifiche devono essere condivise". Secondo Ermini "lo Stato deve garantire un sistema di giustizia celere, improntato sulla massima efficienza, autorevolezza, equilibrio e buon senso". Poi aggiunge: "Non si può pensare di stravolgere tutto ogni volta con il cambio della maggioranza parlamentare".

ESTERI
Coronavirus, tredici giorni di "buco" nell'allerta (Corriere p.6) "Xi sapeva del virus già il 7 gennaio". Ammissione involontaria di una rivista del Partito. I morti sono 1665, i contagiati 70mila.
Sul tema il Giornale (p.10) parla di "segreti e bugie sul virus". Il leader cinese Xi sapeva tutto fin da dicembre, me per tre settimane a Wuhan non venne fatto nulla. Ritardi, omissioni e numeri truccati.
Il Giornale (p.9) titola: "La Cina ha nascosto l'epidemia". Anche secondo il Messaggero (p.11) in Cina 60milioni ai domiciliari, e arrivano le accuse a Xi: ha taciuto il virus. Pechino inasprisce le restrizioni per combattere l'epidemia nell'Hubei. Polemiche intanto sul presidente: prime misure il 7 gennaio, ma sono uscite il 20. Tutti i quotidiani riportano anche il caso della Diamond Princess, la nave ferma nel porto di Yokohama. Repubblica (p.10) parla di "fuga dalla nave infetta". Il numero dei contagiati a bordo sale a 355. Evacuati gli americani, Di Maio annuncia: presto un aereo per gli italiani. Andranno alla Cecchignola. Il ministro Speranza (Repubblica p.11): "Lo stop ai voli resta finché l'epidemia non sarà vinta. L'Africa per ora non fa paura". Il titolare della Salute fa un bilancio dei controlli effettuati negli aeroporti: "Di persone con la febbre ne sono state trovate molte ma i test poi hanno rivelato che non avevano il coronavirus. Teniamo alto il livello di sorveglianza".
Il Corriere (p.8) da spazio anche alla Libia con la "tregua appesa a un filo". Scatta la missione Ue per lo stop alle armi. Conferenza di Monaco, accordo (a metà) sulla linea italiana: monitoraggio aereo. Anche secondo il Messaggero (p.10) l'Onu chiede di "fermare l'arrivo delle armi". Oggi a Bruxelles il vertice dei ministri degli Esteri per affrontare la crisi del paese africano: prossimo vertice a Roma. Intanto l'Italia è nel gruppo a quattro che lavorerà sul dossier Iran.
La Stampa (prima e p.2-3) intervista il ministro degli Esteri russo Lavrov: "Solo l'Onu può garantire una Libia unita. Serve una nuova agenda tra Russia e Ue". Domani incontrerà Di Maio: "Pronti a rilanciare le relazioni bilaterali con Italia ed Europa". Proprio l'instabilità in Libia è uno dei temi toccati dall'intervista, in particolare i pochi cambiamenti dopo la conferenza di Berlino: "Sarebbe più corretto dire che la situazione non è cambiata in modo radicale - spiega Lavrov -, in linea di principio non c'è nulla di sorprendente. Le contraddizioni tra le principali parti del conflitto libico sono arrivate ad un punto che è impossibile risolverle in un singolo evento, seppure rappresentativo come il forum di Berlino".
Sempre sulla Stampa (p.5) anche l'allarme lanciato da Serraj: "Senza petrolio crisi catastrofica". Questo l'allarme del premier di Tripoli dopo il blocco dei pozzi deciso da Haftar: produzione ridotta ad un decimo.

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