Commentario del 18.12.2018

IN PRIMA PAGINA
Manovra in primo piano. L'Europa concede più tempo all'Italia: la procedura d'infrazione per ora non compare nell'agenda (MF). Ma sul deficit, Conte è nella morsa dei vice (Stampa). E l'Europa contesta i conti del governo: "Quei tagli non sono credibili" (Repubblica). Intanto, si tratta su 3 mld (Corriere). L'Ue chiede altre garanzie, pensioni di cittadinanza rinviate (Messaggero). Giornale polemico: Salvini si rimangia la riforma, tagli di 2 mld alle pensioni (Giornale).
Tra i temi politici, spazio alle polemiche per i debiti col fisco dell'azienda di Di Battista (Stampa). Giornale prosegue nel filone: l'esponente 5S ammette i debiti ma non paga e ci minaccia.
Primarie Pd: da Madia a Quartapelle, le donne dem con Zingaretti, ma senza abiurare Matteo (Repubblica).
Ponte, oggi Genova sceglie: favorito il progetto di Piano (Corriere). Ok alla cordata (Messaggero).
Brexit, May: "Voto a gennaio". Ma il Labour la sfiducia (Sole).
Eni: Congo, strani affari dell'Eni con l'ex funzionario del Fmi (Fatto). Sul caso Nigeri, il giudice accusa: "Descalzi era prono di fronte alle pretese di Gigi Bisignani" (Repubblica).

ECONOMIA
Bruxelles dà più tempo all'Italia (MF p.3): i commissari Ue domani non discuteranno la procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia. Ma i Paesi "falchi" premono per aprire l'infrazione: nella trattativa con Roma, l'Ue ha 2 mld di dubbi perchè la manovra non è ancora coperta (Repubblica in prima e p.6). Manovra giù a 31-32 mld, ma l'accordo ancora non c'è (Sole in prima e p.2): nei nuovi conti inviati a Bruxelles, Pil a +0,9-1%. Nuovi tagli su reddito e quota 100. Il giudizio di Bruxelles sull'ultima versione dello "schema" della manovra a rischio rinvio. E Salvini avverte, riferendosi alle posizioni Ue sulla Francia: "No a figli e figliastri" (Corriere p.2). Mentre Conte e Tria provano a mediare, Di Maio spiega: "Vogliamo sia evitare la procedura d'infrazione, sia mantenere le politiche di spesa espansive per evitare rivolte". Ma Bruxelles ha bocciato, in quanto poco credibili, buona parte dei 3,5 mld di tagli varati in extremis dal governo italiano (Repubblica). E prosegue la trattativa a oltranza che obbliga il governo a far slittare l'iter di esame della manovra in Parlamento (Stampa p.2). Repubblica (p.7) evoca i rischi di un eventuale esercizio provvisorio. Mentre l'Europa chiede altre correzioni. Premier a caccia di altri 3 mld, ma i due vicepremier lo frenano e non cedono altro (Stampa p.3). Il Colle: "Sì al  dialogo" (Messaggero p.2). "Evitare la paralisi" è il monito di Mattarella (Corriere p.6). Quanto proposto dall'Italia non basta ancora all'Ue: servono altri risparmi per almeno 3 mld (Corriere p.3). Conte rassicura: "Intesa vicina". In serata vertice con Tria: "Il rinvio del giudizio ci fa ben sperare" (Messaggero p.3). Spending e dismissioni sono le voci su cui punta il governo per l'ok di Bruxelles, mentre Salvini avverte: "Mancano 2 mld, meno persone in pensione: costretti a rivedere le stime sulla Fornero" (Giornale p.6). Giornale (p.4) polemico: il governo perde la faccia per accontentare Bruxelles. Ma il sottosegretario leghista al Lavoro, Durigon, alla Stampa (p.2) spiega: "E' rimasto tutto come era nei progetti iniziali: non ci sono problemi né per quota 100 né per il reddito di cittadinanza". Il sottosegretario leghista al Tesoro, Garavaglia, al Messaggero (p.2): "Il clima è buono. Sembra che l'impostazione sia corretta, ma aspettiamo l'esito definitivo. Testo finto all'esame del Parlamento? No, ciò che è stato deciso alla Camera è utilissimo a prescindere da Bruxelles".

