Commentario del 16.12.2018

IN PRIMA PAGINA
Manovra, rush finale Roma-Ue: si tratta su 3 mld, ma ne perdiamo 1,5 (Sole). La legge del Taglione pende sul governo: non ci sono soldi per tutto (Libero). Intanto, rispunta l'Imu alla Chiesa (Messaggero).
Lega-M5S, lite su tre fronti: ecotassa, reddito e pensioni (Corriere). Nuovo vertice stasera, con Salvini che stoppa l'idea grillina sulla ecotassa per le auto: non siamo il governo degli aumenti (Stampa). Governo nel caos: investiti dalla Panda (Giornale).
Grandi opere: Tav, partita a carte truccata: per 5 su 6 l'opera già bocciata ancora prima di valutarla (Repubblica). Repubblica intervista Pietro Salini che sul progetto del ponte di Genova, dice: "In un anno lo rifaremo con Fincantieti. Urgono piani per lo sviluppo".
Bce. Draghi: progetto europeo baluardo contro il fascino dei regimi illiberali (Sole). Ma per Libero, Draghi parla chiaro: in alcuni Paesi l'euro ha fallito.
Francia: dopo le concessioni di Macron, si sgonfia la protesta dei gilet gialli (Sole). Si smorza l'onda dei gilet gialli, manifestazioni meno violente (Messaggero e tutti).

ECONOMIA
Rush finale Roma-Ue per l'intesa sulla manovra: mancano 3 mld strutturali (Sole in prima e p.3). Definite le opzioni tecniche per rendere temporanee alcune spese, ma non sulle pensioni - su cui è arrivato il no dell'Ue - e sul reddito di cittadinanza - dove pesa l'indisponibilità del M5S a ulteriori "rinunce" -. Stasera vertice tra Conte, Tria e i due vicepremier: bisogna trovare circa 3,5 mld – intorno allo 0,2% di Pil – per chiudere il buco nei conti  italiani ed evitare la procedura d'infrazione Ue su debito (Repubblica p.6).  I tecnici sono convinti che a breve si possa chiudere la trattativa, con Conte che potrebbe tornare a Bruxelles per stringere direttamente con Juncker l'intesa (Corriere p.5).  I leader a caccia di 3,5 mld: torna l'ipotesi dell'Imu alla Chiesa (Messaggero p.3). Nell'incontro con il Pontefice, il premier Conte potrebbe aver annunciato l'imposta al Papa. Repubblica (p.6) si concentra sulla vendita degli immobili di Stato per 2 mld come mossa per ridurre il deficit e non solo il debito: è l'ultima mossa di Tria, che sta ragionando anche sulla riduzione della stima di crescita del Pil 2019 all'1%, che consentirebbe di aumentare le componente ciclica del deficit, avvicinando le richieste che arrivano da Bruxelles.
Ma con le previsioni di crescita in calo allo 0,9% per il 2019, Libero (in prima e p.3) evidenzia come la "Legge del Taglione" penda sul governo: non ci sono soldi per tutto, Carroccio e grillini non vogliono togliere risorse a quota 100 e sussidio per accontentare l'Ue. Ma così sono vicini alla crisi. "Quota 100 va bene così e Bruxelles lo ha capito - spiega al Messaggero (p.4) il sottosegretario al Lavoro, Durigon -. Dopo tre anni l'uscita anticipata sarà limitata alle categorie deboli. Fino al 2021 platea potenziale di 800 mila persone, ma il governo non vuole scassare la previdenza. In arrivo incentivi alle imprese per garantire un'assunzione per ogni pensionato".
Sulle pensioni arriva l'affondo del Giornale (p.4): mentre Lega e M5S litigano sulle pensioni, la Fornero resta com'è. Corriere (p.6) si concentra su quota 100: al momento nel ddl di Bilancio, all'esame del Senato, ci sono solo le risorse: un fondo da 6,7 mld di euro per il 2019, che però dovrebbero scendere a 4,7 mld portando a 3 mesi l'attesa per ricevere il primo assegno, un'attesa che per i dipendenti pubblici sarà di 6 mesi. Previsto un allungamento dei tempi di attesa in caso di boom di richieste. Ma il meccanismo della riforma sarà definito in un successivo decreto legge.
Sul Sole (p.3) il sondaggio Gpf sulla manovra: flat tax e reddito di cittadinanza alla persona, con il 27% di apprezzamento, piacciono più di quota 100 per le pensioni, che trova consensi nel 19% degli italiani. La maggioranza assoluta (54%) si dice favorevole sull'idea della pace fiscale, risultato analogo per il reddito di cittadinanza come aiuto diretto ai cittadini. Mentre l'ipotesi della trasformazione del reddito in contributo all'impresa che assume piace al 26%. A livello di risparmio, il 79% si dice favorevole all'idea dei Cir, e il 57% di dice propenso ad acquistare eventuali azioni garantite dallo Stato per grandi progetti nazionali.