POLITICA
"Basta tagli in manovra per non tradire gli elettori": Salvini e Di Maio, convinti che dalla Ue arriverà il sì allo schema di Bilancio italiano, dicono "no" a ulteriori tagli sulle misure bandiera (Sole p.5 e altri). Nella nuova legge di Bilancio intesa su bonus, tasse sui suv, Iva e misure fotocopia. Ma su reddito di cittadinanza e pensioni nulla di fatto (Repubblica p.8). Giornale (p.5) polemico: sulle tasse, Di Maio copia Monti e mette nel mirino suv e auto di lusso. Sulla manovra, Verderami sul Corriere (p.2) riporta l'ottimismo dei due vicepremier - "costretti" a stare insieme - che parlano di "compromesso che farà vincere tutti". Ma Messaggero (p.7) evidenzia le tensioni giallo-verdi: il M5S teme defezioni in Aula. Per sedare i malumori, il ministro Fraccaro promette che da gennaio il Parlamento tornerà centrale.
Global compact Onu sui migranti, Conte cede a Salvini: rinviato sine die e affossato dal governo (Stampa p.7). L'esecutivo farà un'articolata premessa dilatoria. La Camera vota, ma c'è un patto per rinviare la decisione: M5S e Lega preparano una mozione che rimanda la palla a Conte (Messaggero p.7). L'Onu però avverte: domani si decide, chi c'è c'è (Stampa p.7). "Governo unito per finta" titola il Giornale (p.11): i gialloverdi provano a salvarsi con una mozione di maggioranza, ma i dissidenti 5S non ci stanno. Il presidente della Camera Fico ha annunciato apertamente il suo sostegno al documento Onu, una linea che per il Messaggero sarebbe appoggiata anche da Conte e Mattarella. In attesa che la maggioranza sveli la sua mozione, ci sono due documenti: il primo è della Meloni, che invita il governo "a non sottoscrivere il documento", l'altro è del Pd, che impegna invece l'esecutivo "ad aderire al Global Compact for migration". E la Meloni solleva un nuovo caso: le Nazioni Unite hanno approvato il Global Compact sui rifugiati, preludio di quello sui migranti. "Il governo italiano ha votato a favore – dice la Meloni -, ma chi è dove ha deciso il voto italiano?".
"Debiti con il fisco e con i dipendenti. Scoppia il caso dell'azienda di Battista" (Stampa in prima e p.6). La DiBiTec srl deve 53 mila euro ai dipendenti, 151mila alle banche, 135 mila ai fornitori, 60 mila al fisco. Di Battista insulta ma ammette: "In debito con i dipendenti. Il grillino furioso per lo scoop del Giornale ci minaccia" (Giornale in prima e p.2-3). Il Giornale approfondisce le vicende dell'azienda di famiglia dell'ex parlamentare 5S: "Yackt, wc e soldi: giallo sull'azienda di famiglia". Messaggero (p.9): L'impresa paterna, di cui Di Battista, è socio in crisi con banche, fornitori ed Inps. E lui ammette: C'è crisi" (Libero p.6).
Pd, la scelta delle ex renziane: "Stiamo con Zingaretti, il nuovo è lui" (Repubblica in prima e p.10). Dalla Madia a Lia Quaertapalle, appello in favore del governatore laziale, che attacca Martina per l'appoggio di De Luca: "Il vecchio è con lui". Ma il segretario uscente replica: "Sei un dirigente da sempre". A sostegno di Zingaretti si schiera anche Andrea Orlando, che al Fatto (p.11) affronta il nodo alleanza: "M5S? Presto per dialogare, ma il Pd li attacca troppo". Intanto, dopo le polemiche dei giorni scorsi, Massimo D'Alema in un intervento su Repubblica (p.10) scrive: "Contro di me polemiche insensate, non partecipo al congresso dem".

ESTERI
"La rabbia dell'Europa scende in piazza" (Stampa p.11 e altri). Da Parigi a Budapest decine di migliaia di cittadini protestano contro i rispettivi governi: sul tavolo diritti e salari. A Parigi: "La battaglia dei gilet gialli contro Macron ed il carovita". I gilet gialli hanno sconfinato anche in Belgio, soprattutto tra la comunità francofona, scatenando diversi incidenti a Bruxelles. In Ungheria cinque giorni consecutivi di manifestazioni: "la legge degli Schiavi" accende la lotta anti Orban. In Inghilterra slogan e cortei degli anti- Brexit. La premier britannica May ieri ha ribadito che un secondo voto non si farà: "Tradiremmo gli elettori". E Vienna si mobilita contro il razzismo: nel mirino le politiche anti migranti del premier Kurz.

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