POLITICA
Lite su tre fronti nel governo (Corriere in prima e tutti). In primo piano lo scontro sull'ecotassa per le auto, ma le posizioni restano distanti anche su reddito di cittadinanza e pensioni. Emendamento leghista per stoppare la tassa sulle auto diesel e benzina e gli incentivi green. "Per noi sono imprescindibili" dicono dal Movimento (Messaggero p.2). I grillini vogliono correggere le mosse sull'ecotassa, mentre la Lega vorrebbe eliminare del tutto la misura: si cerca la mediazione, con i grillini pronti a non toccare le utilitarie (Stampa p.4). Mercato dell'auto già in affanno, con l'ecotassa – scrive il Messaggero (p.2) – a rischio il 10% delle immatricolazioni. Salvini non ci sta e dice: "Non siamo il partito delle tasse" (Stampa p.5). Tra grillini e Lega guerra a colpi di emendamento (Repubblica p.7).
Tensioni sul reddito di cittadinanza dopo l'affondo di Giorgetti che ha detto: "Piace all'Italia che non ci piace" (su tutti). Paola Taverna al Fatto (p.4): "Questa uscita danneggia più lui che il M5S. Il reddito è nel contratto e non può essere messo in discussione, se Salvini parla di modificare il contratto per fare campagna elettorale permanente, questo è il suo stile. Noi ci stiamo dimostrando seri". "E' sbagliato pensare che il reddito sia una questione solo del Sud, la Lombardia sarà la terza regione per numero di percettori – spiega il sottosegretario 5S al Lavoro, Cominardi, al Corriere (p.2) -. Il paradosso è che chi parla oggi di assistenzialismo ha per decenni beneficiato di rimborsi pubblici milionari". E la ministra per il Sud Lezi al Messaggero (p.5) dice: "La Lega offende il Sud, anche il Nord ha i poveri. Servono investimenti omogenei in tutto il Paese". Ma arriva la replica di Siri, sottosegretario Leghista al Mit che al Corriere dice: "Non è intenzione di Di Maio né della Lega erogare un reddito che favorisca i fannulloni. Per questo bisogna indirizzare il contributo attraverso Inps e imprese attraverso dei percorsi in azienda. Inoltre – spiega Siri alla Stampa (p.4) – il reddito partirà ad aprile, ma per quella data i centri per l'impiego non saranno pronti, quindi serve una strada alternativa".
Sull'Espresso (in copertina e p.29-37) focus sui 49 mln di euro della Lega spariti attraverso un network di associazioni e su un altro giro di sigle che servono ad ottenere finanziamenti al riparo dalla giustizia. Tutto questo è successo e succede anche con Salvini segretario. Il Fatto (p.6) evidenzia la telefonata che incuriosisce i pm: nelle carte l'idea dell'ex segretario Maroni di una "bad company" per salvare i soldi. Intanto, nell'inchiesta sui 49 mln, nuovo filone d'indagine a Bergamo: la Finanza indaga sui dipendenti pagati in nero (Repubblica p.10).
M5S. "Conflitto d'interessi e falle digitali": adesso Rousseau diventa un caso (Corriere p.8). L'esponente Pd Francesco Boccia, dopo un'inchiesta del Fatto che ha messo in luce la mancanza di trasparenza e gli strani intrecci d'affari tra Casaleggio, Rousseau e M5S, attacca: "Internet è uno strumento fondamentale per la politica, ma la politica non può prescindere dai contenuti e senza trasparenza non si va da nessuna parte". Ma Davide Casaleggio al Corriere spiega: "Le falle? Abbiamo risolto tutto quanto è stato richiesto dal Garante della privacy. Conflitti d'interesse e lobby? Scherziamo, spero. Sono 12 anni che organizziamo eventi e abbiamo sempre raccolto molti sponsor, molto prima che il Movimento fosse al governo".

ESTERI
"L'Europa è fondamentale, è un antidoto ai regimi": Mario Draghi ha parlato alla Scuola superiore Sant'Anna di Pisa, dove ha ricevuto un dottorato honoris causa in economia. "Sono un italiano orgoglioso, ma dico no ai sovranismi – ha spiegato il numero uno della Bce -. Prima dell'euro era Berlino che decideva per tutti la politica delle valute, ora le scelte sono condivise. Ma servono le riforme" (Messaggero p.7 e tutti).
Francia, si sgonfia la protesta dei gilet gialli: dimezzata la partecipazione dopo le promesse di Macron (Sole in prima e p.7 e tutti). Ieri in piazza 66 mila persona, l'ala dura continua a manifestare contro la pressione fiscale e i privilegi della casta. I 10 mld promessi da Macron frenano l'onda dei gilet gialli (Repubblica p.14): manifestanti dimezzati nel quinto atto della protesta, complice anche l'allarme terrorismo. "Macron farà la stessa fine di Hollande, non ha capito di essere minoranza" dice il politologo del Cnrs Costa al Messaggero (p.12).
Germania, al Corriere (p.15) parla Armin Laschet, ministro-presidente del Nord-Reno Vestfalia: "La Merkel, secondo me, rimarrà ancora a lungo cancelliera. Preoccupato per l'Italia? La retorica antieuropea e la politica del debito dell'attuale governo ci riguardano. L'Italia è importante, ha una delle economie più forti della Ue, una crisi in Italia ci coinvolgerebbe tutti. I problemi si possono risolvere solo insieme: se l'attuale governo lo tenesse a mente sarebbe un bene per tutti". Poi parla anche della Brexit: "Mostra che un Paese che lascia l'Ue e non è più parte del mercato unico non può approfittare delle risorse comunitarie, ha gravi problemi. Ma un'uscita dura di Londra può avere conseguenze per mln di posti di lavoro nella Ue".
Brasile, una task force a caccia di Battisti: "E' solo, lo prenderemo" (Repubblica p.8). Il terrorista sarà estradato in Italia, ma ha fatto perdere le sue tracce. Sui giornali e social nessuno dei suoi compagni si schiera con lui, la mossa disperata dell'ennesimo ricorso annunciato dal suo difensore al Tribunale Supremo.

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